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Artiglieria Italiana vs T34
by Manu - 07/10/01
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AVVISO: questo post contiene le 5 puntate tutte insieme non c'è nulla di nuovo quindi non impazzite a rileggerlo tutto.

Ed eccovi il polpettone tutto insieme:

Il thread "matilda vs 47/32" mi ha fatto prendere così bene che ho deciso di postare un articolo di F. Cappellano apparso qualche tempo fa (maggio 2000) su Storia Militare riguardante le vicende del 120º Regg. art. mot. del Regio Esercito contro i T34 Sovietici nel luglio 1942. Trovo che sia molto interessante in quanto descrive le prestazioni c.c. di artiglierie non specificatamente progettate per questo ruolo [l'ottantotto insegna]. Premetto che non sono un esperto di proietti ne di corazzature ciò che conosco sono i principali tipi di artiglierie italiane utilizzate nella II gm. Riporto quindi l'articolo così com'è commenti e critiche sono graditi.

Il testo è abbastanza lungo quindi lo posterò a puntate. Spero che lo troverete interessante:

Sreafimovich, 30 - 31 luglio 1942.

Dal diario del 120º Reggimento artiglieria motorizzato, Ucraina, 30 luglio 1942.

Partiamo con il riassunto dei combattimenti che interessarono la batteria da 75/97/38 ( denominazione italiana del cannone c.c. da 75/34 mod. 97/38 ceduto dai tedeschi agli italiani n.d.r.)

