It.Cultura.Storia.Militare On-Line
Argomento: SS Totenkopf - Recensione di Alberto Peruffo (05/10)

Il libro descrive, in modo minuzioso, gli eventi bellici riguardanti la SS Totenkopfdivision. La SS Totenkopfdivision fu tra le Waffen SS (SS combattenti) la più fanatica e motivata unità della Seconda Guerra Mondiale. Nate come guardiani dei campi di concentramento si convertirono presto in unità di combattimento distinguendosi nel corso della guerra come i vigili del fuoco di Hitler, intervenendo nei luoghi di crisi del fronte orientale dove si doveva bloccare un pericoloso sfondamento nemico delle linee. Il libro ripercorre l'esistenza di questa unità tra luci e ombre.
Argomento: operazioni speciali - Recensione di Giuseppe Gagliano (07/09)

In questo ampio e documentato saggio, l'autore - noto storico tedesco - prende in considerazione la genesi, lo sviluppo e l'epilogo della Divisione Brandeburgo. Come è ampiamente noto, nel gennaio del 1935 Canaris divenne direttore della Abwehr e poco dopo aver siglato una serie di accordi con l'intelligence italiana - via Roatta -, con quella estone e con quella nipponica -via Oshima -, ristrutturò l'ABWEHR in tre dipartimenti istituendo nel 1939 - in collaborazione con il cap. von Hippel e il maggiore Magrerne - il Battaglione Brandeburgo. La sua finalità era quella di attuare operazioni di ricognizione, sabotaggio e di sostegno alla avanzata della fanteria e dei reparti corazzati. Una delle prime operazioni alle quali venne destinata la Brandeburgo nel 1940 fu l'occupazione dei ponti sulla Mosa in Olanda, l'attacco alle chiuse marittime di Newport in Belgio, il sequestro della documentazione del Deuxieme Bureau a Parigi, la distruzione delle chiuse di Folkestone e l'occupazione del porto di Weymouth. Altrettanto di rilievo furono le operazioni condotte per salvaguardare le infrastrutture petrolifere romene, per distruggere le fortificazioni campali dei partigiani titini, per l'occupazione dell'isola di Evvia nel golfo di Volos e dell'istmo di Corinto nel 1941. Sul fronte orientale, l'attacco alla fortezza di Brest-Litovski - per impadronirsi degli archivi -, l'occupazione di Lvov e l'attacco con alianti alle fortificazioni dell'isola baltica di Oesel alla fine del 1941 - con lo scopo di neutralizzare le batterie nemiche per facilitare l'attacco della fanteria - sono alcune delle operazioni più significative. Sullo scacchiere mediorientale, Canaris pose in essere una Brigata araba - costituita all'interno della Brandeburgo - per pianificare operazioni in Iran, Iraq e Afghanistan allo scopo di appoggiare movimenti indipendentisti, di assicurarsi rifornimenti alimentari e petroliferi o di distruggere le raffinerie petrolifere come quella di Abadan nel giugno del 1941 con l'operazione Amina. Di particolare interesse furono sia le missioni in India condotte con la Legione Asad Hindi - allo scopo sia di proteggere Chandra Bose sia di promuovere la sollevazione antibritannica - sia quelle nello scenario africano - nel quale, attraverso l'operazione Theodora, fu compiuto un lavoro di ricognizione militare nella zona di confine tra la Libia e l'Africa centrale francese - sia infine quella in Russia attraverso l'operazione Zeppelin la cui finalità era quella di infiltrare in massa agenti nei campi di prigionia russi per svolgere attività di informazione/disinformazione, di sabotaggio e di controguerriglia. A partire dal 1943, avvenne il primo importante cambiamento nella Brandeburgo determinato dal passaggio del comando al Generalmajor von Pfuhlstein che strutturò la Brandeburgo in una vera e propria divisione. Sotto il suo comando, proseguì la campagna antipartigiana contro i Russi e contro i titini (prevenendo per esempio i possibili sbarchi nemici lungo al costa istriana nel maggio del 1944 anche attraverso operazioni anfibie). L'epilogo della Brandeburgo giunse a compimento nel settembre del 1944 quando venne assimilata sia nella divisione Panzer - nello specifico venne inclusa nel corpo d'armata Grossdeutschland - sia nelle Waffen SS al comando di Skorzeny. In conclusione, significative sono le riflessioni amare dell'autore: mentre infatti da una parte i vertici della intelligence tedesca si misero al servizio del nemico pur di avere salva la vita, dall'altra parte gli uomini valorosi della Brandeburgo fecero una fine drammatica concludendo la loro vita o sui campi di battaglia -ne morirono tremila - o nei campi di prigionia.
Argomento: Ordini di battaglia - Recensione di Massimo Galuppo (12/08)

