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Wilderness

(contributo di C. B.)

Last Update: 21 June 2005
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Lee's Texans

USA Order of Battle (by D. P.)
CSA Order of Battle (by D. P.)
Relative Strength of the Opposing Forces (by D. P.)
Map (by D. P.)


PROLOGO

Il disastro patito a Gettysburg – seppure in misura diversa – da entrambi i contendenti [#1] fu il punto di partenza per la campagna della primavera del 1864.

Lincoln affidò il comando di tutte le armate dell’Unione al Generale Ulysses Grant [#2], ed una volta che questi ebbe saldamente nelle proprie mani le redini delle operazioni, decise di mettere in pratica le sue personali convinzioni circa il modo per concludere vittoriosamente la guerra: intendeva infatti pressare continuamente ed ovunque l’avversario, avendo come obbiettivo le armate confederate, non le conquiste territoriali. Non doveva esserci sosta: anche se ciò avrebbe esaurito le proprie truppe, sarebbe avvenuta la stessa cosa a quelle nemiche, che avevano maggiori vulnerabilità in termini di materiali e risorse umane. Il comandante dell’Unione, con il Mississippi ormai sotto controllo [#3], pianificò 4 azioni fondamentali:

I PIANI DI BATTAGLIA

Dopo la battaglia di Gettysburg, Meade avrebbe voluto condurre azioni aggressive, ma gli errori dei subordinati glielo impedirono, Lee invece era semplicemente impossibilitato a lanciare una nuova offensiva per via delle perdite subite, tuttavia, se attaccato, restava un osso duro. A questo punto l’iniziativa doveva essere assunta dall’Unione.

Dall’inizio del 1864 era chiaro che i Federali avevano ora alla guida un capo di una pasta che Lee non aveva mai incontrato. Meade si era comportato egregiamente e sarebbe rimasto al comando dell’Armata del Potomac fino alla fine della guerra, tuttavia quando Washington, dopo la vittoria conseguita a Chattanooga [#5], nominò Grant Comandante in Capo, tutti si aspettavano che il nuovo comandante guidasse di persona le truppe che erano destinate ad invadere la Virginia, ove, per 3 anni, l’Unione aveva attaccato senza risultato: qui il Presidente Lincoln aveva bisogno che operasse il suo comandante più vittorioso.

Quando Grant si trasferì all’est la sua prima proposta per contrastare Lee fu insieme coraggiosa ed innovativa. Egli intendeva innanzitutto inviare 60.000 uomini dall’area di Washington alle coste della North Carolina, con un’operazione anfibia, quindi dirigere ad ovest verso Raleigh, alla volta delle aree poco difese dell’interno di quello Stato. Facendo così avrebbe reciso gran parte dei collegamenti ferroviari di Lee e Richmond con gli stati del Sud, mentre la caduta di Chattanooga e l’avanzata di Sherman verso Atlanta avrebbero tagliato fuori il resto. Lee si sarebbe trovato isolato ed a corto di rifornimenti, di fronte alla forte armata di Meade, obbligato a combattere in condizioni di grande inferiorità se non voleva ritirarsi nel Tennessee orientale ed abbandonare la Virginia ai Federali. Il piano aveva anche il vantaggio di creare un potenziale nuovo fronte molto a sud ed ad ovest di Richmond, terreno che Lee non conosceva perfettamente e che non aveva potuto predisporre per contrastare un’avanzata di Meade.

Sfortunatamente Lincoln pose il proprio veto a tale piano, opponendo molti argomenti, fra i quali il timore che Lee avrebbe colto l’occasione per lanciare una nuova offensiva verso il nord una volta compreso che l’avversario aveva sguarnito l’area di Washington, pertanto Grant non ebbe alternative: doveva tornare a studiare l’area già teatro di tante battaglie, fra le due capitali, per trovare la strada per la vittoria.

GLI ESERCITI CONTRAPPOSTI

Comunque Grant disponeva di una schiacciante supremazia: l’Armata del Potomac, rinforzata con il IX° Corpo di Burnside (tenuto sino ad allora indipendente per motivi di opportunità, essendo egli stato in precedenza un superiore di Meade), contava circa 120.000 uomini. Al suo interno vi erano numerosi nomi familiari ed alcune novità:

Ogni Corpo era rinforzato dalla propria brigata di artiglieria, mentre Phillip H. Sheridan, vecchio dipendente di Grant all’ovest, aveva assunto il comando del Corpo di cavalleria: 3 divisioni guidate da abili subordinati come Alfred T. A. Torbert, David M. Gregg e James H. Wilson. Dopo 3 anni di guerra, nonostante le pesanti e dolorose perdite sofferte, l’Armata del Potomac era all’apice della sua efficienza ed esperienza e non si era mai trovata in migliori condizioni.

Una volta che gli fu proibito di portare avanti il proprio grande piano strategico per allontanare Lee dalla Virginia, dopo averlo letteralmente affamato obbligandolo a ritirarsi senza dover subire, né infliggere, gravi perdite, Grant non aveva alternativa se non muovere direttamente verso le posizioni nemiche al di là del fiume Rapidan. Si trattava di una linea difensiva ottima, che tuttavia presentava vulnerabilità ben note al Comandante Confederato. Durante l’inverno egli aveva dovuto indebolire lo schieramento per rinforzare altri fronti:

per cui alla fine di aprile egli disponeva di circa 63.000 uomini, il fantasma di quello che era stata l’armata della Northern Virginia:

I PIANI

Nonostante si trovasse in un rapporto sfavorevole di forze di quasi 2 a 1, Lee disponeva di alcuni vantaggi: innanzitutto la sua posizione sulla riva sud del Rapidan che Grant doveva superare per aggredirlo, inoltre conosceva bene il terreno, a differenza di Grant e Meade, pertanto ebbe anche la tentazione di pianificare una nuova offensiva, come aveva fatto l’anno precedente a Chancellorsville. Dovendo rimanere tuttavia sulla difensiva, il suo più grande alleato era l’intricata area nota come il Wilderness, coperta da boscaglia e macchia, un muro quasi impenetrabile di vegetazione attraversabile solo su poche strade, alcune delle quali poco più larghe di un sentiero. Lee poteva utilizzare il valore impeditivo di quest’area, in termini di percorribilità, raddoppiando praticamente il valore delle proprie forze [#11], anche perché in caso di battaglia Grant non avrebbe avuto modo di sfruttare a proprio vantaggio la schiacciante superiorità in termini di artiglieria e cavalleria.

