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Thorvald vs. Zaitsev (più un paio di altre considerazioni)
by Luigi Vianelli - 5/01/02
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Ecco il parere di Martin Pegler (autore fra l'altro di "The Military Sniper since 1914") sul celeberrimo duello fra Thorvald e Zaitsev in quel di Stalingrado.

Il duello, come si sa, è stato rappresentato nel film "Il nemico alle porte", laddove a Thorvald venne dato il nome di Koenig.

"Durante le ricerche per un libro sui tiratori scelti, ho preso contatto con alcuni musei russi per sincerarmi sulla veridicità del celebre combattimento fra Zaitsev e Koenig (Thorvald). Nonostante il fatto che i diari russi delle compagnie e dei reggimenti fossero pieni di ogni tipo di notizia relativa ai terribili giorni della battaglia di Stalingrado, nessuna tratta di questo duello. Questa a me sembra essere un'omissione assai strana, soprattutto in considerazione del culto dello "Sniperismo" [NDR: concedetemi questo anglismo], che la stampa sovietica era così sollecita ad esaltare.

Tendo ad aderire all'opinione di Anthony Beevor, secondo il quale questo duello non avvenne, ma fu piuttosto il risultato di una serie di notizie propagandistiche della stampa, pronta a promuovere nuovi "Eroi dell'Unione Sovietica". In realtà, nemmeno lo stesso Zaitsev confermò o negò mai l'evento: fatto assai strano, considerata la sua evidente importanza storica".

In definitiva, per una serie di considerazioni varie continuo a ritenere Matthias Hetzenauer il più grande tiratore scelto della seconda guerra mondiale, con 345 "centri certificati" nel periodo 1943/1945.

Rammento un altro paio di cose riguardanti Hetzenauer.
  1. Armamento utilizzato: K98 o G43.
  2. Distanza utile dichiarata per fare centro: Testa - 400 metri ; Torso - 600 metri ; Figura in piedi (qualsiasi parte del corpo) - 700/800 metri
  3. Centro utile certificato alla massima distanza: 1.100 metri
  4. Percentuali di successo: 400 m - 65% ; 600 m - 30%
  5. Corso di addestramento svolto a: area addestrativa di Seetaleralpe (è una zona della Stiria ancora utilizzata dalla NATO)
  6. Metodo di certificazione: attraverso la testimonianza di un ufficiale, di un sottufficiale o di due militari di truppa (bisogna ricordare che in genere - ma non sempre - i tiratori scelti lavoravano in team con altri tiratori scelti e con una serie di osservatori/puntatori).
Tanto dovevo a mr. Clark, insieme al quale qualche mese fa avevo iniziato ad intavolare questo discorso.

Saluti.
Gigi

Reply di Isoroku Yamamoto - 5/01/02

Se non ricordo male si discusse pure di tattiche, e qualcuno se ne uscì che non esistevano (secondo questo gli unici sniper erano gli americani e gli israeliani...) vedo che invece tu citi una scuola e delle tattiche.
Hai dei riferimenti utili?
che ottica usava hetzenhauer?

Cmq non userei il termine grande, ma quello col maggior numero di centri. Grande poteva essere uno che magari uccise solo uno, ma questo morto, che so era Hitler. (non so se mi sono spiegato ;)))

Iso

Reply di Luigi Vianelli - 5/01/02

Il miglior testo che io abbia letto sull'argomento è "The German Sniper 1914-1945" di Peter R. Senich (Paladin Press, 1982). La scuola per i tiratori scelti esisteva, tanto che Senich riporta parecchie illustrazioni tratte dall'edizione 1944 del manuale del tiratore scelto (H.Dv. 298/20 - "Kampfschule der Panzertruppen. Ausbildung und Einsatz des Scharfschutzen"). Da ciò che risulta, la maggior parte dei tiratori scelti "diplomati" (per così dire) veniva assegnata in una fase iniziale alle compagnie, passando spesso in seguito agli ordini diretti dei vari comandi divisionali. Nello stesso tempo, un'aliquota di tiratori scelti in ogni compagnia veniva equipaggiata con mirini telescopici, pur non seguendo dei veri e propri corsi specialistici. Quindi - secondo Senich - esistevano due tipi di tiratori scelti, dei quali solo uno poteva essere definito "sniper" in senso stretto.

Sulle tattiche specifiche, si sa che gli "snipers" ricevevano diversi tipi di ordine a seconda che ci si trovasse in fase d'attacco, di difesa o durante una ritirata. In quest'ultimo caso (cito) "Da quattro a sei "snipers" ricevevano l'ordine di proteggere la retroguardia e di eliminare ogni nemico al suo apparire. L'uso delle mitragliatrici nella retroguardia avveniva solo nelle emergenze, dal momento che gli "snipers" ritardavano l'avanzata del nemico con uno o due "centri", senza rivelare facilmente al nemico la propria posizione".