Ordini di battaglia completi delle Waffen-SS durante la II GM.
Ogni unità è analizzata dalla nascita alla disgregazione, sono riportarti gli organici, l'esatta identificazione in lingua tedesca, i comandi, le dotazioni e moltissime altre informazioni e documenti d'interesse per gli appassionati. Disponibilità: Tuttostoria o direttamente all'Autore. Copertina vol. 2
Argomento: Navi corsare - Recensione di Federico Colombo (07/08)
Le navi segrete di Hitler di David Woodward, Mondadori
Di solito quando nei titoli compare un "segreto" il libro poi non si rivela così formidabile. Qui invece succede l'esatto contrario. Il libro è snello e veramente ben fatto, con una ricerca precisa e attenta e una narrazione semplice e fluida che appassiona e affascina. L'opera è incentrata sulle nove navi corsare utilizzate dai tedeschi tra il 1940 e il 1943, con ottimi risultati tra l'altro, dato che affondarono più di 130 navi alleate o neutrali, per un totale di 850,000 tonnellate. La scrittura è veramente scorrevole e appare quasi come un diario di guerra. Ancorché un po' ripetitivo l'autore racconta anche aneddoti e adotta una prosa coinvolgente che rende unica ogni azione, sempre descritta con puntualità e approfondimento. Vi sono anche analisi più generali sul ruolo della guerra di corsa all'interno della strategia bellica del tempo e l'autore suggerisce, con discreta saggezza, alcune pecche e alcuni pregi delle tattiche e del comportamento mantenuto dai comandanti delle navi tedesche e alleate. Il libro è facilmente affrontabile anche da chi, come me, ha scarse conoscenze nautiche o di storia navale, per cui può anche essere una lettura di semplice piacere. Gli appassionati e i ricercatori troveranno comunque un'opera ben strutturata e ricca di informazioni utili. Unica pecca è lo scarso apparato bibliografico e le poche note, che non permettono di risalire alle modalità effettive di ricerca utilizzate dall'autore. Lo storico professionale potrebbe quindi trovarsi un po' in difficoltà e alquanto scettico, salvo poi notare che la narrazione e il contenuto reggono alla prova dei fatti. L'edizione da me letta è del 1966 e non so se esistano ristampe più recenti. Quindi può diventare difficile recuperare una copia del libro. Se però l'argomento vi interessa o siete in cerca di una lettura veloce e piacevole, la ricerca non sarà di certo deludente.
Argomento: Processo di Norimberga - Recensione di Andrea Lombardi (12/07)
I decorati della Ritterkreuz mit Eichenlaub und Schwertern di Andrea Lombardi, Effepi Edizioni; Volume 1: Heer, 220 pagine, f.to 17x24, ill. b/n; Volume 2: Luftwaffe-Kriegsmarine-Waffen-SS, 250 pagine, f.to 17x24, ill b/n (30 Euro ogni volume)
I due volumi dell'opera presentano tutti i centocinquantanove decorati con la Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia e Spade della Wehrmacht e Waffen-SS, tramite delle schede biografiche che condensano le motivazioni del conferimento della Ritterkreuz e dei suoi gradi superiori e ne presentano sinteticamente la carriera militare e le loro azioni più famose. Per molti di loro è inoltre incluso l'elenco completo delle decorazioni e dei riconoscimenti conferiti. In quest'opera di riferimento s'incontrano molti protagonisti d'assoluto rilievo delle forze
armate tedesche della seconda guerra mondiale, dai Feldmarescialli Rundstedt, Rommel, Model e von Manstein ai tattici della Panzertruppe quali Manteuffel, Nehring, Balck, von Saucken e Mauss, agli assi della Luftwaffe quali Hartmann, Marseille, Lent, Schnaufer, Rudel e Galland e i comandanti di U-Boot come Lüth, Kretschmer e Topp seguendo le gesta dei protagonisti delle maggiori battaglie della Wehrmacht su tutti i fronti: Peiper a Kharkov e nelle Ardenne, Wittmann in Normandia, Baade a Montecassino, Bärenfänger nella testa di ponte del Kuban, Bäke a Cherkassy, Ramcke a Brest, Fritz von Scholz e Felix Steiner a Narva.
Argomento: Processo di Norimberga - Recensione di Mauro Tosi (01/07)

Il libro racconta i risultati delle conversazioni condotte dal dottor Goldensohn, psichiatra del carcere dove erano rinchiusi durante il processo di Norimberga i gerarchi ed i militari del regime nazista, con gli stessi imputati.
Ad ognuno degli imputati viene dedicato un capitolo dove si riassumono i colloqui avuti, le impressioni, le risposte alle numerose domande fatte dell'autore. Ne emerge un quadro dove ognuno degli imputati ha cercato di dare per se stesso un immagine di mero esecutore dei crimini perpetrati: sapevano, ma non avevano mai preso parte, oppure si limitavano ad eseguire gli ordini, oppure ancora si limitavano ad impartire gli ordini. Solamente Göring ha ammesso le propria responsabilità per quanto era accaduto, ma più per vanagloria che per convinzione.
Argomento: Cannoni d'assalto - Recensione di Andrea Lombardi (08/04)

Il testo tratta la storia, l'organizzazione e le tattiche della "Heeresartillerie" attraverso le schede storiche di tutti i corpi, divisioni, brigate, reggimenti, reparti e batterie dell'artiglieria indipendente dell'esercito tedesco, compresa la Nebeltruppe, i reparti dell'artiglieria costiera, l'artiglieria ferroviaria e l'artiglieria delle fortificazioni, oltre ai lanciagranate e ai battaglioni di mitragliatori. Sono incluse anche le descrizioni e gli elenchi dei Comandanti d'Artiglieria, delle unità d'osservazione e di supporto tecnico, le tattiche impiegate, i simboli tattici, le schede biografiche dei decorati con la croce di ferro di prima classe, le caratteristiche tecniche dei pezzi d'artiglieria tedeschi e dei loro traini meccanici. 344 pagine oltre 100 foto e 10 profili in b/n , formato 17x24.
Argomento: Ordini di battaglia - Recensione di Massimo Galuppo (06/06)

