It.Cultura.Storia.Militare On-Line
Argomento: Servizio Informazioni Militare - Recensione di Giuseppe Gagliano (03/09)

L'autore - docente di Storia militare presso la Sapienza di Roma - illustra la genesi del Sim sulla base delle informazioni tratte dagli Archivi dello SME, della Marina e della Aereonautica e naturalmente dall'Archivio Centrale e del Mae. Accanto a queste fonti di rilievo determinante, altrettanto fondamantale si rileva il sagggio storico del Gen. Amè sulla dinamica del Sim durante la seconda guerra mondiale. La storia della intelligence militare italiana inizia con la fondazione dell'Ufficio I diretto dal Col. Saint-Eustache la cui segretezza era così elevata da suscitare un misto di paura e diffidenza presso gli ufficiali. Ma sarà solo con il CSM Pollio che l'intelligence militare italiana inizierà ad avere gli strumenti per operare nei più diversi teatri operativi in modo efficace nonostante sussistessero una evidente discrepanza tra fini e mezzi, una carenza di fondi congiunta ad una scarsa capacità di raccolta di informazioni (la scarsa considerazione che nutrì Cadorna nei confronti della reale efficacia della intelligence non contribuì certamente a migliorare la capacità militare italiana). Ad ogni modo, il rinnovamento della intelligence proseguì grazie al Cap. Sacco - direttore del Reparto crittografico - e del Col. Garruccio che contribuì ad operare una rilevante distinzione tra informazione militare relativa alle truppe operanti e quella relativa ai teatri esteri. La attività informativa italiana venne concentrata a Roma - e nelle sedi periferiche di Milano e Udine - e la nascita delle sezioni R e M consentirà alla nostra intelligence di operare con relativa efficacia nel controspionaggio nonostante l'assenza di coordinamento (sottolineato da Capello e Marchetti). Ma sarà solo nel 1925 - ad opera del Col. Vigevano - che prenderà forma ufficialmente il Sim al quale sarà anche affidata - proprio grazie alla perspicacia geopolitica di Vigevano - l'area nordafricana e i cui quadri dirigenziali saranno coordinati da personale proveniente dall'Arma dei Carabinieri. Una trasformazione di eguale portata -allo scopo di conferire al Sim una maggiore penetrazione informativa ed offensiva - fu quella che prese forma con il direttore Roatta che pianificò la realizzazione di cinque sezioni, decise la polarizzazione della azione offensiva sulle aree geografiche franco-tedesche, jugoslave ed etiopi - riusciendo a tale scopo ad ottenere la triplicazione dei fondi - ed infine pose in essere i Servizi speciali finalizzati ad azioni di terrorismo. Se da un lato la ristrutturazione varata nel 1940 fece compiere un balzo indietro di notevole gravità alla nostra intelligence compromettendone l'unitarietà dell'azione a vantaggio di una proliferazione di agenzie di intelligence - quali il Sis, la Sia e il Csmss -, dall'altro lato non è possibile misconoscere l'efficacia che ebbe la realizzazione della sezione "Propaganda truppe operanti" - l'attuale Guerra psicologica - composta in gran parte da giornalisti che diede risultati di rilievo soprattutto grazie all'impatto psicologico del cinema. A parte la funesta parentesi rappresentata da Cavallero, il giugno del 1943 costituisce una data di grande importanza per il Sim dal momento che per volontà di Mussolini - il quale riuscì in questa occasione a superare le proprie personali diffidenze - venne centralizzato sia il controspionaggio all'interno del Sim - togliendolo alle altre agenzie di intelligence - sia la decrittazione alla quale contribuì in modo determinante il Col.Gamba. La riforma varata si dimostrò ben presto realmente efficace tanto da suscitare rispetto presso l'alleato tedesco e, in particolare, presso Canaris. Complesivamnete l'operato della nostra intelligence militare durante la seconda guerra mondiale fu contradditorio: nell'Africa settentrionale il nemico fu sopravvalutato, in Grecia le forze insufficienti, la scarsità dei mezzi, l'organizzazione logistica rudimentale e le valutazioni del nemico prefabbricate - stando alle valutazioni di Amè - contribuirono al fallimento della nostra azione militare. Al contrario, in merito al modus operandi russo, la nostra intelligence militare fu in grado di comprendere chiaramente la pericolosità della intelligence bolscevica - determinata dalla accuratezza e sofisticazione sia del dispositivo di guerra psicologica messo in atto dai bolscevichi sia dalla sua organizzazione a compartimento stagno - come dimostrarono la presenza di numerose radio clandestine russe, la esistenza di operativi all'interno del Vaticano e il ruolo chiave rivestito da Conforto e Zangrandi a vantaggio della intelligence russa. Nonostante la capacità del nemico -inglese, francese e americano in particolare - di intercettare i nostri radiomessaggi ed in particolare quelli cifrati e nonostante la corruzione di non pochi gerarchi fascisti congiunta all'opera di tradimento da parte di non pochi ufficiali della Marina, il Sim fu in grado di arrestare agenti operativi inglesi sbarcati in Sicilia, di contrastare il Deuxieme Bureau - per esempio con l'arresto e la condanna a morte della agente D'oriano -, e di sorvegliare con grande scrupolo le sedi diplomatiche reclutando - dietro disposizione del Ten. Col. Bertacchi direttore del controspionaggio - agenti informativi grazie ai quali fu possibile smantellare il controspionaggio americano presso l'Ambasciata americana. In ultima analisi, la valutazione complessiva che à possibile formulare non può non tener conto da un lato del fatto che il nemico era spesso assai poco studiato - per esempio nella Scuola di guerra -, che il personale era esposto alle decisioni fluttuanti dell'esecutivo e dei direttori - fluttuazioni che non consentivano nè una adeguata preparazione nè la possibilità di fare fruttare la professionalità acquisita - e dall'altro lato del fatto che in parte la nostra intelligence fu in grado di sopperire a queste manchevolezze grazie alla costante presenza dell'Arma e grazie alla efficacia dimostrata dal controspionaggio.
