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Forte austriaco di Belvedere, Lavarone TN
di Diego Brozzola © (11/01)
Nota storica


Foto 1: strada

Foto 2: feritoia

Foto 3: forte

Foto 4: cartello
Il Forte Belvedere è indissolubilmente legato al suo motto "PER TRENTO BASTO IO!" e difatti per tutta la durata della guerra malgrado fosse più volte centrato dall'artiglieria italiana mai fu attaccato direttamente dalle fanterie.

Costruito su uno sperone di roccia, a guardia della Val D'Astico e degli altipiani vicini, durante il 1911-14 il Belvedere poteva contare, oltre alle difese naturali, su di un notevole cofano di controscarpa che lo poneva al riparo dei tiri diretti nemici. Le tre batterie principali di obici da 100mm in torri girevoli del corpo principale unite alle Difese Ovest - Controscarpa - Difesa est, leggermente abbassate verso valle e dotate di armi di minor calibro (60mm), mitragliatrici e riflettore, ne facevano l'incubo degli alpini e "guardiano" del settore.

Lungo 200mt e largo 100 è protetto da fossati alti 7-8 metri scavati direttamente sulla roccia, la casamatta principale di tre piani con calcestruzzo ha uno spessore fino a 2,6 metri. Le cupole di acciaio delle torrette girevoli furono asportate solo nel 1936 al loro posto sono visibili dei simulacri in cemento.

Visita

Dall'abitato di Lavarone TN, si seguono le indicazioni per il forte e tramite una piccola strada asfaltata si giunge nei pressi del bivio che conduce al Belvedere. Lasciata la macchina si prosegue per una comoda via, sempre asfaltata, (Foto 1) con qualche metro di dislivello che attraverso delle feritoie di guardia nella roccia (Foto 2) conduce al Forte Belvedere. (Foto 3) (Foto 3.bis).


Foto 3.bis: controscarpa

Un comodo cartello (Foto 4) fornisce le prime notizie sul forte ed una volta pagato il biglietto e usufruito della piantina ci si "immerge" in uno dei pochi forti austriaci di queste zone quasi completamente intatto.

Subito dopo l'ingresso (Foto 5) si nota l'enorme cura riservata agli interni della guardia (Foto 6) e la "colombaia" per le salme dei caduti (Foto 7).

E' bene seguire le frecce che ci indicheranno un giro antiorario della rocca, ci porteranno con l'attraversamento del corridoio principale (Foto 8) al blocco delle batterie in cupola sulla sinistra (Foto 9) e sulla destra al corridoio in discesa che porta alla difesa ovest (Foto 10).

Foto 5: ingresso Foto 6: guardia
Foto 7: colombaia Foto 8: corridoio principale
Foto 9: corridoio delle batterie in cupola Foto 10: corridoio verso difesa ovest

Durante l'accesso alle cupole si deve far attenzione oltre che allo spazio angusto e all'acqua sugli scalini anche a spuntoni di ferro non sempre coperti da gommapiuma (Foto 11, 12, 13).

Oltre al corpo centrale sono accessibili le difese avanzate (Foto 14, 15, 16).

Foto 11: cupola Foto 12: cupola
Foto 13: cupola Foto 14: corridoio
Foto 15: corridoio Foto 16: difesa ovest

Dietro le batterie principali possono essere visitate le stanze adibite a polveriera (Foto 17), centrale elettrica, officina, cucina con il forno del pane (Foto 18), centrale telefonica e quant'altro serviva per il normale funzionamento del molosso. Al piano superiore, che verrà dal 2002 completamente riadattato, troviamo un piccolo Museo con alcuni oggetti appartenuti alla guarnigione oltre che a notevoli foto della stessa. (Foto 19, 20).

Foto 17: polveriera Foto 18: forno
Foto 19: museo Foto 20: museo

Il nostro giro finisce all'esterno delle opere. (Foto 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28). Da segnalare la possibilità, nella bella stagione, di pic-nic nell'area.

Foto 21: esterno Foto 22: esterno
Foto 23: esterno Foto 24: esterno
Foto 25: esterno cupole Foto 26: esterno cupole
Foto 27: difesa ovest Foto 28: fossato
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