"[...] Il mattino del 30 settembre si procedeva allo studio dello schieramento di 4 gruppi - I e II/120º; II/201º e LXII/30º - e della batteria c.c. 75/97/38 del 120º che dovevano prendere parte all'azione offensiva che doveva portare all'eliminazione della testa di ponte di Sserafimovitch [Serafimovich], una pioggia insistente cominciò a cadere. - Per tema che le piste dovessero divenire impraticabili, fu dato ordine ai gruppi di assumere immediatamente lo schieramento predisposto senza attendere il tardo pomeriggio, e così i gruppi erano appena arrivati nella loro zona di q. 210,1 - anzi il II/201º aveva ancora la 4º btr. in marcia - quando verso le 13,30 appariva all'improvviso la prima ondata di carri armati. - Data la zona di schieramento: anfiteatro poco ondulato e la postazione dei vari gruppi, tutti presero parte con i loro cannoni alla lotta sferratasi contro i carri. [...]
BATTERIA DA 75/97/38 del 120º Giorno 30: La btr. era schierata un km. a Sud-ovest di q. 210,1 per sbarrare le provenienze ai carri eventualmente provenissero da Nord, da Ovest, da Est. - Visibilità 180º su tutta la piana, eccetto un tratto di circa 20 metri in profondità per 100 metri in larghezza, a circa 200 metri dalla btr. causa leggero avvallamento. - Circa mezz'ora dopo l'apparizione dei primi riprese a piovere e continuò con rovesci d'acqua sino alle ore 16 circa. Per la btr. da 75/97/38 posso suddividere tutta l'azione svolta contro i carri in varie fasi:
Prima fase: I carri apparvero all'improvviso verso le ore 13.30 sbucando dal costone di q.210,1 circa 1000 metri dalla batteria. - Il tiro viene iniziato a circa 800 metri e vengono sparate 30 granate a caricamento cavo e 30 granate a scoppio con i seguenti risultati: - carro armato medio T34 n.78 viene colpito sulla prua in basso immediatamente sotto il gancio destro di traino - il colpo ha immobilizzato immediatamente il carro. - carro armato leggero n. 315 è stato colpito sulla parte superiore a sinistra con granata a scoppio - venne visto incendiarsi ed allontanarsi per una ventina di metri - quivi si fermava bruciando. - altro carro armato leggero venne colpito sulla corazza frontale con granata a scoppio ed immediatamente si arrestò. Nulla si può dire sulla sorte degli equipaggi essendo l'attenzione degli artiglieri concentrata sugli altri carri che apparivano. Seconda fase: Tre carri armati intanto proseguivano: due spostati nettamente a sinistra; l'altro verso il centro della radura della zona dello schieramento. Su quest'ultimo si concentrò il tiro della btr. sparando a circa 300 metri di distanza n. 20 granate a carica cava. Risultati: - carro armato T34 n. 76: venne raggiunto da parecchi colpi; ma due soli hanno avuto effetto: uno sulla corazza frontale immediatamente a destra della mitragliatrice e l'altro lateralmente alla torretta - ambedue i fori sono di diametro molto piccolo non avendo le granate avuto effetto pieno causa la conformazione della corazzatura. - Il carro rimase immobilizzato al secondo colpo utile. - Esaminato in seguito questo carro presenta anche uno squarcio nella lamiera orizzontale di protezione dei cingoli (spessore circa 10 mm) mentre la lamiera verticale appare intatta. Non ritengo possa trattarsi di un colpo proveniente dall'esterno, essendo impossibile ad un proietto arrivare a contatto con tale lamiera orizzontale senza incontrare i cingoli: - questi infatti non sono stati colpiti da alcun proietto - ritengo piuttosto che una scheggia della corazza proiettata da uno dei due colpi messi a segno abbia provocato lo scoppio di un proietto del cannone da 76 mm. del carro stesso. - Gli altri due carri intanto piegavano verso sinistra, scomparendo dietro un costone invano inseguiti dal tiro (circa 10 granate a caricamento cavo, distanza di tiro circa 600 m.) Terza fase: Dopo circa mezz'ora, improvvisamente, affioravano fra l'erba le torrette di due carri che avanzavano verso il centro della batteria - spostati a mano i pezzi di pochi metri per meglio sparare - vennero sparati alcuni colpi che non arrivarono a segno o, per lo meno, non ebbero risultati, ma che ottennero però di far deviare i carri, i quali a grande velocità si riportarono dietro il costone, scomparendo alla vista della btr. Ma poco dopo il primo di questi due carri (T34) ricompariva puntando direttamente sulla btr e facendo fuoco col cannone e con le mitragliatrici. La btr. aprì subito il fuoco e furono sparate circa 10 granate c.c., ma di queste una sola riuscì ad immobilizzarlo a circa 8 metri dal II pezzo. - il colpo aveva preso in pieno il risalto della torretta sul lato del cannone ed otteneva il pieno effetto uccidendo tutto l'equipaggio. Un secondo T34, n.77, spostato sulla sinistra, avanzava dopo circa un quarto d'ora, dopo essersi occultato in un cespuglio. - Venivano sparate 8 granate a caricamento cavo, delle quali una colpiva in pieno la torretta sul fianco sinistro immobilizzando il carro l'effetto del colpo è stato pieno. - La torretta veniva anche forata da uh proietto da 75/32 della 4a btr. che avendo visto la minaccia dei carri armati, immediatamente si schierava sulla destra della btr. da 75/97/38. Detto colpo urtava sull'otturatore del cannone da 76 mm di cui era armato il carro, ma non scoppiava [e l'equipaggio riempì le mutande (scusate l'umorismo fuori luogo) n.d.r.].

