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Argomento: Campagna di Polonia 1939 - Recensione di NS (03/10)

Nel 1939 l'invasione della Polonia segna l'avvio della seconda guerra mondiale. Nelle opere generaliste la campagna di Polonia viene di solito narrata attraverso la stanca ripetizione di luoghi comuni, se non di veri e propri "miti": la blitzkrieg tedesca che implacabilmente sgretola un avversario inerme, le cariche di cavalleria contro le colonne di carri germanici, la distruzione a terra nel primo giorno di operazioni dell'intera aviazione polacca, sono immagini ormai saldamente radicate nell'immaginario collettivo. Il libro di Steven J. Zaloga, seguendo l'andamento delle operazioni giorno per giorno, ha il merito di restituire una cronaca fedele e un quadro molto più credibile degli eventi. Il lettore ignaro scoprirà così che per le forze armate germaniche le operazioni del settembre 1939 non furono una passeggiata militare, che l'applicazione della "blitzkrieg" era ancora lontana dall'essere perfezionata (mancava ad es. un coordinamento fra unità di terra e supporto aereo); che la cavalleria polacca non caricò lancia in resta i carri della Wehrmacht come la propaganda tedesca del tempo riuscì con successo a far credere; che la Luftwaffe non annichilì l'aviazione avversaria negli aeroporti (ormai quasi deserti, visto che i comandi avevano per tempo provveduto a disperdere i velivoli in campi di volo improvvisati); che, infine - ma gli esempi potrebbero continuare - l'esercito polacco riuscì in più occasioni a fermare l'avanzata del nemico e perfino, contrattaccando, a metterlo in difficoltà, seppur temporaneamente. Date le ridotte dimensioni, il volume dedica poco spazio agli eventi politico-diplomatici e alle conseguenze strategiche della campagna; abbastanza buone le mappe presenti (due, relative al primo e al settimo giorno di guerra), con unità riprodotte fino a livello di divisione/brigata. Vista la scarsità di opere dedicate all'argomento, quello di Zaloga è un testo assolutamente consigliato a quanti non si accontentano delle poche pagine dedicate dai testi generalisti alla campagna di Polonia.
Argomento: Armata Russa di Liberazione - Recensione di Maurizio 61 (07/08)
I dannati di Vlassov di Adriano Bolzoni, Mursia
Questo libro pur non essendo un'opera recente (la prima edizione è del 1991) è ancora una buona fonte per conoscere e/o approfondire una delle vicende più volutamente dimenticate della II G.M., quella relativa ai soldati ed ufficiali delle varie nazionalità russe che in nome dell'antibolscevismo combatterono a fianco della Wehrmacht durante il periodo compreso dalla fine del 1941 al maggio 1945. Molti di loro erano soldati sovietici caduti prigionieri di guerra dei tedeschi che accettarono di combattere al loro fianco, altri erano abitanti delle varie Repubbliche Sovietiche, ucraini, baltici, cosacchi ecc. raggiunte dalle truppe del Terzo Reich che si arruolarono per combattere non contro la Russia ma contro il potere soietico e lo stalinismo, generando un fenomeno che per dimensioni lasciò stupefatti persino i tedeschi e che non ebbe eguali in nessun altro Paese alleato/occupato. Per dare un'idea di tale fenomeno basti pensare che nell'inverno del 1944 la ROA (Russkaja Osvoboditel'naja Armaija, ossia Armata Russa di Liberazione) contava 1.200.000 soldati! Al comando della ROA era il generale Vlassov uno dei più famosi e carismatici comandanti russi del primo anno di guerra, fatto prigioniero nel 1942. Nell'opera viene più volte messo l'accento sul fatto che senza gli ordini demenziali del Fuehrer, che prevedeva per l'est una guerra di sterminio e di sottomissione delle popolazioni, una più accorta politica di pacificazione delle sterminate aree russe occupate (è fatto noto che in moltissime zone della Russia i tedeschi all'inizio dell'Operazione Barbarossa furono accolti da liberatori e non da invasori) l'afflusso di volontari sotto la bandiera dell'anti