Già nel corso dell'invasione dei Paesi Bassi l'idea di poter avere influenza sull'Inghilterra, prima di esportare ad Est il III Reich, era venuta in mente a Hitler. Maggiore attenzione assumono quindi le parti di territorio da conquistare ove vi siano aeroporti o scali aerei sfruttabili per potersi garantire il controllo della Manica (il Reich non ragionava ancora in termini difensivi). Questo elemento determina, sotto suggerimento del giovane capo di Stato Maggiore della Luftwaffe, maresciallo Jeschonneck, un ampliamento del Piano Giallo (attacco a Ovest) riguardo a particolari obiettivi di importanza strategica.
Dopo la folgorante campagna occidentale, soprattutto Goring (che non ha mai mostrato entusiasmo per una guerra ad Est ma suggeriva di impossessarsi di Gibilterra e Malta per escludere gli inglesi dal Mediterraneo) è convinto che la guerra sia virtualmente finita; Hitler non mostra la sua caratteristica impazienza nel voler procedere con l'attacco alla Gran Bretagna, ma sembra più concentrato sulla organizzazione dei territori dell'Europa orientale occupati e inglobati nel Reich, come il Protettorato di Boemia-Moravia o il Governato Generale di Polonia, dai quali pretendeva l'esclusione totale e immediata degli ebrei.
Con il successo delle truppe del Reich in Danimarca e Norvegia (operazione Weser), l'invasione dei paesi occidentali, lo sfondamento del fronte franco-britannico da parte della 2ª divisione corazzata, il "caso Inghilterra" riprende corpo, in particolare negli ambienti della Luftwaffe anche se, per l'esattezza, all'inizio è l'ammiraglio Raeder a fare pressione sul fuhrer. Inoltre, un attacco nella tradizione della guerra-lampo contro la Gran Bretagna, con l'utilizzo degli U-Boot e della Luftwaffe, avrebbe evitato una lunga guerra e il costoso mantenimento di un blocco militare per l'isolamento economico. I primi progetti per un'operazione contro l'Inghilterra risalgono già al novembre 1939, con il rapporto del Comando della Marina che sottolinea da subito le difficoltà di attraversamento della Manica per un grosso contingente da sbarco e relativi rifornimenti. Secondo questo primo resoconto sarebbe stato necessario ridurre all'impotenza tutte le installazioni costiere dell'isola, rendere la RAF in condizioni di non nuocere, e soprattutto tenere lontano la potente Royal Navy. Inoltre, l'eventuale zona di sbarco si sarebbe potuta raggiungere attraverso un attraversamento da basi di partenza in Normandia, soggetta però alle incursioni aeree nemiche, oppure con una traversata più lunga dalle coste della Norvegia, dell'Olanda o del Baltico, al di fuori del raggio d'azione della RAF, ma nei piani si esclude a priori un attacco attraverso il passo di Calais. Sarebbe stato altrettanto essenziale garantirsi il controllo di uno dei porti inglesi sulla costa orientale con uno sbarco aerotrasportato. Insomma, un po' quello che gli anglo-americani, quattro anni più tardi, avrebbero allestito molto più in grande con l'operazione Overlord, escludendo anch'essi l'invasione a Calais.
Per il Reich, nel 1940 non sono difficoltà insuperabili, ma il rapporto del Comando della Marina si conclude sottolineando la inutilità di uno sbarco in forze quando sia la RAF che la Royal Navy fossero state eliminate, poiché a quel punto l'Inghilterra si sarebbe arresa senza combattere. Il 21 maggio del '40, l'ammiraglio Raeder incontra Hitler, e il "progetto Inghilterra" balza nuovamente in primo piano. La Kriegsmarine afferma di poter affrontare per la traversata della Manica, ma si trova di fronte ad un grave problema: la mancanza di mezzi da sbarco. Anche le comuni chiatte per il trasporto dei mezzi pesanti avrebbero occupato tempi lunghissimi per essere adattate alla navigazione in mare aperto e in un tratto difficile come la Manica. Lo Stato Maggiore della Wermacht è invece diviso, una parte osteggia apertamente il progetto e l'altra, della quale fa parte il maresciallo von Bock (capo del Gruppo d'Armate B in Francia), è invece decisa a intraprendere seriamente l'invasione dell'Inghilterra. Anche la Wermacht quindi elabora un suo progetto, nel quale si prevede un attacco dal Mare del Nord contro le coste orientali della Gran Bretagna con oltre 15 divisioni, sostenute da tutte le unità di paracadutisti disponibili. La marina si oppone, adducendo di non poter garantire sufficiente difesa ai convogli di sbarco se doveva tenere al tempo stesso la Royal Navy impegnata da un'altra parte, in più sosteneva la necessità di condizioni meteorologiche perfette per ridurre al minimo i rischi della traversata del contingente di sbarco e per contare sulla necessaria copertura aerea.
Anche la Luftwaffe mette sul tavolo le proprie teorie: uno sbarco sulle coste orientali inglesi presupponeva lo scontro con quella che era la zona meglio difesa dell'isola (il sud-est), e sottolinea il fatto che uno sbarco in forze sarebbe dovuto essere l'ultimo atto di una battaglia già vinta dai bombardieri. Questa è una delle fratture interne agli alti comandi tedeschi, che non si sarebbe mai più cancellata. Hitler, intanto, manifesta le possibilità di una campagna militare contro l'Inghilterra nei colloqui con Mussolini, parlando di un attacco congiunto dal mare e dall'aria, sostenuto dal generale Jodl, capo-operazioni dell'OKW, che aveva compilato un rapporto sulla necessità di continuare la guerra volgendo le risorse dell'Asse contro l'Inghilterra. All'inizio dell'estate 1940 Goring è raggiante, i suoi paracadutisti e piloti erano stati protagonisti delle audaci imprese di Narvik e di Eben-Emael, ed era ansioso di poter affermare definitivamente la supremazia dell'aviazione sia sui rimanenti eserciti stranieri, sia sulla stessa Wermacht, che aveva sconfitto gli alleati a Dunkerque con la resa e l'evacuazione. Il fuhrer, tuttavia, non mostra eccessivo entusiasmo nel voler attraversare la Manica, e in poco tempo l'euforismo cala. Il 25 giugno il maresciallo Jeschonneck rivela al maggiore von Falkenstein, ufficiale di collegamento della Luftwaffe con il Comando Supremo, che l'operazione Seelowe non si sarebbe attuata. Se si fosse messo a punto qualche progetto riguardo l'Inghilterra esso sarebbe stato svolto dalla sola Luftwaffe, che secondo Goring, e lo stesso Hitler, sarebbe bastata per costringere Churchill ad accettare la pace.