L'opera è dedicata all'organizzazione delle Waffen-SS combattenti durante la Seconda Guerra Mondiale e si sviluppa in circa una decina di volumi, di complessive 220 pagine cadauno in formato cm18x25, copertina rilegata. Sono analizzate in dettaglio tutte le unità combattenti dai Comandi Superiori alle semplici Compagnie indipendenti, reparti volontari stranieri compresi. Il testo è in lingua italiana con terminologia tecnica rigorosamente in lingua tedesca, tutti i reparti sono definiti con la loro precisa denominazione in base al periodo preso in esame. Ogni singola unità è seguita dalla nascita alla sua disgregazione, tutti gli organici sono fedelmente riportati con relativo indirizzo postale (Feldpost-Nummer) per assicurare l'esatta identificazione di ogni singolo plotone; sono forniti Kriegsgliederung, Sollgliederung, Meldung, etc. (documenti necessari per avere dotazioni reali e teoriche di ogni unità), inoltre sono presentati schemi, informazioni varie, i comandi dei vari reparti per tutto il periodo bellico a livello divisionale ed inferiore. Completa il tutto: moltissima documentazione originale relativa agli ordini di battaglia di ogni teatro di operazioni per tutto il periodo bellico delle Forze Armate tedesche, foto b/n dei più importanti comandanti delle SS, inoltre ampio glossario, elenchi di abbreviazioni in uso e tavole varie. La maggior parte dei documenti proviene dal Bundesarchiv-MilitĠrchiv (BA-MA) e dall'U.S. National Archives & Records Administration (NARA) ed è tutta disponibile presso l'Associazione "Military Historical Center" di Udine. Con l'acquisto dei volumi è possibile ricevere gratuitamente dei CD-ROM con "raccolte fotografiche". Disponibili attualmente solo volume III e IV.
Argomento: Autobiografia - Recensione di "Caposkaw" (05/06)
Il pilota di ferro di Hans Ulrich Rudel, Virtual Travel n°29 Editoriale Domus Spa
alenia edizioni (in allegato a Volare di aprile/marzo 2006)
Il libro è accattivante, un resoconto in prima persona della guerra aerea sul fronte orientale. Il punto di vista dell'autore, pilota per vocazione quasi viscerale, cacciatore mancato per fatalità, e pilota di stuka quasi incidentalmente, è quello di un professionista, di un uomo privo di odio e di vizi (addirittura astemio!) che combatte perché gli è stato ordinato. La sua giustificazione, la crociata contro il bolscevismo, è piuttosto tarda e scarsamente credibile, dato solo per casualità iniziò a combattere all'epoca dell'operazione Barbarossa. Inoltre traspare il grande affetto dell'autore per un aereo, lo Junkers Ju.87, lo Stuka, che è sempre stato piuttosto maltrattato dalla storia ell'aviazione. Molto istruttiva l'evidente fascinazione dell'autore verso Hitler e Goering con cui ebbe contatti diretti. In conclusione, un'interessante presa diretta dalla parte dei perdenti (senza mai che l'autore affermi, come in "Sie Kommen!": "Noi eravamo soldati migliori.."). Piccolo appunto. L'autore, l'asso degli Stuka lo intitolò "mein kriegstagebuch" (il mio diario di guerra) e a giudicare come parla di sè nel libro, difficilmente avrebbe apprezzato un titolo tanto altisonante, dato che ritenne di aver fatto sempre e solo il suo dovere.
Argomento: Cannoni d'assalto - Recensione di Andrea Lombardi (07/04)

Il testo tratta la storia, l'organizzazione e le tattiche della Sturmartillerie attraverso le schede storiche di ogni unità Stug della Wehrmacht e delle Waffen SS, gli elenchi dei decorati con Ritterkreuz, con Deutsche Kreuz in Gold ed Ehrenblattspange, le schede biografiche degli assi degli Sturmgeschutz, le caratteristiche tecniche dei cannoni d'assalto tedeschi, delle loro varianti e dei mezzi di supporto, oltre a tavole a colori che illustrano le uniformi, i fregi tattici e 16 profili dei corazzati delle unità di artiglieria d'assalto. Le oltre 360 foto, per la maggior parte inedite, ritraggono Sturmgeschutz III, Sturmpanzer IV, Jagdpanzer 38 (t), Jagdpanzer IV e rare foto del Panzerjagerabteilung Feldherrnhalle 1 e di altre unità di Sturmgeschutz tratte dagli album fotografici dei veterani. 450 pagine oltre 360 foto in b/n, 8 tavole a colori, 10 disegni al tratto, formato 17x24. Disponibile su Tuttostoria.
Argomento: Rommel - Recensione di Emanuele Cattarossi (07/03)

