It.Cultura.Storia.Militare On-Line
invia stampa testo grande testo standard
Bookmark and Share
[HOME] > [icsm ARTICOLI] > [Ricerche: Storia Contemporanea]
Guglielmo Marconi e il siluro radioguidato
Una applicazione militare della telegrafia senza fili
© Giuseppe Finizio
[torna indietro]
La lettera di Marconi al War Office

"Alla Longara!", il manicomio di Roma, avrebbe scritto un po' troppo frettolosamente il ministro delle Poste e Telegrafi,a margine della lettera, peraltro mai ritrovata, con cui il giovane Guglielmo Marconi gli illustrava l'invenzione del telegrafo senza fili nel 1895 (1). Sappiamo come il giovane inventore abbia allora deciso di recarsi a Londra con la madre alla ricerca del credito e dei capitali che l'Italia, ancora ai primi passi sulla strada della seconda rivoluzione industriale, non poteva offrirgli. Nessun paese meglio della Gran Bretagna, che possedeva la più grande marina da guerra del globo, creata per difendere le linee di comunicazione tra la madrepatria e uno smisurato impero coloniale, poteva apprezzare le potenzialità di una invenzione che rendeva possibili omunicazioni regolari tra le navi e la terraferma.

Quando, il 12 febbraio 1896, Marconi sbarcò nella capitale inglese, dove era atteso dal cugino Henry Jameson Davis, recava con sé la sua rivoluzionaria invenzione, ma anche un sistema di radioguida basato sulle onde hertziane applicabile ad ogni tipo di imbarcazione di superficie e subacquea. Il 20 maggio, dopo avere "…ottenuto dal governo inglese la privativa provvisoria che mi dà un diritto esclusivo dei miei ritrovati in Inghilterra e in tutti i grandi stati d'Europa e d'America per un periodo di sei mesi…" (domanda di brevetto n. 5028 del 5 marzo 1896 per "Perfezionamenti nella telegrafia e nei relativi apparecchi") (2) ed essere stato presentato all'ingegnere capo del General Post Office William Preece, Marconi si rivolse anche a Henry Petty-Fitz Maurice, 5° Marchese di Lansdowne, da poco meno di un anno ministro della guerra di sua maestà la regina Vittoria,per sottoporgli il congegno di guida a distanza. Riproduciamo la sua lettera di presentazione nella traduzione dell'autore (3).

"Eccellenza, Io Guglielmo Marconi di Bologna (Italia) ora residente al 71 di Hereford Road Bayswater, W. London con la presente dichiaro di avere scoperto congegni elettrici che mi consentono di guidare un battello autopropulso o un siluro dalla costa o da un vascello senza la presenza di nessuno a bordo del predetto battello o siluro. Non è necessario che vi sia un qualsivoglia tipo di collegamento come fili o cavi tra il battello autopropulso o il siluro e la persona alla sua guida. Ho scoperto la possibilità,azionando il comando di una semplice apparecchiatura di mia invenzione, di guidare o far si che il battello o il siluro insegua qualsiasi oggetto collocato a più di un miglio dal litorale o dalla nave da cui è stato lanciato a patto che il natante o siluro possegga un congegno di mia invenzione applicato al timone. Se vostra eccellenza riterrà la mia invenzione utile all'esercito o alla marina di Sua Maestà sono disposto a farne dimostrazione a mie spese per mezzo di un piccolo battello autopropulso su qualsiasi lago o fiume che sua eccellenza vorrà indicarmi. Umilmente prego sua eccellenza di onorarmi quanto prima di una risposta altrimenti mi ripropongo di brevettare la mia scoperta e utilizzarla commercialmente. Il suo umile servitore Guglielmo Marconi" E' probabile che Marconi si sia interessato alle problematiche del siluro, che, all'epoca, era ancora lontano dalla sua maturità tecnologica, durante i suoi soggiorni livornesi ove, dal 1885 al 1889 e poi ancora nel 1892, frequentò l'Istituto Nazionale e maturò una passione mai sopita per il mare che gli fece anche accarezzare l'idea di entrare all'Accademia Navale come il suo amico Filippo Camperio più tardi ammiraglio della Regia Marina (4).