Quindi, più che di vera e propria "tattica" si può parlare di "particolare addestramento". Questo comprendeva ovviamente la conoscenza di vari tipi di armi da fuoco, tecniche di infiltrazione e di esfiltrazione, di cammuffamento ed altro (per esempio: sono riportati un paio di disegni che mostrano come arrampicarsi sugli alberi aiutandosi con mezzi di fortuna).

Per quanto riguarda il cammuffamento, è da notare che gli "snipers" utilizzavano molto spesso dei falsi bersagli, onde avere la possibilità di defilarsi se scoperti, senza essere colpiti al primo colpo. Questi falsi bersagli alle volte erano dei veri e propri pupazzi in posizione a qualche metro dallo "sniper", opportunamente cammuffati anch'essi, sia pure ovviamente in modo meno accurato rispetto allo "sniper" stesso.

Che ottica usava hetzenhauer?

Hetzenauer parla di un mirino telescopico a quattro ingrandimenti per un bersaglio a meno di 400 metri. Per i bersagli più lontani, un mirino telescopico a sei ingrandimenti. I telescopi più utilizzati per il K98 furono l'Ajack 4x90 e il ZF (Zielfernrohr) 41, anche se non so quale fu quello scelto da Hetzenauer.

Cmq non userei il termine grande, ma quello col maggior numero di centri. Grande poteva essere uno che magari uccise solo uno, ma questo morto, che so era Hitler. (non so se mi sono spiegato ;) )

Sono d'accordo con te. E' da notare però che questa sorta di pudore nel linguaggio generalmente vale quasi solo per i tiratori scelti (anche se non sempre: mi vengono in mente per esempio gli equipaggi dei bombardieri in certe particolari missioni). Questo probabilmente è dovuto a due fattori: in prima battuta perché questi signori colpivano direttamente uomini in carne ed ossa, di modo che il rapporto fra l'ucciso e l'uccisore è assolutamente immediato; in secondo luogo perché lo facevano generalmente di soppiatto, cammuffandosi, e in maniera generalmente inaspettata. Manca quindi quasi sempre quel contesto di "duello" che invece prende corpo nei campi di battaglia. Non a caso, non esiste nessuna fotografia di uno "sniper" tedesco col suo distintivo. Questo distintivo Scharfschuetzenabzeichen) venne creato il 20 agosto del 1944, coll'intento di premiare gli "sniper" più capaci. Le categorie erano le seguenti: primo grado per 20, secondo grado per 40 e terzo grado per 60 uccisioni certificate. Si dice che gli "sniper" tedeschi non lo indossassero per evitare di venire ammazzati nel caso in cui fossero stati fatti prigionieri.

Pensa invece alla diversa considerazione che in genere si ha per altri personaggi. Prendi un Michael Wittmann. Quante persone avrà ammazzato a Villers-Bocage? Eppure mai e poi mai gli sarebbe passato per l'anticamera del cervello di non indossare il suo Panzerkampfabzeichen (il distintivo che veniva concesso agli equipaggi dei mezzi corazzati).

Saluti.
Gigi

Brano da una Reply di Luigi Vianelli - 6/01/02

[...]

Nel libro da me citato, Hetzenauer ricorda di aver ucciso durante la stessa azione per otto volte un comandante di reparto avversario (!). Allo stesso modo, dichiara una certa percentuale di successo anche nei confronti dei mitraglieri russi, anche se riparati dietro scudi protettivi (a 300 metri riusciva a colpirli lo stesso).

Come ho già scritto tempo fa, alcune delle "prestazioni" (per così dire) tedesche sembrano veramente sbalorditive, eppure nulla fa pensare che non siano reali. Esisteva ovviamente l'esaltazione dell'atto singolo, ma non mi risulta che la propaganda nazista abbia artatamente gonfiato le cifre. Anzi: so di qualche rarissimo personaggio prima citato ad esempio e poi caduto in disgrazia: si scoprì che le sue azioni valorose erano state inventate in tutto o parzialmente. Alcuni di questi personaggi vennero ammazzati per questo.

Qui mi viene in mente purtroppo una storia che riguarda un italiano. Sto parlando del Capitano di Fregata Enzo Grossi, uno dei nove italiani decorati di Croce di Cavaliere della Croce di Ferro (Ritterkreuz) durante la seconda guerra mondiale. Come si sa, durante una missione al comando del sommergibile "Barbarigo" dichiarò l'affondamento di due navi da battaglia americane: una del tipo "Maryland" (notte fra il 19 e il 20 maggio 1942) ed una del tipo "Mississippi" (6 ottobre 1942). Per queste azioni ottenne pure una Medaglia d'Oro al Valor Militare e due promozioni per merito di guerra. Ora, si deve sapere che questi due affondamenti in realtà non ebbero luogo. Grossi nel 1953 vide revocata sia la Medaglia d'Oro che le due promozioni. La Ritterkreuz non venne mai revocata perché i tedeschi non ne avevano alcun interesse.

Fatto sta che io non conosco nessun episodio simile accaduto ad un tedesco durante la guerra. Si sa che certe "vittorie" (soprattutto quelle aeree) erano alle volte discusse e messe in dubbio, ma sugli affondamenti di corazzate nemiche...
Saluti.
Gigi
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