La più conosciuta biografia della leggendaria Volpe del Deserto: Erwin Rommel. Questo testo è frutto della grande ammirazione che l'autore nutre per Rommel e ne ripercorre tutta la carriera dagli esordi nella prima guerra mondiale, fino al suicidio voluto da Hitler. Scorrendo le pagine di questo libro notiamo come Rommel venga presentato come un condettiero classico nel vero senso della parola: la campagna d'Africa costituisce l'esempio lampante. L'opera di Demond Young rappresenta una piacevole lettura: il testo comprende come appendice alcune riflessioni di Rommel riguardanti la guerra nel deserto, le battaglie del '42 e l'alleato italiano.
Argomento: Dottrina e impiego dei carri - Recensione di Luca (04/03)
Achtung Panzer di Heinz Guderian, Hobby and Work Editore (30.000 Lire)
Le divisioni corazzate tedesche devono probabilmente alle intuizioni di Heinz Guderian gran parte del loro successo. "Achtung panzer", pubblicato nel 1937 per sostenere e diffondere le nuove idee della guerra meccanizzata, ottenne immediato riconoscimento divenendo un testo fondamentale per gli ufficiali della Wehrmacht. Nelle sue pagine troviamo i tratti fondamentali della dottrina di impiego dei panzer, un'analisi dettagliata delle prime esperienze di guerra corazzata del conflitto '14-'18, la descrizione, seppur in forma embrionale, della struttura di quelle che saranno le future panzer-divisionen e una serie di riflessioni che stupiscono il lettore di oggi per preveggenza e imparzialità. Guderian applaude i meriti di Francia e Inghilterra, prime nazioni ad aver creduto nell'impiego del carroarmato, mentre riconosce le mancanze dello Stato Maggiore Tedesco nella Grande Guerra, troppo insensibile agli sviluppi della tecnica e ancora imbevuto di concezioni sorpassate che pretenderebbero la fanteria "regina della battaglia" in un'epoca in cui trincee e mitragliatrici ne hanno decretato il declino. Anche il mito della cavalleria, da secoli arma nobile per eccellenza, viene demolito attraverso l'analisi dei suoi insuccessi durante l'ultimo conflitto. Alle vecchie e superate dottrine, Guderian oppone idee nuove, in parte mutuate dagli studi compiuti all'estero (notevole, seppur essenziale, l'analisi dedicata alle esperienze di Francia, Inghilterra e, soprattutto, Russia) in parte frutto di elaborazione autonoma. L'impiego in massa dei carri, non subordinato alle rigidità imposte dall'accompagnamento della fanteria, viene indicato come l'unico strumento per ottenere la vittoria sul campo di battaglia moderno. Vittoria che, sfruttando le potenzialità dei nuovi mezzi, può facilmente tramutarsi in successo strategico. Guderian si incarica di dimostrare queste tesi e attraverso "Achtung Panzer" ci consegna una preziosa testimonianza del clima in cui nacque e si sviluppò la blitz-krieg.
Argomento: Wehrmacht dal maggio 44 al maggio 45 - Recensione di Emanuele Cattarossi (07/02)
L'ultimo anno dell'Esercito Tedesco di James Lucas, Hobby and Work Editore
Nel maggio 1944 la Wehrmacht è alla vigilia delle battaglie decisive per l'esito finale della Seconda Guerra mondiale. Nel maggio 1945, dopo aver provato con ogni mezzo a fermare la marea alleata, l'esercito tedesco si arrende. James Lucas ricostruisce la storia dell'ultimo anno dell'esercito tedesco. Ne riporta l'organizzazione e l'ordine di battaglia per ogni fronte in cui la Wehrmacht venne impiegata. Traccia un quadro degli avvenimenti e delle battaglie in cui i soldati tedeschi combatterono. Descrive gli equipaggiamenti e tutti i progetti scaturiti dalle industrie belliche tedesche. Nel libro trovano pure spazio un descrizione dell'opposizione a Hitler, delle milizie del partito e dei volontari stranieri. Cosa importante fa notare come le truppe tedesche, nonostante la sconfitta man mano sempre più ineludibile, combatterono fino in fondo la loro battaglia senza alcun cedimento. Riguardo alle ultime operazioni della Wehrmacht sono interessanti anche le testimonianze di alcuni comandanti tedeschi (Peiper e Raus). Nella sua attenta analisi degli avvenimenti, Lucas offre agli appassionati un quadro completo del definitivo tracollo di una delle più grandi macchina da guerra che la storia ricordi.
Argomento: Order of Battle - Recensione di Giuseppe Finizio (01/06)

Questa famosa serie di studi dedicata all'esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale prosegue le sue pubblicazioni con la riedizione riveduta e ampliata dei due volumi dedicati agli ordini di battaglia delle divisioni meccanizzate al 28 giugno 1942 e al 4 luglio 1943, pubblicati originariamente un decennio orsono. Le date non sono scelte a caso: nell'estate del 1942 si compì infatti il secondo ed ultimo tentativo di Hitler di chiudere definitivamente la guerra ad est, mentre il 5 luglio 1943 ebbe inizio l'Operazione Cittadella (destinata ad eliminare il saliente di Kursk) che culminò con la battaglia di Prokorovka, il più grande scontro di carri armati della storia, da cui la Wehrmacht uscì irrimediabilmente dissanguata. Il 12 luglio Hitler diede ordine di interrompere l'attacco a causa dello sbarco alleato in Sicilia e della paventata defezione dell'Italia. Lo schema dei due volumi segue quello consueto: ad una parte introduttiva comune, segue l'organigramma di ciascuna unità, il suo assetto tattico, la consistenza operativa, un utilissimo vocabolario tedesco-inglese dei termini utilizzati, un breve capitolo dedicato alla motorizzazione dell'esercito tedesco e la bibliografia. Niehorster, con pazienza certosina, ha riunito, per la prima volta in inglese, una massa enorme di dati proveniente dagli archivi militari tedeschi e dalle più accreditate fonti a stampa (diari divisionali e memorie dei protagonisti) creando uno strumento di consultazione agile e completo che risulta di valido aiuto tanto allo storico, quanto al modellista e al wargamer. Copertina vol. 4/I. Copertina vol. 5/I
Argomento: Carro Armato Tiger - Recensione di Giuseppe Finizio (11/04)