Anche Grant era impegnato nel cercare di individuare come attaccare Lee: pensava di aggirarlo ad ovest, ma quella direzione avrebbe allungato le sue linee di rifornimento con Washington, sebbene gli spazi maggiormente aperti fossero più idonei alla manovra, quindi alla sua concezione strategica che privilegiava la mobilità. D’altro canto poteva anche tentare un aggiramento da est, sfruttando la possibilità di appoggiarsi al Chesapeake ed ai suoi affluenti per costituire delle basi logistiche da rifornire con le navi, tuttavia per far ciò occorreva innanzitutto superare il Rapidan ed attraversare il Wilderness. Se ciò fosse stato fatto prima di incontrare Lee, egli avrebbe potuto sfruttare il vantaggio del superiore numero in campo aperto, ma se i Confederati fossero stati in grado di impegnare battaglia nell’area boscosa ed impenetrabile l’intera campagna sarebbe stata a rischio.

Grant comunque si trovò costretto ad accettare il rischio della seconda opzione, anche se i più esperti esponenti dell’Armata del Potomac lo misero in guardia con la frase “Tu non conosci Bobby Lee!”. Non aveva chiare notizie circa la forza e la posizione dell’avversario, ma trascorso aprile, mentre si avvicinava il momento di dare esecuzione alle altre manovre in Georgia e nella Valle dello Shenandoah, il 4 maggio egli prese la decisione finale: avrebbe inviato l’Armata del Potomac oltre il Rapidan, nel Wilderness.

La riuscita del piano dipendeva da molti fattori, incluso il fatto che i Federali riuscissero ad attraversare la fascia intricata e boscosa prima che i Confederati potessero fermarli. Lee doveva coprire una fronte estesa ed aveva dislocato le truppe su una linea lunga oltre 20 miglia: Longstreet era nell’area di Gordonsville, circa 25 miglia a sud-ovest del Wilderness, mentre Lee, che si era collocato con Hill al centro, fra Rapidan Station e Orange, si trovava a quasi 17 miglia dal settore d’interesse di Grant. Ewell era il più vicino, posizionato proprio sul Rapidan, direttamente a sud del posto-comando di Grant a Culpeper Court House, 10 miglia ad ovest del Wilderness. Se gli elementi di punta di Grant fossero stati in grado di percorrere le 7 miglia per Germanna Ford ed il vicino Ely’s Ford, gettare i pontoni ed attraversare il Rapidan prima che Lee potesse reagire, il Wilderness era distante 6 miglia, e sarebbe stata sufficiente mezza giornata di marcia soltanto per raggiungerlo.

Il Wilderness si stendeva subito dopo il Rapidan e si allungava per miglia lungo la riva meridionale, stendendosi per alcune miglia verso sud. Solo poche strade lo attraversavano: la Orange Turnpike e l’Orange Plank Road l’attraversavano da ovest ad est, convergendo verso Wilderness Church e poi dirigendo su Chancellorsville, mentre da Germanna Ford partiva la Germanna Plank Road, che conduceva a Wilderness Tavern, oltre la quale si univa alla Rock Road, mentre la Ely’s Ford Road, circa 2 miglia più ad est, ed una pista di minori dimensioni circa 1 miglio ad ovest erano gli unici itinerari da nord a sud; per il resto, quasi ovunque si stendevano foreste di querce e conifere.

L’AVANZATA DEI FEDERALI

Subito dopo la mezzanotte, nei primi minuti del 14 maggio, i Federali iniziarono il loro movimento. La divisione di cavalleria di Wilson era in testa, conducendo seco i pontieri che, all’alba, a Germanna Ford, avevano già realizzato il primo attraversamento, consentendo alla fanteria del Generale Warren di superare il Rapidan. Gli avamposti Confederati a sud del fiume furono rapidamente sloggiati mentre Wilson iniziava a muovere la propria cavalleria, lentamente, verso Wilderness Tavern, ove sarebbe giunto a mezzogiorno. Contemporaneamente, ad est, la cavalleria di Gregg muoveva verso Ely’s Ford, seguita dalle truppe di Hancock, per cui all’alba il II° Corpo stava attraversando mentre gli uomini di Gregg cavalcavano verso Chancellorsville ed oltre, ricognendo ed occupando le strade di cui Meade aveva necessità per la propria marcia. Sembrava che tutto stesse procedendo molto bene e per mezzogiorno la divisione di Griffin del V° Corpo aveva messo piede a Wilderness Tavern. 2 ore dopo l’intero II° Corpo di Warren era pronto per coprire l’Orange Turnpike e la Plank Road, così proteggendo il movimento dell’intera armata che avrebbe attraversato il Rapidan e minacciando, contestualmente, le linee di rifornimento e comunicazione di Lee con Richmond.