bolscevismo del generale Vlassov avrebbe assunto dimensioni ancora più imponenti, ponendo una seria ipoteca per il rovesciamento del regime stalinista e la conseguente vittoria tedesca sul fronte orientale. Viene più volte citato il pensiero di molti generali tedeschi: "La guerra contro la Russia si può vincere solo con i russi". Il libro offre una discreta descrizione dei vari reparti antibolscevichi, della loro composizione etnica, dei motivi del loro "cambio di campo", anche sè la parte inerente le operazioni prettamente belliche di queste truppe è a mio parere un po' trascurata. Particolarmente interessante invece, la parte inerente il destino di queste unità che combatterono ferocemente al fianco dei tedeschi fino alla fine, arrendendosi poi in massa alle forze Anglo-Americane con la speranza di restare all'ovest, ma da queste riconsegnate a Stalin e di conseguenza ai plotoni d'esecuzione o ai gulag siberiani. Nelle pagine traspare una certa ammirazione per la figura del generale Vlassov, le cui eccezionali capacità di "catalizzatore" dell'odio contro il regime stalinista esistente tra le popolazioni della galassia sovietica furono capite troppo tardi da Hitler. In ogni caso l'ennesima conferma che il dittatore nazista (per fortuna) non ascoltò quasi mai i consigli dei suoi generali.
Argomento: Battaglia di Berlino - Recensione di Federico Colombo (01/08)

In questo libro si racconta l'ultima campagna militare in Europa della seconda guerra mondiale, quella contro la capitale del millenario Terzo Reich. La narrazione parte dall'invasione, nel gennaio del '45, della Prussia orientale e termina con l'occupazione sovietica della città di Berlino. Largo spazio è dedicato alle tragedie umane che colpirono quelle terre. Stupri, uccisioni e devastazioni contrassegnarono la vendetta delle "orde bolsceviche" per i crimini commessi in terra russa dai soldati della Wehrmacht e dalle SS. Certamente questa parte del libro, pur mantenendo un'importanza fondamentale, risulta un attimo ripetitiva e molto spesso urta la sensibilità. C'è da dire però che l'analisi di questi fenomeni è accurata, e anche l'approfondita indagine psicologica mira a darne una spiegazione che non è giustificativa ma solamente analitica. Trattandosi poi di una realtà inscindibile dagli eventi narrati, non poteva assolutamente essere messa da parte, o non occupare lo spazio narrativo che invece gli è riservato. Per il resto il libro tratta accuratamente gli eventi bellici e i diversi movimenti, e nell'edizione bur, vi sono anche molte mappe dettagliate che aiutano a seguire con precisione i diversi spostamenti. Interessante anche l'analisi degli eventi all'interno del bunker, che riprendono le testimonianze della Junge e l'analisi svolta dallo storico Fest. Insomma la panoramica è completa, dettagliata e ben strutturata. Il linguaggio è semplice e lineare, certamente ben scritto e facile da seguire, e questo contribuisce a rendere scorrevole e interessante la lettura.
Seconda recensione by Marco Marianetti (06/02)
Seconda recensione by Marco Marianetti (06/02)
Argomento: Campagna di Russia - Recensione di Andrea Lombardi (08/06)

Il presente studio, scritto per conto dell'US Army dal generale Erhard Raus (esperto nell'impiego delle unità corazzate), riguarda la tattiche particolari adottate dalla Wehrmacht e dall'Armata Rossa in due delle più importanti battaglie svoltesi sul fronte orientale: la battaglia di Stalingrado e la quarta battaglia di Kharkov. L'autore analizza nella prima parte le tattiche impiegate dai reparti corazzati della 6.Panzer-Division, da lui comandata, durante l'operazione "Wintergewitter" del novembre 1942. Nella seconda parte sono prese in esame le tattiche russe impiegate nei combattimenti sul fiume Donets dell'estate 1943 contro il XI Armee-Korps. Lo studio è integrato dal resoconto della fase culminante della quarta battaglia di Kharkov. 198 pagine oltre 50 illustrazioni in b/n , formato 14x21.