Alla fine del giugno 1940, gli aerei tedeschi cominciano ad apparire solo sulle zone costiere e le installazioni portuali britanniche lungo la Manica, perché il fuhrer non permette di effettuare attacchi nell'entroterra. Alla Camera dei Lords, intanto, Churchill prende posizione contro il governo collaborazionista di Vichy ed espone con parole crude e senza eufemismi le condizioni in cui si trova l'Inghilterra. I bombardieri tedeschi avevano già fatto la loro comparsa sui cieli inglesi appena 48 ore dopo la vittoria di Dunkerque, il 6 giugno del '40. La Luftwaffe aveva compiuto incursioni su zone militari, campi di volo e porti, con 30 bombardieri. La notte successiva l'operazione era stata ripetuta. Quando le divisioni corazzate della Wermacht si spostano verso il sud della Francia, per ultimare la conquista del paese, l'Inghilterra viene lasciata tranquilla poiché l'aviazione tedesca assume nuovamente il compito di copertura delle truppe, ma l'allarme è ormai scattato.
La Luftwaffe riprende le incursioni sulle coste inglesi appena dopo la firma del trattato di resa con la Francia. Lo scopo di Goring è chiaro: guadagnare il tempo necessario a che tutti i campi di volo sulla costa settentrionale del continente, dalla Normandia all'Olanda, dalla Danimarca alla Norvegia, fossero in condizioni di poter supportare un attacco in forze contro la Gran Bretagna. Nel frattempo, avrebbe continuato a tenere gli inglesi sulla corda con un esiguo impiego di forze, e avrebbe mantenuto i propri equipaggi in addestramento costante al volo notturno e all'uso delle nuove apparecchiature per la radioguida e la radioassistenza alle ricognizioni. La Wermacht, e la marina specialmente, non mettono particolare zelo nel programmare quella che doveva essere la seconda fase dell'attacco, cioè lo sbarco e la penetrazione all'interno del paese fin quando, davanti al rischio che Hitler le estromettesse dai piani futuri, Raeder ordina al suo Stato Maggiore di interessarsi al caso e, di conseguenza, la Wermacht si considera coinvolta di diritto. Probabilmente Hitler comincia a mostrare determinazione dopo avere meglio analizzato la situazione in tutti i suoi aspetti, e in particolare nell'analisi di quelle che sarebbero state le conseguenze politiche di una pace con Londra, considerando gli inglesi pur sempre una razza di ceppo ariano. Goring, da parte sua, insiste sul fatto che Londra avrebbe preteso l'abbandono della Norvegia e della Danimarca, e alla Germania quei paesi servivano per le risorse del sottosuolo.
Si arriva quindi alla condizione che l'Inghilterra sarebbe stata inserita nei piani di conquista solo se l'aviazione avesse, in breve tempo, escluso ogni possibilità di reazione a uno sbarco e solo se il governo di Sua Maestà si fosse ostinato a respingere le offerte di pace. Hitler però non sa che, sotto l'abile guida del nuovo ministro dell'Aeronautica, Lord Beaverbrook, la produzione di caccia Spitfire e Hurricane era, nel frattempo, quasi raddoppiata. A Londra, intanto, il 27 giugno si prendono provvedimenti affinché le navi della flotta francese che avevano riparato nei porti inglesi non possano tornare in Francia, mentre cominciano ad approdare anche le prime imbarcazioni provenienti dagli Stati Uniti con carichi di aiuti e armamenti. Il fuhrer non è mai stato famoso per la pazienza e la tolleranza del proprio carattere, e dopo poco alternava momenti di desiderio nel concludere la pace diplomaticamente, a bruschi scatti di collera e voglia di "farla finita con una esemplare lezione", ed è proprio questa sua incertezza uno dei principali motivi del fallimento.
La maggior parte dei generali è reticente nel prendere realmente in considerazione l'attraversamento della Manica; difficoltà enormi si presentano nell'organizzare una spedizione anfibia di un esercito così abituato a combattere sulla terraferma (si pensi alla preparazione dell'invasione alleata nel giugno '44), tuttavia l'operazione era ormai iniziata e andava prendendo forma. Il raid organizzato dai britannici il 3 luglio nella rada di Mers-el-Kebir, presso Orano, contro le altre navi della flotta francese (operazione Catapult) causa la rottura ufficiale delle già tese relazioni tra Vichy e il governo britannico. Hitler, intanto, cerca di approfittarne della situazione: offre all'Inghilterra le sue proposte di pace e contemporaneamente, il 10 luglio, hanno luogo anche azioni di disturbo sui cieli inglesi e sulla Manica, contro i convogli navali e le installazioni costiere, per saggiare il terreno e iniziare la fase che doveva portare a bilanciare l'indiscussa supremazia navale britannica con la potenza aerea tedesca. Il comandante della Kriegsmarine, ammiraglio Raeder, cerca di dissuadere il fuhrer dall'impresa di sbarco in forze, proponendola come risorsa da effettuarsi solo dopo che la Luftwaffe non avesse avuto più alcun contendente in cielo e la marina avesse svolto il proprio compito. Anche il generale Jodl, in un memorandum, sottolinea l'estrema importanza dell'azione dell'arma aerea, senza la quale l'impresa è da considerarsi inattuabile. La mattina del 16 luglio Hitler emana la "Direttiva n.15" in cui delinea la strategia contro l'Inghilterra su tutti e tre i piani di svolgimento (esercito, aviazione e marina) e quindi la preparazione ufficiale dello sbarco è ormai da considerarsi avviata.