Giorno 31: La btr. da 75/97/38 è in posizione nei pressi della strada che porta a q.197,4 - 180 nei pressi del laghetto. - Detta posizione fu presa di comune accordo fra il Ten. Guglielmi, Comandante la btr. 75/97/38 del 120º ed il Ten. Lohler, Comandante di due pezzi anticarro tedeschi in posizione sulla sinistra della strada. - Distanza della btr. da 75/97/38 della strada circa 500 metri. Visibilità ottima. I carri appaiono improvvisamente lungo la strada verso le 13, procedendo alla massima velocità, a circa 600 metri dalla batteria. Vennero sparate circa 15 granate a c.c. delle quali una colpiva un carro del tipo T34 immobilizzandolo. Il colpo arrivava sulla torretta laterale. Poco dopo altri carri si presentavano e la sezione sparava 14 granate a c.c. e una ventina di granate a scoppio avendo ultimate le prime. Risultati: - Un carro T34 colpito alla torretta, si incendiava e si arrestava dopo una cinquantina di metri bruciando. - Due carri leggeri colpiti con una granata a scoppio restavano immobilizzati. - In questa azione il Ten Lohler con i suoi pezzi distruggeva un carro T34 e due leggeri. In definitiva la batteria da 75/97/38 del 120º nei giorni 30 e 31 luglio riusciva a distruggere o ad immobilizzare: giorno 30 - 4 carri T34 3 2 leggeri; giorno 31 - 2 carri T34 e 2 leggeri.

EFFETTO dei proietti. Granata a c.c.: deve colpire i punti vulnerabili del carro, altrimenti non dà l'effetto desiderato. - Sui carri immobilizzati infatti sono state notate molte tracce di colpi di granata c.c. (nettamente riconoscibili per le tracce di fusione), che però non hanno avuto effetto causa la sagomatura delle corazzature. - Nei colpi utili, il foro è provocato per fusione della corazza e si retringe verso l'interno- l'effetto distruttore è dovuto alla proiezione delle particelle fuse della corazza verso l'interno. - Granata a scoppio: sui carri T34, nessun effetto. - Si sono dimostrate efficaci contro carri leggeri."

"II Gruppo da 75/27 del 120º. Giorno 30 luglio: Il gruppo era schierato più avanti e a destra degli altri, nei pressi proprio della q. 210,1. La prima ondata di carri, ore 14 circa, capitava sulla 6a e 4a btr. così all'improvviso che ben tre pezzi della 6a e due della 4a venivano completamente schiacciati prima ancora che si potesse dirigere il tiro contro di essi. Ma ben presto tutti e quattro i carri armati di tipo leggero vennero distrutti dai pezzi del gruppo rimasti efficienti. Vennero adoperate granate da 75 mod.32 senza innesco. - I colpi efficaci sono stati quelli diretti sui fianchi dei carri e nei cingoli, a distanza inferiore ai 100 metri. - Le granate hanno in tale punto perforato la corazza e sono scoppiate nell'nterno squarciando la corazza stessa per un raggio di circa 20 cm, I colpi diretti contro la parte anteriore del carro non hanno avuto alcun effetto utile anche se sparati a soli 10 metri. Verso le ore 16 una seconda ondata composta di due carri egualmente del tipo leggero veniva fermata e distrutta, ma dopo che essi avevano fuori uso l'ultimo pezzo della 6a batteria e uno della 5a. - Anche contro questi due carri furono sparate granate da 75 mod.32 senza innesco.

Giorno 31: Il gruppo su sei pezzi (uno era stato rimesso in efficienza durante la notte) era in posizione nei pressi della strada a Nord della curva di livello di q.160, quando verso le 13,30 vedeva sbucare dal costone antistante poco più di 150 metri, quattro carri (due del tipo T34 e due leggeri) che si precipitarono sui pezzi distruggendone 4 ed incendiando 6 autocarri e 7 trattori che erano poco lontano. - Gli unici pezzi efficienti spararono sino alla distanza di 10 metri e sia un carro T34 che due leggeri furono immobilizzati. Solo un T34 riusciva ad invertire la marcia. Anche in questa posizione furono sparate granate da 75 mod. 32 senza innesco."

"I GRUPPO da 100/17 del 120º, Giorno 30-31: In tutti i due giorni i carri nemici non si sono avvicinati molto al gruppo rimanendo ad una distanza variabile fra i 700 e i 1000 metri [e te credo! una suppostina da 100mm non è il massimo che si possa desiderare : )] . Il gruppo ha sparato adoperando granate mod.32 con innesco mod.10 e senza innesco ......."