Alle 1800 circa l’Armata del Potomac stava muovendo nel pieno rispetto della tabella di marcia: Warren aveva preso il controllo dell’importante intersezione nei pressi di Wilderness Tavern, Sedgwick era al di là del fiume e gli copriva il fianco destro, mentre il Corpo di Hancock era nel villaggio e nell’area di Chancellorsville, infine Burnside, con il suo Corpo, era in prossimità di Germanna Ford, tutto ciò mentre sembrava che Lee stesse ancora dormendo.

LEE REAGISCE

Sembrava proprio che le cose stessero così. In effetti Lee aveva previsto un attraversamento del genere, e stava già muovendo per contrastarlo mentre le truppe di Grant stavano abbandonando gli accampamenti. Gli Yankees stavano manovrando bene, ma avevano mal interpretato le notizie circa i movimenti del nemico anche perché le ricognizioni mal condotte specialmente dai reparti di Wilson non avevano scoperto il II° Corpo di Ewell che si era disposto a 4 miglia dal V° Corpo sulla Orange Turnpike mentre calava la notte. Grant e Meade non avevano notizie precise neanche sulle posizioni delle truppe di Hill e Longstreet, anche se il Comandante Federale era certo che Lee avesse avuto notizia dell’avanzata e stesse manovrando per arrestare la manovra.

Si era trattato di una giornata frenetica, per il Comandante Confederato. Le prime notizie dell’attraversamento del Rapidan da parte delle truppe dell’Unione gli erano pervenute intorno alle 0900, per cui aveva mosso le truppe di Ewell intorno al mezzogiorno, dopo il Corpo di Hill che tuttavia aveva più strada da percorrere e poco prima del Corpo di Longstreet. Anche se non poteva sperare di avere il I° ed il III° Corpo nel Wilderness per il 4 di maggio, aveva buone speranze che il II° Corpo si potesse schierare in tempo, in modo da consentirgli di effettuare le prime ricognizioni per decidere dettagliatamente come reagire all’attacco nemico; in effetti Lee stava pianificando sulla scorta di ben poche informazioni pervenute dagli avamposti di cavalleria, mentre cavalcava insieme ad Hill verso il Wilderness. Egli probabilmente poteva immaginare che Grant avrebbe potuto raggiungere Fredricksburg e da lì muovere su Richmond, oppure attraversare il Wilderness, per poi piegare a sud ed ad ovest e colpire la sua sinistra, ponendosi fra le sue truppe e Richmond. Comunque, qualunque scelta egli avrebbe fatto, essa non sarebbe stata chiara fino alle prime ore del 5 di maggio, quando Lee finalmente decise che l’avversario stava per muovere attraverso il Wilderness, diretto probabilmente a Spotsylvania Courthouse. Tale intuizione lo rincuorò: Grant intendeva ripetere ciò che aveva tentato l’anno prima Hooker e quando Lee fece colazione con il suo amico, il Generale A. L. Long, questi lo trovò “in ottime condizioni di spirito” in quanto appariva certo di ripetere la vittoria di Chancellorsville, magari infliggendo a Grant perdite superiori di quelle che aveva fatto patire a “Fighting Joe” Hooker.

Al momento, a dire il vero, Lee doveva far i conti con delle cifre poco incoraggianti: i Federali avevano 10 divisioni mentre lui ne poteva schierare solo 5, per giunta con gli organici ridotti. Il I° Corpo di Longstreet era ipotizzabile che sarebbe stato disponibile dopo il cadere della notte, come la divisione di Anderson del III° Corpo di Hill, mentre le altre 2 divisioni di Hill non sarebbero state disponibili prima di mezzogiorno, pertanto per quella giornata egli poteva contare praticamente solo sul II° Corpo di Ewell e, anche se poteva disporre dell’ottimo terreno difensivo del Wilderness, non poteva pensare a manovra aggressive per il 5 maggio. Tuttavia se avesse atteso il resto delle proprie forze gli Yankees avrebbero proseguito la loro marcia indisturbata superando il Wilderness e raggiungendo la campagna aperta nel pomeriggio, pronte a colpirlo sul fianco.

La cosa migliore che poteva fare era mandare avanti nel pomeriggio, per l’esecuzione di una ricognizione offensiva in forze, le truppe a disposizione di Ewell e Hill, con l’ordine di non farsi ingaggiare in combattimenti significativi, cercando comunque ogni opportunità per rallentare il nemico. Nel frattempo avrebbe atteso i restanti reparti di Hill ed il I° Corpo di Longstreet, per rinforzare il proprio fianco destro ed utilizzarli il giorno successivo per aggirare l’ala sinistra yankee e colpirla duramente prima che essa avesse modo di superare il Wilderness. Sempre pronto a rischiare, Lee riteneva che il vantaggio del terreno avrebbe riequilibrato la differenza di forze consentendogli ciò che meglio riteneva di saper fare: passare all’offensiva.

L’AVANZATA DI MEADE

Mentre Lee stava prendendo la propria decisione, Grant e Meade il 5 maggio stabilirono di proseguire con il loro piano iniziale: in effetti sembra che Grant, una volta avviata la manovra, abbia lasciato molta discrezionalità, per quanto attiene alla pianificazione di dettaglio, a Meade, che a sua volta aveva concesso ampio spazio al proprio Stato Maggiore. Entrambe le colonne di fanteria dovevano muovere sugli itinerari assegnati: Warren e Sedgwick diretti a sud da Wilderness Tavern verso Parker’s Store sulla Plank Road a circa 3 miglia, Hancock invece doveva proseguire da Chancellorsville fino a quando il terreno gli avrebbe permesso di piegare a sud-ovest sulla Catherine Furnace Road, che lo avrebbe portato fuori dal Wilderness su una strada che avrebbe condotto sul fianco sinistro di Lee, se avesse avuto il tempo di uscire dalla fascia boscosa.