Argomento: Campagna di Russia - Recensione di Massimiliano Magli (10/05)

La ritirata di Russia narra sì la storia della disfatta della nostra armata, ma racconta soprattutto storie di uomini: apparentemente pedine anonime di un esercito allo sbando, in realtà persone vere, ciascuna con le proprie contraddizioni, debolezze. Figura autentiche, capaci di narrare senza retorica la propria storia. Ecco perché, durante la lettura, si percepisce la sensazione di sfogliare un album di fotografie: un album di famiglia, forse. Egisto Corradi fu un eroe. Da ufficiale si comportò valorosamente sul fronte russo meritando una medaglia d'argento al valor militare. Da scrittore ci comunica con grande efficacia le paure e i dubbi che la guerra inevitabilmente suscita in tutti quelli che l'hanno vissuta e ancora vivono, purtroppo in prima persona. Erano 85 mila soldati, morirono alla media di 2000 al giorno, 300 all'ora, 6 ogni minuto. Partendo avevano cantato "Aspetta mia bambina il mio giorno, vado, vinco e torno".
Storie che sembrano tanto lontane, ma sono, invece, profondamente attuali, narrate da Corradi con uno stile prezioso e avvincente. Egisto Corradi nacque a Parma nel 1914, da genitori di origine contadina appena stabilitisi in città dall'appennino. Si diplomò in ragioneria e conseguì la laurea in economia e commercio, ma sin da ragazzo sognava il giornalismo. Partecipò alla campagna di Grecia e di Russia, nella Julia, col grado di sottotenente. Al ritorno ricevette la medaglia d'argento al valore militare. Dopo un apprendistato alla Gazzetta di Parma, nel primissimo dopoguerra, fu assunto al Corriere della Sera come inviato. Si occupò di cronache italiane e estere e fu soprattutto reporter di guerra. L'Ungheria del '56, il Congo, il Vietnam e a Praga nel 1968: furono alcuni dei drammi di cui fu testimone. Le sue cronache gli valsero alcuni premi giornalistici. Nel 1974 lasciò il Corriere per seguire Indro Montanelli nella fondazione de il Giornale nuovo. Muore a Milano nel 1990.
Argomento: Campagna di Russia - Recensione di Andrea Lombardi (04/05)

I disperati combattimenti difensivi della Wehrmacht in Russia: le sacche di Klin, Velikiye Luki, Cherkassy e Kamenets Podolsk 1941-1944. Il presente testo, stilato dal Generaloberst Oldwig von Natzmer per conto dell'Ufficio Storico dell'US Army, e qui proposto per la prima volta in traduzione italiana, comprende la descrizione dei combattimenti nelle sacche di Klin (1941), Velikiye Luki (1943) e di Cherkassy e Kamenets Podolsk (1944), oltre a capitoli riguardanti le peculiarità operazionali del combattimento di unità accerchiate e le tattiche usate dalla Wehrmacht in queste azioni. Comprende un'appendice concernente le azioni della Luftwaffe nel supporto dall'aria delle sacche e il diario del Generale Lieb "il Leone di Cherkassy". Il documento originale (Department of the Army pamphlet no. 20-234) è integrato in questa edizione da note, schede dei comandanti tedeschi, fotografie e dagli ordini di battaglia delle unità citate nel testo. Copertina
Argomento: La fine del Terzo Reich - Recensione di Emanuele Cattarossi (01/03)

