Argomento: Sbarco in Normandia - Recensione di Francesco (07/04)
D Day di Stephen E. Ambrose, Rizzoli 2002 (9,22 Euro)
Possono le democrazie "produrre giovani soldati in grado di combattere efficacemente la Germania nazista?" e ancora, "il fanatismo e la disciplina del totalitarismo avrebbero sempre avuto il sopravvento sul liberalismo e la debolezza della democrazia"? Più che la ricostruzione degli eventi sono queste due domande ad ispirare il libro di Ambrose. Il risultato è un'opera divulgativa, coinvolgente per chi è alle prime armi con la storia militare, ma povera di spunti per gli appassionati. Tutti i momenti principali dello sbarco sono accompagnati dalle interviste dei reduci, interessanti ma a lungo andare ripetitive. Nei primi capitoli Ambrose offre una prima, rapidissima, descrizione dei preparativi per il D-Day; gli sbarchi a Utah e Omaha e il lancio dell'82a e della 101a divisione occupano la parte centrale del libro mentre alle azioni negli altri settori (dove a combattere sono inglesi, canadesi, francesi, ecc) sono dedicati pochi capitoli di chiusura. Il nemico è praticamente ridotto ad una sagoma di cartone: i tedesci sparano, uccidono, muoiono e si ritirano. E non potrebbero fare altrimenti, sembra suggerire l'autore, visto che combattono per l'esercito del Male. E' lo stesso Ambrose a spiegarci che il libro vuol essere, nella sua "essenza", un "canto d'amore alla democrazia", un'ode a tutti quei giovani che "nati nella finta prosperità degli anni '20 e cresciuti nell'amara depressione degli anni '30 (...) quando arrivò l'ora della verità, quando si doveva combattere per la libertà o lasciar perdere, combatterono." Ma il tessere odi e canti d'amore, attività rispettabilissime, non sono a mio avviso compatibili nè con la serietà richiesta dalla ricerca storica nè con la sobrietà richiesta dalla normale divulgazione. Due note a favore: a. il prezzo, 10 euro (collana BUR storia) per 600 pagine; b. i dialoghi del 6 giugno, fortunatamente basati sui ricordi dei sopravvissuti e non inventati di sana pianta in stile Carell. Curiosità: Spielberg ha attinto a piene mani da questo libro per il suo "Salvate il soldato Ryan". I quattro fratelli Niland (due morti nel D-Day, un terzo ucciso in Birmania nella stessa settimana, il quarto, paracadutista, spedito lontano dalla prima linea) sono i Ryan del film. Alcuni dialoghi del libro sono stati semplicemente ricopiati nella sceneggiatura.
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