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La spada contro il fuoco
La fine del secondo conflitto mondiale nella scacchiera del Pacifico
di "Caposkaw" ©
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Appendice: i cartoni animati giapponesi di guerra fantascientifica, ricordo di una sconfitta

Per le persone della mia generazione, il primo incontro con la cultura nipponica è avvenuto nei primi anni '80, con la messa in onda dei cartoni animati di fantascienza quali GOLDRAKE, MAZINGA, eccetera. Queste opere d'animazione sono state considerate spesso dei puri prodotti di intrattenimento, dimenticandosi che ogni espressione culturale di un popolo è un mezzo in cui l'artista o gli artisti si esprimono, e esternano i loro sentimenti.. Inoltre, il puro e semplice disegno artistico ha una grande tradizione in Giappone.

Tornando ai cartoni animati, essi hanno tutti caratteristiche comuni. La più evidente, notata da tutti i commentatori, è la ricorrente esplosione nucleare finale. Esistono inoltre sfumature (potremmo dire storiche e psicologiche) che è interessante sottolineare. Per la maggior parte, i nemici sono alieni extraterrestri, che muovono guerra al genere umano per ragioni incomprensibili o malvage (spesso per pura sete di predominio). L'umanità è solo una vittima, non avendo attaccato per prima, e non essendo in grado di raggiungere in nessun modo il pianeta dei nemici (a causa del basso livello tecnologico della Terra in confronto agli avversari).

Il comandante alieno si comporta come un signore della guerra (cioè decidendo tutto lui, con una formale obbedienza a un imperatore o superiore lontano). Gli attacchi non sono quasi mai diretti verso basi militari, ma verso città popolate di gente. Le metropoli non sono attaccate con armi super potenti, (le quali le distruggerebbero in un attimo), ma sbriciolate e incendiate pezzo per pezzo con frenesia distruttiva, da enormi robot mostruosi e quasi sempre singoli. L'intervento del difensore dell'umanità, che molto spesso agisce da solo, avviene alla guida di un robot umanoide. Il combattimento, che può svolgersi in qualsiasi ambiente, è quasi sempre uno scontro corpo a corpo tra i robot con uso di armi da taglio (la cosa strana è che i robot combattono nello stesso modo come se fossero in piedi a terra , mentre stanno volando nel cielo, immersi in mare o sospesi nello spazio).

Una cosa abbastanza sconcertante è la presenza di armi nemiche che colpiscono il pilota umano del robot senza ucciderlo, ma solo infliggendogli dolore (se una scarica elettrica, o il calore di una fiammata , raggiungono il corpo del pilota , dovrebbero essere in grado di ucciderlo…). In molte occasioni, l'azione che distrugge il robot avversario è un colpo di karate.

Esaminiamo l'immagine dei robot buoni. Essi hanno molte volte la testa coperta da elmi con grandi appendici, usano armi da taglio, ma non scudi ,e sono dipinti di colori piuttosto sgargianti (paradossalmente in alcuni cartoni, il robot è in grado di avere espressioni facciali). In almeno un'occasione, il robot si indossa, come un'armatura. I robot avversari sono mostruosi, spesso insiemi di parti umanoidi e ferine, e sono a volte dotati di lanciafiamme (1).

L'eroe o il gruppo di eroi, è guidato, non da un comandante militare, ma da una figura paterna, di solito uno scienziato, che è spesso il padre biologico o putativo dell'eroe. Anche questo padre sembra non essere sottoposto a un'altra autorità effettiva, specularmene al comandante nemico. L'eroe, nella maggior parte dei cartoni, è separato dalla comunità per cui combatte. E' un extraterrestre, un disadattato (in una serie è tolto da un riformatorio), ha addirittura rinunciato alla sua umanità (questo succede in una serie non di grandi robot), o è semplicemente un solitario. Ed è spesso molto giovane, quasi adolescente. Spesso la sua azione è volta a riscattare l'onore (la macchia sul nome) del padre, che è un traditore o ha causato con le sue azioni il conflitto in atto (curiosamente, la madre per questi personaggi è sempre assente).

Cominciamo ad immaginare una spiegazione: gli alieni. A parte il fatto che gli alieni rendono possibile l'ambientazione fantascientifica, ricordiamo che i Nipponici dividono il mondo in due: il Giappone e il resto. Le persone che vengono dal fuori sono gaijn, estranei o barbari. Questo atteggiamento si è formato in 1000 anni di storia separata. La prima cosa che i Nipponici temettero, dopo la loro forzata apertura al resto del mondo nel 1854, fu che gli occidentali li invadessero militarmente. Nel 1945, l'incubo divenne realtà.

