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Katane sporche. Armi N.B.C. nel secondo conflitto mondiale
di "Caposkaw" ©
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La seconda guerra mondiale inizia in modo convenzionale e finisce con due esplosioni atomiche che sanciscono l'inizio della nuova era. Estraniate dal contesto appaiono come un'inutile crudeltà verso un nemico già sconfitto e quasi agonizzante. Consideriamo allora gli avvenimenti con occhio obbiettivo, e partiamo da lontano, da molto lontano. In estremo oriente, inizia nel 1931, con l'incidente di Mudken, l'invasione della Cina da parte del Giappone. Dopo la conquista della Manciuria viene fondato lo stato fantoccio del Manciukò. Questo curioso stato, ufficialmente presieduto dell'ex imperatore della Cina, era in realtà una colonia dell'esercito giapponese, in cui le autorità civili imperiali non avevano nessun potere.

Nella zona era stata inviata nel 1936 l'unità 731 cioè l'unità dedicata alla guerra batteriologica e chimica dell'esercito nipponico (diretta dal famigerato dottor Ishii, a cui lo stesso imperatore Hirohito aveva consegnato la bandiera di combattimento del reparto). Si costruì un grande laboratorio con annessi poligoni di tiro e prigione per le cavie umane, prima solo cinesi poi col passare del tempo sovietici e poi ancora alleati. Per fare una breve descrizione, in questo centro e in altri consimili, si studiavano i batteri di malattie adatti a essere usati nella guerra batteriologica (peste, malattie epidemiche varie, l'elenco è terribilmente lungo), e si studiavano e progettavano mezzi adatti a diffonderli (avvelenamento dei pozzi, insetti, dispersione mediante bombe e granate ecc.). Tutto questo veniva testato sugli esseri umani. Non è noto se in questo centro in particolare ,fossero testati anche gas velenosi, che pure esistevano nell'arsenale nipponico e vennero usati varie volte sui campi di battaglia cinesi.. Da notare che questo avveniva prima che nella Germania nazista cominciassero gli esperimenti medici (?) nei campi di concentramento. Le conoscenza ottenute in questi centri furono direttamente utilizzate per scatenare varie epidemie in Cina che causarono migliaia di morti (secondo stime americane 200.000 persone morirono fino al 1948), tutto ciò allo scopo evidente di indebolire la resistenza cinese contro gli invasori. (Fu anche usato il contrabbando di oppio). Però come danni collaterali,in queste offensive biologiche morirono anche 1700 soldati giapponesi.

Iniziò la guerra in Europa. I campi di concentramento nazisti esistevano già dal 1933 ma solo a conflitto inoltrato si cominciò a usare cavie umane per esperimenti che spesso definire deliranti è limitativo. Al contrario dei loro colleghi giapponesi molti scienziati nazisti volevano affermare dei principi ideologici e razziali, di conseguenza le loro ricerche erano viziate all'origine. Molti studi non avevano nessun valore scientifico. Il programma atomico nazista soffrì delle stesse manchevolezze. I migliori scienziati europei fuggirono dal nazismo. La stessa teoria della relatività di Einstein fu definita "una menzogna ebrea". Si può immaginare come in queste condizioni non fosse possibile ottenere alcunché. I giapponesi invece, sembra che riuscirono a superare i tedeschi anche in questo campo. La storia delle ricerche atomiche imperiali non è ancora stata rivelata. Sembra che i ricercatori giapponesi fossero sul punto di ottenere qualcosa di utile. Ma non esiste nulla di certo. Invece i nazisti ottennero dei risultati nella guerra chimica , sintetizzando aggressivi chimici (gas nervini) che per l'epoca (e anche oggi) erano estremamente letali, molto più efficaci dei gas della prima guerra mondiale (1).

Nonostante l'Asse fosse un'alleanza, i rapporti tra la Germania e il Giappone sembrano quelli tra complici che non si fidano l'uno dell'altro. Non esistette mai scambio di informazioni, tranne a livello di progetti di panzer e aerei e verso la fine del conflitto. Per quanto riguarda gli Alleati i programmi di studio degli Inglesi prima e degli Americani dopo non portarono a risultati eclatanti, tranne per il progetto Manhattan che portò alla bomba atomica. Più che altro, non sono disponibili grandi informazioni e paragoni sugli studi, anche perché durante la guerra mondiale gli alleati non effettuarono sperimentazioni sull'uomo. Famosi gli studi degli Inglesi sul botulino e sul carbonchio (2).

