It.Cultura.Storia.Militare On-Line
Argomento: Memorialistica - Recensione di Massimiliano Magli (04/09)

Un memoriale lungamente inedito dedicato a uno dei settori più duri e al contempo meno noti della Grande Guerra. La guerra sulle montagne ghiacciate è oggetto di questo resoconto in prima persona dell'ufficiale Ildebrando Flores, che ha vissuto da protagonista di prima linea gran parte delle battaglie di questo fronte. Si tratta di preziose memorie relative ai primi tre anni di guerra in Adamello, con notizie e testimonianze in gran parte inedite che consentono altresì di ricostruire anche buona parte della storia civile adamellina di quegli anni.
Argomento: Memorialistica - Recensione di Mauro Tosi (07/08)

Secondo libro dell'autore austriaco, ufficiale con il grado di tenente di artiglieria sul fronte italiano, dopo il fortunato "Tappe della disfatta". In questo libro il periodo affrontato è il 1915-1917 e vengono narrate le vite quotidiane dei soldati impegnati nella lotta quotidiana contro il freddo, la fame e, non ultimo, il nemico. Il libro mette in evidenza, come la precedente opera, le sofferenze degli uomini che combatterono una guerra unica per coraggio e ardimento. Come in "Tappe della disfatta" i capitoli scorrono veloci e la sensazione alla fine del libro è di avere rivissuto alcune delle sensazioni narrate. Ottimo libro per chi vuole approfondire della guerra visti "dall'altra parte".
Argomento: Memorialistica - Recensione di Mauro Tosi (07/08)
Folgaria Lavarone Luserna 1915 - 1918 di Fernando Larcher, Temi Editrice
Libro che riporta l'archivio fotografico della contessina Edina Clam Gallas in Winkelbauer e donato dal figlio, che attualmente vive negli Stati Uniti dopo che la madre era emigrata al termine della guerra. La contessina era infermiera volontaria nell'ospedale dell'Ordine Militare dei Cavalieri di Malta per l'esercito austro-ungarico a Folgaria-Lavarone. Il libro riporta una selezione di 487 foto su un totale di 1014 scattate durante i tre anni di permanenza sul fronte trentino. Le foto hanno molteplici soggetti: la vita quotidiana nell'ospedale, il tempo libero passato in giro nelle retrovie del fronte, i bellissimi paesaggi dolomitici ed i feriti che stazionavano per le cure. Raro esempio di spaccato della vita quotidiana, vista con gli occhi innocenti di una ventisettenne. Particolarmente interessante, per chi ne avesse la possibilità, visitare oggi i luoghi fotografati dalla Clam Gallas, per cogliere quanto siano poco mutati dopo quasi novantanni.
Argomento: Memorie - Recensione di "Caposkaw" (03/08)

Questo libro è un interessante reportage di prima mano sulla Grande Guerra degli Italiani. La piccola storia di un guerriero eroico ma non fanatico. Quest'uomo parte di leva prima dell'inizio della guerra 15-18, si fa un sacco di punizioni e giorni di rigore ma quando scoppia la guerra, scopre la sua vocazione di soldato. Diventa ufficiale, poi si arruola negli Arditi e compie molte altre azioni valorose, ma rimane così umile da non firmarsi, perché, come dice nella terza di copertina: "in queste pagine anonime (anonimi furono quasi tutti gli eroismi) il lettore troverà la vita semplice di un soldato qualunque , che ha fatto né più né meno quello che hanno fatto tanti combattenti senza nome, ai quali è dedicato questo lavoro." E confermando quello che scrive, dà voce a quegli Arditi che dopo la guerra, la Patria ha dimenticato e che si arrabattano nell'Italia del dopoguerra. Una pagina di storia gloriosa dimenticata e oscurata.
Argomento: Spionaggio - Recensione di Diego Brozzola (08/07)

Il libro riproposto dalla Kellerman è una copia di un manostritto dato alle stampe nel 1934, in cui l'autore Alessandro Tandura narra le vicende che lo portarono paracadutista nella Grande Guerra (fra i primi) oltre le linee del Piave dopo la battaglia di Caporetto per spiare le mosse delle truppe Austro-Ungariche nella zona di Vittorio Veneto.
Nativo di quei luoghi, ardito e combattente dal Podgora alle Cave Zuccherine, Tandura misura con grande metro le parole e rivive con passione quei momenti, alcuni dei quali tragici, passati a catturare informazioni da passare alle truppe italiane. Presentatasi l'occasione di poter essere ricongiunto "informalmente" alla propria famiglia e dare un contributo misconosciuto ma decisivo all'ultima battaglia dopo quella difensiva sul fiume sacro alla Patria, Tandura non se la fa scappare; nelle sue avventure troviamo diversi personaggi: soldati sbandati ma mai domi, contadini fuggiti alle requisizioni degli eserciti imperiali, parenti ed amici che aiutandolo portano un ideale cordone alla nazione italiana. Ricordiamo che essendo stato scritto negli anni '30 alcune parti possono risentire di una certa vena "retorica" che in questo caso è comunque molto asciutta e passa in secondo piano rispetto alla fuga (ben due volte) del nostro dalle mani della polizia militare del K.u.K.. Una postfazione recente di Aldo Toffoli descrive la vita dell'autore anche dopo la Grande Guerra fino alla Sua morte in Somalia nel 1937.
Argomento: Esperienze di soldati - Recensione di Massimiliano Magli (05/07)

