Come sappiamo i primi attriti fra Gestapo (che ancora nel '34 aveva un organico non superiore ai 500 uomini) e SA, risalgono al periodo delle indagini di Rudoplh Diels sulle prigioni private delle Camice Brune, ma ora che i padroni della Gestapo sono Himmler e Heydrich, i contrasti sfociano in una guerra senza esclusione di colpi.
Anche l'Abwehr dell'ammiraglio Canaris comincia ad interessarsi all'SD; la "vecchia volpe" (tale è il soprannome di Canaris negli ambienti dello spionaggio) conosce bene Heydrich e sa quali siano le armi della sua organizzazione, cioè l'inganno, l'adulazione, la corruzione e la subdola mancanza di scrupoli. Sa soprattutto che il nuovo capo dei servizio di sicurezza del Partito non ha rinunciato a prendersi la rivincita per essere stato espulso dalla Marina e per aver visto la sua promettente carriera troncata sul nascere. Canaris decide di attendere il verdetto della lotta che stava per scatenarsi all'interno del Partito fra SA ed SS, poi si sarebbe preoccupato di affrontare chi l'avrebbe spuntata.
Anche il capo di Stato Maggiore SA, Roehm, non ha dimenticato l'affronto subìto con la chiusura delle principali carceri gestite dalle Camice Brune, quindi si può dire che le SS entrano in campo ormai a giochi fatti. Dal momento che Himmler decide di occuparsi personalmente del potenziamento del Corpo Nero, affida ad Heydrich l' "Affare SA", che diventa così una questione privata della Gestapo e dell'SD in particolare.
Nel 1933 le SA sono circa 350mila uomini armati, organizzati in una struttura paramilitare, reclutati tra disoccupati, reduci, diseredati, proletari, tra le loro file non mancano socialisti e perfino ex comunisti. Non si possono definire una èlite, sono dediti all'alcool, alla omosessualità, alle risse, ma sono anche ferocemente anti-bolscevichi e anti-semiti, e sanno che se Hitler è il padrone della Germania, lo deve a loro.
La storia la conosciamo: le SA (Sturm Abteilung, propriamente Reparti d'Assalto) erano nate per volere di Hitler e Goring nell'ormai lontano agosto 1921, in seguito agli incidenti del 29 luglio, per tutelare i membri più autorevoli del Partito durante i comizi e al tempo stesso fomentare disordini durante le riunioni delle forze politiche avverse. Erano dirette in un primo tempo da Rudolph Hess, il vice-fuhrer. Il 4 novembre 1921 Hitler consegna alle SA il bracciale con la svastica nera su cerchio bianco in campo rosso da portare sulla manica sinistra della camicia bruna, con cui diventano il corpo di protezione ufficiale del Partito.
In seguito al fallito colpo di Stato del novembre '23 anche Roehm è condannato a un anno e mezzo di carcere. Appena uscito da Landsberg è eletto al Parlamento nel maggio 1924, insieme a Gregor Strasser, nelle liste del Movimento Nazionalsocialista Bavarese per la Libertà (Nationalsozialistische Freiheitsbewegung) dove vi era una nutrita rappresentanza di affiliati all'NSDAP scampati agli arresti.
Nelle elezioni del dicembre '24 Roehm perde il seggio, ma in quell'anno Hitler, nel frattempo rimesso a sua volta in libertà, era già in attività per riprendere le redini del movimento. Il Primo Ministro bavarese Held revoca il proclama che dichiarava fuorilegge l'NSDAP, giudicato ormai non più in grado di costituire una minaccia per la vita politica tedesca. Tale giudizio non poteva essere più errato, e di fatto è la condanna ufficiale della Repubblica di Weimar.
Il tempo trascorso in carcere, come sappiamo, cambia la concezione hitleriana della presa del potere. E' il periodo in cui viene scritto "Mein Kampf" con Karl Hausofer e Rudoplh Hess, redatto da Bernhard Stempfle, ex sacerdote cattolico (tutti appartenenti alla Società di Thule). Hitler vuole che la presa del potere avvenga nel rispetto delle norme costituzionali e non più con l'uso delle armi o, peggio, con una rivoluzione, a parte, naturalmente, le necessarie "intimidazioni". La storia delle SA è quindi legata a tale decisione e la loro caduta è determinata dal momento in cui la Gestapo inizia a interessarsi con priorità assoluta all' "affare Roehm".
Nel 1933 le SA hanno una solida organizzazione comprendente 21 divisioni ripartite in altrettante zone della Germania. Alla sua nomina a capo di Stato Maggiore SA il 1º ottobre 1931, Roehm ripartisce ogni divisione in quattro brigate, a loro volta formate da tre reggimenti di cinque battaglioni, composti da compagnie ripartite in sezioni. I comandanti dei vari settori sono nominati personalmente da Roehm, scelti tra i vecchi combattenti dei "Corpi Franchi" e ufficiali della Reichswehr esonerati dal servizio attivo in seguito al trattato di Versailles, come von Heidebreck (Pomerania), Schneidhueber (Baviera), Karl Ernst (Berlino), Lutze (Hannover) Schettmann (Westfalia), Litzmann (Prussia Orientale), Hans Hayn (Sassonia). Ogni formazione porta le mostrine della divisione di appartenenza, e il Quartier Generale arriva ad avere un apparato ripartito in vari uffici: Personale, Igiene, Disciplinare, Amministrativo, Addestramento, a modello dell'esercito regolare.