Si è quindi assodato che le due parti (Asse e Alleati) disponevano di armi chimiche e batteriologiche, e non di armi atomiche, tranne che nell'ultima parte del conflitto. La distinzione sembra superflua , ma non lo è. Un'arma atomica, anche di piccola potenza, è qualcosa di semplicemente troppo potente. Le armi atomiche con la loro capacità distruttiva mettono in discussione l'essenza delle forze armate e degli eserciti. Un esercito è un mezzo per costringere gli altri stati o popolazioni a agire come vuole lo stato o il possessore dell'esercito (Hitler era il padrone della Germania e di conseguenza il padrone degli eserciti della Germania) Le armi atomiche sono ottime come armi di dissuasione e ritorsione, perché annullano la capacità di un esercito di influenzare una stato (l'esempio è particolarmente calzante con la situazione attuale in Corea. La Corea del nord stremata dalla carestia e dalla povertà, se disponesse solo di un esercito crollerebbe alla prima spinta militare, ma essendo, o facendo finta di essere, dotata di armi atomiche e di vettori per trasportarle sopravvive e viene temuta dai suoi vicini).

Le armi batteriologiche e chimiche per la loro selettività (dato che uccidono e non distruggono) sono molto più funzionali per un esercito che deve occupare un territorio. (ad esempio invece di conquistare una città strada per strada, un esercito assediante potrebbe semplicemente ricoprirla di gas tossici, annientandone la popolazione civile e sterminandone lentamente i difensori) La definizione di arma batteriologica o chimica presuppone che il possessore di detta arma abbia anche un modo per controllarla (per quanto riguarda i gas, un esercito dotato di gas sarà anche dotato di maschere antigas e sistemi di protezione vari. Di un'arma batteriologica, il vaccino oppure sistemi efficienti di profilassi) Nonostante queste attrattive, i belligeranti non utilizzarono armi chimiche o biologiche tra di loro, non certo per ragioni morali. Le usarono (o almeno ,l'Asse le usò) contro avversari che non disponevano di armi simili o paragonabili. I nazisti sterminarono i prigionieri ebrei con il gas, i Giapponesi scatenarono attacchi coi gas e epidemie sui Cinesi.

Non ci furono scambi di attacchi non convenzionali tra gli Alleati e la Germania perché gli stati maggiore si resero conto che una eventuale escalation chimica o batteriologica avrebbe coinvolto gli stessi territori nazionali e la popolazione civile. Un esempio di quello che sarebbe potuto succedere sono i bombardamenti aerei sulle città dell'Inghilterra e della Germania. Si inziò per sbaglio con un bombardamento tedesco su Londra (di pochissimi aeroplani), che diede origine a una ritorsione su Berlino che portò a bombardamenti indiscriminati da ambo le parti, limitati solo dalle autonomie dei veivoli. Un bombardamento chimico indiscriminato sulle città avrebbe portato a perdite insostenibili di popolazione che avrebbero portato la Germania e l'Inghilterra al collasso in breve tempo. Quindi per la prima parte del conflitto non accadde nulla. Con l'entrata in guerra degli Stati Uniti la situazione non cambiò. Il territorio americano era irraggiungibile per le armi naziste. Dalla parte degli alleati si sapeva che la Germania era in pratica già sconfitta e quindi non era il caso di esagerare. Sempre restando con la mano sull'elsa della spada chimica ma senza sguainarla.

Un esempio di questo atteggiamento si ebbe nel caso del bombardamento del porto di Bari. Nella campagna d'Italia, aerei tedeschi bombardarono il porto di bari occupato dagli alleati. Una delle navi americane affondate era carica di iprite. Ci furono molti morti tra i soldati alleati e la popolazione civile. Non serviva essere feriti, bastava essere stati bagnati dall'acqua contaminata del bacino. Questo incidente, che venne tenuto segreto per molti anni, causò l'allerta chimica tra gli alleati per qualche tempo, dato che l'esistenza del carico era segreta. Come si può vedere questo incidente dimostra l'esistenza di arsenali chimici nella seconda linea degli alleati in Europa.