Lo stesso 16 luglio la pazienza di Hitler termina con un ultimo appello all'Inghilterra e con la firma della "Direttiva n.16" che segna l'inizio dell'operazione aerea diretta alla realizzazione di Leone Marino. Il giorno seguente vengono presentati i piani offensivi e diramati gli ordini per le divisioni motorizzate e corazzate, che dovevano iniziare le operazioni di concentramento nelle zone costiere della Francia settentrionale. Anche SD (Servizio di Sicurezza delle SS) e Gestapo si mobilitano: Heydrich, l'onnipotente capo dell'RSHA (Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich) redige con i propri collaboratori la Sonderfahndungliste-GB ovvero l'elenco di tutti gli avversari del nazismo sul suolo inglese, che avrebbero dovuto essere arrestati. Tra gli oltre 2500 nomi figurava, sorprendentemente al numero 49, quello del primo ministro di Sua Maestà con questa dicitura: "Churchill, Winston Spencer - Primo Ministro - Westerham, Kent - Chartwel Manor - Mandato di arresto su ordinanza della Sezione A/I, Ufficio IV-Gestapo, RSHA" e molti atri come H.G.Wells, Virginia Woolf, Aldous Huxley, il famoso cantante di colore Paul Robinson, Bertrand Russel, Harold Lasky, e personalità come Lord Baden-Powell il fondatore dei Boy Scouts, ormai in età assai avanzata. L'RSHA si prepara a fronteggiare la battaglia ideologica e razziale: pena di morte per chiunque compia atti contro il Reich (come ad esempio lo strappare un manifesto di propaganda da un muro); proibizione di assembramenti pubblici e privati; il valore di 960 Reichsmark per 1 sterlina e, inoltre, viene elaborata una particolare ordinanza per la costruzione di tre campi di prigionia in loco e altri otto sul continente, ognuno dei quali avrebbe contenuto 10mila detenuti.
La Gran Bretagna, una volta occupata, sarebbe stata divisa in 16 Kommandantur, 12 locali e 4 dette "di campagna". Per la capitale si darebbe istituita una Kommandantur a regime speciale. Tra gli altri è messo a punto un progetto per la sistematica esportazione in Germania di tutti i generi di materie prime. L'atteggiamento di Heydrich riguardo a Seelowe non è ben definito, tuttavia ordina a Walter Schellemberg, il suo più abile agente, di approntare un manuale per gli ufficiali delle truppe d'invasione, nel quale sono descritte le istituzioni inglesi e gli ordini da seguire per prendere possesso dei ministeri della Guerra, degli Esteri dei dipartimenti della polizia e dei servizi segreti, debitamente corredata dalla famosa Sonderfahndungliste-GB per gli agenti dell'SD e della Gestapo al seguito delle truppe. Un altro collaboratore di Heydrich, SS-Standartenfuhrer Franz Six è designato al comando della Polizia Politica in Inghilterra, con il compito di creare sei Einsatzkommados di sterminio distribuiti a Londra, Birmingham, Liverpool, Manchester e Edimburgo per l'arresto e la deportazione sia degli ebrei sia degli esponenti di tutte le organizzazioni non gradite, come logge massoniche, la Chiesa anglicana, le scuole pubbliche, i Boy Scouts e, naturalmente, con particolari attenzioni ai componenti dell'instituzione monarchica e Buckingham Palace.
Seelowe, Adlertag e Herbstreise
Il 19 luglio Hitler offre ancora proposte di accordi all'Inghilterra mentre, a Londra, viene ufficialmente costituito uno speciale ufficio operazioni noto come SOE (Special Operations Executive) per le azioni di commandos sul continente, in collegamento con le reti di Resistenza. Il giorno seguente Goring, da poco nominato Maresciallo del Reich (cioè generale con sei stelle), convoca i responsabili dei servizi della Luftwaffe per definire i particolari delle operazioni contro l'Inghilterra, nella principesca tenuta di Carinhall. Parlando con Kesselring, Milch e Sperrle, a loro volta promossi marescialli, fissa la data dell'operazione agli inizi di agosto, perché il fuhrer pretende un rapporto sui risultati di queste missioni entro il più breve tempo possibile; rimane la proibizione di colpire Londra e gli obiettivi civili senza suo ordine, poiché Hitler è ancora convinto di poter costringere Churchill ad accettare l'offerta di pace con le minacce. Intanto cominciano a registrarsi i primi abbattimenti di aerei tedeschi sullo spazio aereo britannico: il 24 luglio la Luftwaffe perde 15 velivoli e la RAF solo 5 poi, il giorno dopo, altri 19 aerei di Goring cadono in mare. Anche l'Alto Comando della Marina tedesca tiene una serie di riunioni con tutti i capi-servizio dal 29 al 31 luglio. Nel documento conclusivo l'OKM ritiene effettuabile Seelowe a partire dalla seconda metà di settembre, ma l'ammiraglio Schniewind, capo-operazioni, declina ogni responsabilità per tutto il 1940. Raeder, dal canto suo, afferma l'impossibilità di fare attraversare la Manica a un esercito d'invasione con i mezzi attualmente a disposizione e insiste perché l'operazione venga spostata alla primavera del '41.
Il premier britannico, da parte sua, continua a non considerare l'idea di un accordo con la Germania e il 1º agosto Hitler ordina di annientare l'aviazione inglese da combattimento a partire dal giorno 5, mantenendo il veto per quanto riguarda Londra e gli obiettivi non militari con la "Direttiva n. 17". Tuttavia, fin dai primi di luglio il fuhrer aveva dato l'avvio all'allestimento di Seelowe, ma con il dubbio di fare un "salto nel buio", e la sua perplessità si era diffusa in tutto l'OKW. Un altro dubbio poi, non permette di chiarire fino a che punto Hitler, viste le manovre diplomatiche di cui si è servito fino a quel momento, intendesse davvero offrire la pace all'Inghilterra, per apparire allo stesso popolo tedesco e all'opinione pubblica internazionale come un leader ragionevole disposto fino all'ultimo a evitare l'uso della forza, per poi sferrare con estrema spietatezza il colpo decisivo. D'altra parte neanche i documenti rinvenuti negli archivi del Comando Supremo tedesco danno possibilità di errori d'interpretazione: nessun particolare trattamento era considerato nei confronti degli inglesi una volta vinti; il paese era destinato a diventare un territorio annesso che, se necessario, avrebbe subito la stessa sorte di Cecoslovacchia e Polonia. Agli occhi di Hitler la questione avrebbe presto assunto priorità di ordine morale e politico, insomma, l'affronto ricevuto con gli ostinati e ostentati rifiuti di Churchill andava punito con la più dura vendetta. Si sarebbe arrivati al blocco economico, alla deportazione di tutti gli uomini abili al lavoro, d'età compresa fra i 17 e i 45 anni e, naturalmente, ci si sarebbe occupati degli ebrei.