Roehm non perde occasione per lodare le SA come portatrici dello spirito rivoluzionario tedesco tutt'altro che soffocato, finchè il 3 luglio '33 gli arriva il primo di una serie di avvertimenti da parte di Hitler, che annuncia la fine della rivoluzione armata nel discorso tenuto ai Governatori dei Distretti (Reichstattalter), concetto che viene ripetuto dal ministro dell'Interno Frick in una circolare ufficiale, nella quale è scritto che chiunque trami, parli o agisca contro le decisioni del führer, si mette contro lo Stato, e quindi è trattato di conseguenza. Il 22 luglio è Goring, che come sappiamo è il creatore delle Camicie Brune, a non nascondere alle SA di essere oggetto principale di tali provvedimenti, diramando anch'egli una circolare in cui garantisce che ad ogni costo sarebbe stata mantenuta la pace e la legalità.
Giunto alla Cancelleria all'età di 48 anni, Hitler sa bene che per poter esercitare il potere assoluto è necessario compiere due mosse fondamentali: togliere di mezzo i rivoluzionari ancora presenti ai vertici del Partito e ottenere l'appoggio dei militari e dei grandi industriali.
In realtà, nonostante il fuhrer si sforzi di cercare il modo di non eliminare fisicamente il suo vecchio compagno di lotta (una delle poche persone che gli davano del tu), l'epurazione in seno al Partito è una scelta obbligata, per di più la corrente della quale proprio Roehm è uno dei più attivi sostenitori, crede veramente che il concetto di nazismo fosse unito e non separabile da quello di socialismo.
Con ciò entrava nelle previsioni di epurazione anche il movimento capeggiato da Ernst Niekisch noto come Nazionalbolscevismo che si augurava una Germania volta all'Est europeo per la rinascita. Stessi fini da perseguire con diversi mezzi poiché, in un certo senso, pur essendo politicamente avversi, Niekisch anticipa Hitler nella visione di conquista dello "Spazio Vitale" o Lebensraum nei territori sovietici e balcanici, sebbene con l'ideale comunista di base.
Il conflitto si inasprisce l'8 agosto '33 quando un decreto del ministero dell'Interno stabilisce che le SA cessano di essere una polizia ausiliaria. Al Congresso della Vittoria tenuto a Norimberga davanti a una folla di oltre mezzo milione di persone, i capi del Partito Nazista, Hitler in testa, chiariscono ufficialmente la propria posizione in merito alla questione e Roehm, che sembra aver inteso il significato dei precedenti avvertimenti, da tempo si preoccupa di migliorare le proprie relazioni con lo Stato Maggiore dell'esercito e con la Segreteria del führer.
Da Parte sua, anche Hitler ha voluto assicurarsi l'appoggio dei generali, rinnovando il suo completo appoggio alla Reichswehr, ma gli anziani comandanti dell'Offizier-Korp, il Corpo Ufficiali, rappresentanti della antica nobiltà prussiana, esitano ancora ad appoggiare apertamente il nuovo Cancelliere, in realtà intenzionati a usarlo per riportare l'esercito imperiale agli antichi fasti e abbattere il governo per instaurare una dittatura militare se non addirittura restaurare la monarchia. Molti generali non possono che avere una bassa considerazione per un ex caporale nemmeno tedesco, che era riuscito a farsi concedere la cittadinanza facendosi nominare da Goring "rappresentante ufficiale di un partito politico al Parlamento" e quindi i diritti di cittadino gli spettavano automaticamente.
Negli ambienti dell'Alto Comando, Hitler e il movimento nazista sono considerati un'incognita pericolosa fin dal gennaio 1930, quando l'allora ministro della Difesa, generale Groener, aveva ufficialmente vietato di svolgere propaganda politica di qualunque tipo nei ranghi dell'esercito. In seguito, tre ufficiali (i tenenti Wendt, Ludin e Scheringer) erano stati arrestati per aver trasgredito tale ordinanza e deferiti alla Corte Marziale. Al processo, tenuto a Lipsia il 22 settembre del '30, Hitler è convocato come testimone dall'avvocato difensore Hans Frank (futuro governatore della Polonia occupata), e durante il suo discorso si guarda bene dal prendere le parti degli accusati definendoli "fuorviati e ingannati da falsi ideali". Una vittoria propagandistica molto significativa.
I colloqui segreti fra Hitler e l'Alto Comando della Reichswehr iniziano il 3 febbraio '33, subito dopo la nomina a Cancelliere, nell'appartamento del generale von Hammerstein, comandante in capo dell'esercito, alla presenza di vari capi dello Stato Maggiore. Hitler, interrogato sulle proprie intenzioni, è molto abile a dire tutto per non dire niente, insistendo sulla necessità di fare risorgere la Germania. Facendo leva sui sentimenti degli interlocutori, promette dure pene per gli oppositori, il ripristino del servizio militare obbligatorio e la creazione di un nuovo e più potente esercito. Espone quindi i princìpi del proprio governo e conclude con una severa critica sui pericoli della democrazia, che stava consumando paesi una volta grandi come la Francia.