Soldati disperati, preda di paure, attese angoscianti, visioni terrificanti; giovani militari miracolosamente scampati eppure annientati. Vivevano tra pidocchi e cascami, dormivano tra i topi e sopravvivevano di ranci improbabili, talvolta sognavano a occhi aperti fissando un cielo stellato, pensando al giorno in cui le risposte sarebbero arrivate. Assieme al sonno, la scrittura era il dialogo con la salvezza: ecco perché tutti, compresi gli analfabeti, si aggrapparono disperatamente alle parole. Scrivere a casa, dunque, ma anche scrivere per il solo piacere di farlo, per ordinare e calmare il pensiero, perennemente attratto dalla paura di non tornare più indietro una volta iniziata la corsa nella terra di nessuno. Dall'opera: "La voce, il fiato, l'intelligenza non servono più a nulla in trincea. A cosa poteva servire il coraggio? Magari si era riusciti a 'sfuggire' alla morte durante i tanti assalti fatti contro la trincea nemica, si era tornati illesi dalla posa dei tubi di gelatina sotto i reticolati e giustamente ci si sentiva degli eroi; ma all'improvviso arrivava la morte, magari mentre non si 'faceva la guerra', magari mentre si fumava o si scriveva a casa".
Argomento: Batteria Amalfi - Recensione di Furio Lazzarini (09/06)

Oggigiorno, chi visita il Litorale del Cavallino (VE) per la balneazione o per scoprire gli altri tesori che offre questo verdeggiante territorio costiero, incontra anche le vestigia di imponenti opere fortificate che immediatamente ne tradiscono l'antica natura bellica. Alcune centinaia di edifici, tra batterie costiere, polveriere, caserme, torri telemetriche.. ancora adesso rimangono a testimoniare i conflitti del passato, e tra essi spicca la Batteria Amalfi di Punta Sabbioni che nella Prima guerra mondiale costituì il cardine dell'intero sistema fortificato costiero a difesa di Venezia. Occorsero 17 mesi di duro lavoro per realizzare i sedici edifici in cui si articolava il complesso militare, impostato nel 1915 e concluso nella primavera del 1917. Per chi intende approfondirne la storia bellica è ora disponibile un nuovo testo, intitolato "La Batteria Amalfi nella Grande Guerra", opera del giornalista e ricercatore storico Furio Lazzarini, pubblicato dall'associazione storico-culturale senza fini di lucro "Forti e musei della costa" in collaborazione col Comune di Cavallino-Treporti. L'agile volume, caratterizzato da una grafica moderna e accattivante, analizza le ragioni che determinarono la progettazione della Batteria Amalfi, ne descrive le fasi di costruzione e le caratteristiche tecniche, raccontandone poi l'intenso impiego bellico nel corso del Primo conflitto mondiale, dopo lo sfondamento di Caporetto, quando il fronte terrestre giunse ad attestarsi ad appena una manciata di chilometri da Venezia. Già al momento dell'entrata in servizio (14 maggio 1917) l'Amalfi costituì la maggiore difesa della piazza marittima di Venezia, rappresentando uno tra i più moderni e potenti complessi di artiglierie pesanti sul fronte italo-austriaco, forte di una torre corazzata di tipo navale, girevole a 360°, con due cannoni binati in grado di sparare granate da 381 mm, pesanti ben 875 kg, a quasi venti chilometri di distanza. La presenza di questa batteria costiera costituì il principale deterrente che la flotta austro-ungarica non osò mai sfidare. Significativo, fu anche il contributo dell'Amalfi alle fanterie nelle trincee sul Basso Piave nella "Battaglia del Solstizio" (15-22 giugno 1918) e nella "Battaglia tra le due Piavi" (2-6 luglio) quando il Regio Esercito Italiano tornò - per la prima volta dopo Caporetto - alla proiezione offensiva, riconquistando i 70 kmq che costituivano l'"Isola della Piave" e ricacciando gli Asburgici oltre l'argine sinistro del Piave Nuovo, liberando così Venezia dalla pressione ravvicinata. L'elegante libro-guida, composto di centoquattro pagine di scorrevole testo, contiene una cinquantina di fotografie tra cui interessantissimi inediti d'epoca, una ventina fra disegni costruttivi, sezioni, prospetti, schemi degli edifici e impianti della base militare, e alcune mappe che comprendono un'utile cartina con stradario. Essendo rivolto anche ai tanti turisti stranieri che frequentano l'area, i testi sono integralmente tradotti in tedesco e inglese. Realizzato in un pratico formato tascabile, si propone come uno strumento indispensabile per accompagnare chi inizia l'esplorazione della Batteria Amalfi, alla scoperta dell'imponente sistema fortificato costiero del Litorale del Cavallino. Per informazioni e prenotazioni: fortiemusei@iol.it. Copertina
Argomento: Guerra in montagna - Recensione di Diego Brozzola (02/06)

