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Chancellorsville

(contributo di C. B.)

Last Update: 13 May 2005
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Last Meeting

USA Order of Battle (by D. P.)
CSA Order of Battle (by D. P.)
Relative Strength of the Opposing Forces (by D. P.)
Map (by D. P.)


PROLOGO

Lincoln, dopo una serie di sconfitte ed un parziale successo conseguito dall’armata del Generale Rosecrans alla battaglia di Stones River, aveva bisogno di qualcosa di più, nel settore più delicato, ove operava l’armata confederata della Virginia Settentrionale comandata da Robert E. Lee. I rovesci subiti nella valle dello Shenandoah [#1] e a Fredricksburg [#2] stavano creando una pericolosa aura d’invincibilità intorno al comandante sudista, che andava dispersa. Si era nella primavera del 1863, e mentre il generale Grant puntava su Vicksburg, il presidente dell’Unione voleva giungere alla contemporanea occupazione di Richmond, in estate.

UN NUOVO COMANDANTE PER I FEDERALI

Per quanto riguardava l’armata federale del Potomac, dopo i fallimenti di McDowell a Manassas e di Burnside a Fredricksburg, era giunto il momento del generale Hooker. Si narra che, dopo la prima battaglia del Bull Run, Hooker, recatosi a salutare Lincoln, gli avesse detto “Presidente, non sono il Capitano Hooker, ero il Tenente Colonnello Hooker dell’esercito regolare. Sono stato un agricoltore in California, ma da quando è scoppiata la rivolta sono venuto qui provando a rientrare in servizio. Ho capito che non sono desiderato e sto per tornare a casa, ma prima volevo porgerle i miei rispetti, augurandoLe buona salute e successo nella repressione della rivolta. Ma voglio aggiungere una cosa: ero al Bull Run e non è per vanità se dico che sono migliore di tutti i generali che Lei aveva sul campo”. Lincoln si narra che lo promosse Brigadiere Generale praticamente all’istante. O almeno, “Fighting Joe” Hooker ricordò così, esagerandolo, l’episodio.

Innanzi tutto non era mai stato un tenente colonnello dell’”Old Regular Army”: era stato cacciato dall’Accademia Militare per ragioni disciplinari prima della sua eventuale promozione nel 1837. In seguito, ancorché capace di ben comportarsi durante la Guerra Messicana, sì da ottenere il brevetto di ufficiale, riuscì ad attirarsi le ire del generale Winfield Scott che ora, comandante supremo dell’Unione, gli aveva rifiutato l’incarico. Finì così in una lontana e tranquilla guarnigione nell’ovest e, come successe a Grant che si era dato alla bottiglia e a Sherman che si era semplicemente annoiato, preferì cercare fortuna nella vita civile e nel 1853, rassegnate le dimissioni mentre rivestiva il grado di capitano, acquistò una fattoria in California. Qui nel 1859 ottenne il grado di colonnello della milizia e due anni dopo, allo scoppio della guerra, si fece prestare del denaro per andare a Washington a chiedere una nomina a generale. Al War Department tuttavia incontrò ancora Scott che lo mise in fondo alla propria lista delle priorità.

Nel modo con cui si era presentato a Lincoln vi erano tutto il suo carattere e la sua vanità, che lo avrebbero costantemente portato a scavalcare i superiori per raggiungere gli obbiettivi personali. Indubbiamente aveva un bell’aspetto: molto alto, robusto, attraente, piaceva alle donne; non era invece amato dagli ufficiali, tranne che da quelli del suo staff. Inoltre la promozione ottenuta da Lincoln lo convinse a continuare ad agire con la stessa spregiudicatezza.

Aveva comandato bene una divisione durante la battaglia dei Sette Giorni, nella Peninsula, quando Lee aveva respinto il tentativo di McClellan di attaccare Richmond da sud. Quindi si era disimpegnato altrettanto bene alla testa del I Corpo, ad Antietam, dove Lee – senza vincere – aveva duramente colpito l’armata del Potomac di McClellan. Infine, alla testa della Grande Divisione Centrale, aveva dato buona prova a Fredricksburg, nonostante l’armata del Potomac, questa volta diretta da Ambrose Burnside, fosse stata sonoramente battuta; ciononostante non godeva della fiducia di gran parte dei dipendenti. Era noto che aveva tramato contro i precedenti comandanti dell’armata, denigrandoli in lettere dirette a propri referenti politici ed a funzionari del War Department. Lo stesso Burnside, nel rassegnare le dimissioni, scrisse che Hooker era “colpevole di ingiuste critiche sull’operato dei propri superiori, …e si era … adoperato per creare sfiducia … fatto rapporti e dichiarazioni che erano diretti a creare errate convinzioni, e … aver abitualmente sparlato di altri ufficiali”. Nell’occasione Burnside inviò un ordine per allontanarlo dal servizio “in quanto uomo incapace di ricoprire incarichi importanti”.

