Caccia alla Bismarck di Ludovic Kennedy, Mondadori (Euro 6,59)
Questo è decisamente il migliore libro che riesca ad essere una precisa via di mezzo tra un romanzo e un ottimo libro di storia. La capacità dell'autore e la sua competenza sugli argomenti marittimi è assolutamente fuor di dubbio per chiunque abbia potuto leggere anche solo una delle sue opere, e questa è un'ottima garanzia per la ricerca da lui condotta sui tragici avvenimenti dell'affondamento della corazzata tedesca. Il libro appare scritto con la precisione e terminologia dovuta ad un argomento così ricco dal punto di vista tecnico e la cui trascuratezza avrebbe sicuramente messo in dubbio la veridicità del discorso o la competenza dell'autore a trattare simile argomento. Si nota subito che il testo non eccelle per la mole delle pagine o per la monotonia della descrizione dell'evento, cosa che contribuisce a renderlo simile al classico "libro delle vacanze", la cui lettura in fondo è fatta solo per distrarsi e con distrazione. Certamente la lettura è divertente e risulta svagante, ma attenzione a non sottovalutare l'argomento trattato. La precisione della trattazione storica presuppone la memorizzazione di ogni piccolo avvenimento, permettendo così di memorizzare e analizzare anche lo sguardo generale, ampliabile fino all'ampia esposizione della discussione sull'utilizzo delle grandi unità da guerra della flotta germanica durante la cruciale battaglia dell'atlantico. In effetti poi della flotta di superficie si ricordano solo la "Graf Spee" e la "Bismarck", uniche unità che parteciparono ad epici scontri con la Royal Navy. Certamente questi scontri misero in evidenza evidenti carenze della marina inglese, ma sottolinearono anche lo stradominio dei mari di quest'ultima e l'eterna paura che colpiva i comandi delle altre marine alla prospettiva di impegnarsi in scontri diretti. La terribile corazzata che prese il mare nel 1940 aveva tutte le carte in regola per condurre a termine quell'isolamento delle isole inglesi ritenuto da Hitler essenziale per costringerli alla resa, e seppe dimostrarlo con l'affondamento della "Hood", considerata una nave assolutamente invincibile, impresa non solo degna di nota di per sé, ma anche per la facilità e semplicità con cui i tedeschi la raggiunsero. Fu essa a consacrare la "Bismarck" nell'olimpo della navi da guerra e a creare il mito della nave da guerra più grande del mondo. Assolutamente notevole che l'intera campagna e fuga verso i porti francesi vengono narrate dalla parte dei tedeschi e degli inglesi, quindi con assoluta fedeltà, senza cedere agli impulsi nazionalistici dell'autore. Molto interessante anche l'analisi delle diverse possibilità condotte col senno di poi che permettono di identificare gli errori dei tedeschi e le possibili alternative che avrebbero potuto condurre la nave alla salvezza.
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