Argomento: 7ª Legione "Cairoli" - Recensione di Filippo Lombardi (03/09)

In quest'opera i due autori narrano la vita, in pace ed in guerra, della 7ª Legione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Il reparto fu l'erede delle prime squadre d'azione pavesi, denominate "Berrette Rosse" per via del fez da bersagliere che le caratterizzava e protagoniste, tra l'altro, della cosiddetta "Battaglia di Novara" del luglio del 1922 e dell'incendio della sede de "L'Avanti" del successivo agosto. Alla sua nascita, nel febbraio del 1923, non essendo accoglibile la richiesta, avanzata dai comandi locali, di conservare il nome (e il berretto) originario in quanto il regolamento imponeva il fez nero come copricapo d'ordinanza per l'Arma, la 7ª Legione mutò la propria denominazione da "Berrette Rosse" in "Cairoli", in omaggio ai cinque fratelli di Gropello famosi eroi del risorgimento. Ben presto il reparto divenne un'istituzione per la città, anche grazie a numerosi record sportivi e a imprese memorabili - come il raid Pavia - Roma via mare del luglio/agosto del 1926 o il raid canoistico Pavia - Amsterdam in occasione della IX Olimpiade del 1928 - che portarono la cittadina alla ribalta delle cronache nazionali ed internazionali. Numerose furono anche le benemerenze acquisite dagli uomini della "Cairoli" nella vita quotidiana, con atti di coraggio nel salvataggio di persone pericolanti o con la partecipazione, insieme alle altre forze di polizia, al mantenimento dell'ordine pubblico, attività questa che vide più volte i legionari impegnati nello sventare furti e rapine, coinvolti in conflitti a fuoco e risolutori di indagini per omicidi. Non va però dimenticata l'attività svolta nel campo più prettamente "politico", in cui spiccano le indagini che, nel 1928, portarono allo smantellamento della rete clandestina del PCI in tutta la provincia. Se in tutte queste attività la vita delle legione è legata a filo doppio con quella della sua città, il libro esamina però anche eventi che esulano dall'ambito locale proiettandoci nella dura realtà di tutte le guerre che videro impegnata l'Italia dagli anni '20 agli anni '40. Uomini della "Cairoli" parteciparono infatti sia alle operazioni per la riconquista della Libia che alle operazioni militari in Spagna, guadagnandosi anche la massima decorazione al valore, come Alessandro Lingiardi, camicia nera della 535a bandera "Tempesta" del 10° Gruppo Banderas della divisione "Fiamme Nere", che cadde da valoroso a Palacio Ibarra il 14 marzo 1937 - XV. Come reparto organico la 7ª Legione diede invece vita, durante la campagna in AOI, alla 107ª Legione, inquadrata nella 5ª Divisione CC.NN. "1° Febbraio". Ma in questo periodo si formarono a Pavia anche altri reparti della Milizia, di cui il libro dà conto, quali il 142° e il 207° Battaglione CC.NN. e la 219ª Compagnia Mitraglieri. Durante la seconda guerra mondiale la "Cairoli" mobilitò il VII Battaglione CC.NN., che partecipò alla campagna contro la Francia del 1940 sulle Alpi occidentali e alla campagna greco-albanese del 1940-41 inquadrato nella divisione di fanteria "Legnano". Su quest'ultimo fronte altissimo fu il tributo di sangue: dopo nemmeno tre mesi di durissimi combattimenti che videro innumerevoli atti di eroismo - il libro riporta anche l'elenco dei legionari decorati al valor militare - il VII Battaglione era ridotto a soli trenta uomini validi; giunse così in rinforzo dall'Italia il Battaglione Squadristi e Arditi di Milano, al comando del seniore Aldo Resega, che si trasformò nel nuovo VII, assorbendone quasi al completo i pochi superstiti. Ed è in questo battaglione che gli uomini della "Cairoli" parteciparono, dal 1941 al 1943, alle operazioni di contro-guerriglia in Jugoslavia. Il libro termina in piena R.S.I., con la trasformazione della "Cairoli" da 7ª legione della M.V.S.N. in 7ª legione G.N.R., e ampio spazio viene dato alle vicende dell'ultimo comandante della legione, il colonnello Gigi Dainotti, condannato a morte dal Tribunale del Popolo di Pavia e fucilato il 1° maggio 1945, di cui viene pubblicato il testamento spirituale, vergato a mano nella caserma "XXVIII Ottobre" della "Cairoli" nelle ore immediatamente precedenti l'esecuzione e del quale la famiglia ha gentilmente concesso per la prima volta la divulgazione. L'apparato iconografico dell'opera consta di centinaia di foto d'epoca a corredo del testo, spesso inedite e recuperate presso famiglie di ex appartenenti alla 7ª Legione: per la prima volta vengono anche pubblicati i ritratti di quasi tutti i caduti della legione. Altro inedito è costituito dalla ristampa anastatica, in allegato, di una pubblicazione del Comando di legione che riporta la dislocazione di tutti i reparti della 7ª Legione al 1° giugno 1938. Di sicuro interesse per i collezionisti saranno infine le 16 pagine a colori che riproducono le medaglie e le cartoline realizzate all'epoca per il reparto.