La Battaglia per Berlino fu uno scontro non solo combattuto sul piano militae ma anche su quello politico. Nel titolo di questo libro di Cornelius Ryan vi si ritrovano tutte le speranze, le aspettative, le emozioni e le delusioni di ogni persona che direttamente o indirettamente prese parte alla cosidetta "Ultima Battaglia". Cornelius Ryan prende così per mano il lettore e l'accompagna attraverso le macerie della capitale del Reich distrutta dai bombardamenti per mostrargli la febbrile attesa dei suoi abitanti. Spesso l'attesa dei Berlinesi appare ai limiti della follia e dell'isterismo, atterriti com'erano dal possibile arrivo dei soldati dell'Armata Rossa e carichi di speranza per un possibile arrivo dei soldati americani. Viene poi mostrato l'incredibile confusione che regnava nell'alto comando tedesco e vi leggiamo i disperati tentativi del generale Heinrici e del suo Gruppo d'Armate della Vistola di fermare la marea sovietica sull'Oder. In campo avversario possiamo seguire le decisioni dei sovietici circa l'avanzata finale su Berlino e il tentativo americano di precederli abortito sul fiume Elba. Per gli alleati la battaglia per Berlino non costituiva solo uno scontro militare ma aveva pure un preciso intento politico. In proposito Cornelius Ryan si sofferma particolarmente a lungo nell'illustrare il piano "Eclisse" circa la spartizione della Germania. Viene inoltre fatto notare come questo piano fosse a conoscenza dei tedeschi. In mezzo a questa atmosfera da "Crepuscolo degli Dei" si consuma l'ultimo atto della vita di Adolf Hitler: asserragliato nel bunker della Cancelleria del Reich e senza via di scampo sceglie il suicidio per sfuggire alla cattura. Un libro interessantissimo, "L'ultima battaglia". Un testo capace di tanto di ricreare l'atmosfera di quei giorni quanto di calamitare l'attenzione del lettore dalla prima all'ultima pagina.
Argomento: Campagna di Russia - Recensione di Emanuele Cattarossi (11/02)

"La Campagna di Russia" costituisce il più importante lavoro riguardo alle vicende del fronte orientale da parte tedesca. L'opera di Carell abbraccia un arco temporale che va dall'invasione tedesca dell'Unione Sovietica nel 1941 (Operazione Barbarossa) fino alla disfatta del Gruppo d'armate centrali in Bielorussia nell'estate 1944. Non a caso Carell suddivide la sua opera in due parti che prendono il nome di "Operazione Barbarossa" e "Terra Bruciata". Nel primo libro vengono descritti gli avvenimenti che intercorrono tra l'invasione tedesca del '41 fino alla svolta dei combattimenti a Stalingrado. Nel secondo libro vengono riportate i decisivi scontri sul saliente di Kursk e l'inizio delle offensive sovietiche che portarono tra il 43-44 alla progressiva liberazione del suolo nazionale dall'invasore tedesco. A spartiacque di questa lavoro stanno le decisive battaglie di Stalingrado e di Kursk: Stalingrado come prima grande disfatta della Wehrmacht; Kursk come definitiva assunzione dell'offensiva da parte dell'Armata Rossa. Efficace nella sua ricostruzione degli avvenimenti, Carell ha il pregio di dare al lettore un quadro ampio, minuzioso e quanto mai obbiettivo degli avvenimenti. Per ottenere ciò, Carell si avvale dell'esperienza diretta che lui stesso fece presso il quartier generale tedesco, attinge sia da documentazione tedesca che da fonti sovietiche e vi unisce la sua straordinaria capacità narrativa. Il risultato è un grande reportage sul Fronte Orientale da cui si può apprezzare il punto di vista tedesco sulla campagna.