Fin dal suo apparire sui campi di battaglia il carro armato Tigre è stato avvolto da un alone di leggenda che a quasi sessant'anni dal termine della seconda guerra mondiale, lungi dall'essersi dissipato, ha trovato nuova linfa nella pubblicazione, a partire dai primi anni '70, di decine di volumi, perlopiù di livello divulgativo-commerciale, dedicati al suo sviluppo tecnico e all'impiego tattico dei battaglioni autonomi creati dai tedeschi all'uopo nel periodo 1943-1945. Mr Wilbeck, maggiore carrista americano attualmente impiegato in Irak, ha voluto dragare tutta la pubblicistica fin qui prodotta e darcene una sintesi finalizzata a dare risposta ad un quesito fondamentale: fu vera gloria? Lo sviluppo di un veicolo corazzato così complesso e costoso si rivelò davvero una scelta sostenibile per l'economia bellica tedesca? Quale era la sua reale efficacia controcarro? Nei sette capitoli del volume vengono analizzate le dottrine di impiego, l'organizzazione,l'equipaggiamento, il personale e le tattiche degli Schwere Panzer Abteilung durante la loro brevissima e tormentata vita operativa. I capitoli più interessanti (3, 4, 5 e 6) rappresentano altrettanti "case study". Sono qui descritti con dovizia di particolari e l'ausilio di cartine esplicative di ottimo livello i maggiori combattimenti sostenuti dai battaglioni Tigre in Tunisia, sul fronte russo, in Normandia e nelle Ardenne, senza trascurare gli ultimi disperati tentativi di alleggerire la pressione dell'Armata Rossa sul fronte tedesco effettuati nei primi mesi del 1945. Particolarmente interessanti le pagine dedicate all'impiego del Tigre in Italia (pp. 86-99), incentrate sui combattimenti sostenuti dal Battaglione 508 ad Anzio nel febbraio 1944. Mr Wilbeck sottolinea l'efficacia del Tigre nei combattimenti carro contro carro, anche se manca di rilevare quanto questa si fosse ridotta all'apparire dei nuovi carri JS-2 e dei semoventi JSU-122 e JSU-152 sovietici, tutti in grado di perforarne la corazza frontale a distanze ragguardevoli. Nel tentativo di provare la sua tesi di fondo, che cioè il Tigre rimase un fantastico "tank killer" per tutta la durata della sua breve e tormentata vita operativa, sul fronte occidentale come su quello orientale, l'autore, servendosi dei due volumi dello Schneider sulla storia degli S.Pz.Abt., tenta un approccio statistico al problema. Purtroppo, la carenza e inaffidabilità delle fonti lo portano ad una sopravvalutazione delle performance del carro tedesco, soprattutto considerando che la stessa intelligence tedesca tagliava del 30-40% le vittorie comunicate nei rapporti delle unità combattenti e che la documentazione ufficiale di parte sovietica è ancora in parte inaccessibile agli studiosi. A conclusione del suo comunque meritevole lavoro Mr Wilbeck sottolinea come i battaglioni Tigre, concepiti come punta di lancia del Blitzkrieg, furono impiegati quasi sempre sulla difensiva e mai a pieno organico, come prevedeva invece la dottrina tedesca. Considerando i pochi veicoli prodotti (meno di 2000 tra Tiger I e Tiger II), il loro enorme costo, la complessa manutenzione, le difficoltà di trasporto (necessitavano di un vagone ferroviario apposito), di riparazione (non esisteva un veicolo soccorso in grado di rimorchiarne uno) e la scarsa mobilità fuoristrada, l'autore si chiede provocatoriamente se non sarebbe stato meglio dare priorità alla produzione di massa del Panzer IV e del Panther, forse il migliore carro armato dell'intero conflitto. Consigliamo questo volume a tutti quegli studiosi di storia militare che desiderano farsi un'idea dell'argomento senza intraprendere una perigliosa (e costosa) navigazione tra testi di valore scientifico assai diseguale e non di rado in lingua tedesca o malamente tradotti in inglese. Copertina
Argomento: Carro Armato Tiger I - Recensione di Giuseppe Finizio (11/02)
PzKpfw VI Tiger, Vol. 13 e 14 della serie Tankpower di Tadeusz Melleman, AJ Press (22,85 Euro). Recensito da Giuseppe Finizio.
Nella collana Tankpower non poteva mancare una monografia del leggendario carro armato Tiger,giunta finora al secondo volume. Se il buongiorno si vede dal mattino siamo di fronte alla migliore trattazione storico/modellistica in lingua inglese dell'argomento. Agli oltre 60 disegni tecnici al CAD in scala 1/35 che illustrano tutte le versioni del carro si aggiungono 11 tavole tridimensionali e 21 profili a colori di ottima qualità. Un discorso a parte meritano le fotografie: di nuove non ve ne sono molte tra le 100 proposte, ma quelle poche, provenienti dagli archivi russi, sono di grande interesse. L'autore narra con mano sicura la storia dela laboriosa gestazione dei prototipi Porsche ed Henschel e del prevalere di quest'ultimo. Nel volume 14 al Tiger I viene dedicata una lunga disamina tecnica che prende in considerazione tutte le migliorie introdotte durante la produzione dei primi lotti di esemplari. I prossimi fascicoli saranno dedicati all'impiego operativo sul fronte orientale ed occidente. In appendice troviamo una breve recensione di tutti i kit in scala 1/35 presenti sul mercato comprese le fotoincisioni e le decalcomanie. Questa nuova serie della AJ Press, che comprende anche monografie aeronautiche e navali, merita senz'altro l'attenzione del modellista e dello storico militare che vi troveranno informazioni non facilmente reperibili altrove ordinate con notevole razionalità. Per l'acquisto ci si può rivolgere al sito internet aj-press.home.pl
Argomento: Carro armato Panther - Recensione di Giuseppe Finizio (11/02)
PzPkfpw V Panther, vol. 1 e 2 della serie Tankpower di Waldemar Trojca, AJ Press (18,30 Euro). Recensito da Giuseppe Finizio.
