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Argomento: Svizzera nella II GM - Recensione di Giuseppe Stilo (11/03)
La Svizzera nel mirino. La neutralità armata della Svizzera nella Seconda Guerra Mondiale di Stephen P. Halbrook, Coedizione Pedrazzini (Locarno) e Alberti Libraio-Editore (Verbania), 2002, p. 310, (Euro 30,00)
Si tratta di un'opera su un tema non frequente nel panorama editoriale italiano. L'Autore, giurista statunitense e studioso di storia, sostiene in maniera dichiarata la tesi secondo la quale, al contrario di quanto affermato da saggisti come Jean Ziegler, durante la Seconda Guerra Mondiale non vi fu alcuna sostanziale commistione o cedimento da parte delle autorita elvetiche nei confronti della Germania, e che quando ciò avvenne si trattò di necessità legate alla dipendenza economica svizzera verso Berlino e dall'accerchiamento pressoché totale in cui il piccolo paese si venne a trovare rispetto ai tedeschi o ai loro alleati. Per delineare la sua tesi, Halbrook ricostruisce in maniera assai interessante i piani tedeschi per un'eventuale invasione della Svizzera. Si sofferma in particolare, mostrando delle interessanti cartine, su quello completato il 12 agosto 1940 ad opera del cap. Otto Wilhelm von Menges, dell'OKW e su quello del dicembre 1943, opera del generale delle SS Hermann Boheme. Il primo, in particolare - e le sue versioni successive dell'autunno '40, quali lo studio Zimmerman del 4 ottobre - ipotizzavano un massiccio intervento da sud di forze italiane (sino a quindici divisioni). Se i tedeschi non resero mai concrete le loro idee, secondo Halbrook lo si dovette alla grande capacità di mobilitazione delle FF. AA. svizzere, subito dimostrata, e alle loro importanti opere di difesa fisse. Grande impulso alla difesa armata della neutralità giunse dal comandante delle forze federali, il gen. Henri Guisan (1874-1960), nominato tale dal Parlamento elvetico il 30 agosto 1939. Secondo l'ordinamento svizzero, in
tempi di pace il grado più elevato delle FF. AA. è quello di colonnello. Solo in caso di conflitto o di minaccia imminente all'indipendenza nazionale è scelto un capo di tutte le armi. Sul generale Guisan si può vedere l'interessantissimo sito Internet www.generalguisan.ch/default.htm, al quale corrisponde il centro studi intitolato all'uomo. Molto interessanti sono i resoconti dei combattimenti intercorsi tra l'Aeronautica svizzera e la Luftwaffe. Si ebbe fra il 1939 e il '45 un numero significativo di abbattimenti da entrambe le parti. Nel 1940, ad esempio, caddero undici aerei tedeschi (fra cui diversi He-111) e tre svizzeri. Incidenti in numero minore si ebbero anche con gli Alleati, in specie con la RAF. Durante il conflitto la Svizzera ebbe anche a soffrire di incidenti di confine, specie a nord, o di bombardamenti aerei effettuati per errore. Di particolare gravità quello del 1º aprile 1944, quando la città di Sciaffusa fu colpita da trenta B-24 americani con almeno 331 ordigni ad alto esplosivo e al fosforo destinati alla vicina tedesca di Singen, importante nodo ferroviario. Si ebbero 39 morti e oltre 150 feriti. Il volume è accompagnato da interessanti foto come quella di una formazione di quattro Me 109 svizzeri, fulcro in quegli anni della difesa aerea del Paese. Cinquanta esemplari delle prime serie erano infatti stati forniti dalla Germania prima del sett. 1939, e inutilmente Berlino ne chiese a lungo la restituzione. Vi sono poi, tra l'altro, immagini delle postazioni d'artiglieria d'alta montagna, dell'ottimo cannone c. a. da 34 mm e di alcune donne addette all'avvistamento visivo di potenziali aerei nemici, ecc. Da segnalare, nella bibliografia, i saggi dello storico militare elvetico
Hans Rudolf Kurz sulle FF. AA. del suo Paese nella 2 GM e il libro di Georges-Andre' Chevallaz "Les plans italiens face à la Suisse 1938-1943", Centre d'Histoire et Perspectives Militaires, Pully (Losannna), 1988.
Argomento: De Gaulle - Recensione di Duca (01/00)
De Gaulle, l'ultimo grande di Francia di Charles Williams, Mondadori
Il libro è di agevole lettura, prende in esame i vari momenti della vita del Generale suddividendoli in capitoli ben precisi, il tutto senza preconcetti o prese di posizione a favore o contro, in maniera direi imparziale. Vengono messi in luce tutti gli aspetti di quest'uomo che influì in maniera così profonda nella vita della Francia per oltre un trentennio, dagli anni 40 fino al 1970. Come è buona abitudine della storiogria anglosassone, ah come dovrebbero imparare gli storici di casa nostra, il libro si sofferma anche su De Gaulle "l'uomo". In breve è una lettura che consiglio a tutti, sia a chi si interessa della storia di Francia, anche solo di quella militare, vengono analizzate le opere di de Gaulle sull'arte militare per esempio, che a tutti coloro che desiderano approfondire la conoscenza di un soldato, perché questo fu De Gaulle fino alla fine, che ha vissuto per il suo paese.