Argomento: Badoglio - Recensione di chetti6 (11/08)

In questo volume, leggero e agile, ma non per questo meno esauriente, Silvio Bertoldi prova a spiegare chi sia stato veramente Badoglio, maresciallo d'Italia, viceré d'Etiopia, Presidente del Consiglio, ecc, come sia riuscito ogni volta a risorgere dalle proprie ceneri, ad essere promosso dopo ogni sconfitta. Bertoldi è sincero nell'affermare di Badoglio: "chi sia stato veramente, è ancora difficile dire. Raramente è dato di incontrare un personaggio che abbia in sé un poco di ciascuna di così elette o meschine caratteristiche. Una cosa è sicura: che alle svolte più tragiche delle vicende italiane, si chiamino Caporetto, o marcia su Roma o intervento in Spagna o occupazione dell'Albania o entrata in guerra o aggressione alla Grecia o armistizio dell'otto settembre, il suo nome si incontra sempre, e sempre fatto oggetto di sospetti infamanti, di accuse terribili, tacciato di colpe gravissime o, quanto meno, di debolezze da inetto". La posizione di Bertoldi è distaccata: lo accusa di essere il maggiore responsabile della disfatta di Caporetto e della impreparazione dell'Italia alla guerra mentre gli attribuisce i meriti della riscossa di Vittorio Veneto e della conquista dell'Etiopia. Al contrario di Domenico Quirico che nel suo libro "Generali" è molto critico verso il Maresciallo al punto di non riconoscergli le vittorie sul Sabotino e sul Piave così come la conquista di Addis Abeba, tutte operazioni organizzate da altri e di cui lui ha soltanto raccolto gli onori. Consiglio a tutti questo libro, ma la domanda rimane: "chi era veramente Badoglio?"
Argomento: Guerra 1940-1945 - Recensione di Davide Botta (11/08)

All'inizio di questo libro viene riportata una frase di Winston Churchill: "In tempo di guerra la verità è così preziosa che bisogna nasconderla dietro una cortina di bugie". Ed è proprio per dare un resoconto della nostra guerra dettagliato e preciso che lo scrittore tenta di dissipare questa cortina. Si tratta di un libro molto scorrevole che offre una panoramica breve ma chiara anche degli avvenimenti che hanno fatto da contorno alla vicenda bellica italiana. Grande importanza viene data allo spirito con cui furono affrontati dai nostri soldati, e dalla popolazione civile, tra gloria e disonore, tutti questi avvenimenti. Petacco descrive con ritmo serrato e senza retorica, alla luce delle recenti rivelazioni, revisioni e riflessioni, le vicende politiche e militari del nostro Paese in quegli anni terribili. L'illusione della guerra-lampo, le disfatte in Africa e in Russia, la caduta del fascismo e la conseguente guerra civile, il tutto attraverso una cronaca dettagliata e impietosa, asciutta e diretta come un documentario.
Argomento: Repubblica di Salò - Recensione di Maurizio 61 (08/08)

La Repubblica di Salò analizzata e studiata in tutti i suoi aspetti, dai più tragici ai più farseschi, cercando di capire cosa rappresentò per una parte, numericamente non trascurabile, di Italiani. Uno Stato con capitale una località turistica sul lago di Garda con i ministeri distribuiti nelle ville del circondario e funzionari che emanavano direttive e comunicati stampa come se tutto dovesse ricominciare e niente fosse successo. Disorganizzazione, corruzione, dilettantismo, lotte tra fazioni, tradimenti, ma anche in alcuni la volontà di "ricostruire" il Fascismo per ricostruire l'immagine e l'onore dell'Italia e delle sue Forze Armate dopo l'otto settembre. Sopra ogni aspetto sia politico che militare c'è l'alleato tedesco, alleato di nome, ma di fatto vero padre-padrone della RSI con Mussolini ridotto ad essere niente di più che un ubbidiente feudatario. Nomi come la X Mas, le Brigate Nere, la Banda Kock, la Muti diventeranno famosi in quei mesi di guerra civile contro la guerriglia partigiana nelle montagne e i Gap nelle città, con rappresaglie e contro rappresaglie, con l'esercito tedesco e le SS che intervengono sempre più ferocemente a dare man forte alla traballante Repubblica del Duce. L'autore ci porta attraverso i venti mesi di vita della RSI con una descrizione veramente molto accurata sia dell'organizzazione, sia degli avvenimenti anche i meno noti e sia dei personaggi comprimari compresi, e proprio per questo la lettura richiede in alcuni paragrafi particolare concentrazione per non perdere il filo temporale dei fatti. Quando Bocca scrisse questo libro, nel 1977, migliaia di reduci della RSI erano ancora in vita e centinaia di loro furono da lui intervistati per la stesura dell'opera. Un fatto non da poco per un ex comandante partigiano, che cerca e ottiene una notevole "equidistanza" tra le due parti ed in alcuni momenti infatti gli avvenimenti sembrano elencati più che narrati. Cercando di comprendere perché in un momento della II G.M. in cui la partita per L'Asse era ormai finita, centinaia di migliaia di Italiani decisero di aderire e di combattere per un regime chiaramente destinato alla disfatta, Bocca affronta il tabù "dell'altra storia" contrapposta alla "storia sacra" della Resistenza (totem intoccabile in Italia) con notevole coraggio professionale e con una obiettività non comune. Personalmente non amo certe opere di Giorgio Bocca, ma in questo caso un libro assolutamente da leggere per chi vuole conoscere o approfondire quel triste periodo della Storia del nostro Paese.