Tra alterne vicende si arriva al giugno 1933, quando il maresciallo von Blomberg, ministro della Guerra, decide di favorire apertamente i nazisti per allontanare il pericolo di sollevazioni di Sinistra. Roehm si sente escluso e il suo malcontento si diffonde a tutte le SA: gli incidenti in cui vengono coinvolti miliziani in camicia bruna ed esercito o polizia sono sempre più frequenti, dietro a tutto comincia a intravvedersi l'ombra degli agenti fomentatori di Heydrich, il quale si accontenta per il momento di prendersi la rivincita sul rivale Daluege.
Per screditare Daluege davanti a Hitler, gli uomini dell'SD coadiuvati da Heinz Jost montano ad arte due complotti contro il führer nel marzo '33: il primo ha come vittima il conte Arco-Valley, arrestato e imprigionato; il secondo rivela la presenza di tre agenti sovietici a Berlino i quali avrebbero nascosto un quantitativo di esplosivo, naturalmente trovato in tempo dalla polizia, nei pressi del monumento a Richard Wagner, lungo il percorso che Hitler compie abitualmente. Il fuhrer si convince della necessità di avere una guardia personale scelta e ne affida il compito a Himmler. Nasce così il primo nucleo della Leibstandarte-SS Adolf Hitler, 120 uomini scelti al comando di Joseph "Sepp" Dietrich.
A questo punto, Himmler decide che il momento di passare all'azione è arrivato e Heydrich convoca i collaboratori designati per approntare il progetto destinato ad "allontanare Roehm e la sua cricca di pervertiti" dal potere centrale. Sono l'Hauptsturmfuher Karl Wolff (ufficiale d'ordinanza di Heydrich), il Gruppenfuhrer barone Hermann von Schade e il Gruppenfuhrer Walter Darrè.
Roehm da parte sua, per dimostrare che non ha nessun timore, organizza la celebre sfilata SA di Breslavia, con 80mila Camice Brune al comando del responsabile del territorio Heins.
La situazione è sempre più delicata anche perché Hitler esita ancora a entrare in aperto contrasto con uno dei più vecchi compagni di lotta e oltretutto gli occhi di tutta l'Europa sono ora puntati sulla Germania, che ha improvvisamente ritirato i propri rappresentanti dalla Conferenza Mondiale sul Disarmo e sta per ritirarsi anche dalla Società delle Nazioni.
Il führer sembra riavvicinarsi a Roehm il 3 dicembre '33, quando accetta di farlo entrare nel proprio governo come ministro senza portafoglio, e rivolgendo un proclama alle SA indicandole come colonne portanti della nazione, che in realtà è una lama a doppo taglio: "...Tutti i membri del Partito e delle SA hanno più responsabilità verso lo Stato di ogni altro tedesco (...) L'esercizio della giustizia è compito degli organi del Partito, sostenuti dalle SA che sono la forza motrice dell'idea della nuova Germania..." Pochi giorni dopo entra in vigore la "Legge sull'Unità del Partito e dello Stato".
Il 1934 è l'anno fatidico: da gennaio avvengono incontri segreti fra i generali dell'esercito per tentare di porre un freno ai sempre più frequenti incidenti che coinvolgono militari e SA, finchè il 2 e 3 febbraio von Fritsch, nuovo ministro della Reichswehr, spalleggiato da von Blomberg e dal generale Liebmann dell'Alto Comando, propone un documento perché le zone del paese dove le SA mantengono una loro attività, passino sotto il controllo del ministero della Difesa. I comandanti delle Camice Brune rifiutano di sottoscriverlo, e anzi, Roehm stesso redige una contro-proposta con la quale chiede la responsabilità della difesa nazionale, mentre l'esercito si sarebbe occupato dell'addestramento militare; l'effetto che tale documento provoca alla Cancelleria è immaginabile. Il 22 febbraio il capo di Stato Maggiore SA esce allo scoperto nel discorso pronunciato davanti ai capi della Milizia Bruna della Turingia, nel quale ribadisce le basi dello spirito rivoluzionario. Hitler gli risponde nel famoso discorso ai Gauleiter: la rivoluzione armata deve considerarsi finita, l'obiettivo primario è la fusione di Partito e Stato per la rinascita della nazione germanica.
Ciò che il führer vuole in realtà è guadagnare tempo, ma lo scontro è già aperto. Hitler e Roehm hanno il primo violento diverbio negli uffici della Cancelleria alla fine di febbraio circa la proposta della assunzione della difesa territoriale da parte delle Camice Brune, che oltretutto Roehm vuole sottoporre all'attenzione del presidente Hindemburg, secondo la testimonianza del conte von Tschirchsky, segretario di von Papen, che avrebbe dovuto essere ricevuto dal führer dopo il capo di Stato Maggiore delle SA e si trovava quindi in anticamera.
Hindemburg, da parte sua, aveva fatto sapere che avrebbe rifiutato categoricamente di introdurre i capi SA nella Reichswehr, e Hitler si trova così tra due fuochi, vedendo avvicinarsi sempre più il momento della decisione.