Le trattative con il Governo Britannico

Il 1896 fu un anno di grande incertezza per la Gran Bretagna in Europa e nel mondo. Come ebbe a scrivere in marzo un autorevole commentatore, H.W. Wilson: "E' chiaro che non abbiamo un alleato sicuro in Europa o nel mondo (…). Oltretutto la crescita uniforme e continua delle flotte straniere, che non posseggono grandi imperi commerciali oltremare come il nostro da proteggere, fa pensare che sia destinata ad un' azione offensiva rivolta proprio contro di noi" (5). Da un punto di vista economico la Gran Bretagna dipendeva dall'estero per i 4/5 del suo fabbisogno di grano. Mantenere aperte le vie di comunicazione con i territori d'oltremare era insomma una questione di sopravvivenza e non solo di prestigio internazionale (6).

L'attenzione della Royal Navy agli sviluppi della tecnologia delle armi navali era quindi sempre desta. Non a caso il siluro Whitehead era entrato nell'arsenale britannico già nel 1871, prima di tutti gli altri paesi europei (ad eccezione dell'Austria-Ungheria) e degli Stati Uniti. Ad esso si era aggiunto il primo siluro filoguidato della storia, il Brennan, che, tuttavia, per l'ingombro del suo apparato di lancio, poteva essere impiegato solo da fortificazioni costiere (ne furono realizzate una decina tra il 1890 e il 1906 in tutto l'impero), quindi in funzione strettamente difensiva. Il suo inventore Louis Brennan ,lo presentò alle autorità militari britanniche nel 1881 e l'Ispettore Generale delle Fortificazioni ne fu così bene impressionato da richiederne l'adozione che fruttò a Mr Brennan un onorario di 5.000 Sterline e il posto di sovrintendente della "Brennan Factory" all'uopo realizzata a Gillingham nel Kent (7).

Forse Marconi pensava di emularlo quando scrisse al Ministro della guerra: il meccanismo di radioguida che proponeva era relativamente economico e poteva essere applicato ai siluri esistenti senza soluzioni complesse e onerose per l'erario di sua maestà. Memori dell'esperienza fatta con Brennan, colmato di onori e di denaro al di là dei suoi meriti effettivi, gli esperti inglesi tennero questa volta un atteggiamento di grande prudenza. Attraverso un approccio che oggi potremmo definire "interarma", cercarono innanzitutto di valutare la reale fattibilità del progetto e quindi ne privilegiarono gli aspetti maggiormente suscettibili di sviluppi immediati. In data 25 maggio Neville Lloyd Walford (vice ispettore generale dell'Artiglieria) richiese un parere ad F. Turner, vice ispettore generale delle Fortificazioni, (8) che suggerì di affidare i primi accertamenti al Magg. C. Penrose, viceispettore delle Difese Sottomarine, appartenente ai Royal Engineers, a cui si doveva raccomandare la massima cautela prima di fare "promesse e offrire consigli" (9).

Il 13 giugno Walford informa Marconi della visita di questo ufficiale fissata per il giorno 18, "con lo scopo di raccogliere ulteriori dettagli sulla sua proposta affinché potesse essere espressa un'opinione definitiva su di essa" (10). Possiamo solo immaginare la trepidazione con cui Guglielmo, che il 2 giugno aveva presentato all'Ufficio Brevetti di Londra una seconda e più specifica domanda di brevetto (n.12039 : "Perfezionamenti nella trasmissione degli impulsi e dei segnali elettrici senza filo e nei relativi apparecchi"), attese l'incontro con il rappresentante dell'War Office.

Il 20 giugno il Magg. Penrose trasmetteva all' Ispettore Generale delle Fortificazioni il rapporto sulla sua ricognizione in casa dell'inventore che qui riportiamo in traduzione:

"Secondo le istruzioni ricevute mi sono recato a far visita al sig. Marconi il 18 u.s.. L'inventore ha provveduto a mostrarmi la sua apparecchiatura ed a spiegarmene il funzionamento:

1. - Apparecchiatura per mostrare la trasmissione di segnali elettrici senza fili. Essa consiste di un trasmettitore ed un ricevitore. Il trasmettitore è un piccolo rocchetto d'induzione, ai punti di scarico del quale sono collegate con filo elettrico alcune piastre metalliche. Le medesime piastre metalliche sono attaccate al ricevitore, i dettagli costruttivi del quale sono alquanto complicati. L'inventore ha spiegato che l'azione del ricevitore dipende in parte dalla somiglianza (entro limiti ristretti) delle piastre metalliche poste sulla trasmittente e la ricevente e in parte dal fatto che, con correnti di potenziale e frequenza alti, certe sostanze sono alternativamente conduttori e isolanti. Tubicini di vetro chiusi ermeticamente contenenti una di queste sostanze fanno parte dell'apparecchiatura ricevente insieme alle piastre metalliche di cui abbiamo già detto. Alla chiusura e apertura del circuito principale del rocchetto di induzione (trasmettitore) corrisponde la stessa azione del ricevitore e per mezzo di una pila a secco e di un relè una batteria composta da pochi elementi attiva il rotore di un elettromagnete. I segnali in questo caso erano prodotti da un comune campanello elettrico ma potrebbero essere ugualmente prodotti da un ricevitore acustico. L'inventore a questo punto ha portato il trasmettitore in un'altra stanza ed è riuscito ugualmente ad ottenere segnali udibili nel ricevitore. L'inventore ha spiegato che pensa di utilizzare questa invenzione per la telegrafia senza fili. Ha dichiarato di essere in grado con la strumentazione adatta e trasmettitori più potenti di telegrafare a grandi distanze.

2. - Apparecchiatura per guidare elettricamente un battello autopropulso o un siluro senza l'ausilio di fili. Si è trattato solo di un esperimento con un piccolo modello. L'inventore propone di fare in modo che una ruota o una manovella sia indotta a girare in una direzione dal propulsore del battello o del siluro, compiendo il medesimo movimento di un'altra ruota o manovella simile collegata al trasmettitore. Questo movimento viene trasmesso al timone come mostrato nello schizzo allegato. Nel modellino che veniva azionato dal medesimo ricevente e relè del precedente esperimento, il timone era costituito dal prolungamento dell'asse della ruota. La ruota veniva indotta a girare da una molla o da un contrappeso quando il rotore di un elettromagnete rilasciava un dente di arresto che si innestava nell'incavo ricavato nella periferia. Azionando ed interrompendo la corrente primaria del trasmettitore il rotore del ricevitore reagiva lasciando girare il timone in una sola direzione. Questa parte dell'invenzione appare rozza e impraticabile in una scala maggiore ma non ci sono ragioni perché, con opportuni ritocchi alla parte elettrica e meccanica, il timone non si comporti proprio come un vero timone. L'inventore afferma che con due trasmettitori e due ricevitori muniti di piastre di risonanza di differenti dimensioni la normale manovra dritta /sinistra potrebbe essere eseguita facilmente. L'inventore ha affermato che in Italia aveva guidato un modello in uno stagno da considerevole distanza con il rozzo sistema mostrato ovvero con il timone sempre tendente a ruotare in una sola direzione. L'inventore dice che il ricevitore funzionerà anche in un contenitore metallico chiuso come un siluro sott'acqua e anche che l'azione del ricevitore verrà molto migliorata collocandolo nel fuoco di un riflettore parabolico metallico. L'inventore dichiara di essere in grado di guidare un battello o un siluro nel raggio di un miglio ma afferma di non essere nella posizione di effettuare grandi investimenti per realizzare un modello ed un apparecchiatura per una dimostrazione pratica se non in piccola scala.

L'invenzione telegrafica sembra essere la più importante al momento, specialmente in rapporto alle comunicazioni tra fari galleggianti e fari a terra con la costa, ma anche per scopi militari."

C. Penrose (11)


Appare evidente come il telegrafo senza fili abbia fornito maggiori garanzie di affidabilità del sistema di radioguida, forse anche perché il materiale prodotto da Marconi a corredo di quest'ultima invenzione si limitava ad uno schizzo di massima, ad un modellino e a poco altro. Si decise comunque (22 giugno) di portare la questione davanti al Torpedo Committee (Comitato per i Siluri), la massima autorità tecnica in materia, creata nel 1883. All'uopo venne fissata una riunione per il 31 agosto a mezzogiorno nell'ufficio dell'Ispettore Generale delle Fortificazioni a Whitehall. Per l'occasione furono invitati a partecipare,oltre al già noto Magg. C. Penrose, il Magg. M.A. Carr, istruttore di Elettricità alla School of Military Engineering (S.M.E ) di Chatham e il capitano di vascello Henry Jackson, rappresentante della Royal Navy, pensatore originale e pioniere della telegrafia senza fili che sarebbe diventato di lì a poco collaboratore e amico di Marconi (12). Un collegio di esperti di alto livello quindi, che così si espresse nel rapporto conclusivo stilato lo stesso 31 agosto a firma del Magg. Penrose: " … Per quanto riguarda la possibilità di applicare questa invenzione alla guida dei siluri l'inventore (Marconi) non ha fornito dimostrazioni pratiche. Considerando la novità dei metodi proposti non è possibile esprimere adesso un'opinione sulle probabilità di successo in questa direzione. Si suggerisce di chiedere all'inventore per quale somma sarebbe disposto a dimostrare la possibilità di far funzionare ciascuno dei due ricevitori indipendenti chiusi nella stessa scatola d'acciaio immersa nel mare ad un miglio dalla costa dove sono attivati i trasmettitori" (13).