II GRUPPO da 75/32. Il gruppo è stato sottoposto all'attacco dei carri solo il giorno 30 e solo con due btr. giacchè la 4a ancora in marcia si schierava al fianco della 10a. Il primo carro T34 compariva innanzi allo schieramento del gruppo con direzione Nord-est Sud-owest e a grande velocità. Contro detto carro il gruppo non potè aprire il fuoco dato che le due btr, schierate avevano come direttrice di tiro Sud-ovest Nord-est. -Intanto altri carri del tipo T34 e del tipo leggero apparivano e le due batterie cominciavano a far tuonare i loro cannoni.
L'efficacia dei proietti perforanti da 75/32 si è dimostrata molto buona, in quanto le corazze dello spessore di circa 8 cm. [sic] sono state perforate nettamente. La distanza di tiro perché i proietti siano efficaci non deve superare i 200-300 metri, distanza che permette di colpire i carri con la quasi totalità dei colpi. - La maggiore vulnerabilità del carro si ha quando questo si presenta sul fianco e per la maggiore dimensione delle sagome e per il minore spessore delle corazzature. - Minore effetto hanno i proietti nella parte anteriore del carro, sia per il maggiore spessore delle corazze che per la maggiore inclinazione, per cui si verificano dei solchi profondi tracciati nel metallo da proietti giunti con piccoli angoli di impatto, senza che però questi riescano a forare.

LXII/30º da 105/32. Anche il LXIIda 105/32 prese parte alla lotta contro i carri il solo giorno 30 luglio. La sua azione venne sussidiata da due obici da 76 mm di preda bellica sovietica. Proietti impiegati: - Per il 105/32 granate mod.32 con spoletta e innesco I.O.40 carica 3a ; per il 76 russo granate originali che si suppone abbiano effetti perforanti. Risultati ottenuti: - un carro T34 immobilizaato alla distanza di 400 metri da una granata da 105 scoppiata fra ruota e cingoli. Una ruota risulta deformata e il cingolo interrotto per una lunghezza di 30 cm. Il carro immobilizzato venne colpito successivamente nella parte superiore da altra granata da 105, ma senza alcun risultato apprezzabile. L'equipaggio, che saltò fuori dal carro venne catturato. - Un secondo carro T34 veniva colpito alla distanza di circa 150 metri da un pezzo da 76 mm mentre, sfilando sul fianco, tentava di aggirare lo schieramento del gruppo. La granata penetrava attraverso la parte inferiore dello scafo e scoppiava all'interno, provocando l'annientamento dell'equipaggio. Osservo che in una situazione come quella del 30 luglio in cui ogni artigliere - indipendetemente dal calibro, maneggevolezza e proietti in dotazione - deve fare del suo meglio per lottare contro l'offesa corazzata, il cannome da 105/32 ha ottenuto un risultato positivo con il proietto che sembrava apriori il meno doneo, e cioè la granata mod.32 munita di spoletta innesco I.O. 40. - Gli scudi da 105/32 hanno resistito efficacemente alle raffiche delle mitragliatrici costituenti l'armamento secondario dei carri T34. A 500 metri le pallottole hanno appena scalfito l'acciaio degli scudi. Esprimo per il 105 il parere che il tiro con proietti non innescati previsti dalle norme emanate dall'Ispettorato di Artiglieria può essere conveniente contro carri armati leggeri; sempre che la velocità di traslazione del carro possa permettere alla bocca da fuoco il puntamento in direzione; contro carri armati di grnade tonnelaggio la granata mod.32 disinnescata ha poche probabilità di vincere - per sfondamento - la spessa corazza della torretta e delle parti superiori. Conviene invece il tiro con proietti innescati, cercando di colpire la parte inferiore del carro per ottenere la rottura dei cingoli. - Un carro armato immobilizzato, qualunque ne sia il tonnellaggio e l'armamento si può considerare già vinto.