Il 6 agosto, dopo che le avverse condizioni meteorologiche avevano costretto a spostare di circa una settimana l'attacco aereo, Goring richiama a Carinhall i suoi collaboratori e viene definita nei particolari l'operazione in grande stile nota come Adlertag (Giorno dell'Aquila), fissata per il 12 agosto, e conferma i preparativi per l'invasione dell'Inghilterra, subordinata al successo della Luftwaffe. Fortunatamente per i britannici la Wermacht non è attrezzata per uno sbarco in forze oltremanica e per stabilire una solida testa di ponte, nè può disporre di corpi speciali addestrati per operazioni anfibie e di una flotta da trasporto e di scorta abbastanza numerosa e potente. Tuttavia le forze destinate al grande salto vengono ammassate nelle aree di partenza. Sono la 6ª Armata del generale von Reichenau, intorno a Cherbourg, con l'obiettivo di sbarcare fra Exmouth, Weymouth e a Lyme Regis (con una prima ondata di tre divisioni sulle spiagge della Lyme Bay) quindi puntare su Bristol tagliando la Cornovaglia e il Devon; la 9ª Armata del generale Strauss, concentrata intorno a Le Havre, per sbarcare nel territorio a est di Brighton, appena a ovest dell'isola di Wight (con quattro divisioni per la prima ondata); e infine la 16ª Armata del generale Busch, raccolta fra Boulogne e Dunkerque, destinata a sbarcare nell'Inghilterra sud-orientale fra Folkestone, Ramsgate e Bexhill (sei divisioni). Le ultime due armate avrebbero marciato creando una linea di attestamento da Portsmouth a Margate che avrebbe avuto come obiettivo principale l'area compresa tra l'estuario del Tamigi (presso Gravesend) fino a Southampton. In seguito, come secondo obiettivo, si sarebbe creata, grazie a rinforzi giunti nel frattempo, una linea a nord del Tamigi, da Maldon fino alla costa occidentale alle foci del Severn, chiudendo così anche il Galles. Numerosi reparti aviotrasportati si sarebbero lanciati su Eastbourne, nelle campagne del territorio di Brighton e Burgess Hill, portati sugli obiettivi dalla 3ª Squadra Aerea di Sperrle e dalla 2ª di Kesselring. Circa 90mila uomini (10 divisioni) si dovevano preparare a sbarcare nelle 48 ore successive e altri 250mila entro il terzo giorno, in un contingente che avrebbe compreso sei divisioni corazzate con non meno di 600 carri armati.
L'obiettivo finale è di portare in Inghilterra almeno 40 divisioni. Il maresciallo von Rundstet sarebbe stato il comandante supremo dell'operazione, che avrebbe richiesto 160 navi da trasporto, almeno 500 rimorchiatori, oltre 1500 barconi, e più di mille mezzi a motore e numerosissime imbarcazioni per compiti specifici (dallo sminamento, allo sbarco dei mezzi corazzati e dell'artiglieria, alla caccia ai sommergibili, ecc.) che la Kriegsmarine non ha. Parallelamente a Seelowe viene varato un progetto diversivo denominato Herbstreise (viaggio autunnale): due giorni prima del vero sbarco (detto in codice "Giorno-S"): 4 grandi transatlantici, fra i quali il Bremen e l'Europa, sarebbero salpati vuoti dalla Norvegia meridionale, scortati da diversi incrociatori, per dirigersi verso le coste orientali della Scozia, e indurre gli inglesi a pensare che quelle fossero il principale obiettivo dell'invasione.
Mussolini, nonostante sia impegnato in Nord Africa, non vuole rinunciare all'impresa contro gli inglesi sulla loro terra, e ordina la costituzione del CAI (Corpo Aereo Italiano, composto di circa 200 aerei. dei quali ben 14 risultano poi dispersi lungo la rotta di trasferimento in Francia settentrionale) al comando del generale Rino Fougier. Sono divisi in due gruppi, uno di bombardieri e uno di caccia, più una squadriglia di ricognizione, che sarebbero dovuti arrivare alle basi di partenza in agosto ma che la lentissima preparazione costringe alla metà di ottobre, quando è ormai chiaro che la potente Luftwaffe aveva perso ogni speranza di vincere la RAF. Intanto il comandante in capo della marina del Reich, Raeder, insiste perché il fronte di sbarco sia il più possibile ristretto fra Eastbourne e Dover (rammentando ancora le inaspettate perdite subite durante l'invasione di Norvegia a causa degli obiettivi troppo distanti fra loro) per permettere un'adatta protezione alle truppe in fase di sbarco e facilitare la Luftwaffe nel mantenere la supremazia aerea. Motivi di ordine tattico non permettono però una tale scelta: dato che la zona più vicina al continente è anche la più pericolosa, e inoltre non si presta a uno sbarco di grosse forze concentrate, è necessario procedere nella tattica opposta, cioè ampliare e diversificare il fronte.