Nemmeno il capitano di vascello Jackson, che riferì all'Ammiragliato il 16 settembre, si mostrò granchè convinto della possibilità di "azionare il timone di un siluro in movimento" attraverso "segnali elettrici trasmessi senza l'ausilio di fili" e concluse sostenendo che "attualmente non è possibile prevederne la reale fattibilità" (14). Tuttavia l' War Office, anche in considerazione degli esperimenti in corso sotto l'egida del Post Office, sollecitò l'Ispettore Generale per l'Artiglieria (17 settembre) a richiedere un preventivo all'inventore per una dimostrazione pratica del suo ritrovato (15).

Marconi accettò la proposta, ma non ci risulta che abbia mai fornito quanto richiesto e del siluro teleguidato non si parlò più. Le onde corte da lui utilizzate all'epoca erano d'altra parte quanto mai inadatte alla trasmissione di segnali radio ad un apparato ricevente collocato sott'acqua e rinchiuso in un contenitore metallico (16).

I concorrenti di Marconi: luci e ombre del siluto teleguidato

La scoperta delle onde radio da parte di Hertz nel 1887 e la sua prima applicazione dovuta allo scienziato inglese Oliver Lodge, spinsero molti inventori,più o meno dotati, ad utilizzarle nella realizzazione di sistemi di guida per siluri la cui notevole imprecisione era il loro vero tallone d'achille (17). Oltre a Marconi vi si applicò il fisico di origine croata Nikola Tesla (1856-1943) che nel 1898 ottenne negli U.S.A. il brevetto per un apparato di radioguida la cui capacità operativa, come risulta esplicitamente dalla documentazione allegata, era però limitata ai soli battelli di superficie (18).

Quasi nulla si sa del siluro detto Orling, dal nome del suo inventore, che la prestigiosa rivista inglese "Engineer" descriveva nel fascicolo del 25 ottobre 1901. Secondo l'anonimo articolista era stato mostrato al re di Svezia "due o tre anni prima" ed era guidato da "onde radio, raggi X o qualche altra forza simile" (19). Il prototipo dovette apparire promettente anche alla nascente industria bellica inglese se troviamo un articolo dedicato ad un siluro Orling-Armstrong , guidato da "onde elettriche", su The Illustrated London News nel 1903. Allo scoppio della Grande Guerra si pensava addirittura di utilizzare tali armi per affrontare i temibili sommergibili del Kaiser grazie alla loro supposta capacità di essere guidati sull'obiettivo con notevole precisione (20).

Maggiori dettagli possediamo sul "Torpille Radio-Automatique", costruito dai cantieri Schneider di Chalon-sur-Saone. Il suo inventore Monsieur Gabet aveva pensato di alloggiare l'apparato ricevente in un corpo fusiforme che rimaneva in superficie e a cui era saldamente vincolato il siluro, immerso,contenente una testa di guerra di 900 Kg (!) di fulmicotone. Questo mostro era spinto da un motore a benzina di 200 CV che doveva consentirgli una velocità massima di 20 nodi. La Commissione di Difesa francese competente per le armi subacquee con sede a Tolone, dopo un ciclo di prove svoltesi sulla Senna nel bacino di Maisons-Laffitte presso Sartrouville nel luglio del 1909, decise però di non dare seguito al prototipo (21).

Nel 1932 l'Ing. Piero Crocchi scelse una soluzione simile per il suo sistema di radioguida, dopo che una prima versione "senza fili", collaudata dalla Regia Aeronautica a Vigna di Valle e a Guidonia, non ebbe successo, nonostante l'utilizzo di onde lunghe per la trasmissione del segnale. Collocando l'apparato ricevente dentro una piccola boa che sarebbe rimasta in superficie (come nel "torpille" di Gabet) e avrebbe trasmesso gli impulsi radio al siluro attraverso un cavo elettrico, il Crocchi ottenne un miglioramento delle prestazioni pagato però a caro prezzo dal punto di vista della semplicità costruttiva e del valore tattico dell'arma di cui la boa denunciava chiaramente la presenza (22).