Argomento: Persecuzione degli ebrei - Recensione di Bondir (09/02)

Nell'estate del 1941 metà popolazione della cittadina polacca di Jedwabne, scatena un feroce pogrom contro l'atra metà, sterminando milleseicento ebrei tra uomini, donne e bambini. Tutto accade poco dopo l'arrivo dei tedeschi durante l'offensiva contro l'Unione Sovietica ma, nonostante le falsità propugnate dalla popolazione polacca, questo
libro svela il vero ruolo avuto dai concittadini degli sterminati e la completa estraneità della guarnigione tedesca dove addirittura i pochissimi sopravvissuti si rifugiarono. Interessante ma sconvolgente vicenda finalmente svelata nella sua crudele verità.
Argomento: Armir - Recensione di Emanuele Cattarossi (08/02)
Il Corpo d'Armata Alpino non s'arrende! di Julius Bogatsvo e Giulio Ricchezza, Libritalia
Diviso in cinque parti, il libro ripercorre la storia della partecipazione italiana ai combattimenti sul fronte orientale, dapprima col CSIR e, in seguito, con l'ARMIR. Come detto, il libro si suddivide in cinque parti. "Un anno in Russia col CSIR" ricostruisce la formazione del corpo di spedizione italiano in Russia, CSIR appunto, l'avvicinamento del corpo
alla linea del fronte e il prima inverno nella steppa russa. "Il 6º Bersaglieri dalla Jugoslavia al Don" narra le vicende del 6º reggimento Bersaglieri dal momento del suo invio in Russia, in forza alla divisione Celere, fino ad un attimo prima della battaglia a Serafimovich. "La guerra dei fanti" è la ricostruzione della prima battaglia difensiva sul Don, combattuta nel agosto '42 dall'ARMIR, e del decisivo sfondamento russo nel dicembre '42 che diede il via alla tragica ritirata. "Il Corpo d'Armata Alpino non si arrende!" è il racconto della tragedia degli alpini sul Don, prima accerchiati e poi, ad eccezione della divisione Tridentina, quasi completamente annientati. "Natale in Ucraina" narra dei combattimenti che nel natale '41 videro il CSIR impegnato a resistere alla grande controffensiva russa. Libro interessante, particolareggiato, contribuisce a ricostruire la storia di un'Armata mandata impunemente incontro al disastro.
Argomento: Armir - Recensione di Emanuele Cattarossi (08/02)
In Russia con il 54º Fanteria Sforzesca di Angelo Giarratano, Edizioni Triestepress
L'autore, Angelo Giarratano, prestò servizio in Russia con il grado di tenente-colonnello, in qualità di aiutante da campo del comandante della 2ª Divisione Fanteria "Sforzesca". Questo testo mira a ricostruire le vicende del 54º fanteria e più in generale dell'intera divisione Sforzesca sul fronte orientale. Dall'arrivo in Russia, alle sanguinose battaglie dell'agosto '42, per passare attraverso un periodo relativa calma fino alla definitiva disfatta dell'ARMIR, che coinvolse anche la stessa Divisione Sforzesca. Un diario di guerra insomma tanto più interessante in quanto scritto da uno dei protagonisti con l'aiuto delle testimonianze di tanti reduci della divisione, desiderosi di raccontare la storia di una folle disfatta. Il testo è corredato da diverse cartine che mostrano la disposizione della Sforzesca sul fronte russo, nonché dell'ARMIR in generale.