Alle 0500 le truppe erano in marcia, ma dopo circa un’ora i Federali del Generale Griffin potevano comunicare di aver individuato in movimento sulla Turnpike gli elementi di punta del Corpo di Ewell che, giunti a contatto, iniziarono a combattere. Meade raggiunse di persona il settore intorno alle 0700 ed ordinò in tono perentorio a Warren di schierarsi ed attaccare: così la marcia dei Federali fu fermata senza dover praticamente sparare un colpo [#12], risultato per il quale aveva tanto pregato Lee. I Federali si schierarono in linea di battaglia, mentre Meade ordinava ad Hancock di arrestare la progressione per non rischiare che, inavvertitamente, si portasse a distanza tale da non poter più fornire supporto. Per ironia della sorte, anche se Meade sospettava che i Confederati volessero solo rallentare la sua marcia, decise addirittura di fermarsi, mentre Grant accettò tale scelta, così come in genere aveva sempre fatto in precedenza con i propri subordinati, limitandosi ad inviare un messaggio in cui indicava che “se si presenta una qualsiasi opportunità per colpire una parte dell’armata di Lee, sfruttala”. Grant non aveva idea circa la posizione del resto dell’armata Confederata, ma pensava che Lee non potesse averla tutta già disponibile sulla Orange Turnpike: ciò significava che, anche se il terreno del Wilderness lavorava contro di lui, disponeva ancora di una schiacciante superiorità numerica con la quale distruggere una parte delle forze nemiche prima che arrivassero le altre.

Sfortunatamente Warren ebbe bisogno di molto tempo per disporre il proprio Corpo per la battaglia, sia perché aveva timore di agire prima di essere del tutto pronto, sia per il terreno che ostacolava i movimenti. Davanti alle sue truppe vi era una moltitudine di piccoli ruscelli, pantani, macchie e boschetti, e gli uomini non potevano vedere innanzi a loro oltre 100 metri, fatta eccezione per le truppe dislocate sulla Orange Turnpike, la situazione inoltre veniva ad essere aggravata dal fatto che, nei frenetici minuti che precedettero l’attacco, la cavalleria di Wilson – dislocata più a sud vicino Parker’s Store – riferì di essere impegnata in combattimenti in prossimità della fattoria Chewning, e di esser costretta a ripiegare. Fu così presto chiaro che il III° Corpo Confederato di Hill era in avvicinamento lungo la Plank Road: quei veterani, superato il Parker’s Store, si sarebbero trovati a circa 1 miglio dall’esposto fianco sinistro delle truppe di Warren, non appena esse avessero iniziato a marciare contro il Corpo di Ewell.

Ciò modificò radicalmente la situazione: mentre la cavalleria combatteva furiosamente per trattenere l’avanzata dei Ribelli di Hill, Grant raggiunse di persona il settore, proveniente dalle retrovie di Warren, e non fu del tutto soddisfatto nel constatare che erano trascorse già 2 ore e Meade non aveva ancora lanciato all’attacco il V° Corpo. Ora tuttavia il fianco era minacciato, per cui era necessario operare una radicale modifica dell’assetto tattico; decise così di abbandonare il progetto iniziale che prevedeva l’attraversamento del Wilderness, impartendo l’ordine immediato di attacco a tutte le divisioni di Warren, supportate da quelle disponibili del VI° Corpo di Sedgwick. Inoltre, poiché altre unità di Sedgwick erano dirette lungo la Plank Road per impegnare il Corpo di Hill, dette ordine ad Hancock di inviare in fretta truppe del proprio II° Corpo lungo la Furnace Road fino all’intersezione con la Brock Road, per partecipare a questo altro attacco. In pochi minuti la reazione di Grant trasformò l’intera campagna.

INIZIA LA BATTAGLIA

Ci volle ancora qualche tempo perché i Federali apprestassero il loro attacco, ma quando esso fu lanciato i Ribelli lo definirono “furioso”. La prima delle divisioni di Ewell era comandata dal Generale Edward Johnson, soprannominato dai propri soldati “Old Club Foot”, essa – che s’era schierata con le proprie 4 brigate a formare un angolo retto con la Turnpike poco prima di essere investita dalle ondate yankees – riuscì a reggere il primo assalto, eccetto che nel settore della brigata di Virginiani di John M. Jones, che fu messa in rotta. Lo stesso comandante, che tentava coraggiosamente di riordinare i propri soldati, fu ferito mortalmente, ma fortunatamente, proprio mentre la linea stava per crollare, giunse sul posto la divisione di Early, alle 1300 circa, riuscendo a ristabilire la situazione. Ben presto entrambi i contendenti iniziarono a comprendere cosa volesse dire combattere in quell’ambiente caratterizzato da densa vegetazione: uno Yankee scrisse di esser riuscito a vedere “solo occasionalmente delle sagome di fantasmi in grigio”. I Federali che stavano attaccando dovevano sdraiarsi a terra, sparare, voltarsi sulla schiena per ricaricare; nel far ciò, confusi dal fumo e dal terreno, finivano per voltarsi dalla parte sbagliata, gli Ufficiali vagavano fra i propri uomini per riunirli ed indirizzarli, mentre cresceva il disorientamento e molti “finivano direttamente in bocca ai fucili nemici”.