Presentiamo con piacere questa serie di volumi bilingui (polacco-inglese)formato 22x30 (100 pagg.,50 foto,bellissimi disegni tecnici al CAD e profili a colori) che si apre con una monografia sul Panther tedesco, probabilmente il migliore carro armato della seconda guerra mondiale. Sul soggetto sono stati scritti numerosissimi libri, molti dei quali inutili e costosi. Non è così per questa serie di cui, mentre stiamo scrivendo, è in gestazione il sesto volume. I primi due che qui recensiamo si occupano delle principali versioni su scafo A-G,del carro soccorso (Bergepanther) e soprattutto degli apparati all'infrarosso sviluppati in Germania tra il 1936 e il 1945. Chi pensava che sul Panther non si potesse pubblicare più nulla di originale si dovrà ricredere. L'apertura degli archivi nei paesi dell est europeo ha fornito agli specialisti materiale documentario ed iconografico di grande importanza. Emblematica al riguardo la serie di fotografie dedicate ai Panther della 19º Panzer Division impegnati nella repressione della rivolta di Varsavia (1 settembre-2 ottobre 1944). L'autore ha pensato anche ai modellisti inserendo,al termine di ognuno dei due volumi, numerosi disegni tecnici in scala 1/35 (in tutto sono 163!) che dettagliano tutte le varianti del carro tedesco. Non mancano nemmeno le foto dell'esemplare conservato presso il museo militare di Coblenza e una corposa appendice dedicata alle scatole di montaggio e ai kit aftermarket (cingoli e altri particolari) nelle scale 1/72 e 1/35. In conclusione possiamo affermare che il rapporto prezzo qualità della serie "Tankpower" è tra i migliori riscontrabili in un panorama editoriale che spesso privilegia la forma ai contenuti.Per l'acquisto ci si può rivolgere al sito internet
aj-press.home.pl
Argomento: Storia e tecnologia dei treni blindati dal 1904 al 1945 - Recensione di Giuseppe Finizio (08/02)
Die Panzerzuege des Deutschen Reiches 1904-1945 di Wolfgang Sawodny, EK-Verlag, Freiburg, 1996 (45,50 Euro). Recensito da Giuseppe Finizio.
Un libro imponente (formato 21x30, 428 pagine e oltre 700 illustrazioni) e autorevole su un argomento affascinante e poco noto: lo sviluppo e l'impiego dei treni blindati germanici dagli albori fino al termine della seconda guerra mondiale. L'autore prende le mosse dai primi sperimentali impieghi del trasporto ferroviario per fini militari risalenti al 1830 per poi inoltrarsi in una analisi del suo impiego nel biennio rivoluzionario 1848-1849, nella guerra di Crimea, nella guerra di Secessione americana, nota anche come "la guerra delle ferrovie", concludendo col conflitto anglo-boero (1899-1902). Al 12 gennaio 1904 risalirebbe il battesimo del fuoco di un treno blindato tedesco durante la repressione di una rivolta di nativi nella colonia dell'Africa Sud Occidentale. Il buon esito di queste prime esperienze spinse il Capo di Stato Maggiore conte Von Schlieffen ad avviare un programma di costruzioni che condusse alla realizzazione di 9 treni blindati prima dello scoppio della Grande Guerra. Accanto a vere e proprie fortificazioni su rotaia iniziarono ad apparire le prime torrette girevoli con pezzi da 37,53 e 77 mm. In seguito furono anche impiegati cannoni russi di preda bellica. Il Prof. Sawodny non manca di informarci sullo sviluppo dei treni blindati austro-ungarici e degli altri belligeranti dell'Intesa che, peraltro, non fecero un uso molto esteso di quest'arma.Nel primo dopoguerra i vertici militari della Repubblica di Weimar li utilizzarono invece ampiamente sul confine orientale per contenere le mire espansionistiche polacche, ma anche nella guerra civile che insanguinò la Germania nei primi anni venti. Il trattato di Versailles ridusse a 14 i treni blindati concessi alla Reichswehr che se ne servì per accumulare esperienze preziose per il futuro. Con l'avvento di Hitler al potere nel 1933 e l'avvio di un riarmo in estensione della Wehrmacht ai treni armati non venne data inizialmente una grande importanza, tanto che le prime costruzioni si ebbero solo nel biennio 1938/1939.A colmare questa lacuna giunsero nel 1940 i treni blindati polacchi e cechi, bottino delle recenti campagne. Con l'invasione dell'URSS apparve assolutamente necessario ampliare anche questo settore. I grandi spazi della Russia europea e lo sviluppo del movimento partigiano resero indispensabile il controllo del territorio attuabile solo con l'impiego di treni armati in cui vennero inseriti anche appositi vagoni scoperti su cui era caricato un carro armato francese di preda bellica (soprattutto Renault R-35, Somua S-35, Hotchkiss H-39, ma anche vecchie cariatidi, come i Renault FT-17 risalenti al 1917) che, all'occorrenza poteva appoggiare la fanteria. Solo nel 1942/1943,con il modello BP 44,si ebbe un vagone realizzato ex-novo e munito della torretta del Pz IV con cannone controcarro da 75 mm L/48. In seguito i tedeschi approntarono vere e proprie motrici corazzate, simili alle nostre littorine blindate, munite della torretta del Panzer III con pezzo da 75 mm L/24, ma anche della torretta di di carri sovietici (BT-7 e T-34/76). Il capitolo dedicato alle industrie produttrici è particolarmente curato. Non mancano nemmeno paragrafi sugli armamenti e i mezzi di comunicazione con relative tabelle tecniche. La seconda parte del volume è dedicata invece all'impiego operativo dei treni blindati germanici nelle retrovie di tutti i fronti di guerra (Polonia,Danimarca e Norvegia, Belgio, Olanda e Francia, Balcani, Italia, Ungheria, Austria e URSS). Nel febbraio 1944 il treno blindato PZ 24 fu inviato a pattugliare la costa tra La Spezia e Viareggio nel timore di uno sbarco alleato e venne quindi trasferito in Friuli. In luglio esso fu rimpiazzato dal PZ 73 che continuò ad essere utilizzato ai confini orientali dove il fenomeno ribellistico allignava maggiormente. Il libro termina con una bibliografia esaustiva ed un elenco completo di tutti gli Eisenbahn-Panzerzug formati dalla Wehrmacht durante la guerra. In conclusione non si può che ribadire che siamo di fronte ad uno studio che per molto tempo sarà considerato lo stato dell'arte sull'argomento. L'apparato iconografico, quasi tutto inedito, farà la gioia dei fermodellisti, ma anche dei modellisti di veicoli corazzati qui ampiamente rappresentati. Per l'acquisto ci si può rivolgere direttamente all'editore (EK-Verlag,Postfach 500111,D-79027 Freiburg, Germania) o accedere al sua sito internet, alla pagina: shop.eisenbahn-kurier.de
Argomento: Le scelte strategiche e le operazioni militari tedesche - Recensione di Bruno (06/02)
Lost Victories di Erich Von Manstein, Presidio Editore
Un libro essenziale, ma che temo non sia mai stato tradotto in italiano. Quella che recensisco è una versione ridotta, in inglese. Parla Von Manstein, una delle più brillanti menti militari della seconda guerra mondiale, l'uomo che ha elaborato il piano per mettere la Francia in ginocchio. Alcune parti salienti: Hitler visto come stratega, la possibilità o opportunità di invadere l'Inghilterra, le chances di salvare la sacca di Stalingrado. Manca purtroppo il resoconto di Manstein sulla battaglia di Kursk.
Argomento: Cockpit e strumentazione di bordo - Recensione di Giuseppe Finizio (01/04)