Argomento: Armir - Recensione di Emanuele Cattarossi (08/02)

Traendo fonte da documenti e testimonianze di chi visse quei particolari momenti, viene ricostruita la storia della ritirata del Corpo d'Armata Alpino e del 24º Panzerkorps tedesco nel gennaio 1943. "Alpini e Tedeschi sul Don" è un testo di grande precisione: la storia del corpo d'armata alpino lasciato a sè stesso dalla disfatta dell'ARMIR, l'incredibile ritirata nella steppa russa delle Divisioni alpine Julia, Tridentina, Cuneense, della divisione Vicenza e di altri reparti tedeschi ed ungheresi, la sconfitta a Waluiki e la corsa verso la salvezza a Nikolajewka. Una sacca quella in cui vennero a trovarsi gli alpini comune a tante altre in quel periodo sul fronte orientale, ma con due differenze: c'erano 40º gradi sotto zero e dalla sacca gli alpini ne uscirono con le armi in mano. Tutto viene raccontato con una cronaca chiara ed asciutta priva di qualsiasi fronzolo: Grande cura è stata dedicata nel rendere il più preciso possibile il testo. Si ritrovano così gli ordini di battaglia degli opposti schieramenti, la composizione organica delle unità, italiane, tedesche ed ungheresi in campo, nell'ultima parte del libro trova anche spazio il diario del "Generale Tedesco presso l'8ª armata italiana", Kurt von Tippelskirch, più tanti altri documenti relativi al corpo alpino e all'ARMIR.
Argomento: Crollo della Germania - Recensione di Emanuele Cattarossi (08/02)

Una ricostruzione delle ultime giornate del conflitto in Europa. Il Terzo Reich ormai rantolante nei giorni dal 1 al 9 maggio, privo del suo capo, Hitler, suicida. E mentre crolla progressivamente la resistenza delle truppe tedesche, inglesi ed americani cominciano a trovarsi a contatto con i sovietici, iniziando quel conflitto mai iniziato passato alla storia come "Guerra Fredda". Lucas ricostruisce con gran cura un lasso di tempo, quello tra l'1 e il 9 maggio, che spesso viene sbrigativamente sintetizzato ma che in realtà riveste un significato molto importante per le conseguenze che ebbe di riflesso sulla nuova situazione mondiale. Vengono analizzati i tre fronti in cui la Germania ancora combatteva nel '45: occidentale, orientale e meridionale. Particolarmente interessante poi sono le parti in cui viene racconta la brutale repressione della popolazione civele tedesca da parte delle truppe di Stalin. Il tutto viene descritto con una grandissima cura nei dettagli. Sicuramente un libro interessante "Gli ultimi giorni del Reich" che merita di essere letto con un occhio di riguardo.
Argomento: Campagna di Russia - Recensione di Elena (02/02)
L'VIII Armata Italiana nella seconda battaglia difensiva del Don - 11.12.42 / 31.01.43 Ministero della guerra - SME Uff. storico
Pubblicato a Roma nel 1946, consta di 72 pagine. (all'epoca costava 125 Lire). Tratta una prima sommaria ricostruzione sull'attività dell'VIII armata in Russia. Vista la vicinanza dei fatti, mancano completamente le fonti straniere. Viene analizzato il comportamento dell'alleato tedesco in battaglia, violento e prevaricatore, annuncio di
come sarebbero cambiati i tedeschi nei nostri confronti. Il libretto ha più valore "antiquario" che storico e sicuramente va utilizzato integrandolo con altri testi, per es. con la "Relazione Ufficiale Sovietica sulla II Guerra Mondiale", già recensito in questo sito.
Argomento: Battaglia di Stalingrado - Recensione di Alessandro (10/99)
Stalingrado la battaglia del secolo del Maresciallo V. Ciujkov,
Ed. Riuniti
Pieno di notizie interessanti ma molto pesante. Bisogna assolutamente seguire le azioni su una carta con i problemi di traslitterazione dal cirillico. E' anche molto eroica, tipica, e quindi anche poco obiettiva.