Comunque il giorno dopo Lincoln, accettate le dimissioni, offrì il comando dell’armata ad Hooker, annullando l’atto di allontanamento dal servizio siglato da Burnside. Così il repubblicano Lincoln, dopo 2 anni di problemi con comandanti democratici, scelse l’apolitico Hooker che, in base a ciò che aveva fatto, si pensava capace di maggiore combattività. Dopo aver provato con un comandante come Burnside, dubbioso delle proprie capacità, pensava che Hooker, esageratamente sicuro di sé, avrebbe fatto al caso suo; comunque, prevedendo qualche problema, gli scrisse che “ci sono delle cose per le quali non mi sento completamente soddisfatto di Lei”, anche se riteneva che l’ambizione di Hooker poteva non essere del tutto negativa. Inoltre il Presidente sapeva che Hooker aveva sostenuto pubblicamente la necessità che il paese facesse ricorso ad un dittatore, per superare la crisi, pertanto gli rammentò che ”solo i Generali che ottengono dei successi possono aspirare a diventare dittatori”, ma si aspettava questi successi da Hooker cui soggiunse “.. e io rischierò la dittatura”. Infine Lincoln chiarì al nuovo Comandante che aveva meno timore di Hooker di quanto ne provasse per Hooker “l’atmosfera che ha aiutato ad infondere nell’esercito, criticandone il comandante e distruggendo la fiducia in lui, ricadrà su di lei” avvertì. “Né Lei né Napoleone, se ancora fosse vivo, riuscireste ad ottenere qualcosa di buono da un esercito, fino a che prevarrà questa atmosfera”.

La lettera ottenne inizialmente qualche effetto, ma presto Hooker se ne dimenticò: aveva appena compiuto 48 anni e comandava la più grande armata mai mobilitata al mondo, circa 150.000 uomini alla fine di gennaio del 1863.

SI RIORGANIZZA L’ARMATA DEL POTOMAC

Come i predecessori, Hooker avviò una riorganizzazione dell’Armata del Potomac, approfittando dell’inverno, che sconsigliava di iniziare una campagna, come dimostrato del resto dai risultati di Fredricksburg che pur avevano insegnato qualcosa, tuttavia l’intero processo si risolse in una enorme confusione. Inizialmente egli mantenne l’organizzazione in Grandi Divisioni ereditata da Burnside, limitandosi a sostituire alcuni comandanti: Cavalleria ed artiglieria furono divise fra le Grand Divisions, eliminando il precedente comando unico, ma dopo poco Hooker riunì le unità montate in un unico comando, affidato al generale Stoneman. In un secondo tempo però decise di abolire le Grand Divisions, creando un nuovo terremoto fra i comandi, riportando i responsabili delle Grand Divisions alla testa dei Corpi che una volta avevano comandato.

La sua prima mossa strategica invernale fu lo spostamento del IX° Corpo, passato a Smith, a Fort Monroe, per convincere Lee di essere intenzionato a lanciare una nuova campagna contro la Peninsula, la mossa riuscì perché il comandante confederato dislocò sulla strada di Richmond le divisioni Hood e Pickett, 13.000 uomini, per parare la minaccia.