Pubblicato originariamente dalla Monogram Aviation Publications nel 1996 quest'opera dedicata alla strumentazione di bordo dei caccia tedeschi dal 1935 al 1945, trova ora una meritata riedizione da parte della casa editrice Heel. Il testo, succinto ma completo, è accompagnato da oltre 500 fotografie in bianco e nero e a colori, perlopiù inedite, oltre che da numerosissimi disegni tratti dalle pubblicazioni ufficiali dell'epoca. Ad un capitolo iniziale dedicato alla strumentazione di bordo (orologi, altimetri, bussole, termometri, tachimetri, voltmetri, amperometri, traguardi di puntamento ecc. ecc.), segue l'analisi della cabina di pilotaggio di ciascun velivolo: dal biplano Arado Ar 68, il primo caccia della neonata Luftwaffe, fino ai futuribili velivoli a razzo (Me 163 e JU 248), passando attraverso tutte le versioni dei più noti Me-109, FW-190 e Me-262, senza trascurare nemmeno i progetti più arditi come il tuttala Horten Ho 229. Di tutti gli aerei viene data un'esauriente descrizione tecnica corredata dalle fotografie dei cruscotti e da schizzi esplicativi di eccellente qualità. Modellisti e collezionisti di materiale aeronautico (anche coloro che hanno solo una conoscenza superficiale della lingua di Goethe) troveranno in questo libro una miniera di informazioni non facilmente reperibili altrove sulle sistemazioni interne dei velivoli tedeschi, incluse le colorazioni che spesso generano polemiche tra gli appassionati. L'unica svista che abbiamo notato è rappresentata dalla foto a pag. 17, in basso a sinistra. L'orologio della Kienzle ritratto, infatti, non appartiene ad un cruscotto d'aeroplano ma, inserito in una apposita custodia in legno, veniva usato come segnatempo nelle caserme e presso i comandi della Wehrmacht. Un plauso dunque alla decisione di questo piccolo editore tedesco (di cui consigliamo di visitare il bel sito internet) di ristampare il volume di Merrick, ora esaurito nell'edizione in lingua inglese, che non dovrebbe mancare nella biblioteca dei cultori di storia aeronautica ed, in particolare, della Luftwaffe. Copertina
Argomento: Storia dell'Aeronautica Tedesca nella II GM - Recensione di Lorenzo (12/99)
Luftwaffe 1939-1945. Le operazioni di Gianpiero Pica, Delta editrice, Parma 1984.
Il volume, di circa 170 pagine, si concentra più sugli aspetti strategici ed
operativi che non sull'evoluzione tecnica dei modelli, ma per uno sguardo
d'insieme sull'argomento dovrebbe andar bene.
Argomento: Generali Tedeschi - Recensione di Mauro Tosi (08/06)