Nello stesso periodo le spie dell'SD stavano tessendo la tela del complotto: ciò che interessa a Heydrich è eliminare ogni esitazione dall'animo del führer, e per questo attira dalla propria parte i personaggi chiave. Il generale von Reichenau ha già da qualche tempo dei colloqui segreti con il capo dell'SD, e alla congiura si aggiungono anche Goebbels e Hess. Tutti si sono accorti di poter trarre non pochi vantaggi dall'eliminazione di Roehm: per Goring sarebbe stato un avversario in meno, l'esercito non avrebbe più avuto il fiato sul collo e si sarebbe dedicato al riarmo, il Partito sarebbe stato ripulito dalla "massa di ubriaconi, depravati e rivoluzionari" (parole di Hess), le SS avrebbero recuperato la loro libertà d'azione e avuto finalmente campo libero.
La condanna di Roehm è quindi già decisa alla fine dell'aprile '34; rimane da convincere Hitler. Se ne sarebbe occupato Heydrich con il dossier preparato ad arte sulla imminente rivolta SA in tutta la Germania, quindi vengono compilate le liste dei personaggi destinati a sparire che, oltre ai capi SA, comprendono i nomi di tutti i nemici pubblici e privati. La lista di Heydrich viene così compresa in quella di Goring, alla quale si agiungono quelle di Hess, Himmler, Theodore Eicke, Adolf Wagner, Bormann e Goebbels.
Gli agenti SD infiltrati in diversi livelli della Reichswehr fanno del loro meglio per diffondere notizie tendenziose sulla sommossa e per scoprire eventuali depositi clandestini di armi. Il bottino c'è ma è magro: poche decine di fucili e pistole, assolutamente insufficienti per giustificare una sommosa a livello nazionale, ma ciò non preoccupa Heydrich.
Il 4 giugno il führer e Roehm hanno un colloquio nel quale sembrano avvicinarsi nuovamente: è deciso che le SA vengano messe in licenza per il mese di luglio, dopodichè si sarebbe analizzata la questione e presa una decisione. Lo stesso Roehm decide di ritirarsi nelle stazioni termali di Bad Wiessee, in Baviera.
Heydrich non si perde d'animo: se le prove mancano non resta che fabbricarle. In breve in tutta la nazione cominciano a circolare voci e strani documenti sull'imminente colpo di mano SA che, per canali abilmente predisposti, giungono alle orecchie di Hitler.
Effettivamente, ancora ai giorni nostri non esistono prove sicure che le Camice Brune non stessero realmente complottando; è un fatto certo che Roehm, come Hitler, imputa la sconfitta del '18 alla classe politica borghese avvelenata dal giudaismo. Come Hitler si era dato da fare, nella Baviera degli anni Venti, per organizzare gruppi reazionari contro le forze della Sinistra, ma a differenza del suo antico compagno, ora divenuto Cancelliere, auspicava una repubblica di tipo pretoriano, uno Stato militare socialista, per cui l'abisso che li separa è molto più profondo di quel che sembra. La storia ha sempre dipinto Roehm come una vittima di Himmler ma in realtà il capo di Stato Magiore SA è un uomo caparbio, cinico, che ostenta un fermo disprezzo per gli "alti papaveri" del Partito, deciso ad avere i riflettori su di sè, ormai troppo distante dall'idea di Reich che Hitler è deciso a mettere in pratica. Nell'inchiesta sulla Notte dei Lunghi Coltelli, del 1954, tutto lascia supporre che Roehm stesse realmente accarezzando progetti di rivolta, spinto dalla avversione nei confronti dell'Ordine Nero himmleriano e dei deliri ideologici di Rosemberg. Resta da decidere se aveva intenzione di agire come Heydrich ha voluto far credere.
Giovedi 7 giugno il collaboratore del capo SD, ispettore Muller, si presenta nell'ufficio del suo superiore con il comunicato redatto da Roehm, e corretto a regola d'arte, nel quale si legge che dopo il mese di congedo concesso, tutte le SA avrebbero dovuto tenersi pronte per "affrontare i nuovi compiti che la Germania si aspettava da loro": le SA erano e dovevano rimanere il destino dello Stato.
E' ciò che Heydrich stava aspettando: immediatamente fa pervenire a Goring, Himmler e Reichenau il documento in questione e tutti si trovano d'accordo sul fatto che Roehm si è decisamente scoperto troppo. A questo punto, quale sarebbe stata la reazione di Hitler ?
Alcuni giorni più tardi, il 13 giugno, la Gestapo compila un rapporto per Heydrich che lascia di nuovo spazio a logiche supposizioni: Karl Zehnthner, proprietario della birreria Bratwurstgloekl di Monaco, asserisce che Roehm e Goebbels hanno pranzato insieme a un tavolo riservato, e la notizia è confermata anche da uno dei camerieri, informatore della polizia. Goebbels ha forse preso l'iniziativa? Agisce per proprio conto, per sapere da che parte si sarebbe spostato l'ago della bilancia, oppure su ordine di Hitler? Heydrich sa bene che il ministro della Propaganda è divorato dal proprio arrivismo, ma è anche un convinto anti-militarista e il fatto che si sia apertamente schierato dalla parte di Himmler, Goring e Reichenau non giustifica una tale iniziativa. Dopo un attento esame della situazione giunge alla conclusione che se Goebbels ha pranzato con Roehm significa che il führer è ancora indeciso sul da farsi.