Sul fronte del Pacifico la situazione era diversa. I Giapponesi furono gli unici nemici che nel 20º secolo riuscirono a colpire il territorio metropolitano americano. Come immediata ritorsione al bombardamento del generale Doolittle dell'aprile 1942 inviarono un sommergibile portaerei a sferrare un attacco al continente americano. I danni causati da un piccolo bombardiere idrovolante furono minimi. Come rappresaglia più cospicua, idearono un inedito tipo di arma a lunga gittata. In due anni progettarono e costruirono palloni aerostatici gonfi di idrogeno che, rilasciati in Giappone, salivano fino a 9.000/13.000 m, dove esistono correnti che soffiano in permanenza verso est. Muniti di un dispositivo barometrico che mollava zavorra quando si abbassavano e di una valvola che rilasciava gas quando salivano, coprivano la distanza in quattro giorni di volo. Da notare che anche oggi questi missili senza motore sarebbero difficilmente intercettabili dai sistemi di sorveglianza, dato che sarebbero troppo lenti e costruiti con materiali non radar riflettenti. Dopo un certo periodo di tempo, corrispondente all'arrivo sul continente americano sganciavano il loro carico di bombe. Effettivamente queste strane armi riuscirono a superare l'oceano ed a arrivare negli Stati Uniti. Non ebbero successo perché la prima ondata rilasciata nel 1944 arrivò in inverno e le loro bombe incendiarie non ebbero effetto nelle grandi foreste del Nord America. Se fossero arrivati nella stagione secca e avessero avuto un carico di molte piccole bombe incendiarie invece di poche esplosive i risultati sarebbero stati diversi. Il sistema sanitario americano fu allertato per la possibilità di attacchi con armi batteriologiche. Gli Americani allarmati investigarono, scoprirono l'ubicazione della fabbrica degli ordigni e la distrussero con un bombardamento, dimostrando che erano un pericolo effettivo.

Non ci sono indizi del uso dei gas velenosi contro i soldati giapponesi. Nei momenti più difficili dei combattimenti a Iwo Jima, contro i giapponesi rintanati in montagne traforate come groviera e con i soldati americani costretti a bloccare gli ingressi delle grotte coi bulldozer, si pensò di introdurvi del gas pesante (?) prima di sigillarle. (non ho ben capito cosa intendessero per gas pesante. Immagino una qualche mistura esplosiva) Non se ne fece nulla per paura di ritorsioni sui prigionieri. Come si può vedere, tra i tedeschi e i giapponesi, solo i secondi disponevano di armi adatte contro gli Stati Uniti. Le Vergeltungswaffen (armi della rappresaglia) come la V1 e la V2 non erano armi strategiche, erano ottimizzate per l'impiego tattico (per gittata e precisione). Avrebbero avuto un ruolo strategico se fossero state in linea prima di Overlord (invasione alleata della Normandia) per colpire i porti inglesi sovraffollati di navi, ma cominciarono a essere lanciate dopo lo sbarco. Come tutti i munizionamenti avrebbero potuto essere caricate con gas o germi ma se il discorso non valeva prima dell'invasione, valeva ancor meno dopo.

Per un attimo passiamo dalla storia all'etnologia. Tutti sanno che cosa è l'harachiri, o meglio seppoku, il suicidio rituale del samurai sconfitto. Tutti anche sanno del classico suicidio militare, cioè dello spararsi un colpo in testa per non sopravvivere alla vergogna della sconfitta, usanza molto sentita dai militari tedeschi. Tra le due cose la differenza è sostanziale. I due guerrieri, tedesco e giapponese, si suicidano entrambi. Ma se per il Germanico suicidarsi è un'opzione, anche se apprezzata, per il Nipponico è un obbligo morale. Il primo sfortunato prigioniero giapponese degli americani, un ufficiale dei minisommergibili d'assalto catturato a Pearl Harbour, tentò più volte il suicidio nei quattro anni di prigionia, nonostante avesse fatto più di quello che era umanamente possibile per completare la sua missione e fosse stato catturato su una spiaggia esausto, dopo un avvelenamento da anidride carbonica. Semplicemente nessuno avrebbe potuto esigere di più. Per i giapponesi di allora cadere prigioniero era una cosa da evitare a tutti i costi (3). Però non tutti sanno che esisteva anche il jinshi o suicidio collettivo. In questa pratica il damyò o capo samurai sconfitto appiccava il fuoco alla sua casa o maniero in modo che la sua famiglia e i suoi sottoposti non cadessero nelle mani del nemico e moriva con loro. Gli attacchi all'arma bianca delle ultime fasi di Guam o di Saipan (4) sono tipici esempi di jinshi. Mancando il maniero da incendiare ci si gettava sulle mitragliatrici o sui lanciafiamme avversari.