In conclusione, gli Stati Maggiori tedeschi non si sforzano particolarmente nella elaborazione di "Leone Marino" e le divergenze tra esercito, marina e aviazione non vengono appianate. Il punto critico rimane l'azione della Luftwaffe e, dal canto suo, Goring è ben lieto di assumersi tale responsabilità, certo della vittoria, di nuova gloria e maggior potere. Al momento, in effetti, non sono pochi quelli che la pensano come il maresciallo del Reich. Anche se gli inglesi avessero avuto il tempo per rimettere in piedi un esercito equipaggiato, dopo il disastro di Dunkerque, un paese con poco più di 40 milioni di abitanti non sarebbe stato un problema per gli 80 milioni di tedeschi con i loro alleati, anche se l'invasione avesse richiesto tempi più lunghi. L'aviazione germanica, inoltre, è realmente la più potente, aveva contribuito in modo determinante alle avanzate delle divisioni corazzate spianando il terreno e distruggendo ogni cosa al suo passaggio, sia in Polonia sia in Francia. Anche numericamente è superiore alla RAF ma, nei fatti, tale vantaggio non è vantaggioso per gli aerei da caccia: quelli tedeschi, di scorta ai bombardieri, si sarebbero impegnati in combattimento dopo avere attraversato il Canale della Manica e lontano dalle loro basi mentre gli Hurricane, i Boulton-Defiant e gli Spitfire avrebbero operato sul loro terreno, senza considerare la superiorità tecnica di questi ultimi, realizzati su progetto dell'ingegnere Reginald Mitchell, per altro ancora non molto numerosi. Sarebbero stati gli Hurricane i veri vincitori della battaglia. A ciò si deve aggiungere l'errore di Goring nell'accanirsi, da un certo punto in avanti, sugli obiettivi civili lasciando a quelli militari la settimana necessaria per recuperare.
Lo schieramento della Luftwaffe per il 12 agosto, il "Giorno dell'Aquila", è comunque imponente: 5ª Armata Aerea del generale Stumpff con base a Kristiansand, in Norvegia e Danimarca, che comprende la 10ª Squadra del generale Geisler ripartita nel 26º Stormo Bombardieri He-111, 30º Stormo Bombardieri Ju-88 e 1º Gruppo/76º Stormo Cacciabombardieri Me-110; la 2ª Armata Aerea del maresciallo Kesselring a Bruxelles, la più grande quindi la più impegnata, con due squadre (1ª del generale Grauert ripartita in 1º Stormo Bombardieri He-111, 76º Stormo Bombardieri Do-17 e Ju-88 più il 76º Stormo Bombardieri Ju-88 - e la 2ª del generale Loerzer con il 2º e 3º Stormo Bombardieri Do-17, 53º Stormo Bombardieri He-111, 2º Gruppo/1º Stormo Stuka Ju-87, 4º Gruppo/1º Stormo Addestramento Ju-87, infine 210º Gruppo Collaudo Me-109 e Me-110). Kesselring ha anche autorità sulla 9ª Divisione Aerea del generale Koeler con il 4º Stormo Bombardieri He-111 e Ju-88, il 1º Gruppo/40º Stormo Bombardieri Ju-88 e Fw-200, e il 100º Gruppo-Combattimento/Esplorazione He-111. Allo stesso modo è anche responsabile del 2ºComando Caccia del generale Osterkamp ripartito in: 3º, 26º, 51º, 52º, 54º Stormo Me-109 più il 26º e 76º Stormo Me-110. La caccia notturna, sempre sotto l'autorità di Kesselring, schiera il 1º Stormo Me-110. Da Parigi viene mobilitata anche la 3ª Armata aerea del maresciallo Sperrle che schiera: la 8ª Squadra del generale von Richtofen con il 1º, 2º e 77º Stormo Ju-87 più il 27º Stormo Caccia Me-109 e il 2º Gruppo/2º Stormo Addestramento Me-109 giunto da Bobingen in Germania; la 5ª Squadra Aerea del generale von Greim con gli Stormi di bombardieri 51º e 54º Ju-88 e il 55º Stormo He-111; la 4ª Squadra Aerea del generale Pflugbeil con il 1º Stormo Addestramento Ju-88, il 27º Stormo Bombardieri He-111 e il 3º Stormo Stuka Ju-87; infine il Comando Caccia con i Me-109 del 2º e del 53º Stormo e i Me-110 del 2º Stormo Cacciabombardieri.
Dall'altra parte della Manica
Nel 1935 l'inglese Sir Alexander Watson (che durante la guerra avrebbe ricoperto cariche di grande responsabilità nella Difesa Territoriale) aveva realizzato i primi impianti funzionanti per la localizzazione di oggetti in movimento e già nel 1938 le coste della Gran Bretagna, l'estuario del Tamigi, le navi da guerra (se ne sarebbe avuta la prova a Capo Matapan) potevano disporre dei primi rudimentali radar. Il sistema della difesa territoriale è basato sulle comunicazioni: dalle stazioni avanzate d'osservazione radar gli avvistamenti vengono comunicati al Comando Caccia, a sua volta in costante collegamento con tutti i Quartier Generali di Gruppo. Ognuno di questi è poi in contatto con i rispettivi controlli di settore che tramite gli allarmi automatici fanno decollare le squadriglie.Nella realtà dei fatti, il quadro generale del 1940 in cui l'Inghilterra deve far fronte ad una possibile invasione, è a suo netto sfavore: la Francia aveva ceduto e il predominio della Germania sul continente escludeva la possibilità di ricevere aiuti dai paesi del Commonwealth entro breve.
L'Asse sta per avviare un nuovo attacco in Nord Africa, il Giappone sta ottenendo una vittoria dopo l'altra in Oriente e minaccia le colonie britanniche. Anche la Spagna è sotto un regime fascista che poteva garantire la chiusura di ogni via di comunicazione e l'isolamento dell'Inghilterra. Londra può semmai contare su risorse a lungo termine e sul rapporto privilegiato con gli Stati Uniti, ma anche qui Roosevelt doveva affrontare e vincere l'opinione pubblica americana e i dubbi del Congresso prima di poter dedicare lo sforzo maggiore della macchina industriale statunitense all'intervento in Europa, in più, proprio in quell'anno affrontava una nuova corsa alla Casa Bianca. In un momento così importante, quindi, l'Inghilterra è sola e deve contare esclusivamente sulle proprie risorse e la posizione insulare come difesa naturale, fatto tutt'altro che trascurabile, dal momento che l'esercito territoriale non avrebbe potuto respingere uno sbarco in forze con 500 pezzi di artiglieria e poco più di 200 carri armati. Si giunge anche a considerare la difesa tramite l'uso dei gas velenosi come l'iprite e l'impiego dei tiratori scelti della Guardia Nazionale.
