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La guerra del merluzzo
by Koll Kurt - 27/05/03
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Finita la Seconda Guerra Mondiale, nei quadranti del Nord Atlantico le riserve di pesce, dopo sei anni in cui si era pescato poco, erano notevoli e vi fu un pescato come mai visto prima. Nella piattaforma islandese, sui banchi del Mare del Nord, nel Mare di Barents, nella Manica e nel quadrante d'Irlanda si pescarono merluzzi in quantità e misura come "ai bei tempi". Con la creazione nel 1944 del nuovo stato indipendente d'Islanda scadeva anche la vecchia convenzione anglo-danese del 1901 che stabiliva le tre miglia marine come acque territoriali. Il limite delle tre miglia fu stabilito nel 1822 con la convenzione della pesca nel Mare del Nord, firmata all'Aia da Francia, Germania, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna.

Primo passo di questa indipendenza fu nel 1950, al termine del regolare preavviso di due anni, l'Islanda annullò il vecchio trattato, ed estese il limite a quattro miglia dalla linea costiera. Con gli sconvolgimenti del diritto internazionale in auge ai nostri tempi, può apparire come una modesta rivendicazione, ma all'epoca vigeva il principio acquisito che i mari appartenessero a tutti!

Nel 1945 Truman, per proteggere gli impianti petroliferi marini, emanò un editto che affermava che gli Stati Uniti avevano il diritto di controllo delle risorse minerarie che si trovavano sulla sua piattaforma continentale. Ciò provoco proteste internazionali, Harry (Truman) fece un'ulteriore dichiarazione che per proteggere le risorse ittiche il governo degli Stati Uniti fissava delle zone contigue alle coste interdette alla pesca. Questa misura si riferiva a una disputa prebellica con il Giappone, i cui pescatori pescavano i salmoni dell'Alaska prima che dal mare facessero ritorno ai loro fiumi per la deposizione delle uova.

Tutte la nazioni marine si adeguarono estendendo i loro limiti territoriali. In Islanda cominciarono a chiedersi se le loro rivendicazione fossero troppo modeste e nel 1958 estesero le acque territoriali a dodici miglia. Pronta nota di protesta britannica "il Governo di Sua Maestà ha difficoltà a credere che il governo islandese voglia usare la forza contro le navi da pesca britanniche". Questo fu l'atto iniziale, che la stampa britannica definì "le guerre del merluzzo". Furono tre, condotte senza dichiarazione di guerra e senza morti, questo lo si dovette alla gran dose di fortuna di entrambe le parti! Francia, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Spagna sostenevano la posizione Inglese, sostenendo che gli islandesi "molestavano" la legittima navigazione.
Alla data dell'ultimatum 30 agosto 1958, tutto il naviglio si era allontanato dal limite delle dodici miglia, eccetto i tawler inglesi. Questi erano scortati, la guardia costiera islandese avvistò trentasette unità della Royal Navy, forti di oltre 7000 uomini. La flotta britannica comprendeva cacciatorpediniere e fregate con equipaggi veterani e capaci di velocità di oltre trenata nodi. La flotta della guardia costiera islandese contava sette unità, la meglio equipaggiata poteva fare diciassette nodi massimo. Ciascuno era armato di un cannoncino e gli equipaggi erano composti da poliziotti o civili militarizzati con nessuna esperienza militare. Però tutti erano provetti marinai che conoscevano perfettamente le acque islandesi. Durante i due anni e mezzo della prima guerra del merluzzo, la guardia costiera arresto solamente un tawler britannico, che si era avventurato dentro il vecchi limite delle quattro miglia. In compenso la tensione fece fare dei pescati molto scarsi. La situazione fu regolata dopo cinque mesi di negoziati svoltesi a Reykjavik, Londra e Parigi, e nel febbraio del 1961 gli inglesi riconobbero le dodici miglia.