Hooker aveva ereditato una situazione di stallo: il freddo era stato tremendo quell’inverno e le truppe si fronteggiavano lungo il fiume Rapahannock, talvolta persino fraternizzando, perché si scambiavano tabacco, dal Sud, e caffè, dal Nord, usando piccole barche a vela. Egli si dette da fare senza posa per ricostruire il morale dell’armata e ripristinarne l’equipaggiamento, nonché i ranghi falcidiati da perdite e diserzioni, queste ultime giunte ai valori allarmanti del 10% in molti reparti. Contestualmente, in grande segretezza, pianificò la sua campagna estiva: Lincoln gli aveva lasciato carta bianca, chiedendogli di passare all’offensiva quanto prima e di non lasciare scoperta Washington. Dapprincipio aveva pensato di ripetere la manovra di Burnside, inizialmente coronata da successo, nella campagna conclusasi con la sconfitta di Fredricksburg, eseguendo una marcia avvolgente dopo aver disceso il Rapahannock, per portarsi fra l’armata confederata di Lee e la capitale Richmond. In seguito capovolse il piano e decise di muovere risalendo il fiume, trattenendo il nemico a Fredricksburg con un’azione dimostrativa. Avrebbe poi sfruttato la rete viaria, relativamente buona, per muovere verso ovest, quindi a sud, aggirando l’armata della Virginia Settentrionale.

In marzo Hooker iniziò la pianificazione logistica per sostenere la manovra ed in aprile ricevette la visita di Lincoln, che ammirò le truppe in una grande parata. Chi poté assistere all’incontro ricorda che Hooker usò ripetutamente frasi del tipo “quando prenderò Richmond”, “dopo che avremo preso Richmond”, “ho la più bella armata di tutti i tempi”, “il mio piano è perfetto, e quando inizierò ad attuarlo, Dio abbia pietà di Lee, perché io non ne avrò”. Il Presidente trovò la cosa stucchevole e disse ad un amico “la cosa più deprimente di Hooker è che mi sembra troppo sicuro di sé”.

Secondo il piano inviato al Presidente, la cavalleria Yankee avrebbe attraversato il fiume, dopo averlo risalito per circa 20 miglia a nord-ovest, nell’area di Kelley’s Ford, poi avrebbe piegato a sud, tagliando fuori Lee da Richmond. Quindi il grosso delle truppe di Hooker avrebbe superato il Rapahannock a Fredricksburg, obbligando Lee a ripiegare verso est.

IL CAMPO DI BATTAGLIA

Le armate erano divise dal fiume Rapahannock che scorre tortuoso, nell’area, grosso modo da ovest ad est. A sud della confluenza del Rapidan che scorre ad ovest, vi sono una serie di guadi: l’United States Ford è il più vicino al Rapidan, segue poi, verso est, la diga Scott’s, mentre più ad est sono disponibili i guadi Bank’s e Scott’s. Da questi passaggi le strade Old Mine e River convergono a sud su Chancellorsville, mentre la pianura prospiciente il fiume lascia, verso sud, il posto all’intricata vegetazione del Wilderness, attraversabile su poche strade talvolta pavimentate di tronchi per superare tratti di fango intransitabili altrimenti.

INIZIA LA CAMPAGNA

Purtroppo, non appena Hooker iniziò a far muovere la propria cavalleria, piogge torrenziali ingrossarono il fiume, rendendo impraticabile l’intera pianificazione: la campagna fu temporaneamente sospesa e per due settimane le due armate rimasero sotto l’infuriare delle intemperie.

Il comandante unionista decise allora di cercare una possibilità di attraversamento celere e senza ostacolo, attendendo che le condizioni meteorologiche glielo permettessero. Nel frattempo Lee si era convinto che gli Yankees avrebbero attraversato il corso d’acqua a monte di Fredricksburg, non conoscendo le modifiche apportate al piano da Hooker, che fra il 24 ed il 25 aprile aveva di nuovo completamente modificato il proprio disegno di manovra: stavolta non voleva più aggirare l’avversario, il suo obbiettivo era diventata la stessa armata confederata.

Avrebbe utilizzato per il guado della propria fanteria Kelley’s Ford, poi avrebbe respinto i confederati da United States Ford e Banks’ Ford, rispettivamente 7 e 4 miglia più a monte. A quel punto avrebbe utilizzato per le proprie fanterie questi guadi, per poi attaccare il fianco sinistro confederato sulle alture di Fredricksburg. Contemporaneamente altre truppe dovevano varcare il fiume a sud della cittadina, aggredendo l’altro fianco di Lee che doveva rimanere tagliato fuori da Richmond. In sintesi Hooker voleva sfruttare la propria superiorità numerica per schiacciare Lee contro il fiume.

Era un piano eccellente se i federali avessero mosso in silenzio e velocemente e se Lee fosse rimasto fermo ad attendere a Fredricksburg, di fronte al nemico che occupava la riva opposta.