Quando le truppe di Early raggiunsero la scena, i Federali della brigata di Joseph Bartlett stavano per slanciarsi all’attacco del centro della linea di Johnson, ma Ewell aveva disposto le brigate di John B. Gordon e Julius Daniel sulla destra della linea e con esse lanciò un contrattacco sul fianco degli avversari, obbligandoli a ripiegare; l’azione di Gordon fu così violenta che la brigata raggiunse la base di partenza nemica, disponendosi in linea con le altre “giubbe blu”. Intanto nel sottobosco erano scoppiati incendi per via degli spari dei fucili, e le fiamme avvolsero morti e feriti Federali rimasti sul terreno nel contrattacco con cui Ewell aveva respinto la progressione di Warren. Quando le fiamme raggiungevano le cartucce nelle giberne dei caduti e dei moribondi, facendole esplodere come se si fosse trattato di salve di fucileria, spesso i corpi venivano divisi a metà, era una scena infernale. Gli uomini che accorrevano per salvare i feriti avevano difficoltà per il fumo soffocante e denso, e le fiamme, alimentate da una robusta brezza, attraversarono il campo come un’ondata, consumando tutto in pochi minuti. Quando il furioso incendio rallentò i contendenti ripresero a combattere.

Quando finalmente gli uomini di Gordon arrestarono il loro assalto, di fronte alla linea avversaria battuta e demoralizzata, i veterani Federali del V° Corpo sfruttarono il brevissimo tempo di pausa concesso loro per riorganizzarsi, mentre Ewell volgeva la propria attenzione per affrontare quella che riteneva una minaccia al proprio fianco sinistro: la progressione delle unità del VI° Corpo di Sedgwick: “Baldy” era in considerevole inferiorità numerica, con solo 13.000 uomini a fronteggiare i 39.000 Yankees di Sedgwick e Warren.

Dalle 1500 Grant aveva iniziato a compiere quanto in proprio potere per assumere il controllo dell’armata e lanciare un attacco generale, atteso che aveva perduto gran parte della fiducia in Meade, sfortunatamente per lui il terreno e la confusione che gli ordini dati in precedenza avevano determinato frustrarono i suoi sforzi di coordinare le azioni offensive, per cui la manovra che intendeva accelerare, in effetti finì per subire ulteriori ritardi. Egli non sapeva ove si trovasse esattamente Hancock, cui inviò l’ordine di attaccare, ancorché il II° Corpo non fosse ancora giunto sul campo di battaglia: in effetti solo 2 delle divisioni – quelle di Birney e di Mott – furono pronte sulla Plank Road alle 1600, sostenute dalla divisione Getty del VI° Corpo, di fronte ai Confederati di Heth, che peraltro disponeva di sole 4 brigate – ma era favorito dalla natura del terreno – per cui sarebbe stato in grado, con i suoi 6.700 Ribelli, di contenere i 17.000 Yankees.

L’attacco di Hancock iniziò poco dopo le 1600: Getty subì il primo colpo d’arresto da parte dei Confederati di Heth, che erano ben trincerati e sparavano micidiali salve di fucileria, e chiese sostegno a Birney; ben presto anche le unità di Mott furono coinvolte ed i reparti attaccanti, frammischiandosi, aumentarono la confusione, mentre lo stesso Generale Alexander Hays cadeva alla testa della propria brigata sulla Plank Road ed Hancock doveva personalmente intervenire per riorganizzare gli uomini della divisione di Mott che ripiegavano sbandati ed in disordine. Tutto si concluse poco dopo le 1700 in un fallimento. Hancock, determinato come al solito, chiese di ripetere l’attacco appena le sue 2 altre divisioni, agli ordini di Barlow e Gibbon, fossero state pronte, Warren avrebbe esteso la linea sulla destra, collegandosi al II° Corpo; Grant approvò e stabilì che lo sforzo principale sarebbe stato esercitato proprio da Hancock, cui assegnò un’ulteriore divisione in rinforzo.

Alle 1830 circa l’assalto era stato predisposto, sebbene i combattimenti non avessero subito interruzione; il sole stava tramontando dietro le cime degli alberi avvolte nel fumo, ma la furia del fuoco aumentò non appena i Federali presero ad avanzare, tentando di avvolgere i due fianchi delle truppe di Heth. La supremazia del numero avrebbe potuto aver ragione dei difensori, già logorati dal precedente combattimento ed impegnati a tenere la linea almeno fino al cadere della notte, che avrebbe posto fine allo scontro, per cui Lee inviò 2 brigate in rinforzo e, visto che non erano sufficienti, ne assegnò altre 2. Ormai la battaglia era diventata una corsa in cui il successo sarebbe andato a chi fosse stato in grado di portare prima le truppe dove queste potevano esser meglio utilizzate, se cioè avrebbero potuto giungere per primi sul posto i rinforzi Ribelli o se gli attaccanti Yankees avrebbero terminato di avvolgere i fianchi di Heth. Miracolosamente i Confederati furono capaci di completare le loro manovre in tempo, così intorno alle 1930 la divisione Barlow fu bloccata mentre tentava di ultimare il proprio movimento avvolgente sulla destra di Heth e poco dopo avvenne lo stesso con i Federali che tentavano di aggirare la sinistra. I Ribelli non sarebbero stati in grado di tenere la posizione durante la notte, tuttavia potevano resistere abbastanza da impedire ogni ulteriore avanzata di Hancock volta a sfruttare la ben congegnata manovra del mattino, inoltre, anche se avevano pagato un duro prezzo, sapevano che il Corpo di Longstreet e la divisione di Anderson erano in arrivo e sarebbero state disponibili dalla mattina successiva.

Sul settore di destra di Grant il tentativo di Sedgwick di investire il fianco sinistro di Ewell sortì lo stesso risultato, sebbene i Ribelli avessero dovuto pagare un prezzo elevato, inclusa la morte del Generale Leroy Stafford, uno dei comandanti di brigata di Johnson. Respinto inizialmente l’attacco portato dalla divisione di Horatio Wright, i Ribelli lanciarono un contrattacco, ma il peso del numero, in favore dei Federali, li ricacciò indietro, dopodiché il combattimento si trasformò in una schermaglia statica, mentre Grant spostava la propria attenzione sull’attacco principale.