Il libro raccoglie le memorie dei tre anni (1942-'45) trascorsi dalla giovane Traudl Junge accanto al Führer come segretaria personale. E' una fonte privilegiata degli aspetti personali della vita di Hitler che mai avevamo letto; in questo racconto degli avvenimenti emergono tutte le principali figure del Reich, viste con gli occhi di una giovane che si trovava nel centro del potere. Un potere che stava lentamente ed inesorabilmente crollando. Particolarmente intensi sono i tratti relativi alle ultime settimane ed alle ultime ore di Hitler, fino al suo suicidio, dove emerge tutta la tragedia di un uomo e del popolo che ha trascinato in un'avventura suicida. Un libro che si legge volentieri ed in breve tempo, consigliato a chi volesse conoscere l'immagine di Hitler negli aspetti intimi.
Argomento: Adolf Hitler - Recensione di Mauro Tosi (08/06)

E' la storia della permanenza dell'autore, giovane ufficiale dello Stato Maggiore dell'esercito (OKH), presso lo Stato Maggiore della Wehrmacht (OBW), dal 23 luglio 1944 sino al suicidio di Hitler il 29 aprile 1945. Questa permanenza ha dato modo all'autore di essere a contatto quotidianamente con il dittatore e di seguire l'evoluzione
militare delle operazioni militari negli ultimi mesi del conflitto. L'autore riporta le quotidiane riunioni strategiche e tattiche con il Führer, dove si scandiscono le operazioni su tutti i fronti europei, ma soprattutto racconta con estrema lucidità l'agonia umana e politica di colui che aveva sognato di assoggettare l'Europa intera.
Argomento: Generali Tedeschi - Recensione di Chetti6 (05/05)

Una piccola enciclopedia capace di riassumere in 550 pagine una ventina di generali della Wermacht, dai più famosi (von Rundstedt, Model, Guderian) a quelli meno conosciuti, ma non per questo meno capaci (Senger, Manteuffel). La carriera militare di ognuno viene riassunta in un capitolo a parte, redatto da autori diversi, tutti storici militari di fama mondiale, tra cui compaiono anche alcuni veterani di guerra come Lord Carver e John Hackett. Il testo è decisamente completo: si parte dai componenti degli Stati Maggiori dell'OKH e dell'OKW (Fritsch, Beck, Jodl, Keitel), dei loro rapporti con il Führer e con i cospiratori, passando poi ai generali "da battaglia" come Manstein, Rommel, Dietrich. La carriera di ognuno è trattata in maniera esauriente, esaltandone i pregi ma non nascondendone i difetti, perché lo scopo dell'autore non è quello di incensare i vari feldmarescialli ma di capire come persone colte e di grande abilità strategica e tattica, abbiano potuto servire per così lungo tempo Hitler, obbedendo alla sua follia. La suddivisione dell'opera per personaggi dà la possibilità al lettore di consultare velocemente soltanto le parti che ritiene più interessanti, anche se consiglio, innanzitutto, una lettura integrale del testo così da meglio chiarire i rapporti, sia gerarchici che personali, intercorrenti tra i generali: per esempio per avere un quadro più chiaro sulla campagna d'Africa è necessario leggere sia il capitolo su Rommel che su Arnin, dove vengono messe in luce le dispute e le invidie a cui sono andati incontro. Alla fine della lettura si ha anche una visione chiara delle campagne di Francia e Russia, a cui hanno preso parte molti dei militari citati nel libro, anche perché esauriente è la parte dedicata alle cartine. Un libro sicuramente da comprare, in particolare per coloro che ancora sono neofiti in materia di seconda guerra mondiale, mentre i più esperti potranno obiettare per la mancanza di alcune figure come Pemsel o Feuchtinger, ma sarebbe stato chiedere troppo.
Seconda recensione by Emanuele Cattarossi 05/02
Seconda recensione by Emanuele Cattarossi 05/02
Argomento: Nazionalsocialismo - Recensione di Chetti6 (11/04)

Una lettura consigliata a tutti coloro che hanno interesse a conoscere le vere personalità dei maggiori gerarchi nazisti, uomini che nascondevano le loro debolezze caratteriali all'ombra di Hitler. Chi erano davvero Goebbels, Goring, Himmler nella vita privata? Libro di non facile lettura, che richiede a priori almeno un minimo di conoscenza del terzo Reich, comunque da leggere sia perché scritto da un autore competente, J. Fest (studioso del Reich e biografo di Hitler) sia perché smitizza la figura del gerarca nazista, visto non come un pazzo senza scrupoli ma "soltanto" come una persona priva di un proprio carattere (vedi il capitolo su Hoss) e/o avida di potere.
Argomento: Albert Speer - Recensione di Antonio Plescia (09/04)

Le "Memorie del Terzo Reich" sono un'autobiografia e insieme un'analisi del nazismo, a partire dall'ascesa di Hitler al potere fino al crollo definitivo dell'impero. Albert Speer, architetto ufficiale del regime prima, e ministro degli armamenti dopo, racconta la propria esperienza umana all'interno della cerchia degli intimi di Hitler. Tra grandiosi progetti urbanistici e intrighi di corte, catastrofi militari e attentati, la narrazione procede fino al processo di Norimberga. Grosso modo, il libro potrebbe essere diviso in 4 parti: la giovinezza di Speer; Speer architetto del regime; Speer ministro del Reich; la prigionia di Norimberga. La più grande critica che è stata mossa a Speer, riguardo all'opera in questione, è stata quella di aver completamente tralasciato l'Olocausto. In effetti, nel libro sono presenti solo pochi accenni sull'argomento, tuttavia non bisogna dimenticare che il suddetto non è un'opera storiografica, bensì autobiografica. Stando a quanto racconta Speer, non sembra assurdo pensare che egli fosse totalmente estraneo allo sterminio degli ebrei.
Leggi la recensione completa.
Leggi la recensione completa.
Argomento: Goering - Recensione di Bondir (01/02)
Goering, il Maresciallo del Reich di David Irving, Mondadori
Biografia di Hermann Goring, delfino di Hitler. Numerose le cariche ricoperte da questo personaggio. Da ultimo comandante del leggendario squadrone Richtofen alla fine della I guerra mondiale, a Maresciallo del grande Reich, passando da primo ministro prussiano, a capo della Gestapo prima di Himmler. Fondatore dei primi campi di concentramento sul suolo tedesco. Morfinomane e avido di opere d'arte, saccheggiò i musei di tutta Europa. Interessante biografia di un personaggio che, più di altri gerarchi del Reich, condizionò la storia d'Europa tra il 1930 e il 1945.
RIPRODUZIONE RISERVATA ©
[HOME] > [icsm LIBRI] > [II GM: Germania]