Il generale Hooker non perse tempo per passare all’azione: all’alba del 27 aprile XI°, V° e XII° Corpo partirono per Kelley’s Ford, dove dovevano giungere nel pomeriggio del 28. Contemporaneamente il Generale Couch spedì 2 delle sue 3 divisioni verso United States Ford e Banks’ Ford, lasciando una sola divisione davanti a Fredricksburg, facendo credere che nessuno si fosse mosso; Hooker sperava comunque che l’avversario intuisse una minaccia su questi ultimi guadi e vi distaccasse truppe, indebolendo lo schieramento che si imperniava sulla città. Il generale Reynolds doveva tenersi in misura di eseguire il guado a Fitzhugh’s Crossing, 4 miglia a valle della città prima dell’alba del 29, infine il generale Sedgwick, posto temporaneamente alle testa di I°, III° e VI° Corpo, doveva seguire con il I° Corpo le truppe di Reynolds, con il VI° doveva guadare a Franklin’s Ford – due miglia più vicino a Fredricksburg – e con il III° tenersi pronto a seguire quello dei due corpi che avesse superato per primo e più agevolmente l’ostacolo fluviale. Al termine della prima fase tutte le unità di Sedgwick dovevano muovere verso Telegraph Road, che costituiva la principale linea di collegamento dei confederati con Richmond, per poi attaccare qualora Lee avesse distaccato truppe verso i guadi più a monte.

Le truppe federali dovevano superare il Rapahannock e muovere a sud, superare poi il Rapidan, che si immetteva nell’altro fiume all’altezza di United States Ford, a Germanna o Ely’s Ford, prima che Lee iniziasse a muovere. Se tale fase fosse riuscita, l’avanzata avrebbe dovuto proseguire in un’intricata boscaglia nota come il Wilderness – attraversabile solo su poche strade pavimentate di tronchi per superare il denso fango che le invadeva di norma – fino a Wilderness Tavern, poche miglia oltre Germanna ed Ely’s Ford. Era probabile che sarebbero state incontrate le truppe confederate fra Wilderness Church e Chancellorsville, ma con un po’ di fortuna poteva accadere che non fosse incontrata alcuna resistenza, visto che quando Hooker iniziò i movimenti, Lee ancora era convinto di dover fronteggiare una ben differente manovra, basata su un massiccio attacco su Fredricksburg ed un’ampia manovra aggirante della cavalleria.

L’ARMATA CONFEDERATA REAGISCE

Il comandante confederato, Gen. R. Lee, aveva la caratteristica di riuscire a ribaltare a proprio favore con una notevole facilità quelle situazioni, che, inizialmente, sembravano disperate: lo aveva fatto cinque mesi prima a Fredericksburg e sarebbe stato in grado di ripeterlo. Egli aveva dovuto inviare nella Peninsula 13.000 uomini, con i Generali Pickett ed Hood, comandati dal Generale Longstreet, pertanto guidava personalmente le rimanenti due divisioni del I° Corpo (Anderson e McLaws) forte di 18.000 uomini. Il Corpo di Jackson era invece praticamente intatto, con i suoi 38.000 uomini, e comprendeva le divisioni di A. P. Hill, Robert Rhodes, Early e Raleigh Colston. Considerata la Cavalleria di “Jeb” Stuart e l’artiglieria, i confederati schieravano 61.000 uomini, e ritenevano che Hooker disponesse di almeno 150.000 soldati. Per tale ragione Lee non fu sorpreso quando seppe che i nemici assommavano a 134.000 uomini, più del doppio della sua armata.

Il Corpo di Jackson era dislocato lungo 2 miglia, a sud di Fredricksburg, mentre la divisione di McLaws teneva le alture prospicienti la città, protetta sul fianco sinistro dalla sparpagliata divisione di Anderson e dalla cavalleria. Quest’ultima era proiettata verso ovest, per controllare i guadi più lontani. Lee poteva solo attendere la prima mossa dell’avversario, ma per sua fortuna occupava ancora le imprendibili posizioni che erano costate la rimozione a Burnside.

La manovra dei federali iniziò felicemente: XII° e XI° Corpo raggiunsero Kelley’s Ford in tempo, trovarono sul posto l’equipaggiamento da ponte ed alle 2200 del 28 aprile i primi reggimenti erano al di là del Rapahannock dove catturarono i pochi ribelli presenti che non ebbero modo di avvertire Lee. Il 29 l’avanzata proseguì, rallentata dalle poche strade disponibili, ma non venne correttamente interpretata dalla cavalleria confederata, che ritenne si trattasse di un ampio movimento aggirante più che di una minaccia diretta al proprio esercito. Il V° Corpo (gen. Meade) superò il Rapidan ad Ely’s Ford, mentre XI° e XII° (gen. Howard e Slocum) occupavano Germanna.