Dopo un primo capitolo in cui l'autore passa in rassegna le forze contrapposte, i rapporti politici e una rapida vista strategica sulla grande Guerra si descrive (divisi in settori tattici) gli scontri avvenuti tra italiani ed austro-ungarici-tedeschi tra il 1915 ed il 1917 nelle montagne dolomitiche. In stile scorrevole quindi il lettore verrà portato a conoscenza delle operazioni sulla conca di Ampezzo, Cristallo, Forame, Monte Fumo, Monte Piana-Piano, Tre Cime, Alta Val Fiscalina, Region Popera sino all'ultimo attacco sul monte Piana due giorni prima di Caporetto. Sebbene ricco di disegni dettagliati suggerisco l'uso di una cartina topografica per meglio capire la portata militare ed alpinistica delle azioni, veri capolavori o clamorosi insuccessi militari della Prima Guerra.
Argomento: Battaglia del Piave - Recensione di Diego Brozzola (01/06)

Il libro è principalmente la raccolta/stesura dei diari dei comandanti di alcune delle unità del K.U.K. che hanno preso parte alla battaglia del Piave ed alla successiva ritirata. Gen. O. von Berdt - 29ª Divisione Col. A. von Lehar - 106° Reggimento 9° - 10° battaglione Feldjaeger Kopal Magg.Gen. Hegeds - 11ª Divisione di Cavalleria Honvèd. Vengono riportati principalmente i fatti tattici rilevanti delle unità dallo sfondamento dei primi giorni di battaglia al successivo ripiegamento delle unità nei loro paesi; non dobbiamo certo aspettarci molta obbiettività in questi diari scritti quasi esclusivamente dopo la grande guerra, sono utili però a porre dei punti fermi sulla ritirata dell'esercito imperiale nei suoi ultimi giorni sino al crepuscolo.
Argomento: Mito del Piave - Recensione di Diego Brozzola (01/06)

Il libro vuol cercare di far capire la nascita del mito del "Piave" dai giorni sfortunati del dopo-Caporetto alla vittoria finale di Vittorio Veneto più che come descrizione delle battaglie nelle vicende politiche-economiche-propagandistiche del tempo. A mio avviso il libro parte in sordina riproponendo pari-pari affermazioni trovate sui giornali d'Armata e sui manifestini patriottici del tempo sul mito della grande guerra, informando il lettore in due righe dei lavori fatti, ad esempio dal Rochat, negli anni. Migliori senza dubbio gli ultimi due capitoli in cui lo scrittore espone in prima persona la Sua opinione sulla costruzione del mito "Piave". Buona anche la linea di confine tracciata nel testo che taglia la rappresentazione della grande guerra sino al 1918 dagli inutili falsi miti creati dal fascismo. A corollario un capitoletto dedicato alla figura di E.A. Mario e alla famosa canzone scritta nell'occasione.
Argomento: Irredentismo e battaglie - Recensione di Diego Brozzola (01/06)

Il libro narra, oltre che la storia della divisione cecoslovacca del R.E. armata dall'Italia con disertori, alcuni episodi poco conosciuti che hanno avuto come protagonisti irredenti trentini, adriatici e gli stessi cecoslovacchi. Utile per conoscere il peso di alcune azioni fortunate e sfortunate nello scacchiere trentino-adriatico (colpo di Zurigo, monte Baldo, Doss Alto). Purtroppo, a mio avviso, la narrazione degli stessi è infarcita di aggettivi un po' "roboanti" che si discostano dalla piega proposta negli ultimi anni dalla storiografia italiana.
Argomento: Campagna di Russia - Recensione di Massimiliano Magli (10/05)

Erwin Rommel è il generale delle forze nemiche più conosciuto della seconda guerra mondiale. Pochi sanno, tuttavia, che nel 1917 aveva combattuto a Caporetto e che grazie ai successi conseguiti in quel periodo riuscì a diventare uno dei più importanti giovani ufficiali dell'esercito tedesco. Per gli italiani Caporetto costituì una disfatta tremenda e inaspettata. Furono costretti a retrocedere dall'Isonzo fino al Piave di circa 90 chilometri, a solo 30 chilometri da Venezia. A quel tempo il giovane tenente Rommel prese parte a una battaglia con cui, in appena tre giorni, furono sfondate le principali difese italiane e che in seguito si trasformò in una guerra di movimento attraverso la pianura veneta e le montagne. Nel corso dei primi tre giorni, al comando di alcune compagnie di fanteria e mitraglieri, catturò circa 9.000 soldati italiani. Due settimane dopo, ottenne la resa di altre 10.000 unità. Un'opera che racconta la precoce genialità di uno tra i più grandi generali del XX secolo. John Wilks, membro emerito del Pembroke College di Oxford e dell'Alpine Club, è appassionato alpinista. Sulle nostre cime ha effettuato numerose ascensioni conoscendo molti dei luoghi in cui si combattè la prima guerra mondiale. Con Eileen Wilks ha approfondito lo studio delle battaglie che in quegli anni sconvolsero i confini tra Italia e Austria. Degli stessi autori è "The British Army in Italy" (Pen & Sword), di cui Nordpress pubblicherà su licenza la versione italiana.
Argomento: Gli "operai borghesi" al fronte - Recensione di Diego Brozzola (08/05)