Dopo dieci anni si ripeterono le medesime condizioni. Nel marzo 1971, l'Islanda dichiarò che con effetto dal 1 settembre 1972, il limite sarebbe stato portato a cinquanta miglia. Gran Bretagna e Germania Occidentale, ora parter della Comunità economica europea, protestarono energicamente e chiesero alla Corte internazionale di giustizia di intervenire. L'islanda non riconobbe l'intervento della corte, perché la questione riguardava la piattaforma islandese e non era materia di legge internazionale. Prima che la corte internazionale decidesse, ci fu il tempo per combattere la seconda guerra del merluzzo! Questa guerra fu più breve ma anche più pericolosa. La guardia costiera islandese si presentava più preparata e attrezzata di mezzi veloci. La Royal Navy, spalleggiata dalla Germania Occidentale, cui non era consentito di intervenire militarmente, ma che fornì materiali di appoggio e rifornimento. Nella prima guerra l'unico modo per gli islandesi di fermare i trawel inglesi era quello di sparargli addosso. A parte che erano male armati, poi c'era la volontà d'entrambi di non mettersi ad ammazzare nessuna persona. Ma nel 1958 gli ingegneri islandesi avevano segretamente realizzato un'arma ideale per combattere la guerra del merluzzo. L'installarono su sette imbarcazioni della guardia costiera. Nel frattempo cominciarono i negoziati, decisero di tenere segreta il marchingegno nascondendolo sotto dei teli. Così dopo dieci anni alla seconda crisi si trovarono pronti!

Le procedure furono: le imbarcazioni islandesi si affiancavano ai trawel stranieri informandoli che stavano violando le leggi e di allontanarsi immediatamente. Al rifiuto, il battello islandese virava di bordo, e poi puntando sul trawel con un angolo di novanta gradi passava appena dietro la sua poppa, trascinando "l'arma segreta" – una grande pinza taglierete derivavate dalla tecnologia del dragaggio delle mine marine. Questa agganciava la rete a strascico e la tranciava, liberando un valore di oltre 5000 dollari più il pescato. Durante l'anno del conflitto, persero le loro reti sessantuno trawel inglesi e quindici tedeschi. I pescatori, per proteggersi, dovettero pescare in coppia, uno trainava la rete e l'altro lo proteggeva cercando di speronare il guardacoste islandese, ma di speronare erano capaci pure loro, anzi erano avvantaggiati dallo scafo costruito per rompere i ghiacci, che li rendeva particolarmente pericolosi. Questo degenerò in una specie di autoscontro in mare aperto e in quei quadranti non sono rare bufere con venti di oltre sessanta nodi all'ora (nda mi ricordo di filmati trasmessi dal telegiornale, si vedevano battelli che più che speronasi, si davano tremende fiancate, accostando il guardacoste islandese pareva "appontasse" tanto era alto il mare!).

La Royal Navy non intervenne, entrambi i paesi appartengono alla NATO. Gli inglesi inviarono quattro rimorchiatori d'alto mare che si buttarono nella mischia speronando alcuni battelli islandesi. La reazione fu quella di sparare davanti ai rimorchiatori alcuni colpi di avvertimento, anche se un trawel inglese il colpo se lo prese in pieno. A questo aggravarsi i pescatori si allontanarono oltre le cinquanta miglia. A questo punto intervennero sette fregate della R.N., si stabilirono dei quadrati dove i pescatori erano protetti dalle navi militari. Gli islandesi non si fermarono e si buttarono nella mischia, che miracolosamente non portò a perdite umane! Il governo islandese si dimostro incredibilmente duro, la NATO preoccupata cominciò a far pressione sugli inglesi che infine accettarono le cinquanta miglia!

Nel 1974 le riserve di merluzzo islandese cominciarono a calare, l'anno successivo portò a duecento le miglia delle sue acque territoriali, immediatamente i trawel stranieri uscirono da questo limite tranne gli inglesi e i tedesco occidentali, ricominciava la solita guerra! Questa sarebbe stata l'ultima e la più breve ma non la più incruenta. Gli islandesi spararono (sempre a vuoto) cercando di tagliare le reti, ma entrambi i contendenti erano diventati esperti in "naviscontri" incruenti. Ci furono comunque trentacinque speronamenti, quarantasei trawel inglesi e nove tedeschi persero le reti. Ancora la NATO "scocciata" intervenne, iniziarono dei negoziati ci furono accordi e concessioni. Nel 1976 la CEE (la mamma dell'Europa Unita) fissò la zona di competenza a duecento miglia e gli inglesi dovettero adattarsi! Questo fu l'ultimo atto della disputa, diverse scelte commerciali, diverse abitudini alimentari cambiarono gli interessi commerciali e non vi furono più tensioni in quei quadranti tempestosi!

Koll Kurz
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