Intorno alle 2100 il combattimento si era ovunque trasformato in uno scambio di colpi, ove decine di migliaia di sporchi, esausti e sudati Nordisti e Sudisti si erano stesi a terra, consumando acqua e razioni, provando a dormire nel mezzo del terribile carnaio in cui si era trasformato il campo di battaglia. Né Grant, né Lee potevano dirsi particolarmente felici dei risultati della giornata: le speranze riposte dai Federali in un massiccio attacco non si erano concretizzate, sia per il terreno, sia per una serie di altri fattori impeditivi; Lee invece poteva essere soddisfatto per aver fermato il nemico, ma le truppe di Ewell e Hill non erano ancora ben collegate, mentre le altre unità non erano ancora giunte, inoltre il III° Corpo, che aveva sofferto dure perdite per resistere all’attacco di Hancock, era stato salvato solo dal cadere del buio e occupava posizioni frammischiate a quelle nemiche, descritte da un aiutante di Lee come “un verme contorto”. In definitiva se qualcuno poteva pensare di trovarsi meglio, quello era Grant, visto che stava per essere raggiunto da Burnside ed aveva la supremazia numerica e forti posizioni sul fianco destro avversario.

IL SECONDO GIORNO

Durante la notte Grant, come sempre, decise di non abbandonare la battaglia una volta che era cominciata, ripetendo il mattino seguente quel massiccio attacco che non era riuscito il 5 maggio, visto che avrebbe avuto sul posto l’intera Armata del Potomac: aveva informazioni in base alle quali Longstreet non si era ancora riunito a Lee e sapeva che il 6 maggio sarebbe stato l’ultimo giorno disponibile prima che “Old Pete” portasse il suo I° Corpo in aiuto a Lee. Stabilì che alle 0500 Sedgwick avrebbe effettuato una manovra dimostrativa per trattenere le forze di Ewell, mentre Hancock colpiva di nuovo il fianco di Hill e Burnside, con altri elementi, investiva il punto di giunzione fra i due Corpi avversari, tenuto da un debole velo di truppe. L’unica seria preoccupazione per Grant era che Longstreet giungesse da sud-ovest a colpire alle spalle ed a sinistra le truppe di Hancock, mentre egli era impegnato ad avvolgere Hill.

Dal canto suo Lee aveva poche scelte: poteva solo stabilire come reagire alle azioni di Grant, non potendo assumere l’iniziativa. In effetti aveva anche esaminato tale opportunità, per rendersi conto quanto fosse impraticabile atteso che Longstreet non sarebbe stato in grado di giungere prima dell’alba e, pertanto, che Hill avrebbe dovuto sbrigarsela da solo.

Ciononostante alle prime luci dell’alba, alle 0430 del 6 maggio, Ewell prese l’iniziativa con un attacco su piccola scala che sorprese gli Yankees. Non aveva abbastanza uomini per ottenere un risultato decisivo, ma erano comunque sufficienti per creare problemi all’avversario, anche se Sedgwick e Warren contrattaccarono recuperando gran parte del terreno perduto. Tuttavia gli sforzi dei Federali furono bloccati davanti alle forti posizioni di “Old Club Foot” Johnson, che furono in grado di respingere tre assalti, per cui l’assalto di Hancock pianificato per le 0500 fu rimandato e l’attacco generale di Grant subì ulteriori ritardi.

Sedgwick e Warren, fortemente impegnati sino ad allora, era presumibile che, per il resto della giornata, avrebbero svolto un ruolo prevalentemente passivo, inoltre molte cose non stavano andando come previsto da Grant: il generale confederato Ewell, ad esempio, era in grado di resistere e poteva distaccare una propria brigata per sostenere altri punti della linea, proprio ciò che Grant intendeva assolutamente evitare, ma quel che era peggio era che Longstreet si stava avvicinando e poteva già udire il tuonare dei cannoni quando l’attacco in massa fu interrotto: anche stavolta si stava verificando una corsa fra gli Yankees, che dovevano sfruttare il vantaggio del numero, ed i Confederati che dovevano portare il linea il fresco I° Corpo.

Inoltre tutto stava prendendo una cattiva piega: mentre V° e VI° Corpo sembrava non fossero più in grado di produrre sforzi significativi, Burnside aveva fallito per quanto riguardava la propria parte nel piano in quanto, ancorché vi fosse sempre un vuoto fra i Corpi di Ewell ed Hill – nel quale il IX° Corpo avrebbe potuto inserirsi tagliando in due la linea di Lee – aveva tardato 90 minuti nel condurre i propri uomini in posizione, ed anche allora era pronto con una sola delle sue divisioni. Gli uomini di Hancock in quel momento erano fortemente impegnati e stavano ottenendo piccoli progressi nei confronti del fianco destro dei Confederati di Hill: se Burnside avesse attaccato in forze al momento previsto, l’Armata della Northern Virginia avrebbe probabilmente cessato di esistere.