Mitragliera da 20 mm: I proietti si sono dimostrati nulli contro i carri T34, poco efficaci contro i carri leggeri. - Infatti due carri leggeri riuscivano a schiacciare due pezzi da 20 mm nonostante i serventi continuassero a far fuoco fino a 10 metri [onori a loro!].

Per quanto ho riferito risulta:

1) Ottimi pezzi c.c. si sono dimostrati i 75/97/38 impieganti granate c.c. e i 75/32 impieganti granate perforanti, Buoni i 75/27 impieganti granate mod.32 senza innesco. Degli altri pezzi da 100/17 e 105/32, poco maneggevoli, non si può pretendere molto. - Poco efficienti i proietti c.c. della mitragliera da 20 mm.

2) A distanza superiore ai 500 metri NESSUN PROIETTO DA' VERO RENDIMENTO [......rabbrividiamo.....brrrrr] - distanza utile per i tiri contro carro da 50 a 300 metri [idem come sopra].

3) Cercare di poter colpire i carri non nella parte frontale, ma in quella laterale e possibilmente nei cingoli [semplicissimo con dei pezzi da campagna!]

4) Calma e nervi a posto nei serventi dei pezzi, solo così il cannone avrà sempre, come ha avuto in questa azione, la sicurezza di vincere sulle corazze.

Nella zona di quota 197,4 - 180 vi sono molti carri T34 e leggeri in stato di poter essere recuperati e trasportati indietro per poter effettuare su di essi prove balistiche [......]"


Valutazioni dell'autore.

"Dallo svolgimento dell'azione di Serafimovich risalta lo scarso addestramento dei carristi russi, supplito però da una notevole aggressività e sprezzo del pericolo. Ogni singolo plotone carri operò a livello autonomo, senza un coordinamento a livello compagnia. L'azione slegata della formazione corazzata e la mancata alternanza di fuoco e di movimento tra le singole pedine del plotone fu determinata forse anche dall'assenza di apparati radio a bordo, almeno sui carri gregari. L'istruzione degli artiglieri italiani si rivelò invece adeguata: la batteria da 75/34 seppe riconoscere a distanza la sagoma dei carri T34, rispetto a quella dei carri leggeri [ considerazione abbastanza ovvia.... e si fosse trattato di spirito di sopravvivenza piuttosto che di addestramento! ], concentrando su di essi il tiro con granate a carica cava, riservando ai BT il munizionamento ordinario. Durante l'azione i pezzi vennero spostati a mano per prendere di fianco i carri nemici. Gli artiglieri del gruppo da 75/27 utilizzarono subito granate senza spoletta dal miglior effetto controcarri, come prescritto dalle norme. Nella mischia accesasi presso q. 210,1 gli artiglieri rimasero ai pezzi, sparando a bruciapelo sui carri. In questa occasione risultò, però, carente il servizio di vigilanza e di sicurezza, che favorì l'irruzione di sorpresa dei carri russi."

"L'ottimo rendimento in funzione controcarri delle artiglierie della 3a divisione celere non fu dovuto certo al caso, ma il frutto di un intenso addestramento volto alla tecnica di puntamento e tiro diretto contro bersagli mobili ed a vaste esperienze a fuoco contro sagome reali di carri russi catturati. Fin dal maggio 1942 la 3a divisione celere aveva fatto eseguire tiri sperimentali con armi della fanteria e artiglierie contro carri sovietici di preda bellica; l'esercitazione a fuoco, condotta insieme a reparti tedeschi, mirava soprattutto a verificare l'efficacia del munizionamento perforante ed ordinario contro le corazze laterali dello spessore di 15 mm di un carro BT da 14 tonn. rimasto impantanato nelle linee italiane durante la battaglia di Natale. Furono utilizzati: proiettili calibro 8 mm sparati da una mitragliatrice Fiat mod. 14-35, senza apprezzabili risultati [ hanno pure fatto la prova !?!? sigh.....]; proietti perforanti - esplodenti da 20 mm della mitragliera contraerei Breda mod. 35, con perforazione netta della torretta e dello scafo a 150 m di distanza; proietti perforante da 47/32 a 150 m, con perforazione netta dello scafo e lesioni alla parete opposta; granate da 75/27 ordinarie e mod.32 spolettate a 150 metri, con nessun effetto e senza spoletta, con effetto di sfondamento della corazza dello scafo; granate ordinarie da 100/17 spolettate a una distanza di 450 metri, con perforazione della torretta e dello scafo. Furono effettuati, inoltre, esperimenti con ordigni esplosivi da parte di una squadra di distruttori di carri ricorrendo a: 6 bombe a mano legate insieme e munite di impugnatura, con l'effetto di spezzare la cingolatura e sfondare la parte superiore della corazza di scafo all'altezza del vano motore; 2 bombe a mano legate insieme e collocate intorno alla bocca da fuoco del cannone, con il risultato di ovalizzare leggermente la canna; una bottiglia Molotov senza provocare incendi.