Il generale Hooker aveva raggiunto il suo primo obbiettivo: era oltre il Rapidan e praticamente l’intero esercito di Lee era nelle proprie fortificazioni a Fredricksburg. Un altro giorno positivo, e per i confederati non sarebbe stato più possibile far nulla, specie se Sedgwick avesse iniziato l’attraversamento. Lee avrebbe solo potuto informare Richmond e chiedere rinforzi, visto che non conosceva ancora le reali intenzioni dell’avversario e la forza delle colonne che avevano superato Rapahannock e Rapidan: del resto seppe del secondo attraversamento solo quando calò il buio; intuì però che il nemico stesse puntando su Chancellorsville, determinando una grave minaccia.

Il comandante confederato reagì prontamente ordinando ad Anderson di inviare due brigate e parte di una terza sulle due strade che, dal Rapidan, portavano a Chancellorsville. Il generale Anderson in persona a mezzanotte era sul posto e, con l’aiuto dei genieri, giunti alle 0800 del 30 aprile, fece costruire le prime difese. L’ala destra di Hooker aveva marciato tutto il giorno ed occupato Chancellorsville prima del cadere della notte, contestualmente il gen. Couch aveva superato con il II° Corpo l’United States Ford ponendosi alla sinistra delle truppe di Meade, ed al calare della sera era stata stabilita una solida linea lunga 4 miglia, fra Wilderness Church e Chancellorsville. In effetti il gen. Meade – che aveva raggiunto la posizione alle 1400 – avrebbe voluto proseguire, ma il collega Slocum, che aveva ricevuto disposizioni di assumere il comando del settore ed arrestarsi, ne gelò l’entusiasmo facendo rispettare l’ordine di sosta di Hooker. Furono così perse preziose ore di luce: forse Hooker stava perdendo la propria sicurezza e dagli ordini che inviò dimostrava di voler attendere l’attacco dei confederati, passando sulla difensiva: addirittura indirizzò un proclama alle truppe congratulandosi per l’avanzata ed aggiungendo che a quel punto i confederati potevano solo “volare via” o attaccare, e negli ordini trasmessi per il 1° di maggio traspariva che solo le unità di Sedgwick avrebbero dovuto investire lo schieramento avversario, spingendo Lee verso la linea occupata dalle forse dell’Unione dopo aver attraversato il Rapidan.

In effetti era proprio ciò che Lee voleva fare e non aveva bisogno di essere spinto verso Hooker. Dopo aver capito il 30 aprile che nessuna azione si sarebbe sviluppata dall’altra riva del Rapahannock, verso Fredricksburg, e che la minaccia più seria veniva dalle truppe che avevano superato il Rapidan, egli decise di lasciare una brigata di McLaws ed una divisione di Jackson a fronteggiare i federali di Sedgwick, spostando nella giornata il rimanente dispositivo verso la linea organizzata dal generale Anderson. A mezzanotte gli elementi avanzati erano in posizione, seguiti dal grosso nel corso della notte.

Nel campo federale, il III° Corpo in mattinata guadò a United States Ford, mentre le truppe del gen. Meade – su ordine di Hooker – iniziavano una lenta avanzata, finalizzata a migliorare la linea difensiva.

Contemporaneamente il gen. confederato “Stonewall” Jackson, non appena giunto sul posto, pensò di attaccare e spinse avanti le sue truppe, lungo le due strade che adducevano a Chancellorsville. Verso le 1130 il suo Corpo aveva coperto metà della distanza fra la linea presidiata dal collega Anderson e la cittadina, quando giunse in vista del nemico: era la divisione Sykes del V° Corpo. Davanti a questa Jackson disponeva solo della Brigata Mahone, mentre davanti all’intero XII° Corpo poteva contare sulla Brigata del gen. Carnot Posey. Era una situazione critica: 12.000 confederati si stavano opponendo ai 40.000 di Slocum e Meade, ciononostante il rischio fu accettato da “Stonewall” che circa 10 minuti dopo iniziava ad attaccare. Con il passare del tempo le sue truppe affluirono e, alla fine, anch’egli disponeva di almeno 40.000 uomini: in quel momento Lee usava i 5/6 del suo esercito per fronteggiare la minaccia sul fianco sinistro, costituita dalla metà dell’esercito di Hooker che era ancora convinto che il grosso confederato fosse a Fredricksburg.

