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Un 'Tobruk' a Tre Ponti, Sanremo
di Davide Bagnaschino © (02/08)
A Sanremo, in località Tre Ponti, sono in corso lavori per la posa di una nuova tubazione dell'acquedotto del Roja. Dopo tre giorni dall'inizio degli interventi, la benna dell'escavatore, che formava la necessaria trincea, ha urtato contro un ostacolo imprevisto; sotto alla sede stradale è stato portato nuovamente alla luce un piccolo bunker risalente al secondo conflitto mondiale. E' stato rinvenuto infatti un "Tobruk", una postazione in cemento armato per mitragliatrice, destinato al controllo di una porzione delle spiagge dei Tre Ponti, in concorso con altre opere vicine. Questo tipo di opera deve il suo nome alle semplici postazioni realizzate dalle truppe italiane in Libia, a difesa dell'importante porto appunto di Tobruk. Queste erano molto spesso costituite da un bidone in ferro, di quelli solitamente usati per acqua o carburanti,
infossato nella sabbia, dove un soldato trovava riparo da proiettili e schegge nemici.
La tipologia di questa opera difensiva, evidentemente efficace, di modestissimo costo e nel contempo facile e rapida da costruire, venne presto adottata dalle truppe del corpo germanico dell'Afrika Corps (più correttamente Deutsches Afrikakorps, DAK), giunto in Africa in aiuto alla 10ª Armata oramai in rotta, tallonata dalla inarrestabile avanzata delle ridotte, ma mobili forze inglesi.
L'Organizzazione Todt, che in tutta Europa curava la costruzione delle opere di difesa, elaborò il semplice espediente in varie forme di cui restò comunque l'idea di base: un piccolo pozzo a raso del terreno dal quale, uno o due soldati, facevano fuoco con una mitragliatrice o con un mortaio. In quest'ultimo caso sia l'arma che gli uomini rimanevano completamente defilati alla vista, mentre nel caso della mitragliatrice, emergevano solo con la testa, con l'opportunità di abbassarsi in casi estremi. Ovviamente i bunker così realizzati erano in cemento armato, ma mantennero il nome originario: Tobruk, sebbene venissero ad assumere forme alquanto diverse dall'idea primigenia, ricevendo, nei casi più importanti, torrette di carro armato al posto della semplice mitragliatrice e riservette e ricoveri nel sottosuolo. Nel caso riscontrato ai Tre Ponti, si tratta della postazione più semplice del "campionario" dell'Organizzazione Todt: un piccolo blocco in cemento armato completamente interrato nel quale una breve scala scendeva a una riservetta e alla postazione vera e propria. Quest'ultima era formata da un vano di forma ottagonale che si restringeva alla sommità ; qui un anello metallico fungeva da guida e supporto a una mitragliatrice, mentre i serventi rimanevano quasi completamente riparati al di sotto della struttura. Solo la testa emergeva dal pozzo in parte protetta da uno scudo metallico.
L'Associazione STUDI CAVITA' ARTIFICIALI SANREMO (per gli amici S.C.A.S.), si è subito interessata al bunker. Sebbene si trattasse infatti di un'opera molto semplice, i lavori in atto potevano distruggerla e quindi il forse eccessivo entusiasmo di alcuni "arditi" del gruppo non è stato vano nel rilevare e fotografare velocemente il piccolo Tobruk.
Tuttavia anche la fretta forse era eccessiva; infatti l'escavatore sicuramente non avrà ragione del robusto manufatto, mentre la vicinanza delle abitazioni dovrà consigliare prudenza negli eventuali interventi di demolizione.