Questo libro va a colmare una grave mancanza nel variegato panorama italiano degli scritti sulla grande guerra incentrati per lo più sulle figure prettamente "militari" del fronte italiano, descrive con una buona ricerca di fonti il lavoro svolto dagli "operai borghesi" nelle retrovie fin sotto la prima linea. La ricerca effettuata da Matteo Ermacora svela come il lavoro degli operai civili sia stato una colonna portante nell'organizzazione italiana e come questo abbia sofferto di fronte al potere politico dei militari nelle zone del nord-est del paese. Vengono puntualmente ribadite quali sofferenze abbiano dovuto affrontare uomini, donne e ragazzi per portare a casa il solo necessario alla sopravvivenza ponendo nuovi accenti sulla precaria linea di vedute dei comandanti italiani che a vario titolo per lo più sfruttarono una lina di lavoro di 650.000 persone impiegati a rafforzare il fronte. Capitoli: I L'"anarchia" del primo anno di guerra; II Il reclutamento degli operai borghesi; III Il grande cantiere della "zona di guerra"; IV Vivere e lavorare al fronte; V Morbilità e infortuni nei cantieri; VI Repressione e ribellione al fronte; VII Da Caporetto alle ricostruzione delle terre liberate.
Argomento: Battaglia dello stretto di Otranto - Recensione di Giuseppe Finizio (06/05)

La battaglia per lo stretto di Otranto combattuta il 15 maggio 1917 è il più grande scontro navale avvenuto in Mediterraneo durante la prima guerra mondiale, tanto da venire paragonata, per le sue modalità ed esiti strategici più che per la entità delle forze impiegate, allo Jutland. Vi furono coinvolte navi, aerei e sommergibili di tutti i belligeranti,A ustria-Ungheria, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia. Paul Halpern, autore di altri studi fondamentali sulle battaglie navali della grande guerra (particolarmente A Naval History of World War I, 1994 e The Naval War in the Mediterranean,1914-1918, 1987), narra con abilità e competenza la storia della guerra navale in Adriatico attraverso il suo episodio di maggior rilievo. Come dice il titolo lo stretto d'Otranto costruisce la porta d'accesso a questo braccio del Mediterraneo, l'unico sbocco al mare dell'impero asburgico. La piccola ma agguerrita marina di Francesco Giuseppe, dopo alcune titubanze iniziali, affidò gran parte del potenziale offensivo navale a disposizione alla sua arma sottomarina (27 sommergibili) che, grazie ad alcuni comandanti dalle eccezionali qualità, rese difficile alle navi dell'Intesa ogni movimento a nord dello stretto di Otranto. Il tentativo di contrastare i sommergibili austriaci con l'uso di una flottiglia di pescherecci forniti dalla Gran Bretagna che trainavano reti munite di mine e congegni di segnalazione (come già aveva proposto alla conferenza di Parigi nel maggio 1915 l'allora primo lord dell'ammiragliato britannico Winston Churchill ) condusse alla reazione nemica che si concretizzò nello scontro del 15 maggio 1917. L'azione pianificata dal giovane e aggressivo comandante Horthy (il futuro dittatore ungherese) era imperniata sui tre incrociatori leggeri Novara, Helgoland e Saida, per l'occasione camuffati da cacciatorpediniere, che insieme ai caccia Csepel e Balaton e a tre sommergibili avrebbero dovuto annientare i pescherecci che tendevano quotidianamente reti antisommergibili nello stretto d'Otranto. La reazione delle navi alleate basate a Brindisi tagliò la via di ritirata agli austriaci che avrebbero rischiato l'annientamento senza l'intervento delle proprie unità di stanza a Cattaro. La complessità delle operazioni aero-navali viene sviscerata con maestria dall'autore che, anche con l'utilizzo di alcune cartine, mette il lettore in condizione di seguire il succedersi, talvolta davvero incalzante, degli avvenimenti senza ignorare nessuno degli attori e delle sue azioni. La conseguenza di maggior rilievo dello scontro fu il convincimento, errato, raggiunto dagli alleati che gli sbarramenti minati costituissero una soluzione efficace al problema dei sommergibili in Adriatico (perché altrimenti gli austriaci avrebbero organizzato una simile operazione per scompaginarli?). In preda a questa convinzione ancora alla fine del 1917 e all'inizio del 1918, il comando della Royal Navy, pensava di aumentare le unità destinate a questa operazione, sottraendole alla ben più decisiva scorta ai convogli. Il 15 maggio 1917 rappresentò il punto più alto raggiunto dalla giovane marina asburgica dopo Lissa ma anche l'inizio del suo inesorabile declino che si compì con lo smembramento dell'impero di lì ad un anno e mezzo. Il volume di Halpern ha l'indubbio merito di far riemergere dalle nebbie della storia una battaglia navale quasi dimenticata in un teatro operativo, quello adriatico, che la maggior parte di noi conosce solo per le imprese di Luigi Rizzo e Costanzo Ciano. Ne consigliamo la lettura a tutti coloro che desiderano farsi un quadro storicamente esaustivo della guerra sul mare nel primo conflitto mondiale. Copertina
Argomento: Aspetti strategici della battaglia di Caporetto - Recensione di Diego Brozzola (12/03)