Argomento: Storia dell'Aeronautica Militare bulgara - Recensione di Giuseppe Finizio (07/02)
Air Power of the Kingdom of Bulgaria di Dimitar Nedialkov, Editore Fark Ood, Sofia, 2001 (35 dollari). Recensito da Giuseppe Finizio.
Quattro volumetti di 60 pagg. ciascuno nell'ormai classico formato 28 x 21 reso famoso dagli Squadron Signal, muniti di un apparato iconografico vasto e pressoché totalmente inedito con testo bilingue bulgaro/inglese agile ma esaustivo: ecco,in sintesi,le caratteristiche di quest'opera dedicata alla storia dell'aviazione militare in Bulgaria fino al termine della seconda guerra mondiale.Il primo fascicolo tratta il periodo che va dalle prime esperienze aerostatiche del 1892 alle guerre balcaniche (1912-1913) che videro impiegato in alcuni tra i primi voli di ricognizione in ambito bellico il ten. Giovanni Sabelli,singolare figura di pioniere dell'aviazione,che fu abbattuto sulla Bainsizza nell'ottobre del 1917 dopo avere conquistato 5 vittorie. Completano il testo 50 fotografie e una tavola con i dati tecnici e la provenienza di tutti i velivoli impiegati,dai Bleriot ai vari Voisin, Farman Albatros,Bristol e Nieuport.Alla Grande Guerra è dedicato il secondo volumetto.Tra il 1915 e il 1918 l'Aviazione bulgara equipaggiata da una congerie di aerei, perlopiù tedeschi (Albatros B-I, LVG C-II, Otto C-I, DFW C-V, Roland D-II e D-III, Fokker E-III e D-VII, Friedrichshafen FF.33,Rumpler 6B-I, Armstrong Withworth FK8 e Nieuport XXIV ) documentati in 81 immagini, operò soprattutto sul fronte macedone con azioni di bombardamento e ricognizione tattica. Non mancarono comunque i duelli con i bombardieri nemici nei cieli di Sofia. Con la sconfitta degli Imperi Centrali le forze armate bulgare vennero di fatto azzerate (trattato di Neuilly del 1919) e di riarmo si riparlò solo nel triennio 1937-1939 quando riprese, pur tra molte difficoltà, l'importazione di velivoli di produzione tedesca,polacca,francese e britannica descritti in 140 fotografie. Il volume finale copre gli anni 1941-1945 e ci narra le gesta dei piloti da caccia bulgari impegnati nel disperato tentativo di arginare le incursioni dell'USAAF che incrudelirono a partire dall'estate del 1943. Gli aerei sono i Me-109 Tipo E e G e i Dewotine 520 a cui sono dedicate 86 immagini di grande impatto emozionale. Al cambio di campo operato dalla dirigenza bulgara nel settembre 1944 sono riservate le ultime pagine di quest'opera che non dovrebbe mancare nella biblioteca dello storico militare come in quella del modellista cultore di soggetti "esotici". I quattro volumi possono essere acquistati, anche separatamente, sul sito www.bgmilitaria.com, la cui serietà ed efficienza ho testato personalmente.
Argomento: Le forze corazzate dell'esercito bulgaro - Recensione di Giuseppe Finizio (07/02)
Armored Vehicles in the Bulgarian Army 1935-1945 di Kaloyan Matev, Editore Angela Publishers, Sofia, 2000 (14 dollari). Recensito da Giuseppe Finizio.