Argomento: Forze Armate Italiane - Recensione di Hilts (04/08)

In questo saggio viene analizzata la presenza ebraica all'interno delle Forze Armate italiane dal Risorgimento fino alla Seconda guerra mondiale. Sia in pace che in guerra gli ufficiali e i militari israeliti furono elementi essenziali, partecipando alla costruzione dello Stato italiano e alla solidità delle istituzioni civili e militari. Il regime di Mussolini non mutò questa condizione, anzi anche nelle guerre d'Etiopia e di Spagna il contributo ebraico fu notevole e esemplare; tuttavia la sterzata totalitaria e l'avvicinamento diplomatico alla Germania hitleriana, portò anche in Italia il clima razzista. La legislazione antiebraica avviata a partire dal 1938, tra i tanti provvedimenti adottati, comportò anche la completa espulsione di tutti i militari israeliti, creando drammi personali e tragiche scelte: isolamenti, emigrazioni e suicidi, sempre però con la convinzione di aver onorato fino all'ultimo la divisa di soldati italiani.
Argomento: Autocarri Dovunque - Recensione di Rievocare (03/07)

Un lavoro di ricerca che vuol rendere questo libro tecnico e allo stesso tempo esauriente per tutti coloro che amano gli autoveicoli militari e li rispettano nella loro finalità, quella del trasporto, compreso quello di "Progesso e Pace", nel mondo intero. Incentrato esclusivamente su una tipologia di autocarri, "i dovunque" delle tre marche di produzione italiana, trattati a fondo nelle loro caratteristiche peculiari, con una serie di dati tecnici molto importanti e arricchito da alcune prove tecniche su strada e fuoristrada. Un'opera editoriale che serve a valorizzare sia il lato storico, sia quello materiale messo in opera dagli appassionati del restauro, del modellismo e della storia della motorizzazione, per carpirne le loro caratteristiche costruttive, il loro impiego e la possibilità di preservare nel tempo l'interezza del loro essere e possibilmente tramandare un pezzo di patrimonio che è di tutti. Nel libro si possono leggere i confronti delle tipologie di Dovunque prodotti dalle tre case automobilistiche. Copertina
Argomento: Guerre 1935-1943 - Recensione di Haydn (06/06)

Si tratta di un'opera d'insieme, rapida ed essenziale ma ricchissima di spunti e temi trattati o accennati, sulle guerre del regime fascista, dall'Etiopia all'8 settembre 1943. Rochat è un eccellente storico. Lucido e con padronanza delle fonti. Ha un grande pregio: scrive in maniera chiara e scorrevole (per un confronto, Isnenghi è illeggibile). Tuttavia, l'utilizzo della punteggiatura (specie le virgole) in quest'opera, forse redatta con una certa fretta, richiederebbe una revisione. Stucchevole, per contro, la rigida impostazione ideologica. Sgradevole la squalificazione preventiva e sprezzante delle fonti che non concordano con l'impostazione ideologica dell'autore. (Grandi lodi, invece, a storie di partito e a volumi di discussi, e discutibili, giornalisti. Se sono in linea coi suddetti presupposti ideologici). In un volume di 500 pagine su una materia così ampia non c'è spazio per approfondimenti, e sostanzialmente non c'è nulla di nuovo rispetto a ciò che già si sapeva, ma alcune pagine si rivelano molto interessanti (ad esempio l'esercito italiano visto dalla Francia prima del giugno 1940, o il comportamento delle truppe italiane occupanti nei Balcani) e non mancano alcuni spunti e suggerimenti (anche per future ricerche) su aspetti minori, ma di sicuro interesse. Tutti i grandi temi - la preparazione ai conflitti, le politiche del regime, la struttura delle forze armate, gli aspetti finanziari ed economici, quelli tattici e strategici (in minor misura) sono toccati e le osservazioni e i giudizi dell'autore sono sempre stimolanti. Ampiamente condivisibili. Alcune minime sviste (i prigionieri italiani dopo Compass furono, sembra, 115,000 e non 133,000, ma insomma non si può pretendere la perfezione). Alcune affermazioni un po' azzardate e fortemente ideologiche, del tipo che non c'è alcun legame tra la 10a Flottiglia Mas di prima dell'armistizio e la X Mas di Borghese della RSI. Non c'è bibliografia, ma le note a piè di pagina abbondano in citazioni di testi (abbastanza selettive, forse non solo per ragioni di spazio). Vi serpeggia il malumore antirevisionista delle vedove della vulgata, ma le paturnie torinesi sono riscattate da una quantità di osservazioni ficcanti e citazioni di passaggi coloriti, che integrano brillantemente la narrazione.
Per chi è interessato ad un'ampia e documentata sintesi della storia e dell'impiego operativo delle forze armate italiane in epoca fascista, il libro si impone all'acquisto e/o alla lettura, nonostante secondo me la stesura risenta di una certa fretta non interamente attribuibile alla limitazione di spazio. Non lo vedo però come un'opera introduttiva per chi è totalmente digiuno dell'argomento. Forse può esserlo per le guerre "minori", ma non per la Seconda guerra mondiale.