Il libro riporta le annotazioni dei quaderni di Roberto Bencivenga già tra i collaboratori del capo di Stato maggiore Cadorna durante la Grande Guerra ed esautorato poco prima della battaglia di Caporetto per dissidi interni. Già apparse durante gli anni '30 quando era al confine politico queste note sono un lucido esempio di quanto i comandi italiani abbiano sottovalutato strategicamente le capacità dell'avversario, dando molte volte ordini e piani di difesa inutili o controproducenti. Negli ultimi capitoli il libro affronta anche alcuni aspetti della battaglia e le successive mosse date alla ritirata sul Tagliamento e sul Piave. Immancabile per gli appassionati di storia militare della Grande Guerra sul fronte Isonzo. Copertina
Argomento: Battaglie dei Bersaglieri sul fronte Isontino - Recensione di Diego Brozzola (12/03)

Antonio Sema forte di una ricerca bibliografica di primo piano descrive la preparazione e l'utilizzo tattico dei reparti dei Bersaglieri inviati sul fronte Isontino durante la Grande Guerra. Il libro è diviso in sei capitoli principali: Gli inizi - Il primo inverno di guerra - Le operazioni del 1916 - Il secondo inverno di guerra - Le operazioni del 1917 -in cui l'autore da ampi spazi anche agli aspetti strategici non tralasciando alcune polemiche sorte durante il conflitto sull'imbellità di alcuni ordini. Copertina
Argomento: La Prima Guerra Mondiale sul Fronte Carinziano - Recensione di Bruno Marcuzzo (12/03)
La Prima Guerra Mondiale sul Fronte Carinziano di Davide Tonazzi (26 Euro I vol., 28 Euro II vol.)
Ho sempre pensato fosse relativamente facile fare un libro fotografico.. è proprio vero che le idee sono fatte per cambiare. Non troverete foto di materiali particolari e combattimenti feroci, ma grandi spazi e venti che respirano tra pini e rocce. Sembra che la montagna, sia indifferente a quei soldati a lei aggrappati, come se la guerra durasse un sospiro. Scene di vita al fronte, in un settore particolare, dove giù a valle c'era casa. L'autore ha fatto un lavoro titanico, individuando esattamente postazioni e vedute. Potreste girare con il libro in mano e percorrendo quei sentieri, vedreste esattamente le stesse cose, immobili nel tempo. 220 pagine per volume, rilegate seriamente. L'unica cosa modesta di questo lavoro è il prezzo. Del primo volume, riguardante il settore Val Saisera in italiano e tedesco è ancora disponibile qualche pezzo, sempre a 26 Euro. Il secondo volume in italiano e inglese, fresco di stampa, tratta del fronte sul gruppo del Raibl. E' possibile contattare direttamente l'autore per ordinarlo con una E-mail davidetonazzi@virgilio.it. Copertina Volume Uno; Copertina Volume Due
Argomento: Guerra sulle Alpi Giulie e dal Carso al Grappa - Recensione di Diego Brozzola (08/03)

L'autore descrive alcuni scorci e battaglie che l'esercito della duplice monarchia ha combattuto contro i reparti italiani ed alleati. Una rapida carrellata che va dall' Isonzo (molto buona la parte descrittiva le battaglie sul settore Montasio) al Grappa, con alcune azioni dimenticate in altre opere (Tradimento di Carzano). Da segnalare le molte esagerazioni di stampo antitaliano ben bilanciate da alcune note del traduttore Giulio Primicery che danno giusta luce agli avvenimenti. Copertina
Argomento: Memorie del Carso - Recensione di Mauro Tosi (08/03)