Jackson nel pomeriggio aveva detto a “Jeb” Stuart “Credo che Dio ci darà una grande vittoria”, questo spiega lo stato d’animo che lo animava: ancorché in critica inferiorità numerica, egli pensava solo a vincere la battaglia. Hooker dal canto suo sapeva che l’attacco dimostrativo di Sedgwick non era stato ancora lanciato e pensava che Lee avesse troppe unità libere, da far intervenire per difendersi dall’aggiramento, pertanto dette ordine di passare decisamente sulla difensiva perché “il nemico può attaccarmi”.

In seguito i detrattori sostennero che il generale unionista fosse ubriaco, ma i testimoni lo escludono: egli aveva semplicemente perduto ogni sicurezza quando aveva visto che i confederati, invece che agire come aveva previsto, stavano passando all’attacco. Tutta la campagna era basata sull’assunto che Lee sarebbe rimasto a Fredricksburg, attendendo di esser schiacciati dalla manovra aggirante: l’azione di Jackson aveva cambiato tutto. Non avendo mai immaginato che un nemico in inferiorità numerica potesse attaccare, ora non pensava che a ritirarsi verso le fortificazioni di Chancellorsville e nel tardo pomeriggio dette ordine di ripiegare sulla cittadina. Furono abbattuti alberi per sgombrare i campi di tiro all’artiglieria, realizzate ostruzioni per proteggere la fanteria e rallentare gli attaccanti e scavate trincee: a mezzanotte era stata realizzata una linea lunga 5 miglia. Da sinistra a destra si erano schierati il V° corpo di Meade, parte del II° di Couch, che aveva realizzato un saliente verso Ovest, il XII° di Slocum e l’XI° di Howard. La linea era stata realizzata nella certezza che i confederati avrebbero attaccato lungo le due strade che portavano a Chancellorsville, in prossimità della città, pertanto il fianco destro di Howard non si appoggiava a nessun punto forte del terreno, né era protetto dalla cavalleria: esso era considerato irraggiungibile. Quella sera Hooker aveva detto a Couch “Va tutto bene, Lee è proprio dove voglio, mi deve combattere sul mio terreno”. Ma Couch non si sentiva tanto sicuro.

Lo scontro era stato solo una schermaglia, ma Lee aveva deciso che il giorno dopo, 2 di maggio, avrebbe sviluppato lo sforzo più serio visto che avrebbe potuto disporre del grosso dell’armata. Ancorché alcuni dei suoi generali ritenessero che Hooker avrebbe provato a superare il Rapahannock durante la notte, il comandante confederato riteneva che l’attacco nemico si sarebbe sviluppato il giorno seguente, coordinato probabilmente con una massiccia azione sulla fronte portata dalle truppe di Sedgwick.

“STONEWALL” JACKSON AL CONTRATTACCO”

In serata Lee e Jackson si consultarono, poiché erano convinti che solo attaccando preventivamente avrebbero potuto scongiurare la minaccia. “Stonewall” aveva avuto modo di conoscere meglio il terreno, avendo compiuto ricognizioni nonché un tentativo, fallito, di aggirare il fianco destro nemico. Quando i rapporti della cavalleria dettero loro notizia dell’esposizione del fianco del corpo di Howard, grazie alle conoscenze dirette di un componente lo staff di Jackson, che era cresciuto nella zona, fu deciso di sfruttare la copertura dei boschi per compiere un ampio movimento aggirante, a breve distanza dal nemico, lungo una strada incassata. Il gen. Lee approvò ed affidò cospicui rinforzi e l’impresa allo stesso Jackson, che annunciò subito che avrebbe iniziato a muovere alle 0400.

Nel corso della notte Hooker doveva aver avuto qualche timore circa la posizione delle truppe di Howard, perché dette ordine al I° Corpo di coprirne il fianco esposto, tuttavia il movimento richiese molte ore.