Argomento: Battaglia di Kursk -
Recensione di Bruno (03/07)

Questo studio è stato scritto dal "general staff" sovietico, ovvero dai comandi incaricati della pianificazione. Viene tradotto e ripresentato da Harlod S. Orenstein e David M. Glantz. Glantz è sicuramente ben conosciuto a chi si interessa al fronte orientale nella II G.M., in quanto la sua opera di divulgazione della documentazione sovietica finalmente resasi disponibile è stata fondamentale; gli attribuisco personalmente due difetti, primo, pendere troppo per la parte sovietica (direi un "bilanciamento eccessivo" della situazione che c'era prima) e secondo, purtroppo, scrivere in maniera assai pesante, ammazzando di noia il dilettante incuriosito che vuole approfondire questi argomenti. Ma qui scrivono direttamente gli ufficiali russi, il che non migliora le cose. Il libro utilizza il materiale russo anche nelle cartine. Salvo qualche intervento di soccorso, ce la dovremo quindi cavare anche con le indicazioni in cirillico. Meno perdonabile il fatto che talvolta le cartine siano riprodotte su scala troppo piccola, diventando così inservibili. La descrizione dello scontro è abbastanza dettagliata: purtroppo lo stile è narrativamente poco avvincente, ma si tratta, ripetiamolo, di un testo creato ad uso didattico, per evidenziare al corpo
ufficiali le "lezioni apprese" in questo grande scontro. I successivi capitoli entrano in dettaglio sulla preparazione
sovietica, illustrando il ruolo dei campi minati, del genio, dei mezzi corazzati, dell'aviazione e del suo coordinamento (che fu carente) con le truppe di terra, l'uso delle riserve, delle armi anticarro, e così via. Il libro dà quindi un soddisfacente sguardo su come si organizzava l'esercito russo, e su come la pensavano i suoi comandanti sulla
conduzione delle operazioni. Dà l'idea di un meccanismo potente, poco agile e sofisticato ma ormai sufficientemente maturo per spezzare le speranze della Wehrmacht. La difesa in profondità creata dai Russi in questa battaglia non lasciava in effetti alcuna speranza di sfondamento e manovra in terreno aperto agli attaccanti tedeschi. Il grande interrogativo che mi pone questo testo è quello che già avevo riguardo alla battaglia di Kursk: come mai i Tedeschi sono andati a testa bassa (pur sapendo dei preparativi avversari) incontro ad un meccanismo ciclopico predisposto per la loro disfatta? Per me l'unica spiegazione al mistero rimane la supponenza di aver preparato di nuovo una macchina da guerra invincibile con i nuovi carri armati da cui ci si attendeva meraviglie. E difatti i Tigre e i Ferdinand vengono
menzionati nel libro con preoccupazione, ma non erano in grado di vincere la guerra da soli. Concludendo, questo libro è da valutare per quello che è: uno studio riservato agli ufficiali, quindi non una facile lettura per
tutti ma una forte tentazione per gli appassionati.
Argomento: Campagna di Russia - Recensione di Giuseppe Finizio (12/05)

All'alba del 22 giugno 1941, sfruttando una sorpresa strategica con pochi eguali nella storia della guerra, tre milioni di soldati tedeschi, preceduti da quattro gruppi d'armate corazzati con circa 3.500 carri armati e coperti dal cielo da una Luftwaffe fino ad allora invitta, intrapresero una fulminea avanzata nella pianura russa che li avrebbe condotti di lì a sei mesi alle porte di Leningrado, Mosca e Rostov, impegnando l'Armata Rossa di Stalin in una lotta per la vita che si sarebbe conclusa solo quattro anni dopo tra le rovine di Berlino. Come recita il titolo di questo interessante volume si trattò di un massacro senza pari: vi perirono 35 milioni di civili e militari russi e quasi quattro milioni di tedeschi. Le distruzioni materiali furono enormi e le conseguenze politiche afflissero l'umanità fino al crollo dell'URSS nel 1991. Fu la campagna più importante, se non quella decisiva, della seconda guerra mondiale, eppure è anche quella meno conosciuta sia ad est che a ovest. E questo per diverse ragioni,che