Marconi, di ritorno in Italia nel giugno del 1897, non propose il siluro teleguidato alla R. Marina ben sapendo che non poteva funzionare. Con essa avviò tuttavia una lunga e proficua collaborazione nell'ambito della radiotelegrafia senza fili che doveva protrarsi fino alla morte dell'inventore avvenuta nel 1937 (23).

Note

1. Non poteva trattarsi dell'on. Emilio Sineo, come sostenuto da Luigi Solari ("Guglielmo Marconi e la Marina Militare Italiana", Rivista Marittima, febbraio 1948, p.231) in quanto divenne ministro solo il 14 luglio 1896, ma, più probabilmente, del suo predecessore l'on. Pietro Lacava. [torna su]

2. Lettera scritta da Guglielmo al fratello Luigi da Londra il 21 marzo . [torna su]

3. Remote Controlled Torpedo in The National Archives (ex PRO, d'ora in poi TNA) WO32/8594. [torna su]

4. A Livorno Guglielmo iniziò a frequentare nel 1887 l'Istituto Tecnico ed a studiare privatamente la fisica e l'elettricità sotto la guida dei Prof. Vincenzo Rosa del R. Liceo Niccolini e la matematica sotto quella del Prof. Giotto Bizzarrini. Si avvicinò in tal modo al mondo della trasmissione delle onde elettromagnetiche da poco scoperta da Hertz in Germania. Marconi, primo nobel italiano per la Fisica (1909), non ottenne comunque mai quel diploma di scuola superiore che, tra l'altro, gli avrebbe consentito l'accesso all'Accademia Navale. Ma fu proprio la R. Marina a nominarlo Capitano di Corvetta, per meriti speciali, il 31 agosto 1916. [torna su]

5. Arthur J. Marden, "The anatomy of British sea power", London, 1940 p.241. [torna su]

6. Jon Tetsuro Sumida, "In defence of naval supremacy, finance, technology, and Britsh Naval Policy 1889-1914", London, 1989, pp.10, 17-18. [torna su]

7. Lettera del 17 luglio 1882 del "Inspector-General of Fortifications" al "Surveyor-General", TNA TS21/55. Per la storia del siluro Brennan vedasi Edwyn Gray "19th century torpedoes and their inventors", Annapolis, 2004, pp.152-168 e Alec Beanse "The Brennan Torpedo", Fareham, 1997. [torna su]

8. Per gran parte del 19° sec. fu l'esercito, ovvero l'arma del genio, ad essere responsabile delle difese costiere dell'Inghilterra. Alla Royal Navy spettava la protezione dell'isola "verso il mare". Questo dualismo emerge con evidenza scorrendo le carte relative al processo di valutazione dell'invenzione di Marconi. In proposito cfr Edwyn Gray, "19th Century torpedoes ……", op. cit., p.156. [torna su]

9. L'appunto, datato 27 maggio, che si trova in TNA WO32/8594, recita testualmente: "Pensiamo sia consigliabile che venga svolta un'inchiesta sulla pretesa invenzione con lo scopo di accertare se abbia raggiunto uno stadio di sviluppo degno di considerazione da parte del Torpedo Committee. Il Maggiore PENROSE potrebbe essere incaricato, se siete d'accordo, di svolgere alcune indagini sulla questione." [torna su]