Argomento: Cinema - Recensione di Alberto Rosselli (01/06)

Con questo saggio non si è preteso fare della critica cinematografica. Lo scopo di questa pubblicazione, a carattere prettamente divulgativo, è infatti storiografico e tecnico al tempo stesso. Si tratta di un lavoro il cui obiettivo è quello di rivisitare tutte le fasi della cinematografia italiana del periodo fascista attraverso l'evolversi politico, sociale ed economico di una nazione colta in una fase particolare della sua storia, e mediante analisi comparative con la cinematografia di alcuni altri paesi europei, in particolare la Germania e, per quanto concerne la R.S.I., la Francia sotto l'occupazione tedesca e quella di Vichy. Il testo è stato volutamente ripartito in due sezioni distinte: la prima incentrata sulla descrizione e sul divenire cronologico dell'industria e delle tipologie produttive italiane del periodo trattato e la seconda dedicata specificatamente ai criteri operativi, ai mezzi e alle innovazioni tecnologiche utilizzati per la realizzazione delle suddette opere.
Argomento: Biografia - Recensione di Andrea Lombardi (12/05)
Il Comandante Bardelli di Andrea Lombardi, Edizioni Effepi
Questa è la prima biografia della M.O.V.M. Umberto Bardelli (Livorno 1908 - Ozegna 1944), Ufficiale del Genio Navale, creatore e Comandante del Battaglione Barbarigo della Decima Flottiglia MAS. La ricostruzione della carriera militare del Comandante Bardelli è esaminata nel dettaglio sin dagli esordi nella Regia Marina, che lo videro protagonista nell'allestimento e nelle crociere di numerosi Sommergibili nel 1930-1940 e quindi ai suoi imbarchi in guerra come Direttore di Macchina sul Regio Sommergibile Zoea e sui Sommergibili Atlantici, basati a Betasom, Brin e Giuliani. Successivamente imbarcato sulla Nave Vittorio Veneto e sull'Incrociatore Leggero Scipione, fu insignito di due Medaglie di Bronzo al Valor Militare e di una Croce di Guerra al Valor Militare. La seconda parte della biografia copre le sue attività dopo l'otto settembre 1943, dalle sue missioni a Trieste e Pola all'arruolamento nella Decima Flottiglia MAS, il suo essenziale ruolo nella formazione del Battaglione Maestrale, poi Barbarigo, il Comando del Battaglione ad Anzio/Nettuno, l'organizzazione del I Reggimento F.M. San Marco della Decima MAS, sino alla sua tragica fine ad Ozegna. Il libro è basato sulla consultazione di documenti d'archivio inediti, come lo stato di servizio del Maggiore G.N. Bardelli, di fonti contemporanee, come il raro volumetto "Il Comandante Bardelli", edito nel luglio 1944, entrambi riprodotti in appendice, e testimonianze dei famigliari del Comandante Bardelli e di veterani della X MAS. Sono inoltre incluse foto inedite di Umberto Bardelli quale Ufficiale del G.N. nella Regia Marina e disegni di Claudio Cherini e del Tenente G.N. Attilio Giuliani.
Argomento: Testimonianze di reduci - Recensione di Federico Colombo (10/05)
Fratelli nella notte di Carlo Balestra, Ana Feltre
Lunga serie di brevi e interessanti racconti attinti da interviste ad alpini del feltrino testimoni delle varie campagne della seconda guerra mondiale. I vari superstiti colgono l'occasione per raccontare la loro storia regalando al lettore piccoli aneddoti e un'idea generale della vita quotidiana nei giorni del più sanguinoso dei conflitti. Significativa è soprattutto la sezione dedicata all'occupazione del Montenegro e della guerriglia dei partigiani titini. Parte della guerra poco conosciuta pur essendo stato uno scontro interessante dal punto di vista storico e militare per la ricchezza di spunti di riflessione. Naturalmente ogni sezione, ognuna dedicata ad una diversa campagna in cui fu coinvolto il nostro esercito, viene introdotta da una piccola trattazione storica a cura dell'autore. Pur essendo queste le parti più suscettibili e ricche di imprecisioni, esse adempiono perfettamente al loro scopo, che è poi quello di dare al lettore solo una visione molto generale della situazione su cui poi inserire le piccole storie dei reduci. Certamente non è un libro che approfondisce significativamente la conoscenza in generale degli eventi bellici. La sua bellezza risiede piuttosto nella purezza e nella semplicità dei racconti che riescono a restituire il dramma dell'uomo comune di fronte all'immane tragedia della storia, e di come quest'ultima a volte penetra nella vita del singolo sconvolgendola sin dalle fondamenta. Tutto sommato quindi un testo non significativo ma molto interessante, sotto molti punti di vista. Trattando esso esclusivamente i reparti alpini del feltrino non si può non augurare un felice ampliamento della ricerca. Utilissimo poi per ogni ricerca storica quale raccolta di fonti primarie di prim'ordine ben raccontate e ben delineate, nonché già inserite in un tessuto ed in uno schema che ne facilitano la comprensione e la correlazione.