Il comandante delle truppe metropolitane, generale Ironside, mette a punto un sistema di difesa composto in tre sbarranmenti: una zona trincerata lungo le coste più esposte a pericolo con riserve mobili di sostegno, campi minati e sbarramenti anti-carro; una seconda linea presidiata dalla National Guard (che conta 2 milioni di arruolati) a protezione di Londra e dei grandi centri urbani ed industriali; una terza più a nord con le principali riserve destinate alla controffensiva in forze. Le informazioni pervenute dagli agenti sparsi sul continente e dalla Resistenza francese e olandese, grazie alle abili manovre dell'Abwehr e dei servizi segreti, prevedono un corpo di sbarco di almeno 100mila uomini, 20 provenienti dal Golfo di Biscaglia e diretti verso la costa meridionale britannica, 12mila dai porti dei Paesi Bassi ed altri 50mila direttamente dalla Germania settentrionale per aggredire la costa orientale. In più pare che un altro contingente di 10mila uomini, potentemente armato, dalla Norvegia avrebbe attaccato la costa nord-orientale. Migliaia di palloni frenati vengono alzati sulle città, lungo le coste più a rischio la maggior parte degli alberghi viene requisita per la difesa territoriale ed ai residenti di tali zone vengono distribuiti speciali documenti di riconoscimento; è ordinata la distruzione di tutte le carte geografiche, topografiche e stradali, si stendono i campi minati sulle spiagge e nell'immediato entroterra. I porti minori vengono smantellati e in quelli maggiori sono predisposte cariche di esplosivo per non farli cadere in mani nemiche; dalle strade vengono rimossi tutti i cartelli indicatori e la segnaletica di ogni tipo; alle stazioni ferroviarie sono tolte le targhe con i nomi delle località, false indicazioni vengono invece disseminate per il sud del paese, sulle autostrade vengono innalzati sbarramenti contro l'atterraggio di alianti. In regioni come quelle di Maidstone, Canterbury, Winchester e Ringwood sono minate le chiuse dei canali per poter inondare il territorio in meno di dieci ore; alla difesa cittadina vengono distribuite delle speciali bombe adesive che, lanciate, rimangono incollate alle lamiere dei carri, mentre ai 20mila Leopards, i gruppi speciali di commandos, viene data la missione di presidiare circa 400 punti di importanza strategica come aeroporti, stazioni elettriche, radar, ponti, depositi e fabbriche di armi.
Scotland Yard e la polizia di tutta l'Inghilterra intensifica la caccia alla cosiddetta "Quinta Colonna", gli agenti nazisti infiltrati nel paese nel periodo immediatamente precedente allo scoppio della guerra, ma sono solamente tre gli arresti effettuati durante l'estate del '40: una donna all'isola di Wight colta a recidere cavi telefonici militari ed altri due uomini che in un bar avrebbero fatto propaganda nazista. In effetti, le sole armi di difesa rimangono la Royal Navy (che però è disseminata per quasi tutti gli oceani), la fortunata decifrazione del codice di guida radio dei bombardieri tedeschi, ma soprattutto i piloti della RAF e tutti gli altri provenienti dai Dominions e dalle nazioni sottomesse del continente (uomini come il capo-squadriglia "Sailor" Malan, sudafricano, il più qualificato esperto di tattica aerea, o il vice-maresciallo Keith Park al comando dell'11º Gruppo, il più impegnato; o ancora il vice-maresciallo Leigh-Mallory, capo del 12º Gruppo per la difesa delle Midlands e futuro componente dello staff del generale Eisenhower per l'operazione Overlord, oppure il capo-squadriglia Stanford-Tuck, forse il più celebre asso della caccia inglese impegnato con le squadriglie 256a, 92a e 257a, contrapposti ad altrettanti coraggiosi piloti tedeschi come il maggiore Molders o il maggiore Galland capo del 111º Gruppo-Jagdeschwader 26, forse il più famoso pilota della seconda guerra mondiale e futuro comandante generale dei Caccia.
In totale gli aviatori che prestano la loro opera contro la Luftwaffe nell'estate del '40 sono poco più di 3000, la maggior parte dei quali inglesi (circa 2500), poi vi sono 150 polacchi, 100 neozelandesi ed altrettanti canadesi, una ottantina di cecoslovacchi, 30 belgi, 20 sudafricani e 20 australiani, una quindicina di piloti della Francia Libera, 10 irlandesi, 7 americani e perfino un pilota jamaicano e uno palestinese. Il comandante della RAF è il maresciallo dell'Aria Sir Hugh Dowding, veterano della Grande Guerra, del Medio Oriente e membro dell'Air Council for Supply & Research (Consiglio Areonautico Rifornimenti e Ricerca) dal '30 al '36 e comandante diretto della Aviazione da Caccia (con sorpresa di tutti viene poi allontanato alla fine del 1940, dopo avere ottenuto la grande vittoria contro la Luftwaffe). Presto cominciano gli allarmi per quelle che saranno le squadriglie più impegnate: 11º Gruppo nel Sud-est, 12º ad Est, 13º a Nord-est.
La Battaglia d'Inghilterra
Veniamo al periodo cruciale dell'estate 1940 nel quale Goring avvia l'operazione Adlertag e l'aviazione inglese si rende protagonista di una battaglia nella quale mette in gioco il futuro dell'Inghilterra e dell'Europa. Il 12 agosto sei importanti stazioni radar del sud del paese vengono attaccate da varie formazioni tedesche, poi scatta il grande attacco: Goring invia sull'Inghilterra 1485 aerei subendo ben 45 abbattimenti, mentre gli inglesi perdono 13 apparecchi e 7 piloti. Sorgono da subito evidenti le prime reali carenze della Luftwaffe: gli Junkers-Stukas, con i loro 300 Km/h di velocità massima e la quota di 3500 metri come massima operativa, si rivelano facili bersagli per i velocissimi Spitfire (vel.600 Km/h ed una quota massima di oltre 10mila metri) e anche tutti gli altri bombardieri tedeschi (Heinkel, Dornier, Messerschmitt 110) che portano in media 500Kg di bombe, in proporzione risultano avere una capacità distruttiva limitata rispetto al rischio di dover attraversare la Manica, superare gli sbarramenti radar, i caccia inglesi, infine sganciare il loro carico e rientrare. Per aiutarli vengono addirittura posti sulle coste francesi presso Calais, Gris-Nez e Blanc-Nez i supercannoni tedeschi capaci di colpire le coste britanniche e i convogli navali che percorrono il tratto di mare, ma è ben poca cosa.