10. TNA WO32/8594, "Remote Controlled Torpedo" [torna su]

11. Ibidem. [torna su]

12. Jackson nacque a Barnsley nello Yorkshire il 21 gennaio 1855. Nel dicembre 1868 si arruolò nella Royal Navy. Tra il 1878 e il 1879 fu guardiamarina sulla HMS Active e partecipò alla guerra contro gli Zulu. Nel 1881 fu assegnato alla HMS Vernon la nave scuola siluristi ancorata a Portsmouth. Qui iniziò ad interessarsi al funzionamento dei siluri. Jackson rimase sulla Vernon per tre anni e mezzo. Nel gennaio 1890 fu promosso capitano di fregata e lo stesso anno iniziò a fare esperimenti con le onde radio. Sposò Alice Burbury e compì molti dei suoi primi esperimenti in collaborazione con il suocero che aveva pubblicato un'opera sulle onde elettromagnetiche ed era membro della Royal Society. Tuttavia le opportunità di fare esperimenti erano poche e i progressi scarsi. Nell'agosto 1895, mentre era al comando della HMS Defiance, Jackson trasmise un segnale per l'intera lunghezza della sua nave (45 m) e l'anno dopo riuscì a trasmettere segnali su una distanza di alcune centinaia di yarde nell'estuario del fiume Lynher vicino a Saltash dove era ancorata la Defiance. Subito dopo la sua promozione a capitano di vascello nel 1896, Jackson incontrò Guglielmo Marconi alla conferenza dell'War Office del 20 giugno e iniziarono a collaborare. Dopo le manovre navali inglesi dell'autunno 1899 che Marconi seguì a bordo dell'incrociatore Juno comandato "dal suo vecchio amico Jackson", l'Ammiragliato richiese la fornitura dei radiotelegrafi Marconi per le navi della flotta. A riconoscimento del suo impegno Jackson fu eletto membro della Royal Society nel 1901. Tra il maggio del 1915 e il dicembre del 1916 fu anche Primo Lord dell'Ammiragliato. Si ritirò dal servizio attivo nel luglio del 1924. Per la collaborazione Marconi-Jackson vedasi W.P. Jolly "Guglielmo Marconi -l'uomo, lo scienziato, l'inventore", Milano, 1974, pp.67-69. [torna su]

13. TNA WO32/8594, "Remote Controlled Torpedo" [torna su]

14. TNA ADM 116/523, "Admiralty Correspondence relating to Signor Marconi's system of wireless telegraphy", London, 1899. [torna su]

15. TNA WO32/8594. "Remote Controlled Torpedo" [torna su]

16. Vedasi a questo proposito, T.H. O'Dell, "Inventions and official secrecy", Oxford, 1994, p.52 e W.J.Baker, "A history of the Marconi Company", London, 1970, p.29, [torna su]

17. Un notevole miglioramento della precisione dell'arma fu raggiunto solo con l'introduzione del guidasiluri dell'ing. triestino Ludovico Obry il cui brevetto fu acquistato dal silurificio Whitehead il 25 gennaio 1897. In proposito cfr. Silurificio Whitehead di Fiume S.A. "La storia del siluro 1860-1936", pp.114-117. [torna su]

18. Significativamente nel brevetto n.613809 dell'8 novembre 1898, Tesla parla di "floating vessels" e i disegni che lo accompagnano non lasciano dubbi sul fatto che l'invenzione sia applicabile solo ai battelli di superficie. La vita di questo personaggio eccentrico e visionario, sempre sospeso tra genialità e ciarlataneria, al contrario di quella di Marconi, è costellata di scoperte scientifiche che non ebbero mai alcuna applicazione pratica. I numerosi tracolli economici e la fuga dei finanziatori, tra cui il governo americano, che ne conseguirono lo ridussero presto in povertà. Per una breve autobiografia è utile "My inventions: The autobiography of Nikola Tesla", Filiquarian Publishing, LLC, 2006. [torna su]

19. Cfr Edwyn Gray, op.cit. p.212 [torna su]

20. Cfr Orangeville Banner del 20-8-1914. Per una curiosa rassegna dei progetti apparsi sulla stampa popolare vittoriana prima del 1882 vedasi il fascicoletto a cura di Michael D. Everett "Torpedoes and torpedo boats before 1882", Sheffield,1987. [torna su]

21. Ricaviamo queste sommarie notizie dalla rivista francese "Automobile Life" che dedicò all' invenzione tre articoli (20 febbraio, 3 luglio e 11 settembre 1909). Gabet aveva fondato nel 1906 la "Société Civile d'Etudes des Brevets Gabet Torpille", con sede a Parigi, per lo sfruttamento commerciale del brevetto del siluro. [torna su]

22. Bernardino Lattanzi, "Siluri ed aerosiluri italiani", Roma, 2006, p.103 [torna su]

23. Per un resoconto delle esperienze condotte da Marconi sotto l'egida della Regia Marina vedasi soprattutto Ernesto Simion, "Il contributo dato dalla Regia Marina allo sviluppo della radiotelegrafia", Roma, 1928. [torna su]

RIPRODUZIONE RISERVATA ©
[HOME] > [icsm ARTICOLI] > [Ricerche: Storia Contemporanea]