Argomento: Forze corazzate italiane - Recensione di Bruno (05/05)

Questo libro (in inglese) si inserisce nel filone della rivalutazione da parte anglosassone del ruolo delle forze italiane nella seconda guerra mondiale. L'attenzione è in particolare rivolta verso le tre divisioni corazzate italiane (Ariete, Littorio, Centauro). Il libro parte da un esame delle prospettive e dei problemi che l'Italia si poneva come nuovo paese europeo all'epoca dell'indipendenza, e in seguito come aspirante potenza uscita delusa dalla prima guerra mondiale. Vengono trattate con attenzione le elaborazioni teoriche italiane sulla dottrina di impiego dei mezzi corazzati, nonché le severe restrizioni pratiche che la scarsità di mezzi moderni pose a questi sviluppi. Segue la storia delle unità italiane con molti riferimenti a episodi secondari e a scontri di piccola entità, che di solito sono citati di sfuggita nei libri sull'argomento (e soprattutto quando sono protagoniste le forze italiane..). Si parla soprattuto di Africa settentrionale, dove i nostri carristi hanno combatuto le maggiori battaglie. A conclusione, la disfatta finale delle forze corazzate italiane e una valutazione sulla loro performance. E' frequente ed esplicita l'intenzione di superare i vecchi pregiudizi anglosassoni sulla codardia ed incapacità italiana: il soldato italiano è spesso visto con una certa simpatia e i suoi sforzi sono correttamente contestualizzati in una situazione di carenza di mezzi e di leadership, per cui i risultati positivi, dove ci sono stati, vengono presentati in una luce favorevole. Personalmente, mentre notavo il pur lodevole intento di cambiare certi luoghi comuni, mi rendevo conto che questo aspetto ormai mi interessa poco, il ghiaccio è stato rotto da altri in passato e siamo comunque molto in ritardo sulla verità e sulla storia...insomma, se gli anglosassoni devono lavorare sulla la maniera in cui ci vedono, alla fine è un problema loro. Al di là dell'intento revisionistico questo può essere un buon acquisto, per chi non ha già sviscerato l'argomento su altri testi. Altrimenti questo libro "Iron Hulls Iron Hearts" (che è la traduzione del motto "Ferrea Mole, Ferreo Cuore") non mi pare introduca sostanziali novità.
Argomento: Preparazione Esercito alla vigilia della IIGM - Recensione di Manu (10/02)
L'Esercito Italiano alla Vigilia della Seconda Guerra Mondiale di Mario Montanari, SME, Ufficio Storico
Il libro analizza le reali condizioni di efficienza in cui
versava il nostro esercito alla vigilia della seconda guerra mondiale. Molto interessante
il carteggio delle riunioni dei Capi di Stato Maggiore a cui il libro fa ampio riferimento.
Argomento: Posta militare - Recensione di Elena (05/02)
La posta militare italiana nella Seconda Guerra Mondiale di B. Cadioli - A. Cecchi, SME Uff. St. Rm 1991
Il libro ha ricevuto il premio Unione Stampa Filatelica Italiana 1992. L'interesse per la materia nasce da 3 diverse necessità: degli studiosi che vogliono guardare oltre le mere vicende belliche e considerare aspetti tecnici ed organizzativi; dei reduci che hanno solo qualche cartolina a comprovare il servizio militare prestato in guerra; dei filatelici. Gli autori, a differenza del lavoro svolto sulla medesima materia durante la 1 G. Mondiale, sono riusciti solo a collazionare una cronologia, non già una relazione. Questo perché le fonti risultano incomplete a causa delle peculiarità della II Guerra Mondiale, a causa anche della distruzione di gran parte dei documenti e per la dispersione di molti carteggi dopo l'8 sett. La fonte più preziosa restano comunque i memoriali di vari enti di Posta Militare. La Cronologia è qui presentata in forma schematica e viene introdotta da una panoramica completa sulla posta Militare, sui servizi, la censura la franchigia etcc. Belle le immagini a fine volume; la sezione si apre con la foto di una cassetta delle lettere di un ospedale da campo in territorio greco-albanese su cui è scritto: "Scrivere alle famiglie è sacrosanto dovere".
Argomento: Diario Scritto e Fotografico di un Ufficiale dell'VIII Settore G.a.F. - Recensione di Manu (10/01)
Bardonecchia 1940 - 1943. Diario di un Ufficiale dell' VIII Settore Guardia alla Frontiera di Pier Giorgio Corino, Editore Melli - Borgone di Susa (To) (25.000 Lire)
Tratto dal diario e dall'album fotografico del Tenente della G.a.F. Francesco Della Beffa. Una memoria unica nel suo genere, le principali fortificazioni dell'VIII Settore Guardia alla Frontiera "Bardonecchia" (G.a.F. ndr) , con le
truppe dei presidi delle batterie della G.a.F., e le artiglierie schierate fotografate dall'ufficiale durante il suo periodo di servizio nel Regio Esercito, dalla "Battaglia delle Alpi" nel giugno del '40 ai giorni tragici del settembre 1943.
Il Forte Jafferau e la 137º batteria G.a.F. da 149/35, il Forte Foens e la 211º Btr G.a.F., la batteria corazzata del Pramand con le installazioni a pozzo Armstrong sotto cupola da 149/35, la postazione dell'Obice da 305/17 su affusto ferroviario a Rocca Tagliata, la 516º e le cupole corazzate del Forte Bramafam e molto altro ancora, con curiosità ed aneddoti di vita militare in uno dei momenti più importanti della vita del nostro paese. Centinaia di fotografie storiche in bianco e nero negli anni del secondo conflitto mondiale, molte anche all'interno delle opere fortificate, vederle com'erano quando ancora attive e presidiate, non come ora, avvolte dall'oblio del tempo, abbandonate a se stesse e alle devastazioni dell'uomo. 140 pagine, 150 fotografie in bianco e nero inedite.