Il 14 giugno Hitler parte per Venezia, accompagnatro da Goebbels, von Neurath (ministro degli Esteri) e dal fotografo personale Hoffmann, per incontrare Mussolini; l'aereo personale Ju-52 e il pilota Hans Baur attendono all'aeroporto Oberwiesenfeld di Monaco. L'incontro, organizzato dal vice-Cancelliere Franz von Papen e dall'ambasciatore tedesco a Roma, Ulrich von Hassel, desta grande interesse negli ambienti politici internazionali. Durante i colloqui con il duce si parla di Roehm: Mussolini, che è ancora una sorta di modello ispiratore, raccomanda a Hitler di revocare ogni tanto qualche carica ufficiale ai membri più autorevoli perché non si mettano in testa idee di grandezza, e suggerisce di fare "pulizia in casa" prima di diffondere la dottrina nazionalsocialista.
Il führer ha raccomandato a Heydrich che al suo ritorno alla Braunhaus (la Casa Bruna, Quartier Generale del Partito a Monaco) gli venissero comunicate le ultime novità sulle SA, e la Gestapo non rimane certo inattiva.
I falsari dell'SD compilano rapporti che sottolineano la sempre più insistente voce di intrighi da parte delle Camice Brune, che avrebbero guadagnato alla loro causa anche i generali von Schleicher e von Bredow esponenti dell'aristocrazia militare.
Il 17 giugno von Papen da fuoco alle polveri: in un violento discorso a Marburg si scaglia contro le aspirazioni dei "fanatici", prosegue definendo il regime monopartitico e auspica un cambiamento che completi la scena; chiunque si diletti in considerazioni di rivolta armata offre la testa alla scure del boia. Anche la reazione di Hitler è immediata: davanti a non meno di 70mila persone riunite a Gera, vicino a Lipsia, il führer prende la parola: "...Il pugno di ferro schiaccerà senza pietà tutti coloro che si oppongono in qualunque modo alla rinascita della nazione germanica...!". Goebbels rincara la dose il 21 giungo in un discorso a Berlino, Alfred Rosembreg lo fa con un articolo sull'organo ufficiale di stampa del Partito, il "Volkischer Beobachter", Rudolph Hess pronuncia il suo discorso alla radio di Colonia, e Heydrich decide che è arrivato il momento di far comparire il dossier preparato dalla Gestapo e dall'SD.
Aiutato da Kurt Daluege (definitivamente schieratosi con la Gestapo) e dal collaboratore Hermann Behrends, il capo dell'SD presenta un fascicolo corredato con numerose lettere, tra cui quelle famose recuperate da Rudolph Diels grazie ai contatti con la malavita organizzata, sulle presunte tendenze omosessuali di Roehm, di strani giri di prostituzione, numerose intercettazioni telefoniche, denunce di informatori della polizia e della Gestapo, annotazioni in genere. Hitler, dopo aver esaminato le prove raccolte, è preoccupato della possibilità di una incontrollata guerra civile, è cosciente che una "certa pulizia" deve essere fatta, ma non è ancora del tutto convinto. Desidererebbe che avvenisse senza la morte di tanti suoi antichi compagni che hanno portato il Partito alla guida della nazione, ma si rende anche conto che ciò che chiede non è più possibile. Accetta il piano proposto da Heydrich ma non fissa alcuna data. Infine, pressato da Himmler, Goring e Goebbels, decide per il 30 giugno.
Il giorno 21 Hitler si reca a Neudeck al capezzale del presidente Hindemburg per rendergli omaggio e per comunicare le decisioni prese. L'anziano maresciallo, ormai prossimo alla morte, promette il suo incondizionato appoggio al Cancelliere contro quelli che definisce traditori della Patria. Anche von Blomberg, che il führer incontra uscendo dalla tenuta di Neudeck, si dichiara d'accordo sul fatto di porre fine una volta per tutte alle malsane agitazioni interne per ridimensionare i quadri del Partito. Von Blomberg esprime chiaramente a Hitler la necessità per l'esercito di avere un immediato punto di riferimento, e i timori degli alti ufficiali per il pericolo di una seconda rivoluzione e per il fatto che molti capi SA continuano a pretendere il riconoscimento del loro grado in seno all'esercito. Hitler tranquillizza von Blomberg: non ci sarebbe stata nessuna seconda rivoluzione.
Con i generali dell'Offizier Korp Hitler aveva già preso accordi durante colloqui segreti avvenuti a bordo dell'incrociatore Deutschland (10-14 aprile '34): avrebbe ottenuto l'appoggio dei militari per la successione a Hindemburg, ma solo dopo aver risolto una volta per tutte il problema SA. Hitler accetta, ma nessuno, forse nemmeno lui stesso, ha la minima idea del massacro che sta per compiersi sotto la direzione delle SS di Himmler.
Tutto è pronto, le squadre dell'SD, della Gestapo e delle SS vengono riunite per mettere a punto gli ultimi dettagli da parte dell'uomo che Heydrich sceglie come ufficiale di collegamento, il tenente delle SS Wilhelm Krueger (futuro comandante di campo di concentramento).