Sulla base dei risultati ottenuti, il Comando Artiglieria della divisione Principe Amedeo Duca d'Aosta [di cui il 120º faceva parte n.d.r.] trasse degli ammaestramenti riassunti in una breve memoria sull'impiego delle artiglierie nel tiro controcarri. Vi si raccomandava di aprire il fuoco solo alle minori distanze a motivo della facilità di puntamento, dell'elevato valore della velocità residua del proietto sparato con la carica massima, della traiettoria tesa e dei minimi tempi di volo della granata In relazione alla velocità di traslazione del carro. Con i pezzi da 75 e 100 mm in dotazione la distanza massima di intervento non doveva essere superare i 500-600 m. Oltre tali valori le possibilità di colpire diminuivano sensibilmente e l'azione controcarri perdeva il fondamentale vantaggio della sorpresa. Il cannone doveva sparare alla celerità massima di tiro e molto importante era la ripartizione degli obiettivi tra i pezzi, affinché ogni cannone della batteria sapesse contro quale carro della formazione nemica dovesse rivolgere il tiro. Nella esecuzione del Fuoco controcarri, tra un carro in movimento in direzione frontale ed un altro in direzione obliqua, era preferibile sparare contro quest'ultimo, anche se non minacciava direttamente lo schieramento d'artiglieria, in considerazione della maggiore vulnerabilità della corazzatura laterale del carro. Da ciò la convenienza di predisporre l'incrocio dei fuochi fra i pezzi della batteria.

Per ordine del Comando Artiglieria del XXXVº corpo d'armata (C.S.I.R.) i tiri di addestramento vennero ripetuti in data 3 giugno 1942 alla presenza del generale Mazzarini, comandante della 3a celere e del generale Dupont, comandante dell'artiglieria dello C.S.I.R. Le esercitazioni si svolsero sempre contro un carro BT fermo con corazzatura intatta, utilizzando un cannone da 75/27 mod.12 del reggimento artiglieria a cavallo, un pezzo controcarro di preda bellica russa da 45mm ed un fucilone sovietico da 14,5mm. A distanza di 300m sparando granate mod. 32 da 75/27 con spoletta mod. 10/40, con spoletta mod. 10 senza innesco e senza spoletta si ottennero sempre gravi danneggiamenti contro la corazza laterale del carro. A completamento di tali esperienze il comando del Corpo di Spedizione Italiano in Russia diramò a tutte le unità dipendenti delle norme circa i tiri controcarri. In attesa della distribuzione dei proietti perforanti da 75/27 si ordinava di impiegare contro i carri armati le granate mod.32 munite di spoletta ed innesco. Quantunque il proietto senza spoletta o senza innesco garantisse maggiori capacità di perforazione, era da ritenersi preferibile l'uso della granata spolettata ed innescata, dato che nel primo caso non si realizzava alcun effetto se non si colpiva in pieno il carro e si ottenevano scarsi effetti locali se non si colpivano parti vitali del mezzo." "Molto si è discusso sull'impreparazione tecnica evidenziata dal Regio Esercito nell'affrontare l'Armata Rossa e le condizioni ambientali in terra di Russia. Un'analisi serena ed obiettiva, ricavata comparando le prestazioni di armamenti ed equipaggiamenti in dotazione agli eserciti italiano, russo e tedesco nel 1941 riesce a far giustizia di molti luoghi comuni e stempera giudizi quantomeno ingenerosi sul grado di operatività del C.S.I.R. Al momento dell'invasione tedesca, la massa dei carri armati russi era costituita da carri leggeri T26, carri veloci BT-5/7 e tankette T37 e T38. I T34 in servizio erano meno di 1000, mentre i carri pesanti KV 1/2 non superavano le 500 unità. I T26 ed i BT erano già stati affrontati e battuti in Spagna dal Corpo Truppe Volontarie; la loro protezione massima non superava i 25 mm, che li metteva alla mercé dei cannoni italiani da accompagnamento e controcarri da 47/32 e 65/17. Anche le mitragliere Breda da 20/65, alle brevi distanze e sulle pareti laterali della corazza, potevano risultare letali ai carri russi.