Il 14 agosto la cattiva visibilità limita l'azione della Luftwaffe a 500 missioni contro le linee ferroviarie e gli aeroporti del Kent, mentre sul piano diplomatico Churchill riesce ad ottenere la promessa di 50 cacciatorpediniere americani concedendo alle truppe statunitensi l'usufrutto delle basi britanniche nel Golfo del Messico. Il giorno seguente il tempo è nettamente migliore e Goring ordina il secondo grande attacco. Sono oltre una decina le incursioni sull'Inghilterra con l'impiego degli aerei di tutte e tre le Flotte tedesche su obiettivi militari anche molto distanti fra loro. Dalle 11.30 fino alle 18.30 più di 520 bombardieri e 1250 caccia assaltano le isole britanniche. La RAF riesce ad abbattere 75 velivoli nemici subendo l'abbattimento di 34. Il 16 agosto la battaglia aerea continua, in particolare sulla base aerea di Tangmere, mentre in tutta l'Inghilterra i servizi di vigilanza recuperano circa una cinquantina di paracadute abbandonati, diverse carte geografiche, fotografie degli impianti radar e note su personalità da eliminare. La lotta contro gli agenti infiltrati balza così in primo piano per la sicurezza nazionale e in tutto il paese viene lanciata una massiccia opera di propaganda del muro del silenzio contro il nemico. I continui abbattimenti, soprattutto di Stukas, rivelatisi troppo vulnerabili, convincono l'Alto Comando tedesco a ritirare gli Ju-87 ed 88 dalla battaglia, mentre Hitler annuncia alla Germania di avere dato il via al blocco totale delle isole inglesi.
Sui cieli della Manica i piloti continuano a sfidarsi in acrobatici duelli: il 18 agosto vengono portati nuovi e massicci attacchi contro le basi aeree del Kent, Surrey e Sussex, ma la Luftwaffe si dimostra ancora in inferiorità qualitativa: 71 aerei tedeschi cadono mentre quelli inglesi sono 27. Un primo bilancio della operazione Adlertag, nel periodo 8-18 agosto, registra l'abbattimento di 363 aerei tedeschi contro 211 caccia e 154 piloti britannici, ma Goring non appare scoraggiato: il 24 agosto ordina un'altra massiccia incursione su bersagli militari in particolare Northwealth e Hornchurch (periferia di Londra), importanti centri del comando aereo della RAF. Durante l'attacco diversi ordigni incendiari cadono sui quartieri abitati della capitale, cosa che convince Churchill a autorizzare un bombardamento di rappresaglia su Berlino. I bombardieri inglesi compaiono sulla capitale del Reich il 26 agosto, con somma sorpresa di Hitler, che credeva la battaglia lontana. La mattina, sulle coste dell'isola di Wight vengono rinvenuti i cadaveri di circa 40 soldati tedeschi. La notizia trapela e si diffonde il panico, si pensa che l'invasione sia già in atto, ma è un falso allarme: i corpi risultano essere morti da giorni e si giunge alla spiegazione che siano deceduti durante le esercitazioni tenute sulle coste del Cotentin e che le forti correnti li abbiano trasportati fino alle spiagge inglesi.
Nel frattempo, la battaglia nei cieli continua: il 30 agosto nuova pesante incursione della Luftwaffe sulle basi aeree del Kent, dove Biggin Hill (la più importante base di caccia della regione) è sottoposta ad un massiccio bombardamento. Durante lo scontro altri 76 aerei tedeschi vengono però abbattuti mentre la RAF registra 35 perdite. Nel frattempo sono avviate anche missioni di ricognizione aerea da parte britannica sulle coste francesi per ottenere informazioni sulla concentrazione di truppe. Le fotografie ottenute rivelano un aumento del numero di mezzi da sbarco nei porti del Cotentin e della costa della Normandia. Senza tregua Goring si accanisce contro la RAF, ma il bilancio continua ad essere negativo: il 31 agosto la Luftwaffe perde altri 41 aerei sopra Biggin Hill, Hornchurch e Deben (a nord di Londra), la caccia inglese perde 39 aerei e per la prima volta le installazioni militari prese di mira subiscono danni seri. Biggin Hill è sottoposta a un nuovo attacco la mattina seguente e per i tre giorni consecutivi. Dopo un esame della situazione e delle informazioni in suo possesso il War Office si convince che l'invasione è sempre più da considerarsi imminente. Churchill tenta in tutti i modi di accelerare la conclusione degli accordi con Washington per ottenere aiuti finchè il 3 settembre Roosevelt sancisce definitivamente il patto per l'invio di materiali in cambio dell'usufrutto per 99 anni delle basi britanniche alle Bahamas, in Jamaica, a Santa Lucia, Trinidad e Antigua.
In seguito alla incursione effettuata dalla RAF su Berlino (nella quale muoiono circa 50 civili) Goring ottiene dal fuhrer il permesso di includere obiettivi civili nei piani di bombardamento dell'Inghilterra, e il 4 settembre i primi razzi illuminanti piovono su Londra, dove scatta l'allarme di 2º grado (cioè "Probabile invasione entro 72 ore"). La capitale inglese subisce la prima grande incursione il 7 settembre: verso le ore 17.00 oltre 300 bombardieri tedeschi scortati da 600 caccia sganciano 350 tonnellate di bombe sulla città, in particolare risultano più colpite le zone dove sorge l'arsenale di Woolwich e i docks sul Tamigi. Il War Office dirama il "Codice Cromwell" alle 22.00 della sera stessa ("Ordine di massima allerta: invasione probabile entro 24 ore") il giorno seguente Londra è di nuovo sotto attacco: altri 200 bombardieri prendono di mira le fabbriche, le linee ferroviarie e le centrali elettriche. Il 9 settembre la Luftwaffe perde su Londra 28 aerei contro 19 caccia inglesi. A Berlino, Hitler richiede un rapporto ufficiale sull'andamento delle operazioni e il 10 settembre convoca lo Stato Maggiore: dal momento che la RAF è ancora attiva nei cieli inglesi lo sbarco Seelowe viene posticipato al 14 settembre, il che significava attuarlo non prima del giorno 24 dal momento che alla Marina occorrevano almeno dieci giorni di preavviso. L'11 settembre le bombe tedesche colpiscono Buckingham Palace.