in parte, ancor oggi ,dopo oltre un decennio dalla fine del comunismo di osservanza moscovita, sopravvivono impedendo il necessario approfondimento delle sue vicende. Fino all'apparire dei primi volumi di David Glantz, ex analista strategico dell'US Army, la ricostruzione delle vicende della campagna di Russia si basava essenzialmente sugli studi commissionati all'inizio della guerra fredda dagli USA ad un selezionato gruppo di alti ufficiali della Wehrmacht. Questi, necessariamente, fornirono un quadro delle operazioni parziale, viziato da un malinteso senso di superiorità nei riguardi delle "orde russe" e dal tentativo di stornare da sé l'accusa di crimini contro la popolazione civile. In assenza di ulteriori e più affidabili fonti - "La Storia della Grande Guerra Patriottica" non era altro che propaganda - gli studiosi occidentali non poterono che uniformarsi alla versione fornita dai vertici militari tedeschi. Ancora oggi che l'URSS non esiste più la situazione non è molto migliorata: gli archivi russi sono solo parzialmente accessibili (e si sospetta che siano stati preventivamente "purgati"), mentre alcune pregevoli opere scritte da studiosi russi continuano a essere recepite con diffidenza in occidente e non vengono tradotte in inglese. Slaughterhouse riunisce per la prima volta i migliori esperti della materia di qua e di là della ex "cortina di ferro" (il già citato sovietologo David Glantz su tutti, ma anche Keith Bonn, Steve Myers, Hugh Foster, Yuri e Natalya Khonko). I due capitoli introduttivi del Glantz sono utilissimi per comprendere le metodologie utilizzate dal team di storici e le difficoltà con cui hanno dovuto confrontarsi, oltre a fornire un'utilissima cronologia degli avvenimenti. Seguono le sintesi dei diari di guerra di tutte le unità terrestri ed aeree impiegate fino a livello di divisione (487 per l'Asse e 881 per l'Armata Rossa), 57 biografie di protagonisti, 55 diagrammi tattici divisionali, numerose tabelle con le caratteristiche dei sistemi d'arma impiegati e, per concludere, una monumentale bibliografia. Un volume denso di dati dunque, ma anche un'opera di consultazione dettagliatissima che non può mancare nella biblioteca dello storico e del wargamer evoluto. Copertina
Argomento: Armata Rossa - Recensione di Bruno (06/02)

Consigliato a chi voglia approfondire lo studio della guerra sul fronte orientale, questo libro (in inglese) esamina lo stato delle cose nel'Armata Rossa alla vigilia dell'attacco tedesco. Lo spostamento dei confini causato da guadagni territoriali russi, la recente purga degli alti ufficiali, una vera e propria crisi dovuta alla repentina espansione mettevano questo enorme esercito in una posizione di vulnerabilità. Testo non scorrevolissimo ma autorevole e dettagliato.
Argomento: Operazione Barbarossa - Recensione di Bruno (06/02)

Valido testo, solo in inglese, sull'Operazione Barbarossa vista prevalentemente da parte sovietica. Dettagliato, con molte cartine, il libro pone in risalto l'importanza di questo fronte (che assorbì e fagocitò la massa delle truppe di terra dell'Asse) e mette in dubbio certi assiomi della guerra sul fronte orientale, rivalutando (forse fin troppo) l'abilità militare russa.
Argomento: Fronte Orientale e Balcani - Recensione di Giorgio Z. (01/00)
The Russo German War di W. Victor Madeja, Valor Publishing Company 1987
E' una serie di libretti, ben 36, da 74 pagg. cadauno in caratteri piccoli, diciamo Word 8. Trattano della campagna sul fronte orientale e nei balcani dal 41-45 con precisione maniacale. Ci sono descrizioni delle operazioni, piani operativi, ordini dai battaglia originali, montagne di mappe copie di originali tedesche e russe. Un esempio: parlando della battaglia di Berlino piazzano anche una mappa della metropolitana cittadina con i nomi di tutte le fermate, dei punti demoliti, di quelli allagati, quali stazioni erano utilizzate come rifugio e quali come ospedali.
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