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Vallo Alpino: Caposaldo Malamot: Centro di Fuoco 7
di Gianfranco Genta © (01/11)
Inserito nel Caposaldo Malamot e realizzato fra gli anni 1932 e 1935 ad una quota di 2840 m slm il Centro di Fuoco 7 era un'opera mista (calcestruzzo-caverna) del Tipo 200 armata con tre mitragliatrici in casamatta metallica aventi come campo di tiro la cresta che discende dal Malamot incrociando il fuoco con i Centri 8 e 9 e dotata di un osservatorio in malloppo di calcestruzzo con campo visivo verso il Colle del Piccolo Moncenisio. Lo scudo girevole che doveva sostenere gli strumenti ottici di osservazione e misurazione era fissato alla piastra corazzata di protezione.
Con un presidio di 23 uomini l'opera aveva un'architettura abbastanza semplice: un corridoio pressoché rettilineo lungo un centinaio di metri attraversava il rilievo da S a N collegando l'ingresso al malloppo dell'osservatorio e relativa uscita di emergenza. Dal suddetto corridoio si staccavano le diramazioni per le casematte delle armi: a sx le diramazioni delle armi 1 e 2 mentre al termine del medesimo una diramazione a Y portava il ramo di dx alla casamatta dell'arma 3 e quella di sx all'osservatorio. Si segnala che la visita alle casematte delle armi 2 e 3 è impossibile in quanto il ghiaccio ha occluso completamente il corridoio di accesso alle medesime. Lungo il corridoio principale trovano inoltre posto il vano del gruppo elettrogeno, 2 vani della riserva d'acqua e il ricovero del personale. La fotofonica di collegamento con il Centro di Fuoco 6 era ubicata in una nicchia nei pressi dell'ingresso, a sua volta difeso da una postazione in cunicolo armato.
Iniziamo la nostra visita al Centro 7 entrando dall'ingresso principale ubicato sul versante S del rilievo proprio di fronte al Centro 6 e alla Caserma Malamot e dopo la svolta a baionetta troviamo a sx la nicchia della fotofonica e il vano del gruppo elettrogeno.La buca della cisterna della riserva carburante invece è posizionata di fronte alla postazione posta a difesa dell'ingresso. Proseguiamo lungo il corridoio principale e troviamo alla nostra sx la diramazione verso la casamatta dell'arma 1 che percorreremo fino a raggiungere la base del pozzo dove è ancora presente la scala metallica a pioli che permette di salire fino alla postazione dell'arma (SCONSIGLIATO FARLO) e la carrucola che faceva parte del complesso meccanismo destinato al recupero del servente ferito.
Ritorniamo indietro e raggiunto il corridoio svoltiamo a sx dove raggiungiamo i vani destinati ai serbatoi della riserva d'acqua e successivamente il ricovero. Proseguiamo lungo il corridoio fino a trovare alla nostra sx la diramazione che conduce all'arma 2,dopo pochi metri il ghiaccio ci impedisce di proseguire lungo la diramazione e tornati nuovamente al corridoio principale svoltiamo nuovamente a sx fino a raggiungere una diramazione a Y,percorriamo alcuni metri della diramazione verso l'arma 3 poi anche qui il ghiaccio ci costringe alla retromarcia. Non ci resta che ritornare indietro e percorrere il breve tratto della diramazione che ci permette di raggiungere l'osservatorio e l'uscita di sicurezza per poi procedere alla visita esterna del malloppo osservatorio e delle casematte delle armi senza dover più percorrere a ritroso il percorso.
A coloro che fossero interessati a questa escursione si consiglia di lasciare l'auto al solito parcheggio ubicato a W della diga e percorrere a piedi la strada militare che conduce in cima al Malamot, una volta raggiunto il Colletto Malamot (m 2830 circa) riconoscibile dalla torretta metallica del Centro 8 svoltare a dx verso i ruderi di un baraccamento (si tratta del Ricovero 4) oltrepassarlo e in pochi minuti si raggiungerà l'ingresso del Centro 7. Prestare attenzione al fatto che la trincea di accesso,pur trovandosi sul versante S del rilievo ha la caratteristica di accumulare parecchia neve nei mesi invernali quindi si consigli la visita in estate inoltrata. Allo scrivente è successo di trovare l'ingresso occluso a fine luglio e ritornare a fine agosto per poter accedere senza problemi. Si possono preventivare circa tre ore di comodo cammino. La visita appena descritta è stata effettuata dallo scrivente il 20 agosto 2008.