Dopo la caduta del muro di Berlino e la fine del comunismo nell'Europa orientale abbiamo assistito alla pubblicazione di numerose opere riguardanti la seconda guerra mondiale anche in quei paesi balcanici che vi erano entrati da alleati dell'Asse e ne erano usciti sotto il tallone sovietico. Tra esse un posto particolare merita certamente questo eccellente lavoro sui blindo-corazzati della Bulgaria (testo bilingue bulgaro/inglese,formato 24x16, 127 pagine, 85 foto e 16 tavole a colori). Non si tratta - è bene dirlo - del solito volumetto ricco di fotografie ma povero di notizie storiche. Siamo di fronte ad un vero e proprio studio fatto su documenti dell'epoca (spesso citati per esteso) dedicato alla creazione, allo sviluppo e all'impiego delle forze corazzate bulgare in un periodo cruciale della storia mondiale. Dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale il trattato di Neuilly di fatto aveva impedito per quasi un ventennio la ricostituzione delle forze armate bulgare. Le crescenti tensioni sviluppatesi tra i paesi dell'area balcanica spinsero infine anche la Bulgaria sul mercato internazionale degli armamenti. Così all'inizio del 1935 furono acquistati in italia 14 carri veloci L-3/33 che costituirono la Prima Compagnia Corazzata. Nell'estate del 1939 ad essi si aggiunsero 36 Skoda LT vz.35 cechi forniti dalla Germania, divenuto il partner politico ed economico dello stato balcanico che aderì all'Asse nel 1941, pur senza mai dichiarare guerra all'URSS. Tra il maggio del 1943 e il marzo 1944 la Wehrmacht inviò in Bulgaria 97 Panzer IV, 55 StuGesh III, 10 PzKpfw 38 e 19 Hotchkiss H-39, oltre a 20 autoblinde SdKfz 222 e 223. Paradossalmente, l'impiego bellico di tali veicoli avvenne proprio contro i tedeschi nel settembre del 1944 quando la Bulgaria cambiò campo facendo causa comune con gli Alleati. L'URSS provvide a rimpinguare gli organici della Brigata Corazzata sia con altri carri armati tedeschi di preda bellica (tra cui 15 Panther) che con i propri T-34/85. Il battesimo del fuoco non fu dei più felici: l'inesperienza degli equipaggi e l'usura delle macchine causarono perdite altissime, tanto che all'inizio del 1945 il QG della 1ª Armata bulgara informava il Terzo Fronte Ucraino, da cui dipendeva operativamente, di non essere in grado di schierare alcuna compagnia carri pesanti. Per le residue unità corazzate bulgare la guerra terminò con l'offensiva che condusse l'Armata Rossa a Vienna nell'aprile del 1945. Il nostro prezioso studio non si esaurisce qui comunque, ma prosegue con un interessante capitolo dedicato alle mimetiche e ai contrassegni completato da una serie di tavole tecniche e dalle appendici, tra cui spiccano quelle dedicate alle forniture tedesche e allo stato delle forze corazzate in Bulgaria, Grecia, Romania, Turchia e Jugoslavia alla vigilia dell'Operazione Barbarossa. La qualità delle fotografie e delle tavole a colori fanno di questo libro una chicca imperdibile per storici e modellisti. E'possibile acquistarlo direttamente nel sito dell'editore alla pagina www.bgbooks.net/h&m.html
Argomento: Motorizzazione dell'esercito bulgaro - Recensione di Giuseppe Finizio (07/02)
Trucks, Tractors and Automobiles in The Bulgarian Army 1935-1945 di Kaloyan Matev, Editore Angela Publishers, Sofia, 2000 (14 dollari). Recensito da Giuseppe Finizio.
Il volume (testo bilingue bulgaro/inglese, 128 pp., formato 24 x 16, 100 foto e 10 tavole a colori) rappresenta la logica continuazione di quello recensito più sopra dedicato dal medesimo autore ai blindo/corazzati. L'approfondimento storiografico e l'abbondante apparato iconografico ne fanno un'opera utile alla comprensione del riarmo balcanico negli anni trenta. Le restrizioni del trattato di Neuilly, successivo alla prima guerra mondiale, condussero la Bulgaria ad acquisire i suoi primi veicoli militari solo nel 1930 e in gran segreto. Si trattava di alcuni trattori Fiat-Pavesi P4/100. Nel 1934 iniziò l'approvvigionamento di materiale ruotato in Germania .Con la sigla del trattato di Tessalonica (31 luglio 1938) alla Bulgaria fu di nuovo possibile acquistare armamenti alla luce del sole. Ne beneficiò ancora l'industria italiana che piazzò nel paese balcanico 20 trattori Fiat TL 37 e 20 Breda 32. Ma la maggior parte delle forniture venivano dal Terzo Reich che premeva per l'adesione della Bulgaria al patto tripartito che avvenne nell'aprile del 1941.Nel 1942 vi furono altri acquisti di veicoli presso Fiat, SPA, Lancia e OM, ma fu la creazione del programma Barbara (gennaio 1943), che prevedeva la fornitura da parte tedesca di veicoli ruotati e semicingolati, a consentire all'esercito del paese balcanico di raggiungere una buona mobilità sulle pessime strade della regione. Giunsero, tra gli altri, 390 automobili, 917 camion e 380 trattori Ford Katur. Con il "salto della quaglia" bulgaro del settembre 1944 tutto questo materiale venne impiegato contro i precedenti proprietari fino al termine delle ostilità. La seconda parte del libro è dedicata alla descrizione tecnica dei veicoli impiegati e ad un'accurata disamina delle mimetiche e dei simboli tattici utilizzati, che si vale di belle fotografie e tavole a colori. Le appendici, al termine del volume, completano e arricchiscono un'opera di grande interesse. Anche in questo caso per l'acquisto ci si può rivolgere alla pagina internet dell'editore: www.bgbooks.net/h&m.html
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