Il 25 giugno Hess prepara il terreno per l'azione con un discorso alla nazione, quindi, nello stesso giorno, è il capo dell'esercito von Fritsch a diramare lo "stato di allarme" ad alcuni reparti delle truppe regolari. Tre giorni dopo, il 29, la mobilitazione è estesa alle SS della Leibstandarte Adolf Hitler comandate da Sepp Dietrich, incaricate dell'azione diretta.
Il 28 giugno Roehm è espulso dalla Associazione degli Ufficiali Tedeschi per permettere a Heydrich di accusarlo pubblicamente di tradimento e cospirazione senza coinvolgere la gloriosa Associazione, quindi il generale von Blomberg, con un articolo sul "Beobachter", conferma la fedeltà dell'esercito al Cancelliere.
Heydrich fa inoltre pervenire a Konrad Patzig, allora ancora a capo dell'Abwehr e predecessore di Canaris, un documento "intercettato" in cui Roehm ordina il riarmo delle SA per l'avvento della seconda rivoluzione. Patzig rimane impietrito, invia immediatamente il documento a Blomberg e Fritsch i quali prendono la decisione di informare il führer, che in quel momento si trova in Renania per testimoniare, insieme a Goring, alle nozze del Gauleiter della regione, Joseph Terboven.
Poco dopo anche Sepp Dietrich recapita personalmente al ministero della Guerra un documento anch'esso "intercettato", nel quale figurano i nomi di alcuni generali fedeli al fuhrer destinati a essere eliminati durante l'imminente colpo di Stato SA. Questi si dichiarano assolutamente non intenzionati a farsi trascinare davanti ad un plotone di esecuzione di traditori, l'unico che non parla è Reichenau, poiché sa bene che il documento è un falso abilmente preparato dall'SD destinato a fugare ogni dubbio, e infatti i dubbi dei generali sono dissolti.
Nella città di Essen, il 28 giugno, tutto è pronto per il matrimonio di Terboven, Hitler è accompagnato, oltre che da Goring, dal generale Brueckner (aiutante di campo), dal Gruppenfuhrer Schaub, da Goebbels, dal dottor Otto Dietrich (capo del Servizio Stampa del Partito) e da alcuni rappresentanti delle Officine Krupp che ha visitato ufficialmente.
E' Goring che informa il führer degli ultimi rapporti giunti da Berlino: la situazione sembra grave, si hanno segnalazioni di squadre di SA richiamate nelle rispettive caserme, armate e pronte a entrare in azione, e sembra che il soggiorno alle terme di Bad-Wiessee altro non sia che il pretesto adottato da Roehm per convocare una riunione di emergenza dei capi SA per dare le ultime disposizioni e gli ordini sul colpo di mano fissato per le ore 17.00 di sabato 30 giugno.
In effetti Roehm aveva convocato i capi delle SA a Bad-Wiessee. Resta da vedere se per organizzare il ricevimento a Hitler che sarebbe giunto proprio il 30 giugno, o per attirarlo in un tranello. Fatto stà che il führer telefona personalmente a Roehm, il quale conferma ignaro le notizie, mentre Goring ordina la distribuzione di munizioni da guerra alle squadre di intevento delle SS e della Gestapo.
Il 29 Hitler si reca a Bad Godesberg (scortato da un contingente di SS tra le quali vi è anche il giovane Walter Schellemberg, che sta ultimando il proprio servizio d'ordinanza prima di entrare nell'SD) da dove rimane in contatto con Goring, rientrato a Berlino, che comunica notizie sempre più allarmanti.
Alle 21.30 arriva a Godesberg anche Goebbels, che precede di poco tempo un motociclista delle SS con un dispaccio per il führer: a Berlino il generale Karl Ernst avrebbe diramato lo stato di massima allerta alle SA ai suoi ordini (circa 250mila uomini) e il messaggio pare confermato dalle ultime informazioni raccolte da Himmler. L'ultimo ad arrivare a Godesberg è Sepp Dietrich destinato a comandare le SS scelte per la purga di sangue, il quale, ricevuti gli ordini, prosegue per Monaco dove prende accordi anche con il Gauleiter Wagner. Da Hannover arriva anche il generale SA Viktor Lutze, schieratosi dalla parte di Hitler, che si sarebbe rivelato prezioso.
Mentre si mettono a punto gli ultimi particolari di quella che viene definita operazione Colibrì, tra le decine di messaggi falsi ne arriva uno autentico: il celebre professor Ferdinand Sauerbruch è stato chiamato d'urgenza al capezzale del vecchio presidente Hindemburg.
E' quindi tempo di agire poiché, come stabilito durante gli incontri a bordo del Deutschland, Hitler avrebbe potuto succedergli e contare sull'esercito solo se il pericolo SA fosse stato eliminato.
Durante la notte del 29 giugno una telefonata preparata da Himmler conferma lo stato di allarme per le SA e afferma che, secondo le ultime informazioni, il colpo di mano sarebbe stato diretto da Karl Ernst a Berlino e dallo stesso Roehm in Baviera. A questo punto Hitler avvia l'operazione.
