La storia di Ferruccio Lamborghini è un caso esemplare di come una bella vicenda imprenditoriale sia nata e cresciuta anche grazie alle opportunità create dalle Forze Armate.

Figlio di un agricoltore, dopo le prime esperienze nell'officina di un fabbro, Ferruccio per fare il meccanico si fece assumere nella officina del Cavalier Righi a Bologna. Questa era all'epoca la più importante della città ed aveva in appalto la revisione dei mezzi dell'esercito. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, venne mandato a Rodi nell'Egeo, presso il 50º autoreparto in forza alla divisione Regina. Era comandante il Ten. Ilario DI STEFANO, che impiegò Ferruccio nella officina incaricata della manutenzione di tutti gli automezzi dell'isola. Il Caporale Autiere Ferruccio Lamborghini ebbe qui l'occasione di conoscere i motori diesel. Questo il suo racconto:
"Un giorno il Comandante ci ordinò di andare a ritirare dieci camion FIAT 626 Diesel (nessuno di noi conosceva il motore Diesel) e vidi che con i camion ci avevano consegnato anche i relativi libretti di istruzioni. Allora pensai: se tutti imparano a conoscere questo motore, io rimango uno del mazzo, ma se sarò il solo a saperli manovrare, va là che mi faccio una posizione. La notte stessa, cercando di non farmi sorprendere, sottrassi i libretti di istruzioni, li studiai attentamente, poi li sotterrai. Quando il Comandante venne a chiedere chi conosceva il Diesel, ovviamente io fui l'unico. Mi feci una fama grazie a quella furbata .. Spesso finivo consegnato e dovevo trascorrere la notte in prigione, la porta restava però aperta per dare possibilità di fuga e di rifugio nel caso di incursioni e bombardamenti aerei e poiché possedevo la chiave di accesso all'officina, di notte ne approfittavo per manomettere i motori, così la mattina non potevano ripartire. L'indomani, il Comandante, non trovando nessuno in grado di individuare il guasto, si rivolgeva a me e ... riconquistavo la mia libertà! Ricordo che, in una delle notti trascorse nell'officina, ci fu un attacco aereo. Ognuno cercò rifugio dove poteva. La mattina seguente l'unico mancante ero io, pensavano tutti che fossi morto nel bombardamento ... Mi trovarono poco dopo, addormentato nella cabina di un camion".
Non di sole bravate fu fatta la vita militare del Caporale Lamborghini. Nei mesi che seguirono l'8 settembre la situazione nell'isola si era fatta difficile. Il Capitano dei carabinieri Carlo PELLEGRINO, continuava anche dopo la resa a detenere le funzioni di pubblica sicurezza, e riusciva così ad aiutare i militari italiani sbandati e l'opposizione al nazismo di Rodi. Denunciato da un ufficiale tedesco, ottenne l'assoluzione del tribunale militare ma era chiaro che senza una rapida fuga avrebbe presto preso la via dei lager in Polonia. Organizzata la fuga fu chiesto al Caporale Lamborghini di accompagnare il Capitano nel luogo di appuntamento con gli inglesi. Nonostante l'elevato rischio accettò svolgendo l'operazione in maniera da non compromettere altri militari italiani.
Finita la guerra, nel 1946 Lamborghini torna a Cento dove farà la sua fortuna. Nella campagna dell'Emilia Romagna era grande la richiesta di trattori. A Rodi aveva visto i trattori che trainavano gli aerei, ed aveva imparato a smontarli e rimontarli fino a conoscerli a memoria. C'era poi la confidenza coi motori a gasolio. I trattori FIAT, LANDINI e MOTOMECCANICA dell'epoca erano con motore a scoppio e gli alti costi non li rendevano accessibili ai piccoli proprietari. Col gasolio si avevano dei costi ridotti di molto. I primi trattori li costruì comprando materiale bellico nei campi ARAR dove si prendeva tutto a metri, anche i carri armati. I motori erano dei Morris a quattro tempi e li modificò in modo che dopo essere stati avviati a benzina lavorassero a gasolio. Il trattore che producono lo chiamano "CARIOCA" e da una produzione di una macchina a settimana arriveranno a duecento nel corso del 1950.
Nel 1956 ottenne dalla ditta MWM di Mannheim di produrre in proprio motori diesel su licenza e disegno della ditta tedesca. La qualità del nuovo motore gli fece sbaragliare la concorrenza. La storia dell'imprenditore continuò ancora per molti anni con tanti altri successi (Lamborghini Auto, Bruciatori Lamborghini, Lamborghini Vini), che gli fecero meritare una laurea Honoris Causa ed il titolo di Cavaliere del Lavoro. Morì il 20 febbraio 1993.
Notizie e riferimenti sono tratti da
Onora il padre e la madre di Tonino Lamborghini, Editoria Universitaria - Venezia.
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