Le truppe di Hancock avevano mosso al momento esatto e, sebbene avessero incontrato una forte resistenza, sembravano in grado di conquistare le posizioni tenute dalle truppe di Hill, provate e inferiori di numero. I Federali colpirono violentemente la linea Confederata sul centro e sul fianco sinistro tanto che un colonnello della North Carolina ammise che “il nostro fianco sinistro era stato spazzato via come un foglio di carta”, poiché sette delle otto brigate della linea di difesa di Hill semplicemente crollarono davanti all’assalto degli Yankee di Birney e Wadsworth. I reparti di Birney, nella loro azione, estesero progressivamente il proprio fianco sinistro, avvolgendo quanto rimaneva del fianco destro di Hill ed il III° Corpo Confederato, colpito simultaneamente al centro e sui fianchi, fu messo in rotta alle 0600. Lee ed Hill erano sul posto ed assistettero al disastro e si dice che Lee abbia usato parole estremamente ruvide, da lui ben di rado utilizzate, per cercare di riunire le truppe che ripiegavano in disordine. Hancock respinse i Ribelli per circa un miglio lungo la Plank Road ed era così soddisfatto che esclamò, rivolto ad uno degli ufficiali dello Stato Maggiore di Meade “li stiamo respingendo in un modo bellissimo … bel-lis-si-mo!”.

Sfortunatamente il fallimento di Burnside dissipò ben presto l’euforia di Hancock. Stava avvenendo il peggio: infatti mentre le truppe di Hill ripiegavano lungo la Plank Road, incontrarono le avanguardie della divisione del Generale Kershaw: Longstreet era arrivato! La notizia restituì determinazione ai veterani di Hill che, anche se messi in rotta da poco, riformarono i ranghi ancora una volta. Kershaw spiegò le proprie truppe a sud della Plank Road, mentre Field si collocava alla sua sinistra, così, senza sostare, gli stanchi veterani di Longstreet investirono le truppe di Hancock e le arrestarono. Lee in persona tentò di guidare all’assalto la vecchia Brigata del Texas di Hood, ma gli fu vietato dagli stessi soldati che si rifiutarono di avanzare al grido di “Lee indietro!”, per evitare che il loro amato comandante fosse ucciso.

Alle 0800 l’avanzata di Hancock s’era conclusa e i Federali di Wadsworth, che era stato mortalmente ferito, stavano arretrando sulla sinistra, tuttavia Grant ed Hancock non avevano ancora perduto le speranze. Grant spedì una delle inutilizzate divisioni di Burnside a sostegno del II° Corpo, mentre Hancock rapidamente stava cercando di riorganizzare il proprio Corpo per rinnovare l’attacco. Fu un tentativo coraggioso, frustrato dalla stanchezza delle truppe, dalla visibilità limitata, dalla scarsa intraprendenza di Gibbon e Burnside, nonché da una sorta di “confusione della battaglia” che impediva ogni risultato decisivo. Semplicemente l’Armata del Potomac non era in grado di reagire ed eseguire in modo efficiente ed in tempi rapidi gli ordini che le venivano impartiti, mentre l’impatto morale dell’arrivo di Longstreet e dell’imminente afflusso della divisione di Anderson aveva spostato l’ago della bilancia a favore dei Confederati che ora detenevano l’iniziativa nel settore sud. Inoltre, poco dopo le 0900 Longstreet iniziò ad estendere la propria destra attorno alla sinistra di Hancock il cui II° Corpo ora doveva combattere per la propria salvezza.

Alle 1000 l’intero piano di Grant era stato vanificato, conseguentemente egli ordinò a Sedgwick e Warren di interrompere la propria azione contro Ewell e passare sulla difensiva, realizzando opere fortificate speditive; avrebbe voluto inviare rinforzi ad Hancock per ripetere l’attacco, ma Lee, sentendosi in vantaggio, stava ora premendo, rinforzando Longstreet che non aveva impegnato nei primi scontri 3 brigate per usarle come riserva offensiva. “Old Pete” spostò queste truppe sulla propria destra, sotto la copertura della fitta boscaglia, lungo una strada ricognita in precedenza: sembrava la ripetizione in miniatura della manovra di Jackson a Chancellorsville [#13]. I Federali ebbero modo di accorgersi di questo movimento, ma troppo tardi per fare qualcosa e i Confederati si lanciarono all’assalto urlando a pieni polmoni, per dare l’impressione di essere in numero maggiore. Essi colpirono con effetti terribili, perché i Federali non avevano eretto barricate per proteggere il fianco, così intorno alle 1145 gli uomini di Longstreet avevano avviluppato il fianco di Birney, che ricevette ben presto da Hancock l’ordine di ripiegare. I Federali però ebbero un’ulteriore opportunità quando, in un’ulteriore ripetizione di Chancellorsville [#14], una scarica Confederata si abbatté sul gruppo nel quale si trovava Longstreet: il Generale Micah Jenkins cadde mortalmente ferito, altri furono uccisi e lo stesso Longstreet ricevette dolorose ferite al collo ed alla spalla che lo avrebbero tenuto fuori combattimento per il resto dell’anno, il Generale Field assunse così temporaneamente il comando del I° Corpo.

A questo punto intervenne Lee: Longstreet aveva preparato un altro più massiccio attacco sul fianco nemico, pensando di raggiungere e colpire alle spalle le truppe di Hancock, influendo in misura decisiva sul risultato della battaglia; Lee cancellò questa azione, senza dubbio ritenendo che l’assenza di Longstreet ne avrebbe pregiudicato il successo e – sulla scia del disperato assalto di Pickett a Gettysburg – decise di lanciare un attacco massiccio contro il centro di Hancock. Si discute tuttora – poiché egli non lo spiegò mai – su quale risultato avesse intenzione di conseguire: anche se avesse rotto la fronte avversaria, avrebbe avuto ben poco da guadagnare, e certamente meno di quanto poteva fruttargli l’attacco sul fianco difeso dagli uomini di Birney, ma alle 1615 il comandante Confederato lanciò avanti i propri uomini, solo per veder respinto l’assalto con pesanti perdite e senza troppe difficoltà da parte dei veterani del II° Corpo. Quello era stato l’ultimo grande assalto di fanteria di Lee in campo aperto.