Gli attacchi alle città. Nella seconda guerra mondiale, i giapponesi passarono da una percezione di guerra lontana e vittoriosa a una realtà di bombardamenti nemici brutali e indiscriminati. Questo avvenne in tre anni (1941/1944). Dal giugno '44 all'agosto '45, la guerra diventò una terribile realtà quotidiana. I nemici americani passarono dai bombardamenti di precisione sui grandi complessi industriali, alle incursioni incendiarie generalizzate nelle grandi metropoli per poi bombardare le città di media estensione. Non solo per distruggere il morale della popolazione, ma anche perché esistevano molte fabbriche dell'indotto a conduzione familiare o quasi, disperse nelle zone residenziali. Inoltre, dal Marzo 1945, aerei monoposto, partiti da portaerei, iniziarono attacchi indiscriminati sul territorio, allo scopo di strangolare le comunicazioni. Ovviamente, dal punto di vista del civile medio, questi azioni nemiche potevano apparire solo come atti malvagi (2).

I robot mostruosi. I robot mostruosi sono la rappresentazione fisica della cattiveria del nemico. Sono armati di armi che infliggono dolore, più che uccidere, e godono nel distruggere. I loro corpi inumani portano le stimmate del loro carattere bestiale. Ricordano anche i demoni (gli Oni) della tradizione.

I buoni. Giapponesi,umani per definizione. L'eroe è una figura unica, potrebbe essere un Minamoto Musashi (grande spadaccino dell'epoca Tokogawa) o Yoshitsune (uno dei più grandi guerrieri mai esistiti). Non è un militare, cioè sottoposto a un'autorità impersonale, ma ha un legame parentale col suo superiore (clan). Il padre non riconosce altra autorità che la propria (Daymiò, signore feudale).

Il robot, guidato dall'eroe, ha le stesse caratteristiche di un guerriero di alto rango dell'età della guerra (periodo storico caratterizzato da guerre civili) e cioè armatura colorata e personalizzata, elmo con grandi appendici decorative, armi come Katane o Naginata ovvero spade e lance classiche giapponesi (dotate di lunghe lame sottili) ma completamente sprovvisto di scudo (sia la spada che la lancia hanno un tipo di maneggio a due mani). Combatte in qualsiasi ambiente (mare, spazio, aria), ma come facevano le battaglie navali i samurai, cioè legando le navi tra di loro fino a formare grandi piattaforme e combattendoci sopra se fossero sulla terra.

Piccola annotazione: i samurai antichi combattevano andando di fronte alla schieramento avversario e proclamando il proprio nome e casato. A questo punto un samurai di pari lignaggio usciva dalle file e ingaggiava una singola tenzone. Questo atteggiamento l'ho visto ripetere nel cartone animato DAITARN III. Riducendo ai minimi termini, un samurai antico di un clan che combatte contro un altro clan di nemici mostruosi, venuti da fuori (da altrove) e spinti da motivi abbietti e incomprensibili.

L'eroe (ispirato da un glorioso passato, e separato dalla società dei civili) interviene in ritardo. Non intercetta i nemici prima che abbiano causato lutti e devastazioni. Può solo fare da pompiere, e i nemici colpiscono quando vogliono e come vogliono. L'eroe è sempre in condizioni di palese inferiorità e vince dopo aver sopportato grandi sofferenze. Sembra proprio la battaglia difensiva, che gli strateghi nipponici avevano programmato per respingere lo sbarco nemico che sarebbe dovuto avvenire nell'isola di Kyushu, nel Novembre del 1945. Ma invece, ci fu il Pikadon di Hiroshima e Nagasaki.

Note

1. Nella guerra del Pacifico gli Americani usarono moltissimo il fuoco contro i Giapponesi. Lanciafiamme nelle isole contro le fortificazioni, e bombe incendiarie contro le città. [torna su]

2. In una puntata di un cartone appare un personaggio, una donna sui 45 anni, che narra la sua storia a nipoti . La si vede bambina che gioca vicina a casa sua, l'arrivo degli aerei americani (non ci sono insegne nazionali, ma sono facilmente riconscibili) i quali, come insetti mostruosi, oscurano il cielo e lasciano cadere una pioggia infinita di bombe. La casa va a fuoco, il padre in divisa da soldato esce dalle fiamme e trascina via la bimba, e per salvarla la getta in fosso, finendo poi mitragliato dai nemici. Nel cartone, qualche tempo dopo il racconto, gli alieni attaccano e la donna sviene. Nel suo delirio si rinnova l'incubo della guerra mondiale. [torna su]

Immagini


Ufo Robot Grendizer (Goldrake)

Minamoto Yoshitsune

Great Mazinger (Grande Mazinga)

Samurai con armi e corazze tradizionali (spade, archi e lance)
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