Il führer arriva all'aeroporto di Monaco mentre all'albergo "Quattro Stagioni" Roehm sta ultimando i preparativi per il banchetto in suo onore. A riceverlo è il direttore dell'aeroporto, Hailer, e un drappello di soldati dell'esercito inviati dal generale Adam, comandante del distretto militare della Baviera, che però vengono allontanati dallo stesso Hitler il quale ordina alle truppe regolari di tenersi al di fuori della questione riguardante il Partito.
Il direttore Hailer ricorda un episodio che ha favorito non poco i progetti di Heydrich: alla partenza da Hessen il pilota dello Ju-52 di Hitler, Hans Baur, comunica un guasto a uno dei motori e la necessità di usare un altro apparecchio. Hailer aveva ricevuto ordine da Roehm di comunicare l'arrivo del Cancelliere non appena l'aereo fosse atterrato e quando all'aeroporto ne giunge uno che non è specificatamente lo Ju-52 di Hitler, nella sorpresa Hailer si dimentica di avvertire il capo SA.
Il primo ad incorrere nell'ira del führer è il generale SA e commissario di polizia Schneidhuber, subito arrestato, poi è la volta di Schmidt, anch'egli generale SA, il quale cade dalle nuvole di fronte alle accuse mossegli. Tutto questo accade al Ministero degli Interni di Monaco, dopodichè il corteo prende la via di Bad-Wiessee.
Sulla macchina dietro a quella di Hitler siedono Goebbels e il Presidente del Tribunale Speciale del Partito, Walter Buch, quindi una lunga fila di taxi requisiti colmi di SS armate fino ai denti. Poco prima dell'albergo si aggiunge alla colonna un camion anch'esso pieno di SS della Leibstandarte al comando di Sepp Dietrich. Non è ancora l'alba e l'accerchiamento del fabbricato avviene in pochi minuti, poi è Hitler a fare irruzione all'interno.
I soldati si precipitano nelle stanze: il conte von Spreti è strappato dal letto seminudo, percosso e condotto nella hall mentre lo si copre di insulti; Edmund Haines, generale SA che aveva preso parte al colpo di Stato del novembre 1923, viene trovato addormentato abbracciato al giovane autista, entrambi sono trascinati all'esterno dove vengono uccisi immediatamente; il capitano SA Uhl, capo della guardia personale di Roehm, coinvolto nell'incendio del Parlamento, viene legato insieme al tenente Reiner e tutt'e due trascinati via sanguinanti per i colpi ricevuti.
Hitler si dirige nella camera di Roehm. Nessuno sa cosa si siano detti i due in quest'ultimo drammatico incontro finchè il führer esce gridando dalla stanza, ordinando di arrestare il capo di Stato Maggiore delle SA. Effettuati gli arresti, sulla strada del ritorno il convoglio si incontra con un reparto di Camice Brune che doveva formare la Guardia d'Onore, ed è lo stesso Hitler a ordinare l'immediato rientro nelle caserme facendo valere la propria autorità. A tutti i capi SA diretti a Bad-Wiessee che si incontrano durante il cammino, è posta la stessa domanda: "Siete con Roehm?" in caso di risposta affermativa le SS disarmano immediatamente l'ufficiale e procedono all'arresto. In poche ore le celle della prigione di Stadelheim sono piene di traditori dello Stato.
Alle 10.00 del 30 giugno Hitler rientra al Quartier Generale del Partito a Monaco, la Casa Bruna, dove lo attendono i messaggi di Himmler e Goring. Tutto è andato secondo i piani: in ogni angolo del paese le squadre della Gestapo e delle SS hanno aperto le buste sigillate con gli ordini di operazione: la caccia è cominciata.
Von Papen viene tenuto sotto stretta sorveglianza da un plotone di SS nella propria casa di Berlino; Erich Klausener, Presidente della Azione Cattolica Tedesca, è ucciso per espresso ordine di Goring dal capitano Gildisch; stessa sorte per il generale ed ex Cancelliere Kurt von Schleicher e la moglie. Il bagno di sangue si estende a macchia d'olio: sono uccisi l'editore Huber e il suo avvocato, Glaser, colpevoli di aver intentato causa all'editore del partito Max Amann; poi lo scrittore Erich Muesham, il generale SA von Wechmar a Breslavia, il commissario Villain della polizia di Gleiwitz.
Le vittime non si contano solo tra le SA e personalità avverse al nazismo, ma anche tra le stesse SS: gli ufficiali Stampach e Toifl, che si erano opposti a Himmler, vengono uccisi a Stettino dal capo della polizia locale Hoffmann; anche il comandante SS barone von Hoberg und Buchwald cade sotto i colpi dei sicari della Gestapo per essersi opposto a Bach-Zelewsky. Celebre è divenuto il caso dello scrittore e critico musicale Eduard Schmidt ucciso per errore al posto del dottor Ludwig Schmidt, amico di Otto Strasser, che si trovava già in carcere da 21 aprile e che sfugge alla morte grazie all'equivoco.