L'inospitale distesa di rocce del Carso fu per lunghi mesi teatro di feroci e sanguinosi assalti delle truppe italiane contro le solide difese austro-ungariche. Insieme al fronte successivo del Piave, il Carso rappresenta uno del momenti di massimo sforzo bellico da parte italiana. Ed è in questo contesto che si inserisce il libro del capitano Kornel Abel, aiutante di campo del comando di una brigata scelta dell'esercito austro-ungherese, coinvolta nelle lotte nel settore del Monte Sei Busi dell'estate del 1916, dalla caduta di Gorizia sino alle battaglie nel vallone del Doberdò, nell'autunno dello stesso anno. Il cap. Abel fornisce un quadro vivo e minuzioso della vita di trincea, con tutte le sue difficoltà e dell'eroismo delle truppe nelle sanguinose battaglie che insanguinarono il Carso. Il libro è inoltre corredato di diverse fotografie dell'epoca, che riportano le posizioni austriache nel teatro di operazioni della brigata. Il libro è di facile lettura ed è sicuramente un valido ausilio per chi voglia approfondire gli aspetti militari e di vita vissuta in teatro della guerra che fu, sicuramente, testimone di sanguinosi e violenti scontri.
Argomento: Battaglie - Recensione di Mauro Tosi (08/03)
1914-1918 La Grande Guerra sugli altipiani di Folgaria - Lavarone - Luserna - Vezzena - Sette Comuni - Monti Pasubio - Monte Cimone e sugli altri fronti di guerra di Tullio Liber, Ugo Leitempergher, Andrea Kozlovic, Gino Rossato Editore (20 Euro)
Uno dei più completi ed esaurienti libri relativi alle operazioni condotte da entrambe le parti sul fronte italiano, in particolare sulle zone citate nel titolo. L'opera rappresenta un'inesauribile fonte iconografica con ben 316 fotografie dell'epoca relative ad entrambi i contendenti. I testi sono pieni di riferimenti ad avvenimenti e personaggi che furono protagonisti delle principali vicende. Ampio spazio viene dato alla Strafexpedition che interessò i luoghi oggetto dell'opera. Consigliato per chi vuole avere una guida completa ed esauriente degli avvenimenti e dei luoghi della Grande Guerra in un settore del fronte interessante anche per gli aspetti escursionistici.
Argomento: Battaglie dell'Isonzo - Recensione di Mauro Tosi (08/03)

Analisi approfondita di come furono condotte in modo insensato le operazioni militari da parte italiana dall'intervento alla catastrofe di Caporetto. Le cosiddette "spallate" di Cadorna che costarono la vita a centinaia di migliaia di soldati italiani, la ferrea e inutile disciplina imposta attraverso feroci decimazioni, comandanti discutibili come Capello e Badoglio ed, infine, un gruppo di soldati tedeschi comandati da un giovane tenente di nome Erwin rommel che riesce a sfondare il fronte a Caporetto. Tutti questi aspetti vengono spiegati e mostrati nel pieno del loro reale valore dall'autore, il quale dimostra di possedere una notevole conoscenza degli aspetti meno conosciuti al pubblico.
Argomento: Battaglie - Recensione di Mauro Tosi (07/03)

Si tratta della battaglia del Piave, del giugno 1918, dove la Duplice Monarchia tentò per l'ultima volta di eliminare dal conflitto il secolare avversario italiano e, dopo quattro interminabili anni di sofferenze, di ritrovare la pace. In questo libro l'autore, in quel tempo comandante di una Brigata di Artiglieria da campagna austro-ungarica, mette in evidenza le molteplici disfunzioni a livello di comando che precedettero l'offensiva e che ne causarono anche il fallimento. E' stato detto da parte austriaca che la battaglia sia stata persa anche a causa dell'inefficienza della propria artiglieria. L'autore cerca, attraverso la ricostruzione minuziosa di quanto avvenuto di controbattere questa affermazione e di dimostrare che l'offensiva era già sconfitta ancora prima di iniziare, per molte cause diverse ma soprattutto perché gli alleati avevano raggiunto quella superiorità in mezzi e uomini che l'Austria-Ungheria non poteva più avere. Questa ultima offensiva ha distrutto definitivamente la capacità militare austro-ungarica, con le conseguenze che si verificheranno circa 5 mesi dopo, con l'offensiva italiana del 24 ottobre 1918 e la dissoluzione della Duplice Monarchia.
Argomento: Battaglie - Recensione di Mauro Tosi (07/03)
1918 Cronaca di una disfatta di Giulio Primicerj, Mursia (18 Euro)
In questo libro l'autore illustra sotto forma di cronaca giornaliera, il crollo militare della Monarchia Asburgica, avvalendosi esclusivamente delle fonti austriache che trattano dell'ultima battaglia combattuta sul fronte italiano. L'autore ha composto un collage di testi, documenti e notizie di quotidiani per raffigurare in modo sintetico ma esauriente l'ultimo mese di vita dell'Impero Asburgico, sia dal punto di vista militare sia dal punto di vista politico. Si evidenzia il capitolo conclusivo di un esercito dalle tradizioni secolari, ma ormai destinato a soccombere per una paurosa crisi economica, per gli insuccessi degli alleati tedesco, bulgaro e turco e, soprattutto, per l'irriducibile volontà di indipendenza dei popoli dell'impero. L'autore, come scrive nella premessa, ha voluto interrogare l'avversario per fare conoscere al lettore italiano cosa accadde dall'altra parte nell'autunno del 1918, contribuendo ad una valutazione libera di luoghi comuni dello sforzo sostenuto dai due eserciti e dell'effettivo valore di quella offensiva.
Argomento: Grande Guerra - Recensione di Koll Kurz (02/03)