Il tempo, intanto, sembra voler dare un po' di respiro agli inglesi: il 12 e 13 settembre condizioni di scarsa visibilità permettono l'attenuarsi delle incursioni e i comandi britannici si danno subito da fare nel riorganizzare le squadriglie avanzate dei caccia. La situazione non muta il 14, quando Hitler è costretto ad un ulteriore rinvio dell'invasione al 17 settembre (quindi, nei fatti, al 27), ultimo giorno di maree e correnti favorevoli ad uno sbarco. Il fuhrer si lamenta con Goring per i preoccupanti ritardi rispetto ai progetti originari e ordina perentoriamente di eliminare il problema RAF per dare inizio all'attacco. Il 15 settembre, diventato famoso come "il giorno della battaglia d'Inghilterra", le ondate della Luftwaffe sembrano susseguirsi ininterrottamente, bombardando indiscriminatamente sia obiettivi militari che città indifese, le quali, naturalmente, risultano le più colpite. La RAF si difende energicamente, in particolare su Southampton, dove sorgono importanti fabbriche aeronautiche, ma tutta l'Inghilterra meridionale è teatro di duelli aerei intensi come mai prima. Bristol, Cardiff, Liverpool e Manchester risultano le città più danneggiate, ma un'altra dura sconfitta viene registrata dalla Luftwaffe: oltre 230 bombardieri e 700 caccia sono gli aerei inviati oltremanica e ben 60 di essi non tornano alla base, mentre la RAF lamenta la perdita di soli 23 velivoli. In Inghilterra vengono istituite le decorazioni per meriti civili "King George Cross" e "George Medal".
Hitler deve nuovamente rivedere i piani d'attacco e Seelowe è rinviata fino a nuovo ordine, con soddisfazione dell'ammiraglio Raeder. Dal 13 agosto, il "Giorno dell'Aquila", nonostante che sull'Inghilterra fossero state sganciate 15mila tonnellate di bombe, non è ancora stata sconfitta la prima e principale linea di difesa diretta (l'aviazione da caccia, oltre che le stazioni radar) e dall'inizio delle incursioni sulla capitale Goring ha perso 433 aerei mentre il nemico non supera i 250 caccia abbattuti. Il fuhrer ordina la sospensione delle incursioni notturne sull'Inghilterra ma decide che siano intensificate quelle diurne, rimanendo tuttavia convinto della possibilità di sbarcare oltremanica. La Luftwaffe intanto, continua le missioni e incontra una resistenza sempre più accanita: il 7 ottobre altri 17 aerei tedeschi e 19 inglesi cadono abbattuti. A Berlino Hitler è al colmo del nervosismo, le condizioni in cui opera l'aviazione non permettono di stabilire con certezza la data dell'attacco dell'esercito. Come sappiamo, nella mente del capo del III Reich la campagna contro l'Inghilterra non ha mai avuto la assoluta priorità, specialmente verso la fine del 1940 quando l'idea di invadere l'Unione Sovietica aveva preso il sopravvento su ogni altro obiettivo.
L'operazione Seelowe è rimandata alla fine del 1941 quando, occupata la Russia, l'Inghilterra sarebbe stata solo una formalità, e viene invece approvata un'operazione di costante logoramento della Gran Bretagna con il blocco degli U-Boot e la continuazione dei bombardamenti, a seconda delle priorità.
Il 15 ottobre Goring emana un'ordinanza specifica nella quale precisa gli obiettivi principali della Luftwaffe in Inghilterra: Londra e le fabbriche d'armi e aerei che si trovano nella zona industriale di Birmingham e Coventry, e soprattutto le basi aeree. Lo stesso giorno, altri 16 aerei tedeschi sono abbattuti contro 15 inglesi. Anche la famosa cattedrale di St.Paul è colpita da ordigni incendiari. Al 1º novembre l'aviazione tedesca lamenta la perdita, dal 13 agosto (e cioè l'Adlertag), di 2049 velivoli, la RAF di 827. Il 3 e 4 novembre il tempo concede un po' di respiro alle città inglesi.
Operazione Sonata al Chiaro di Luna
A questo punto i britannici decidono di prendere l'iniziativa ora che, con l'attacco italiano nei Balcani, la tensione sul territorio nazionale sembra allentarsi, e il 7 novembre i bombardieri inglesi compiono una incursione sulle fabbriche Krupp a Essen, nel cuore industriale tedesco. La rappresaglia nazista non si fa attendere ed è di una durezza senza precedenti: è progettata la operazione Sonata al chiaro di luna finalizzata a distruggere la città industriale di Coventry. Sembra anche che i servizi di informazione inglesi, non si sa come, siano venuti a conoscenza del piano tedesco, ma troppo tardi per correre ai ripari. Non potendo effettuare una evacuazione della città senza generare una gigantesca ondata di panico, non rimaneva altro da fare che tacere.
La notte del 14 novembre 450 bombardieri tedeschi effettuano la tristemente famosa incursione a tappeto su Coventry. Oltre 600 sono i morti fra la popolazione, i feriti non si contano; le fabbriche distrutte sono 21 tuttavia la produzione non è compromessa, ma da quel momento in avanti "coventrizzare" avrebbe significato "radere al suolo", "distruggere completamente", "polverizzare". In seguito alla tragica notte di Coventry il War Office decide l'istituzione di speciali squadriglie di Spitfire disarmati ma attrezzati con sofisticate apparecchiature per la ricognizione e la fotografia aerea allo scopo di allestire missioni di bombardamento sulle città industriali tedesche, che iniziano dal 18 dicembre con il bombardamento di Magonza e Mannheim. Anche se, come risposta, Goring decide di riprendere le incursioni su Londra, l'Inghilterra è ormai lontano dal pericolo di uno sbarco della Wermacht.
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