Alla Casa Bruna, Hitler convoca il direttore della fortezza di Stadelheim, Koch, al quale consegna una lista con dei nomi: quelli sottolineati in rosso devono essere immediatamente liquidati, gli altri devono essere rinchiusi in isolamento. Il generale SA Edmund Schmidt è il primo ad affrontare il plotone di esecuzione nel cortile della prigione, quindi vengono fucilati Hans Johachim Erwin, il conte von Spreti, il comandante SA della Pomerania von Heydebeck, Hayn delle SA della Sassonia, il già citato Schneidhuber, il generale SA von Klausener, i colonnelli SA Lash e Kopp, il capitano Uhl, il tenente Reiner e molti altri. Karl Ernst, che avrebbe dovuto comandare la sommossa a Berlino, viene arrestato al porto di Brema in partenza per il viaggio di nozze dal capitano Gildisch; totalmente ignaro, è portato alla caserma di Lichterfelde e lì immediatamente fucilato. Kurt Daluege, che in passato si era opposto a Himmler e Heydrich, vive ore di tensione. Gli è stato affidato il comando della Orpo (OrdungStaatsPolizei, polizia regolare in uniforme) tuttavia decide di non rientrare nella propria abitazione e trascorrere la notte nel suo ufficio presso il Ministero dell'Interno, ma il suo nome, dal momento che aveva dato la sua piena adesione alle SS, non è compreso in nessuna lista. Altre vittime sono invece Brick Klausener, segretario di vonPapen; von Bose, capo-Gabinetto sempre di von Papen; il generale von Bredow, ex capo provvisorio dell'Abwehr; Edgar Jung, altro collaboratore di von Papen; Walter Schotte, il colonnello von Detten e anche l'asso dell'aviazione Gerd. Per ordine diretto di Heydrich è arrestato Gregor Strasser e portato nelle prigioni della Gestapo alla Prinz-Albrecht Strasse dove, secondo alcune testimonianze, viene giustiziato dallo stesso capo dell'SD. E' quindi il turno di Gustav von Kahr, capro espiatorio del fallito colpo di Stato del novembre '23, poi di Fritz Beck, capo della Lega Studenti Cattolici Bavaresi, del sacerdote Stempfle che era stato molto vicino a Hitler durante il periodo della prigionia a Landsberg e aveva collaborato alla stesura di "Mein Kampf". La "Notte dei Lunghi Coltelli" sembra non avere fine.
Nel pomeriggio del 30 giugno il führer rientra a Berlino, mentre le esecuzioni e gli arresti sono ancora in corso. Roehm è ancora vivo nella prigione di Monaco e Heydrich deve compiere la sua ultima mossa: convincere Hitler a dare il permesso di liquidarlo. La mattina del 1º luglio alla Cancelleria si riuniscono Himmler, Goring, Heydrich e Goebbels, il quale ha già celebrato alla radio del Reich l'operato del Cancelliere. Dopo ore di discussione, alle 13.00 hanno partita vinta, Hitler ha ceduto e acconsente a eliminare Roehm, ma insiste perché il suo vecchio compagno di lotta si tolga la vita con le proprie mani. Theodore Eicke si reca alla prigione di Stadelheim con l'SS-Gruppenfuhrer Schmausert e la guardia SS Lippert.
Fino al maggio del 1957 i fatti circa la morte di Roehm rimangono avvolti nel mistero, quando proprio Micheal Lippert chiarisce i dubbi: sono circa le 14.30 di domenica 1º luglio, il capo di Stato Maggiore SA è rinchiuso nella cella numero 474; la porta si apre ed entra Eicke, il quale depone sul tavolaccio una rivoltella con un colpo in canna e una copia del "Volkischer Beobachter" che riporta la destituzione di Roehm e l'elenco con i nomi dei principali traditori giustiziati. Dopo pochi minuti, non avendo udito alcuna detonazione, Eicke e Lippert rientrano nella cella con le armi in pugno e fanno fuoco. Roehm si accascia con un soffocato "Heil Hitler!".
Il corpo è trasportato secondo alcuni nel cortile del carcere per essere sotterrato, secondo altri al cimitero dell'Est di Monaco per essere cremato.
Il 2 luglio alla Cancelleria ha luogo il banchetto della vittoria, al quale partecipano ministri, segretari, alti funzionari del partito e delle SS, ma Heydrich rimane nel suo ufficio poiché la Gestapo non ha ancora chiuso la partita: deve infatti provvedere agli arresti e alla eliminazione dei nemici personali, e così altri uomini muoiono nella notte tra il 2 e 3 luglio, quando le esecuzioni hanno finalmente termine.
Hitler è raggiante, anche se non nasconde l'amarezza per aver dovuto fare eliminare tanti vecchi compagni di lotta che si erano fatti onore nei lontani giorni del Putsch di Monaco, ma il suo umore cambia repentinamente quando arriva il telegramma con le felicitazioni e le congratulazioni ufficiali del maresciallo Hindemburg per aver salvato la Germania dal pericolo di una guerra civile.
Rimane difficile stabilire quante siano state le vittime della Notte dei Lunghi Coltelli. Al dirscorso al Reichstag Hitler ne ammette circa un centinaio; esuli tedeschi e scampati alla strage parlano di oltre 400; gli archivi della Gestapo ne riportano circa 130; all'inchiesta del 1957 ne risultano almeno 500.
Le SA sono senza un Corpo Ufficiali e senza un preciso ordinamento. Il generale SA Viktor Lutze è nominato nuovo comandante delle Camice Brune, che cessano di avere un ruolo attivo nella gestione dello Stato, ormai aperto al potenziamento dell'esercito e soprattutto delle SS.
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