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Isolamento contro i gas tossici
by Orwell - 02/04/03
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"Paolo" wrote:
Mi era capitato di leggere un riassunto delle misure che il Governo israeliano consigliava ai propri cittadini per proteggersi da un possibile attacco con gas o armi batteriologiche, misure che sembravano semplici, e forse fin troppo rudimentali e "casalinghe" Mi chiedo se simili protezioni possano essere davvero efficaci, soprattutto se si tiene conto che di certe sostanze chimiche bastano quantità minime per rimetterci la pelle (e analogamente per le armi batteriologiche) e quindi l'isolamento dovrebbe essere perfetto. La cosa mi interessa in parte per i rischi sia pur minimi legati alla attuale guerra in Iraq, e ancor più per poter applicare una adeguata tecnologia contro ladri che narcotizzano famiglie prima di entrare a rubare, etc etc. Grazie per ogni chiarimento
Paolo

Ricupero dalla mia libretta NBC più le consulenze di un amico mio epidemiologo.

Armi batteriologiche efficaci si combattono praticamente solo con un adeguato vaccino e/o con misure ovvie tipo lavarsi le mani, non sniffare polveri sospette, fare la doccia, bollire tutto ecc.

Armi chimiche in ambiente chiuso: o hai l'antidoto specifico (ad es. l'atropina per alcuni nervini) o sei fritto (la maschera antigas va bene per l'iprite, ma ci vuole un telone impermeabile per proteggere l'intero corpo da una goccia di Sarin; e se ci sono dei gas emetici, cioè che fanno vomitare, la maschera è inutilizzabile)

Armi chimiche in ambiente aperto: in poche ore (24, o anche meno) il vento e/o il sole e/o la pioggia riducono la concentrazione al di sotto dei valori pericolosi, per cui può effettivamente bastare restare chiusi in una stanza con porte e finestre sigillate ad es. con del nastro (e spegnendo l'aria condizionata!).

Il bassissimo costo di produzione di un'arma chimica efficace (il cui limite sta essenzialmente nella necessità di concentrazioni sufficienti) la rende ideale per attacchi terroristici in ambienti chusi. L'arma chimica, una volta raggiunta la concentrazione adatta, agisce così in fretta che solo personale specificamente addestrato è in rado di sopravvivere, posto che abbia pronto all'uso sottomano l'antidoto adatto.

E, difatti, i fanatici giapponesi che hanno fatto l'attentato col Sarin hanno scelto un ambiente abbastanza chiuso (la metropolitana). Pensiamo anche al teatro di Mosca. L'iprite nella prima guerra mondiale colpiva soldati spesso non aggiornati sul pericolo e al riparo in trincea, anch'esso ambiente abbastanza soffocante.

Ecco perché non ha senso la semplificazione giornalistica che parla di 'quantità di botulino in grado di sterminare una città come Genova': se l'aggressore non ha modo di mantenere una concentrazione sufficiente, tutto questo botulino se ne va nelle fogne con le urine. Allo stesso modo potremmo parlare di 'quantità di grappa in grado di sterminare una città come Genova': a concentrazioni sufficientemente elevate si va in coma etilico e si muore, ma nessuno grida alle armi chimiche.

A differenza delle armi chimiche, nonostante la grande mole di ricerche sulle armi batteriologiche, queste ultime armi non si sono usate in conflitti moderni. Hanno il vantaggio -a differenza delle armi chimiche- che il contagio non dipende dagli agenti atmosferici, ma devono essere debilitanti e/o mortali e contagiare abbastanza rapidamente e semplicemente da impedire prevenzione ed efficaci vaccinazioni di massa. Questa è una contraddizione: se ammazzano in fretta il malato questi non fa in tempo a contagiare, se debilitano è facile isolare il malato.

Ad esempio, l'antrace delle poste USA andava annusato, per colpire i polmoni. Ovvio che se uno riceve una lettera profumata istintivamente la annusa, ma non è così che scateni un'epidemia. Lo scherzo cretino fatto da un anonimo a Genova di mandare a un tale una lettera profumata con su scritto: "Attenzione! Antrace!" contava appunto sul fatto che i due carabinieri chiamati dallo sfortunato destinatario avrebbero istintivamente annusato la busta profumata, per poi dover passare tutta la trafila di accertamenti unitamente a un bello spavento e allo sfottò generale.

Inoltre un'epidemia, se si sparpaglia sufficientemente in fretta, non conosce frontiere, e coinvolge inevitabilmente lo Stato aggressore.

Questo è probabilmente il motivo per cui il principe di tutte le armi biologiche conosciute, il vaiolo, non è stato utilizzato nemmeno in eventuali varianti mutagene che sfuggissero ai vaccini.

Ad esempio, se fosse stata la Germania del Kaiser a scatenare la pandemia (=epidemia mondiale) di spagnola del 1918, avrebbe fatto un pessimo affare, perché proprio la Germania fu pesantemente afflitta da quella epidemia. L'altro esempio di pandemia del XX secolo, l'AIDS, è inutile come arma biologica, perché i soggetti contagiati possono combattere ancora per anni dopo il contagio.

Le armi biologiche vanno quindi bene in ambienti isolati (le città assediate al riparo delle mura, senza contatti con le forze occupanti, oppure su comunità isolate e arretrate con scarsi contatti con l'esterno e scarsa preparazione medica, come i Pellerossa; e difatti città assediate e Pellerossa furon in passato le vittime della guerra biologica (peste, vaiolo, febbre gialla..).

Di questi tempi, di ambienti davvero isolati ce ne sono pochi. Un attacco con un'arma biologica efficace, come ad esempio un vaiolo modificato geneticamente per resistere ai vaccini Salk e Sabin, diventerebbe quasi certamente una pandemia.

L'umanità di oggi è composta degli eredi dei sopravvissuti della grandi epidemie e pandemie del passato, e l'immunità si è probabilmente almeno in parte preservata atraverso le generazioni per ereditarietà. Ragion per cui agenti patogeni tradizionali come la peste e il colera ci fanno meno paura che in passato, date anche le migliori condizini igieniche. Resta vero che il vaiolo ammazza circa il 30% delle sue vittime, e che la vaccinazione è stata sospesa perché l'agente patogeno sopravvive ormai solo in tre laboratori in USA. UK e Russia (ufficialmente a scopi di ricerca).

Anche se l'idea di una pandemia sembra potenzialmente attraente per un fanatico religioso, è difficile che una organizzazione terroristica possa da sola riuscire là dove finora nessuno Stato sembra essere riuscito, cioè nel realizzare l'arma biologica al contempo sufficientemente rapida e sufficientemente debilitante e/o letale.

Lo può fare, certo uno Stato, ma solo dopo una campagna di vaccinazioni di massa che metta al riparo i governanti, la propria struttura di difesa e (almeno in caso di regimi non tirannici) la propria popolazione.

L'unico Paese in grado di sopravvivere certamente oggi 2 aprile 2003 a un'eventale epidemia di vaiolo da esso stesso scatenata sono gli Stati Uniti, in seguito alla campagna di vaccinazioni colà intrapresa di recente.
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