L'autore: colonnello d'aviazione in servizio. Il libro: il filo conduttore del libro è rappresentato dal diario storico del 141º reggimento della Brigata Catanzaro , che fu tra i reparti più provati della guerra. Il racconto è molto dettagliato, i riferimenti ad altre pubblicazioni sono evidenziato con delle note (non si prende i meriti non suoi). Corredato da foto originali, cartine e schizzi dell'epoca. Personalmente ho approffittato della cartina militare del Carso, che già possedevo, per seguire le varie fasi della battaglia. Le cartine, molto dettagliate del libro, sono di formato A4 e data l'età comincio ad avere problemi di vista. Tra le molte foto, mi ha colpito quella dell'osservazione aerea italiana che riprende il salinte austriaco di Hudi Log. Si possono evidenziare le dimensioni del teatro della Decima Battaglia dell'Isonzo, che sommati all'elevato numero di combattenti da l'idea del massacro (di entrambi) della guerra di trincea. Se vi capiteà di visitare questi luoghi, consiglio la cima del San Gabriele, potrete a "giro d'orizzonte" vedere tutto lo scenario della battaglia, dal PodGora al mare con l'Ermada. Rimarrete stupiti di come milioni di uomini si massacrarono per un territorio che in auto attraversate in 15-20 minuti. Unica piccolissima nota all'autore: come saprete la Brigata Catanzaro fu oggetto di una dura repressione, quando (giustamente) protesto per l'invio in linea senza il turno di riposo che le spettava. A mio giudizio l'autore, minimizza un poco, sarà per spirito di categoria. Comunque.. scrive tutto fucilazioni, decimazioni, nomi e cognomi! Personale: leggendo ho ricordato i miei nonni (Giuseppe e Luigi) protagonisti di questo massacro. Furono fortunati, uno ferito venne esonerato e spedito a casa a far il condadino. L'altro, catturato durante la ritirata di Caporetto, riusci a fuggire e con un periplo da romanzo (Russia-Inghilterra-Portogallo) ritornare a guerra finita in patria. Copertina
Argomento: Memorialistica - Recensione di Bondir (01/02)