Il C.S.I.R. non subì attacchi di consistenti formazioni corazzate sovietiche fino all'estate del 1942. Le divisioni Principe Amedeo Duca d'Aosta (P.A.D.A.), Torino e Pasubio, in previsione del loro invio in Russia, vennero rinforzate con numerosi cannoni da 47/32. Considerando anche il battaglione controcarri di corpo d'armata, ogni reggimento di fanteria italiano poteva disporre di una compagnia rinforzata di cannoni da 47/32, eguagliando la dotazione di armi controcarri di un reggimento di fanteria tedesco dell'epoca. (Nota 1)
Le informative sull'esistenza dei carri T34 e KV1 giunsero in Italia agli organi competenti solo verso la fine del '41. Così scrive il Capo di Stato Maggiore Generale Cavallero in data 27 dicembre 1941 allo Stato Maggiore del Regio Esercito:

[Da recenti notizie risulta che il solo materiale di almeno 88 mm di calibro può avere ragione sui moderni carri pesanti russi. E' evidente che per il futuro dovremo orientarci, per l'azione contro i carri medi e pesanti, all'impiego del pezzo da 90/53]

Le tanto vituperate divisioni autotrasportabili italiane godevano di un livello di motorizzazione superiore alla massa delle grandi unità tedesche che partecipavano all'operazione "Barbarossa", costituite da divisioni di fanteria appiedata con artiglierie e servizi a traino animale. L'esercito tedesco impiegò in Russia con buoni risultati l'unica divisione di cavalleria disponibile, mentre da parte russa si ricorse largamente dal 1941 al 1943 a corpi di cavalleria. Nessuna particolare impressione doveva quindi suscitare l'invio sul fronte orientale della 3a divisione celere con due reggimenti di cavalleria ed uno di artiglieria a cavallo. Nel 1941 la produzione di carri medi M 14/41 era appena sufficiente a ripianare le perdite delle divisioni corazzate e motorizzate impiegate in Libia. Nel corso della prima controffensiva italo-tedesca in Africa settentrionale dall'aprile 1941, l'"Ariete" disponeva ancora di battaglioni carri montati su L 3. Nella considerazione che i pezzi di artiglieria italiani a traino meccanico da 75/27 e 100/17 fossero materiali antiquati e di scarse prestazioni, ogni divisione di fanteria ricevette un battaglione mortai da 81 in rinforzo, portando la dotazione divisionale di tali armi a ben 72 pezzi. I due gruppi di cannoni da 75/46 mod. 34 erano quanto meglio si possedesse il Regio Esercito in fatto di artiglierie contraerei mobili di produzione nazionale (Nota 2). Per garantire la mobilità nel territorio russo caratterizzato da scarsa viabilità e numerosi corsi d'acqua, la componente del genio era rappresentata da 4 battaglioni tra artieri, pontieri e trasmissioni. Il C.S.I..R. ebbe, poi, un proprio corpo aereo della Regia Aeronautica composto da 83 velivoli da caccia e da ricognizione. Nel dicembre 1941, Messe, ritenuto il miglior generale italiano della seconda guerra mondiale, dopo l'esperienza di 5 mesi di guerra in Russia, chiese a Roma l'assegnazione