Prossimamente verrà alla luce anche un'opera di maggiori dimensioni, posizionata più a Ponente. La S.C.A.S. è già pronta al sopralluogo, eventualmente allertata dagli abitanti della zona. Infine un piccolo richiamo storico: le opere e il muro antisbarco che cingevano Sanremo sul fronte a mare, dalla zona della Foce sino ai Tre Ponti, vennero costruiti dall'O.T. (Organizzazione Todt) dal 1944 al 1945, per impedire azioni o sbarchi alleati. Per maggiori informazioni è possibile documentarsi con il pregevole lavoro in tre volumi di Renato Tavanti: Sanremo Nido di Vipere, edito dalla ATENE EDIZIONI. Per documentazione, referenze e informazioni specifiche non esitate a scriverci (info@scas.it) e a visitare i nostri siti: www.scas.it e www.davidebagnaschino.it: avrete pronta ed esauriente risposta.
La tipologia di questa opera difensiva, evidentemente efficace, di modestissimo costo e nel contempo facile e rapida da costruire, venne presto adottata dalle truppe del corpo germanico dell'Afrika Corps (più correttamente Deutsches Afrikakorps, DAK), giunto in Africa in aiuto alla 10ª Armata oramai in rotta, tallonata dalla inarrestabile avanzata delle ridotte, ma mobili forze inglesi.
L'Organizzazione Todt, che in tutta Europa curava la costruzione delle opere di difesa, elaborò il semplice espediente in varie forme di cui restò comunque l'idea di base: un piccolo pozzo a raso del terreno dal quale, uno o due soldati, facevano fuoco con una mitragliatrice o con un mortaio. In quest'ultimo caso sia l'arma che gli uomini rimanevano completamente defilati alla vista, mentre nel caso della mitragliatrice, emergevano solo con la testa, con l'opportunità di abbassarsi in casi estremi. Ovviamente i bunker così realizzati erano in cemento armato, ma mantennero il nome originario: Tobruk, sebbene venissero ad assumere forme alquanto diverse dall'idea primigenia, ricevendo, nei casi più importanti, torrette di carro armato al posto della semplice mitragliatrice e riservette e ricoveri nel sottosuolo. Nel caso riscontrato ai Tre Ponti, si tratta della postazione più semplice del "campionario" dell'Organizzazione Todt: un piccolo blocco in cemento armato completamente interrato nel quale una breve scala scendeva a una riservetta e alla postazione vera e propria. Quest'ultima era formata da un vano di forma ottagonale che si restringeva alla sommità ; qui un anello metallico fungeva da guida e supporto a una mitragliatrice, mentre i serventi rimanevano quasi completamente riparati al di sotto della struttura. Solo la testa emergeva dal pozzo in parte protetta da uno scudo metallico.
L'Associazione STUDI CAVITA' ARTIFICIALI SANREMO (per gli amici S.C.A.S.), si è subito interessata al bunker. Sebbene si trattasse infatti di un'opera molto semplice, i lavori in atto potevano distruggerla e quindi il forse eccessivo entusiasmo di alcuni "arditi" del gruppo non è stato vano nel rilevare e fotografare velocemente il piccolo Tobruk.
Tuttavia anche la fretta forse era eccessiva; infatti l'escavatore sicuramente non avrà ragione del robusto manufatto, mentre la vicinanza delle abitazioni dovrà consigliare prudenza negli eventuali interventi di demolizione.
Prossimamente verrà alla luce anche un'opera di maggiori dimensioni, posizionata più a Ponente. La S.C.A.S. è già pronta al sopralluogo, eventualmente allertata dagli abitanti della zona. Infine un piccolo richiamo storico: le opere e il muro antisbarco che cingevano Sanremo sul fronte a mare, dalla zona della Foce sino ai Tre Ponti, vennero costruiti dall'O.T. (Organizzazione Todt) dal 1944 al 1945, per impedire azioni o sbarchi alleati. Per maggiori informazioni è possibile documentarsi con il pregevole lavoro in tre volumi di Renato Tavanti: Sanremo Nido di Vipere, edito dalla ATENE EDIZIONI. Per documentazione, referenze e informazioni specifiche non esitate a scriverci (info@scas.it) e a visitare i nostri siti: www.scas.it e www.davidebagnaschino.it: avrete pronta ed esauriente risposta.
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Foto 1: lo scavo. | Foto 2: interno della postazione. |
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Foto 3: pianta. | Foto 4: sezione. |
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