La Grande Guerra vista dalla parte degli Austriaci. In questo caso l'autore, tenente d'artiglieria austriaco, racconta il suo calvario, dagli Altipiani all'Isonzo, a Caporetto fino alla fine della guerra ed alla ritirata attraverso il Friuli. Ottimo contraltare a Trincee di Carlo Salsa, mostra il punto di vista austro-ungarico, e di chi, con i bombardamnerti, contribuì alla devastazione delle trincee nemiche.
Argomento: Memorialistica - Recensione di Bondir (01/02)
Trincee: confidenze di un fante di Carlo Salsa, Sonzogno
Ottima testimonianza personale sulla prima guerra mondiale. L'autore, fante della grande guerra, racconta i fatti da lui vissuti in prima persona, rievocando la cruda realtà con grande sincerità. Probabilmente una delle più incisive e conosciute narrazioni della Grande guerra. La crudezza delle immagini e dei dolori dei soldati non possono non far pensare all'immane catastrofe di quella guerra.
Argomento: Caporetto - Recensione di Sandomicio (01/02)
Caporetto, Una battaglia e un enigma di Mario Silvestri, Arnoldo Mondadori Editore
Il libro tratta della disfatta di italiana a Caporetto e cerca di scovare i motivi e le cause della sconfitta italiana. E' un'ottima analisi della battaglia di Caporetto.
Argomento: Grande Guerra dalla Valsugana alla Val di Fiemme - Recensione di Jodell (09/01)
La lunga trincea 1915-1918, cronache della grande guerra dalla Valsugana alla
val di Fiemme di Luca Girotto, Edizioni Gino Rossato
(38.000 Lire)
Ricostruzione certosina delle vicende della prima guerra mondiale nelle zone citate, manca purtroppo una cartina generale e indicazioni delle zona al giorno d'oggi.
Argomento: La Guerra Aerea sul fronte italiano - Recensione di Diego Brozzola (09/01)
La Grande Guerra Aerea 1915-1918 di Paolo Ferrari, Edizioni Gino Rossato (36.000 Lire)
Un libro curato da Paolo Ferrari , ma che ospita accurati lavori di Alegi , Rastelli, Garello a molti altri i migliori esperti in materia in italia. Propone un studio accurato della guerra aerea nella Grande Guerra nei suoi moteplici aspetti: battaglie, industrie, bombardamenti, assi, aeroporti. Il lavoro si basa su accurate documentazioni italiane ed austriache introvabili anche in opere di maggiore prezzo. Per la prima volta vengono descritti i bombardamenti delle città italiane con tanto di cartine dell'epoca.
Argomento: La storia dell'aviazione italiana nelle Grande Guerra - Recensione di Diego Brozzola (09/01)
I Reparti dell'Aviazione Italiana nella Grande Guerra di Roberto Gentilli e Paolo Varriale, Aeronautica Militare - Ufficio Storico
La Storia di tutti i reparti dell'aviazione italiana su tutti i fronti di guerra. Dalle prime squadriglie Macchi Parasol del 1914 agli SVA del 1918. Numerose fotografie inedite, centinaia di operazioni con i nomi degli aviatori noti e meno noti del periodo( oltre 5000 i combattenti citati),ricostruite con i documenti originali degli Archivi Italiani - Tedeschi ed Austriaci.
Argomento: Linea Cadorna - Recensione di Mauro Minola (10/01)
Le fortificazioni della linea Cadorna tra Maggiore e Ceresio di Roberto Corbella, Macchione editore (20.000 Lire)
E' senza dubbio una delle più interessanti fra le ultime uscite editoriali. Il libro di Roberto Corbella, edito per i tipi di Macchione Editore di Varese, esamina in dettaglio le numerose fortificazioni campali e permanenti realizzate tra il 1916 e il1 917 dal Genio italiano lungo il confine italo-svizzero, tra il Lago Maggiore e il Lago di
Como. Riccamente illustrato, conta decine di itinerari che permettono di riscoprire opere fortificate intatte quali trincee, ridotti, batterie in caverna, appostamentidi artiglieria, raggiunti da comode strade militari. Le opere fanno parte della celebre Linea Cadorna, fortemente voluta dal Capo di Stato maggiore Luigi Cadorna per prevenire un eventuale attacco della Germania attraverso il territorio della Confederazione elevetica.
Argomento: La Linea Cadorna - Recensione di Mauro Minola (10/01)
La Linea Cadorna di Raffaele Viviani e Roberto Corbella, Macchione editore (20.000 Lire)
E' il seguito naturale del primo libro che Corbella ha dedicato alla riscoperta di questa affascinante linea difensiva, rimasta in gran parte intatta dopo la fine della Grande Guerra. Se il primo volume ha esaminato solo il settore centrale, esteso principalmente nella provincia di Varese, con questo secondo volume si completa la conoscenza delle opere fortificate dei settori Val d'Aosta, Val d'Intelvi, Lago di Como e Valtellina. Il testo, sempre molto scorrevole e preciso, è affiancato da decine di interessanti escursioni per la visita delle trincee e delle batterie in caverna ancora esistenti, un patrimonio storico che merita adeguati interventi di valorizzazione.
Argomento: Memorialistica - Recensione di Elena (10/01)
Diario di guerra (1916 - 1917) di Carmine Cortese, Rubbettino editore (30.000 Lire)
"Sdraussina: posto di medicazione. 1 Gennaio - Sabato. Primo dell'anno: quanta malinconia in questa giornata che in altri tempi e in altri luoghi diceva: "Vita nuova", "Resurrezione". E quanta differenza col primo dell'anno scorso!". Così comincia il diario del trentenne cappellano militare Carmine Cortese (1887/1952) che, partito da Tropea,
giungerà sui luoghi teatro del primo conflitto mondiale e assegnato al 19º Regg. Fanteria nel 1915 assisterà alla carneficina del monte San Michele, esperienza che segnerà il giovane prete che pure aveva conosciuto il terremoto del 1908 di RC e Messina.
Argomento: Forti austro-ungarici degli altopiani di Folgaria e Lavarone - Recensione di Giuseppe '78 (10/01)
Osterreichische Gebirgsfestungen im Ersten Weltkrieg di Rolf Hentzschel, Athesia editore (Bolzano) (30.000 Lire)
Semplicemente il migliore libro attualmente in circolazione sulle sette fortificazioni austriache di Folgaria e Lavarone in termini di precisione, esattezza e completezza dei dati storici e tecnici inseriti. Purtroppo è solo in tedesco, a quanto mi risulta, ma per gli appassionati di queste fortificazioni che abbiano un minimo di conoscenza di questa lingua è IL libro da avere. Dietro all'aspetto non così appariscente del libro si intravede una profonda opera di ricerca innovativa negli archivi militari di Vienna, che ha portato in luce dati non presenti sugli scarsi libri di parte italiana, come, per esempio, quelli relativi agli impianti di aereazione delle opere e quelli relativi agli impianti ottici di comunicazione. Molto interessante l'apparato iconografico, con per esempio schemi disegnati degli affusti fissi delle mitragliatrici, delle cupole corazzate, dei differenti pezzi d'artiglieria, piante dettagliate dei vari forti con la destinazione d'uso dei singoli locali, ecc. Circa 110 pagine, Numerosi disegni e foto in bianco e nero.
Argomento: Forti austro-ungarici - Recensione di Giuseppe '78 (11/01)
Spie Italiane contro Forti Austriaci di Basilio di Martino, Gino Rossato Editore (Vicenza)
Un libro di notevole interesse per chiunque sia interessato alle vicende delle fortezze austro-ungariche della Grande Guerra. L'autore, ufficiale dell'Esercito Italiano, ha potuto attingere a materiale fino ad allora inedito per narrare la storia dell'attività di spionaggio del reparto telefotografico "da montagna" della 1a Armata rivolta al
controllo delle nascenti fortificazioni austriache degli altopiani negli anni tra il 1908 e il 1914, e poi ancora nei primi anni di guerra fino alla Strafexpedition nel 1916. L'opera inizia con una sintetica storia dello spionaggio italiano su quel settore geografico, soffermandosi in particolare sul reparto fotografico, analizza quindi il progetto austriaco dei forti e la loro costruzione. Ad ognuna delle sette fortezze è dedicato un capitolo. Il vero punto di forza del libro sono le numerose e interessantissime foto d'epoca dei forti riprese dai teleobiettivi italiani, le uniche che oggigiorno possano darci un'idea della visione che si presentava agli osservatori italiani nel 1915-16. circa 100 pagine, numerose foto in bianco e nero, alcuni disegni e mappe.
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