di due ulteriori divisioni preferibilmente alpine, la trasformazione della divisione celere motorizzata ed il rimpiazzo dei quadrupedi andati perduti per la costruzione di un raggruppamento truppe a cavallo, che riteneva avrebbe potuto trovare proficuo impiego in quel particolare ambiente geografico. Anche senza considerare il progettato impiego delle divisioni alpine "Julia", "Tridentina" e Cuneense" nelle montagne del Caucaso, nell'esercito fin dal 1941 avevano operato con successo nelle pianure russe interi corpi d'armata di truppe da montagna. Ciascuna divisione alpina ebbe in rinforzo 2 compagnie cannoni da 47/32 ed una compagnia armi d'accompagnamento di battaglione dotata di mortai da 81 e 6 pezzi da 47/32. L'A.R.M.I.R. ricevette le migliori artiglierie d'armata, da campagna, e controcarri presenti in Italia. I 90 pezzi da 75/34 mod. 97/38 e da 75/32 mod.37, gli unici disponibili del regio esercito, erano in grado di avere ragione anche dei carri T34 come dimostrato a Serafimovich. (Nota 3)

I cannoni e gli obici pesanti da 149/28 di origine tedesca, da 149/40 e da 210/22 erano tra le migliori realizzazioni dell''epoca. Pur senza ricorrere agli ottimi cannoni da 88/55 e da 75/50 ceduti dai tedeschi ed impiegati in Africa settentrionale, i reparti contraerei furono rinforzati da altri 3 gruppi da 75 /46 muniti di centrali di tiro Gamma e Gala. Anche per le artiglierie divisionali fu fatto quanto era nelle possibilità, assegnando al 2º corpo d'armata 72 obici da 75/18 mod.35 e sostituendo i pezzi da 100/17 con i cannoni da 105/28 con maggior gittata e migliore potere d'arresto controcarri. Prima della seconda battaglia del Don giunsero in Russia granate controcarri E.P. per i calibri d'artiglieria divisionale da 75 e 100 mm. (Nota 4)

Il precipitare degli eventi nell'inverno 1942-43 impedì il prospettato invio all'8a armata del 10º raggruppamento semoventi cingolati da 90/53, del 557º gruppo semoventi da 75/18 e di 3 gruppi di obici campali da 149/19."

FINE

Note:

Non riporto la storia del 120º, inserita anch'essa in questo poderoso articolo, perché [oltrechè per le dita] penso siano di maggiore interesse gli aspetti operativi. Unica notizia da riportare è la data di presa in carico dei 75/34 tedesco/francesi. Il tutto avviene ufficialmente il 6 giugno 1942 quando viene costituito presso il reggimento la 10a batteria controcarri.

Nota 1: La Pasubio aveva 16 cannoni da 47/32, 16 da 65/17 e 16 da 20/65. La Torino aveva 28 pezzi da 47/32 e 16 da 20/65. Il II battaglione controcarri di corpo d'armata da 47/32 allineava 24 pezzi.

Nota 2: Tra l'agosto del 1941 ed il marzo 1942 il 4º e 19º gruppo da 75/46 e 20/65 abbatterono almeno 16 velivoli.

Nota 3: Verso la fine del 1942 i tedeschi cedettero agli Alpini una batteria di 6 cannoni controcarri da 5 cm Pak38.

Nota 4: Furono inviati in Russia anche quantitativi di proietti E.P. da 47 e 65 mm.
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