EPILOGO

Mentre falliva l’attacco di Lee, Grant aveva dato ordini di interrompere la battaglia: Lee ed il Wilderness erano avversari troppo formidabili, ma a differenza dei suoi predecessori, egli non intendeva volgere le spalle ed interrompere la campagna. Questa battaglia che non si era rivelata decisiva era stata per lui solo un assaggio, non certo una sconfitta. Anche se un nuovo attacco dell’intraprendente John B. Gordon, all’inizio della sera, contro il fianco destro delle truppe di Sedgwick aveva creato panico in quel settore, egli reagì inviando rinforzi e queste riserve ed il buio conclusero la battaglia.

Le armate si erano trincerate ed erano rimaste a fronteggiarsi durante il giorno seguente, così Grant iniziò una serie di manovre per minacciare il fianco avversario, che lo avrebbero potuto condurlo a Spotsylvania, a North Anna, Cold Harbor e, forse, a Petersburg. Anche se non aveva potuto infliggere una sconfitta decisiva a Lee sul campo, poteva costringere l’avversario a ballare alla sua musica, per un anno, fino all’incontro finale di Appomattox.

Né i comandanti, né i loro veterani dimenticarono l’orrore del combattimento del Wilderness. Non dimenticarono le oltre 17.000 perdite subite dall’Armata del Potomac e gli oltre 8.700 Confederati che non avrebbero più potuto combattere. Il loro sacrificio era servito a poco: Lee non aveva potuto fermare Grant, e Grant non aveva potuto distruggere Lee, la decisione finale doveva giungere su altri campi di battaglia ed il Wilderness sarebbe stato solo una confusa e dolorosa fermata lungo la strada.

Bibliografia

Horace Porter, “Campaigning with Grant”, New York, 1897

A. L. Long, “Memoirs of Robert E. Lee”, New York, 1886

William J. Seymour Memoir, May 5, 1864, William L. Clements Library, University of Michigan, Ann Arbor;

William H. Powell, “The Fifth Army Corps”, London, 1896

William C. Davis, “Rebels and Yankees. The Battlefield of the Civil War”, London 1999

William L. Royall, “Some Reminiscences”, New York, 1908

Edward Steer, “The Wilderness Campaign”, Harrisburg, Pa, 1960

Theodore Lyman, “Meade’s Headquarters, 1863-1865”, Boston 1922

NOTE

[#1] Lee aveva perduto e aveva dovuto ritirarsi, ma Meade, che aveva subito un numero maggiore di perdite, non era stato considerato in grado di sfruttare il successo con un inseguimento che avrebbe potuto distruggere definitivamente l’armata Confederata. La pesantezza del prezzo pagato da entrambi i contendenti fece sì che essi non fossero in grado di lanciare un’operazione in grande stile per quasi un anno.

[#2] I successi di Vicksburg e Chattanooga, all’ovest, avevano convinto Lincoln di aver a disposizione il comandante in grado di affrontare con successo il confederato Robert Lee.

[#3] Le operazioni fondamentali avevano avuto termine nel 1863, con la conquista di Vicksburg, importante città e fortificazione sul Mississippi, la cui caduta aveva praticamente diviso in due la Confederazione.

[#4] Va sottolineato come questi non avesse cooperato efficacemente durante le operazioni contro Vicksburg, operando in modo scoordinato ed indipendente rispetto all’azione principale condotta da Grant.

[#5] Portò alla definitiva distruzione dell’Armata del Tennessee del Gen. Braxton Bragg e seguì il mezzo disastro dell’Armata Federale di Rosecrans a Chickamauga.

[#6] Caduto valorosamente a Gettysburg durante la prima giornata di scontri.

[#7] Schierato dal Gen. Sickles in posizione assurdamente esposta, durante la seconda giornata di combattimenti era stato fatto a pezzi dall’attacco Confederato guidato da Longstreet.

[#8] A Gettysburg

[#9] partecipando al successo di Chickamauga ed all’insuccesso di Chattanooga.

[#10] il Generale aveva legato il proprio nome alla Prima Battaglia del Bull Run, ove aveva meritato il soprannome per aver arginato “come un muro di pietra” l’attacco dei Federali, successivamente aveva guidato la vittoriosa campagna nella Valle dello Shenandoah, partecipando alla vittoria di Fredricksburg ed alla battaglia di Antietam, per cadere a Chancellorsville colpito da “fuoco amico”, il giorno dopo aver condotto le proprie truppe nel devastante assalto che aveva dato la vittoria ai Confederati.

[#11] Il terreno impervio e boscoso consentiva un sensibile risparmio di forze per il presidio della linea, fornendo copertura ai difensori e consentendo loro di concentrarsi sulle fasce di possibile impiego da parte dell’attaccante, ove cioè questi sarebbe stato costretto ad incanalare le proprie forze.

[#12] In effetti nelle operazioni ritardatrici il difensore imbastisce linee di difesa al solo scopo di obbligar l’avversario a perder tempo per “montare“ l’attacco. Chi avanza, se non organizza lo schieramento d’attacco, rischia pesanti rovesci, non disponendo quasi mai di notizie esatte su cosa gli si stia parando di fronte, quindi non si può certo parlare di errore dei Federali. Troppo semplice dire che avrebbero dovuto attaccare subito, con il senno di poi.

[#13] Quella battaglie era stata risolta dalla carica, lanciata da “Stonewall”, contro la sinistra unionista, raggiunta a seguito di ampio movimento aggirante al coperto.

[#14] A Chancellorsville, per errore, i confederati uccisero il loro Generale “Stonewall” Jackson.


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