Argomento: Operazioni dal 11/06/1940 al 31/12/1942 - Recensione di Elena (11/01)
Diario Storico del Comando Supremo a cura di Antonello Biagini e Fernando Frattolillo, SME Ufficio Storico
Otto volumi di narrazione e otto di allegati. La guerra giorno per giorno, ogni volume raccoglie la documentazione relativa alle operazioni belliche di quattro mesi di guerra, eccetto il primo che ne documenta tre. Il Diario è scandito in paragrafi: "Novità operative (terrestri, marittime, aeree); "Comunicazioni e richieste dei Comandi dipendenti"; "Ordini e Direttive"; "Risposte ed assicurazioni dei comandi dipend."; "Attività informativa".Gli 8 voll. di allegati raccolgono una necessaria sintesi ed offrono un panorama documentale completo. L'opera è fondamentale per quanti si interessano alla seconda guerra mondiale.
Argomento: Biografia - Recensione di Carlo d'Agostino (08/09)

Proseguendo nel suo intento di "salvare la memoria" di fatti, avvenimenti e persone della storia dell'Aeronautica Militare con particolare riferimento al Friuli Venezia Giulia ed al 4° Stormo Caccia di Gorizia, l'Associazione Culturale 4° Stormo di Gorizia ha edito, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia ed il patrocinio dell'Ugai Unione Giornalisti Aerospaziali Italiani, le memorie di un pilota di quest'ultimo Reparto, Silvio Costigliolo, con la collaborazione dei figli Eugenio (pilota delle Aerolineas Argentine) e Furio che hanno affidato all'associazione il compito di riordinare le memorie del padre. Nato a Genova nel 1909, Silvio Costigliolo ottiene il brevetto di Pilota d'Aeroplano nel dicembre 1929 presso la scuola di Cameri (Novara) e quello di Pilota Militare presso la scuola Caccia di Ghedi (Brescia). Destinato inizialmente alla 96ª Squadriglia Caccia di Campoformido (Udine) nel settembre 1930, è assegnato nel settembre 1931 al 4° Stormo Caccia di Gorizia-Merna. Nel 1936 partecipa alla Guerra Civile Spagnola ed è incorporato nell'Aviazione Legionaria. Partecipa ai combattimenti aerei con la famosa Squadriglia Cucaracha ed il Gruppo Asso di Bastoni e consegue tre abbattimenti. Nel 1937 rientra al 4° Stormo decorato con due medaglie d'argento ed una di bronzo. Nel 1939 è ammesso al "13° Corso d'Integrazione" Sparviero dell'Accademia di Caserta. Dopo la promozione a sottotenente è destinato al teatro di operazioni dell'Africa Settentrionale integrando la 393ª Squadriglia del 160° Gruppo Autonomo di C.T. dove permarrà per tutto il '41 e '42. Destinato infine alla Scuola Caccia di Gorizia, dove sarà sorpreso dall'armistizio dell'8 settembre 1943. Continuerà a volare nell'Aviazione Nazionale Repubblicana fino alla fine della guerra indossando l'uniforme della Regia Aeronautica. Nel 1947 emigra in Argentina dove morirà, prematuramente, nel 1964. Il libro che fa parte della collana "Ali nella Storia" ripercorre anche con un'interessante serie di fotografie, in gran parte inedite, tutta la vita di un appassionato che pur di diventare pilota ed avendone la possibilità, partecipa al Bando per i Sottufficiali (non ha ottenuto il permesso del padre in quanto minorenne per quello Ufficiali) e come tale parteciperà alla Guerra di Spagna per poi diventare ufficiale al rientro dal conflitto in terra spagnola. La pubblicazione è "fuori commercio", per eventuali richieste rivolgersi all'Associazione 4° Stormo, mail1@asso4stormo.it.
Argomento: Aviazione - Recensione di Diego Brozzola (04/06)

Notevole e nello stesso tempo grandioso il lavoro fatto da Ignazio Fanni per questo libro, o per meglio dire una ricerca a 360 gradi sulla vita/e che si intrecciavano nel campo di aviazione di Trunconi - Villacidro in Sardegna durante la seconda guerra mondiale. Sono più di 300 pagine in formato A4 fitte di informazioni, notizie, storie (corredate da miliaia di foto) degli aviatori italiani, tedeschi, americani e francesi che hanno posato le loro "ali" sulle piste polverose della Sardegna orientale in quegli anni assieme ai ricordi di Villacidresi che hanno potuto venir in contatto con quelle realtà. Si passa dall'impreparazione italiana dei bombardieri/siluranti dei primi anni, alla tecnica tedesca, alle mastodontiche strutture statunitensi e francesi che utilizzavano lo scalo per i loro bombardieri B-26; su questi ultimi ulteriormente l'autore si sofferma sulle vere e proprie città create a contorno del campo dai reparti alleati; "The ten city" (americana) e "La petit Versailles" (francese) complete di cinema, ritrovi ed anche, oltre alle normali tende, vere e proprie case in muratura. Affascinanti i racconti degli aviatori del 51° Gruppo italiano, del 34°, 37°, 95°, 432°, Gruppi americani e dei 31° e 34° Escradre da bombardement francese; tutti gli scritti hanno ampio riscontro nelle notizie avute dai reduci e dai rispettivi archivi militari contattati. A completamento del libro anche numerose testimonianze di Villacidresi che hanno vissuto quegli anni terribili e per numerose vie hanno avuto a che fare con i reparti colà dislocati.