Esistono altri fatti da considerare nella storia del Giappone:
- l'ultimo invasore straniero a posare il piede sull'arcipelago erano stati i mongoli di Gengis Khan, più o meno nel 1200, che erano stati sconfitti;
- dal 1650 al 1854 il paese era stato ermeticamente chiuso all'esterno;
- dal 1890 agli anni quaranta il giappone aveva combattuto 7 guerre vincendole quasi tutte (5)
Come si può vedere, l'insieme dei dati storici e culturali non poteva indurre gli Americani all'ottimismo.

Nell'ultima fase del conflitto (in Europa quando gli Alleati oltrepassarono le frontiere tedesche e in Pacifico quando gli Americani sbarcarono a Okinawa) gli Alleati dovettero pesare queste conclusioni. La Germania è guidata da una persona che ha un comportamento imprevedibile. Dispone di armi (gas, missili) in grado di infliggere danni enormi. Ma è un paese europeo con parametri di comportamento occidentali che non comprendono l'autodistruzione assoluta (difatti quando Hitler diede ordini palesemente psicotici tipo la distruzione delle industrie per non farle cadere in mano dei Sovietici furono regolarmente disattesi (6). Non è in grado di colpire gli Stati Uniti. E' impegnata su due fronti. E non è un'isola.

Il Giappone è una nazione con un'etica marziale profondamente radicata. L' Imperatore è un dio in terra (cioè ordina quello che vuole). Possiede armamenti non convenzionali (germi) in grado di causare danni gravissimi. Ha già colpito gli Stati Uniti. Può colpirli di nuovo. Non è impegnato su due fronti. E' un'isola. Le differenze tra le due nazioni portarono gli alleati a proseguire il conflitto convenzionale a oltranza contro la Germania, che venne investita su due fronti. E' difficile dire che poteva andare peggio per i tedeschi.

Negli ultimi mesi del 1945 dopo la fine della guerra in Europa, il nuovo presidente degli stati uniti, Truman, si trovò di fronte a varie alternative:
- Assedio del Giappone: non invadere il territorio dell'arcipelago, limitarsi a bombardare con la marina e l'aviazione e lasciare che l'impero crollasse sotto la fame e il disordine;
- Invasione: invadere l'arcipelago come era stato fatto per l'Europa;
- Utilizzo dell'arma atomica.

Gli storici non parlano nemmeno della prima opzione. Ovvio perché assediare una nazione di 75 milioni di persone e grande migliaia di chilometri è una cosa addirittura difficile da immaginare. L'invasione dell'arcipelago sembrava l'unica praticabile ma presentava problemi giganteschi. L'invasione dell'Europa era una bazzecola in confronto. Non esistevano basi grandi come l'Inghilterra a breve distanza. Era prevedibile una difesa a oltranza da parte dell'esercito giapponese che, ironicamente, era stato intaccato ben poco dalla campagna nel Pacifico (7) che aveva pressoché distrutto la marina e le due aviazioni (8). Le armi non convenzionali giapponesi erano più avanzate dei quelle statunitensi, e di questo i servizi segreti americani erano a conoscenza.

Tutta la strategia americana nella seconda guerra mondiale è un contrapporre la superiorità di materiali agli uomini del nemico. Non si tratta di mancanza di coraggio, ma di volontà di conservare le vite dei soldati americani. Se si osserva tutta la campagna del Pacifico, si evince che la strategia degli americani è un tentativo di evitare lo scontro diretto con l'esercito nipponico. Su tre isole vicine, gli americani invadono la più piccola e peggio difesa, dove però installano un aeroporto con il quale martellano o impediscono i movimenti delle guarnigioni delle due rimanenti. Distruggendo la marina mercantile nipponica mediante i sommergibili, si bloccano i soldati nemici sulle loro isole, si impediscono i rifornimenti, si affama e si taglia il flusso di carburanti e materie prime dell'impero.