Con un presidio di 23 uomini l'opera aveva un'architettura abbastanza semplice: un corridoio pressoché rettilineo lungo un centinaio di metri attraversava il rilievo da S a N collegando l'ingresso al malloppo dell'osservatorio e relativa uscita di emergenza. Dal suddetto corridoio si staccavano le diramazioni per le casematte delle armi: a sx le diramazioni delle armi 1 e 2 mentre al termine del medesimo una diramazione a Y portava il ramo di dx alla casamatta dell'arma 3 e quella di sx all'osservatorio. Si segnala che la visita alle casematte delle armi 2 e 3 è impossibile in quanto il ghiaccio ha occluso completamente il corridoio di accesso alle medesime. Lungo il corridoio principale trovano inoltre posto il vano del gruppo elettrogeno, 2 vani della riserva d'acqua e il ricovero del personale. La fotofonica di collegamento con il Centro di Fuoco 6 era ubicata in una nicchia nei pressi dell'ingresso, a sua volta difeso da una postazione in cunicolo armato.
Iniziamo la nostra visita al Centro 7 entrando dall'ingresso principale ubicato sul versante S del rilievo proprio di fronte al Centro 6 e alla Caserma Malamot e dopo la svolta a baionetta troviamo a sx la nicchia della fotofonica e il vano del gruppo elettrogeno.La buca della cisterna della riserva carburante invece è posizionata di fronte alla postazione posta a difesa dell'ingresso. Proseguiamo lungo il corridoio principale e troviamo alla nostra sx la diramazione verso la casamatta dell'arma 1 che percorreremo fino a raggiungere la base del pozzo dove è ancora presente la scala metallica a pioli che permette di salire fino alla postazione dell'arma (SCONSIGLIATO FARLO) e la carrucola che faceva parte del complesso meccanismo destinato al recupero del servente ferito.
Ritorniamo indietro e raggiunto il corridoio svoltiamo a sx dove raggiungiamo i vani destinati ai serbatoi della riserva d'acqua e successivamente il ricovero. Proseguiamo lungo il corridoio fino a trovare alla nostra sx la diramazione che conduce all'arma 2,dopo pochi metri il ghiaccio ci impedisce di proseguire lungo la diramazione e tornati nuovamente al corridoio principale svoltiamo nuovamente a sx fino a raggiungere una diramazione a Y,percorriamo alcuni metri della diramazione verso l'arma 3 poi anche qui il ghiaccio ci costringe alla retromarcia. Non ci resta che ritornare indietro e percorrere il breve tratto della diramazione che ci permette di raggiungere l'osservatorio e l'uscita di sicurezza per poi procedere alla visita esterna del malloppo osservatorio e delle casematte delle armi senza dover più percorrere a ritroso il percorso.
A coloro che fossero interessati a questa escursione si consiglia di lasciare l'auto al solito parcheggio ubicato a W della diga e percorrere a piedi la strada militare che conduce in cima al Malamot, una volta raggiunto il Colletto Malamot (m 2830 circa) riconoscibile dalla torretta metallica del Centro 8 svoltare a dx verso i ruderi di un baraccamento (si tratta del Ricovero 4) oltrepassarlo e in pochi minuti si raggiungerà l'ingresso del Centro 7. Prestare attenzione al fatto che la trincea di accesso,pur trovandosi sul versante S del rilievo ha la caratteristica di accumulare parecchia neve nei mesi invernali quindi si consigli la visita in estate inoltrata. Allo scrivente è successo di trovare l'ingresso occluso a fine luglio e ritornare a fine agosto per poter accedere senza problemi. Si possono preventivare circa tre ore di comodo cammino. La visita appena descritta è stata effettuata dallo scrivente il 20 agosto 2008.
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