Il piano di Lee era estremamente coraggioso: egli divideva le sue forze davanti ad un nemico ben più numeroso, operando con 12.000 soldati davanti a Chancellorsville, per guadagnare tempo e creare una diversione che consentisse al resto delle truppe – 32.000 uomini e 112 cannoni – di marciare per 9 miglia, alla luce del giorno, e colpire il fianco destro nemico. Se i federali avessero attaccato prima sarebbe stato un disastro, ma Lee aveva percepito il timore e l’irresolutezza del comandante Yankee: la sua manovra non indicava solo il suo coraggio, ma anche la scarsa considerazione che aveva dell’avversario.

Hooker avvertì Howard del pericolo, ma non sapeva del vuoto fra il fianco destro del dipendente ed il fiume Rapidan, così non comprese il movimento iniziato da Jackson, e anche il generale Daniel Sickles lo interpretò come l’inizio di una ritirata e chiese di avanzare con il proprio III° Corpo per provare ad intercettarlo. Purtroppo per i federali, “Stonewall” era riuscito a passare con quasi tutte le sue divisioni, per cui l’avanzata del III° Corpo servì solo ad allungare ancor più lo schieramento Yankee, creando un saliente ed indebolendo il punto di giunzione fra le unità dei generali Slocum e Howard.

Per tutta la mattinata ed il primo pomeriggio Lee aveva compiuto solo una serie di finte verso il centro di Hooker, più tardi con le truppe di McLaws aveva aumentato leggermente la pressione, ma solo per catturare l’attenzione del nemico. Contemporaneamente gli stanchi veterani di Jackson si portavano sotto, mentre il loro comandante febbrilmente li incitava ad accelerare, utilizzando anche distaccamenti armati per rastrellare chi avesse voluto sbandarsi. Nonostante le precauzioni i suoi movimenti erano stati individuati e riferiti ai comandanti federali, ma il generale Howard rifiutò di credere che un consistente complesso di forze lo stesse per investire, mentre il comandante supremo ordinava alle truppe di Sedgwick di attaccare verso Fredricksburg perché convinto della ritirata dei confederati.

Alle 3 pomeridiane Jackson aveva raggiunto la linea di partenza per l’attacco, schierato le sue 3 divisioni lungo 3 miglia, fronte ad est, in 3 ondate, e chiesto al generale Rhodes, alla testa della prima, se fosse pronto. Ottenuto un laconico “Yes”, “Stonewall” dette l’ordine di attacco. Mai nel corso della Guerra Civile accadde ciò che quel giorno si verificò: le ondate dei Ribelli lanciarono il loro celebre grido di guerra, in pochi secondi travolsero gli avamposti, e al suono delle trombe caricarono. La prima cosa che videro gli Yankees furono i cervi, i conigli e gli altri animali della boscaglia in fuga, quindi furono semplicemente spazzati via, le loro batterie furono catturate dopo circa un quarto d’ora e, dopo meno di un’ora erano stati spinti in rotta fino a Wilderness Church. La pressione dei confederati non rallentò, sapevano dal rombo del cannone che ora le truppe di Lee avevano iniziato la loro azione contro l’altra estremità della linea dei federali. Incredibilmente, a Chancellorsville, a circa due miglia dal disastro, il generale Hooker ignorava cosa stesse succedendo: nessuno aveva pensato ad informarlo ed il vento non gli portava il rumore dell’attacco. La notizia la ricevette da uno degli ufficiali dello staff che, con il cannocchiale, vide centinaia di fuggiaschi dirigersi nella direzione del comando. Inutilmente si tentò di arginare la fuga, solo a sera “Stonewall” fu costretto a fermarsi, considerata la stanchezza e la disorganizzazione del proprio dispositivo.

Hooker intanto era quasi accerchiato, stretto fra Jackson, ad ovest, e Lee a sud e sud-est. Disponeva di un’unica via di comunicazione con Scott’s Ford ed United States Ford, e i suoi fianchi erano assai vulnerabili. In effetti alle 2100 Jackson dette al generale A. P. Hill l’ordine di partire all’attacco, recandosi personalmente verso ovest per eseguire una ricognizione. Purtroppo nell’oscurità un gruppo di uomini del 33° Reggimento della Nord Carolina non lo riconobbe ed aprì il fuoco, ferendolo gravemente alla mano destra, al polso sinistro ed al braccio sinistro, fra la spalla ed il gomito: la terza ferita ruppe l’osso e recise un’arteria. “Stonewall” cadde incitando i suoi a proseguire per completare la vittoria. Il generale Stuart assunse il comando del II° Corpo, ma gli sforzi compiuti dovettero essere interrotti con il cadere della notte, durante la quale non riuscì a dormire nessuno, perché le due parti tentarono di consolidare le linee preparandosi al nuovo scontro.

