Da astro nascente del calcio italiano a desaparecido: il pupillo di Mancini lascia la Serie A tra il silenzio generale

Un grande talento è pronto a lasciare la Serie A e in molti non possono dimenticare i giorni in cui era il pupillo di Roberto Mancini.

Ogni sport ha i suoi mostri sacri ed è ricco di talenti che promettono di scrivere nuove pagine di storia. Uno che è sempre stato molto bravo a trattare con i potenziali fenomeni del futuro è Roberto Mancini, uno che ha un occhio particolare per quei calciatori tecnici che possono controllare il gioco e la partita.

Un pupillo di Mancini lascia la Serie A
Roberto Mancini pronto a perdere uno dei suoi pupilli ANSA FOTO Icsm.it

Mario Balotelli, nonostante un rapporto per lunghi tratti tormentato, è solo l’esempio più lampante e nella lista ci sono anche nomi che, in realtà, poi non hanno lasciato il segno. Per ora, tra questi, si può sottolineare in rosso quello di Simone Pafundi. Molti di voi lo ricorderanno, anche perché pure in questa stagione era in forza all’Udinese, senza riuscire a lasciare a essere determinante.

L’attaccante classe 2006, dopo il percorso nel settore giovanile dei friulani e delle selezioni italiane, proprio nella gestione di Mancini come Ct è stato convocato tra i più grandi, un traguardo che arriva dopo aver fatto molto bene in Serie A, di solito. Il tecnico di Jesi evidentemente vedeva in lui un talento raro e cristallino, che potenzialmente sarebbe potuto sbocciare da un momento all’altro. Ma così non è stato, per ora.

Pafundi lascia la Serie A nel silenzio: il futuro è lontano da Mancini

All’Udinese quest’anno ha giocato solo sei minuti in campionato e uno spezzone in Coppa Italia, senza lasciare il segno. Brevilineo e dalle grandi doti tecniche, non impressiona di certo per il fisico, ma per la capacità di tenere il pallone incollato al piede, saltare l’avversario e poi arrivare all’assist o al gol.

Aprire varchi nelle difese avversarie chiuse, quindi, una dote che poteva essere una benedizione per la nostra Nazionale, ma che ora sta passando in secondo piano. Sì, perché Pafundi, fino a ora, ha avuto grandi difficoltà nell’adattamento tra i grandi: la sua qualità non si discute, ma paga la differenza fisica, il peso e la continuità nei ritmi di gioco necessari nel calcio moderno. Lui, paragonato fin da ragazzino a Lionel Messi per movenze e caratteristiche, non trova spazio e ora è costretto a fare un passo indietro.

Pafundi saluta Mancini
Pafundi, pupillo di Mancini, si trasferisce in Svizzera ANSA FOTO Icsm.it

Come tutti i talenti che non si rivelano pronti per il grande passo e dopo aver assaggiato la Nazionale, ora per Pafundi è arrivato il momento di scendere di un gradino per allargare le spalle. Ma quello che è arrivato nelle ultime ore non è esattamente un attestato di fiducia del calcio italiano nei suoi confronti. L’attaccante, infatti, si è trasferito, senza conquistare le prime pagine, al Losanna, in Svizzera, con la formula del prestito con diritto di riscatto.

Se il suo nuovo club vorrà trattenerlo dovrà sborsare 15 milioni di euro da versare nelle casse dell’Udinese. Di solito, quando si vuole proteggere e puntare su un talento – e in questo caso, ha solo 17 anni – si cede al massimo in prestito secco e senza clausole a favore del club in cui si trasferisce. Per Pafundi, invece, potrebbe già essere scattata l’ora di brillare altrove, senza fare ritorno in Serie A.

Impostazioni privacy