L'invasione anfibia del Giappone sarebbe costata perdite mostruose agli americani, e forse avrebbe portato a un jinshi di 75 milioni di giapponesi. Da parte dei giapponesi, è provato che il dottor Ishii , comandante dell'unita 731, vedeva nelle sue armi non convenzionali il mezzo per risalire la china e cercò di farne autorizzare l'uso contro gli alleati dal comando imperiale. Fu in effetti, studiata una missione della nuova classe di sommergibili portaerei che avrebbero attaccato le coste americane con aerei dotati di bombe a germi, ma il capo di stato maggiore dell'esercito Generale Umezu Yoshijiro pose il suo veto. Queste cose gli americani non le sapevano, ed era facile immaginare che il comando giapponese, di fronte a uno sbarco americano sul sacro suolo, sarebbe stato molto tentato a combattere con tutte le armi.

Quindi il presidente americano non aveva scelta. A parte il naturale desiderio di preservare le vite dei propri soldati, qualsiasi presidente che avesse autorizzato uno sbarco con gravissime perdite, sarebbe stato messo sotto accusa quando la popolazione avesse scoperto dell'esistenza di superarmi che avrebbero potuto accorciare la guerra ( e evitato le perdite di una invasione) e che non erano state usate per motivi morali (?). I fatti sono noti. Hiroshima e Nagasaki furono cancellate dalla faccia della terra. Inoltre l'Unione Sovietica dichiarò guerra all'impero giapponese. Diversi uomini politici, non militari, che conoscevano la reale situazione , avevano già nel 1943 cercato contatti per ottenere una cessazione delle ostilità. L'ultimo primo ministro, un ammiraglio personalmente favorevole a una pace onevole, ruppe con gli indugi. L'Imperatore, di fronte alla reale prospettiva della distruzione del suo paese, decise di arrendersi e registrò un messaggio radiofonico alla nazione.

Alcuni militari fanatici tentarono di impedire la proclamazione della resa attaccando la residenza imperiale, ma non ottennero collaborazione dai comandi superiori della zona e ritornarono nelle caserme. I capi sopraffatti dalla vergogna (dopo, però) si suicidarono (9). La guerra finì con il Giappone ferito, affamato, col nemico in casa ma non annichilito, come sarebbe capitato con un' invasione. Per quanto riguarda gli scienziati responsabili dei programmi di ricerca batteriologi e chimici, gli alleati si comportarono con pragmatismo. La maggior parte degli scienziati nazisti, le cui ricerche erano un cumulo di assurdità inutili, vennero perseguiti e processati. Gli altri, come i progettisti di razzi e di aerei, furono invitati a proseguire le loro ricerche in America. Gli scienziati batteriologici giapponesi barattarono la loro libertà cedendo le informazioni acquisite alle loro controparti americane. Alcuni di loro dopo la guerra divennero proprietari di aziende farmaceutiche.

Questo sito (in inglese) tratta molti diffusamente delle atrocità commesse dall'esercito giapponese in 16 anni di guerra: www.skycitygallery.com/japan/japan.html#link.

Note

1. Le ricerche sui gas erano affidate all'industria privata sotto la supervisione dell'esercito mentre quelle nei campi erano compiute dei medici delle ss. Forse questo può spiegare la differenza dei risultati. [torna su]

2. Un esempio di successo e di fallimento è l'esperimento di Gruinard. Gruinard, un'isola al largo della Scozia, fu bombardata con ordigni all'antrace o carbonchio nel 1942. Morirono tutti i mammiferi dell'isola. Nonostante vari tentativi di bonifica , l'isola era ancora contaminata negli anni '80. Nel 1988 fu inondata con formaldeide disciolta in acqua di mare. Oggi è dichiarata sicura. [torna su]

3. Il discorso sicuramente vale per gli ufficiali e sottufficiali. Per i soldati semplici le cose sono più complicate. L'eroismo o la selvaggia ostinazione dell'esercito imperiale, per la maggior parte, si esplica in isole da cui è impossibile scappare. Il soldato giapponese medio, molto giovane, educato all'obbedienza da bambino, uscito dal suo villaggio per la prima volta quando è partito per la leva, si trova di fronte dei nemici incomprensibili, diversi, che per la propaganda hanno sempre umiliato e schiavizzato i popoli orientali. La disciplina brutale dell'esercito imperiale, il trattamento inumano inflitto a qualsiasi prigioniero anche di razza orientale, le lezioni di suicidio impartite dai sergenti non permettono nemmeno di immaginare la resa. I soldati che si arrendono fanno un autentico salto nell'ignoto. Il soldato americano quando si trova davanti un disprezzato jap che alza le mani, spesso lascia partire un colpo. Certi aspetti della guerra del Pacifico sono più facili da capire se si pensa all'esistenza di un odio razziale. [torna su]