All’alba Lee ordinò a Stuart di premere e spingere gli Yankees fuori di Chancellorsville, per poter riunire le ali della propria armata, ma le truppe del gen. Sickles tennero il terreno che divideva le due branche della tenaglia. Stuart riuscì ad ottenere dei progressi nel centro abitato, e lo stesso Hooker scampò ad un ben centrato colpo di artiglieria che lo lasciò per un po’ in stato confusionale, costringendolo a cedere il comando a Couch: da quel momento in poi non avrebbe più esercitato il controllo sull’andamento delle operazioni. Nella tarda mattinata il generale Meade propose a Couch di investire il fianco sinistro di Stuart, ma il nuovo comandante gli spiegò che Hooker si era allontanato impartendo l’ordine di lasciare il campo, visto che le truppe di Sedgwick non progredivano su Fredricksburg. Per il combattivo Meade era stato un colpo duro, ma da quel momento i federali eseguirono azioni finalizzate solo a superare il Rapahannock ed a sganciarsi. Dietro di loro, verso mezzogiorno, Lee e Stuart riunirono le forze e continuarono ad inseguire, quando ebbero notizia dell’attacco di Sedgwick su Fredricksburg.

Il generale Sedgwick aveva dovuto sostenere un ruolo frustrante: da Hooker aveva ricevuto l’ordine di attaccare quando se ne fosse presentata l’occasione e questa non si era intravista, atteso che non erano giunti segnali di successi delle truppe guidate dal comandante dell’armata del Potomac, così era stato sprecato l’intero 1° di maggio. Dal canto suo Hooker attendeva i progressi di Sedgwick per passare all’offensiva.

Solo nella notte fra l’1 ed il 2 maggio le truppe federali di Sedgwick iniziarono il guado a Franklin’s Ford ed alle 1030 successive investirono, lentamente, la linea confederata. Questa, assai sottile, ripiegò lentamente verso le difese di Fredricksburg, ove stavolta l’attacco, estremamente duro e sanguinoso, permise di guadagnare Marie’s Height e la strada incassata protetta dal muro di pietra che aveva bloccato tutti gli assalti durante la battaglia precedente.

Sedgwick commise anche l’errore di utilizzare solo 5.000 dei suoi 20.000 uomini per avanzare verso Salem Church: era ansioso di combattere dopo due giorni di inattività, così i 10.000 confederati riuscirono a guadagnare sufficiente tempo, le altre truppe di Lee lo arrestarono e ne minacciarono le nuove posizioni a Fredricksburg. Durante la notte il sopraggiungere di rinforzi confederati intimorì Sedgwick, che iniziò i preparativi per il ripiegamento. Lee contrattaccò il 4 pomeriggio ed Hooker, ancora poco lucido, non intuì che poteva utilizzare i 75.000 uomini che gli erano rimasti dopo i combattimenti del 2 e 3 di maggio attorno a Chancellorsville, così Sedgwick rimase senza sostegno e si ritirò.

Nella notte Hooker dette ordine di ritirata generale a nord del Rapahannock: per la prima volta aveva perduto la fiducia in sé stesso, oltre a 17.000 uomini, contro i 12.800 di Lee, e dopo due anni l’armata del Potomac era stata ancora una volta sconfitta da quella della Virginia Settentrionale. Questa volta, inoltre, era apparso chiaro che i federali avevano subito la sconfitta anche per l’eccessivo timore nel nemico: era accaduto che dopo una brillante pianificazione, era subentrata una sorta di paralisi di idee che aveva reso i responsabili dell’Armata del Potomac assolutamente incapaci di reagire alle iniziative confederate.

Purtroppo per Lee, il 10 maggio moriva “Stonewall” Jackson, l’uomo che meglio ne aveva interpretato i piani. La sua morte si sarebbe rivelata ben più decisiva di migliaia di altre.

NOTE

[#1] ad opera delle truppe confederate comandate da “Stonewall” Jackson

[#2] ad opera dell’Armata Confederata della Northern Virginia, comandata dal Generale Lee

Bibliografia

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John G. Nicolay and John Hay. “Abraham Lincoln. A History”, New York 1890

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