Argomento: Aviazione - Recensione di Diego Brozzola (09/05)

Questo libro di Aldo Gon, nato a Trieste il maggio del 1914, ripercorre la vita avventurosa vissuta da molti piloti italiani negli anni '30 sino alla seconda guerra mondiale, ma in più punti queste momorie si differenziano da molte altre nel panorama italiano. Innanzitutto queste pagine e le note che lo compongono sono state scritte senza alcuna retorica di parte, in una lucidità che traspare dalla prima all'ultima parola tanto è vero che l'associazione 4º stormo ha aggiunto a pie' di lettura un capitolo in cui spiega quello che Aldo Gon non racconta nel suo diario tanto è stata la generosità e l'altruismo nelle gesta del pilota. Le memorie ripercorrono la vita del pilota Aldo Gon, in pace a Gorizia, in guerra con l'aviazione legionaria e in Africa Settentrionale. Notevole è la narrazione della sua prigionia nella Spagna dilaniata dalla guerra civile, significativa poi è la leggerezza con cui descrive le difficili situazioni in cui è stato suo malgrado protagonista in incidenti con il suo aereo. Capitoli: Le memorie di Aldo Gon - A Trieste prima dell'arruolamento - Alla scuola di Volo - Finalmente al 4º Stormo di Gorizia - La partenza per la Spagna - La prigionia - La liberazione - La vita ricomincia: di nuovo a Gorizia con il 4º Stormo - Nuovamente in Guerra - Ancora a Gorizia - A Campoformido con la 73a Squadriglia - L'invaliditè permanente al volo.
Argomento: Aviazione - Recensione di Diego Brozzola (06/05)
I rapporti tra aeronautica italiana e tedesca durante la seconda guerra mondiale di Andrea Natalini, Edizioni Lionello Giordano (15 Euro)
Il libro è diviso in due parti la prima in cui sinteticamente si riassumono le operazioni di impiego delle due armi durante la seconda guerra mondiale, dei relativi aiuti e problemi reciproci, nella seconda vengono pubblicati dei documenti riservati di riunioni, relazioni tecniche e comunicazioni avuti tra i comandi italiani e tedeschi prima e durante la seconda guerra mondiale. L'opera di Andrea Natalini, pone accenti molto interessanti su come le aeronautiche dell'asse perseguissero piani strategici e tattici totalmente differenti tra loro e di come da parte italiana si fosse troppo, per limiti politici e tecnici, "ingessati" nell'eseguire buoni piani di guerra. Ancora una volta, tolto lo spirito di abnegazione degli aviatori-specialisti di prima linea, analizzando i documenti dei comandi supremi si delineano le ombre cupe di un eccessivo "ministerialismo" di chi ha veramente poche idee di come conseguire risultati validi e non ha i relativi mezzi per farlo. Da parte tedesca analizzando i documenti dei primi anni '30 sino al '43 si può capire come dai primi approcci il fascino verso l'alleato italiano dovuto alle trasvolate del Gen. Balbo si affievolisce di fronte alla deprecabile situazione operativa delle Regia aeronautica in guerra, venendo (almeno da parte dei comandi della Luftwaffe) poi totalmente a mancare nelle operazioni congiunte in africa settentrionale ed in mediterraneo. Molto buona è la pubblicazione di alcune note consolari - militari degli addetti aeronautici italiani in Germania prima della guerra, in cui il lettore può rendersi conto di come lo sviluppo tedesco era, se non in totalità, conosciuto dal nostro paese e non preso in nessuna considerazione poi operativamente dalle alte cariche politoche e militari (per non parlare di quelle industriali) della nostra nazione.
Argomento: Savoia Marchetti S.79 - Recensione di Andrea Angiolino (10/02)
Il Gobbo Maledetto di Gregory Alegi e Andrea Angiolino, ed. Novecento GeC (12.40 Euro)
Pantelleria, 23 luglio 1941: dall'aeroporto decolla una pattuglia di aerosiluranti Savoia Marchetti S.79, che la stampa italiana ha battezzato "il gobbo maledetto". Uno è pilotato da un giovane ufficiale alla sua prima missione di guerra: dovrà affrontare i duelli con i caccia nemici, localizzare e attaccare il convoglio inglese diretto verso Malta e poi rientrare alla base, riportando in salvo l'aereo e l'equipaggio che gli sono stati affidati. L'esito della missione dipende solo dalla sua abilità e dal suo intuito. Questo è un racconto di guerra diverso da tutti gli altri. Si tratta infatti di un vero e proprio libro-gioco: fin dalla prima pagina il lettore è chiamato a immedesimarsi nel protagonista, scegliendo di volta in volta come continuare la storia sino a un finale di gloria o di sconfitta. E se non si è soddisfatti, si può sempre ricominciare la lettura da capo con una nuova missione. Il libro è arricchito da schede storico-informative ma soprattutto da un centinaio di foto d'epoca, alcune delle quali assai rare, che illustrano tutto ciò che accade al lettore-protagonista. La prefazione è dell'avvocato Martino Aichner, Medaglia d'Oro al Valor Militare.
RIPRODUZIONE RISERVATA ©
[HOME] > [icsm LIBRI] > [II GM: Italia]