4. Alcuni episodi sono piuttosto sconcertanti. Alcune fonti riportano che a Okinawa, dove esisteva una consistente presenza di civili giapponesi, i militari li costrinsero a attacchi suicidi e uccisero famiglie perché non si arrendessero. [torna su]

5. Cronologicamente: guerra contro la cina 1894; rivolta dei boxer 1900; guerra contro la russia zarista 1905; prima guerra mondiale 1914; contenimento della rivoluzione bolscevica 1917; conquista della Manciuria 1931; guerra contro la Cina 1937 che continuò fino al 1945. Come si può vedere, le forze armate giapponesi erano state perennemente impegnate. [torna su]

6. Ordini psicotici autodistruttivi per la nazione. Far sterminare milioni di persone perché russi o ebrei è un ordine psicotico ma non autodistruttivo per il reich. [torna su]

7. Dopo la resa furono smobilitati oltre 2 milioni di militari in Giappone e rientrarono più di tre milioni di soldati da oltremare. [torna su]

8. L'esercito e la marina avevano aviazioni dipendenti e separate nonché l'esercito disponeva di propri sottomarini da trasporto, la marina aveva un proprio corpo meccanizzato per azioni a terra, esisteva quindi una mancanza di collaborazione a livelli inimmaginabili. [torna su]

9. I rapporti tra le forze armate imperiali e la società civile del Giappone moderno sembrano una riedizione dei problemi tra i samurai e l'imperatore e la sua corte di nobili. Nel giappone medioevale l'imperatore era una figura religiosa intoccabile e rispettatissima, ma quando cercava di assumere un reale potere politico veniva regolarmente detronizzato e scacciato. Solo nell'epoca Mejii ne venne rivalutata la figura come simbolo della nazione nipponica. Dagli anni 20 una riforma cominciò a portare nell'esercito e nella marina ufficiali provenienti da stati sociali medi che non portavano verso le autorità civili il medesimo rispetto che distingueva i precedenti ufficiali di origine nobile o di alto ceto. Vedendo nell'esercito l'unica possibilità di avanzamento sociale, e essendo la guerra l'unica motivazione di esistenza di un esercito sovradimensionato, svilupparono correnti di violenta xenofobia e nazionalismo, organizzate in varie società segrete che portarono a omicidi politici e in un pronunciamento. Si potrebbe parlare di un fenomeno simile al fascismo ma limitato alle forze armate e sconcertatamente diffuso solo nei gradi bassi e intermedi. Mi sembra il ritorno della classe samuraica parassitaria e indifferente alla gente comune, che trascinò il Giappone in 500 di guerre civili. Con personaggi del genere un Jinshi del Giappone era tragicamente probabile. [torna su]


Appendice 1: Pallone giapponese da bombardamento

I palloni giapponesi trasportavano circa 50 Kg di materiale bellico per oltre 10.000 km al costo stimato di 220 dollari del 1945. Ne furono lanciati 9000 e ne furono trovati i resti di 290 in tutto il Nord America , dal Canada alla California. Non è dato di sapere quanti palloni raggiunsero il continente americano. Comunque, come si può vedere, questa offensiva costò soltanto 2 milioni di dollari senza nessun utilizzo di vite giapponesi. Se i palloni fossero stati sviluppati e lanciati prima del 1944, se fossero stati dotati di piccole bombe incendiarie o agenti batteriologici, i risultati avrebbero potuto essere molto diversi.


Appendice 2: Aggressivi chimici dell'asse nella seconda guerra mondiale

Giappone
NOME CHIMICO NOME DENOMINAZIONE USO
2-CLOROVINILCLOROARSINA LEWISITE GAS VESCICANTE CINA
DI(2- CLOROETIL)SOLFURO IPRITE / MUSTARD GAS GAS VESCICANTE CINA
DEFENILCLOROARSINA DA GAS INVALIDATE CINA
DEFENILCIANOCLOROARSINA DC GAS INVALIDATE CINA

Germania
NOME CHIMICO NOME DENOMINAZIONE USO
NN-DIMETILAMMINOCIANOFOSFATO DI ETILE TABUN GAS NERVINO -
METILFLUOROFOSFONATO DI ISOPROPILE SARIN GAS NERVINO -
METILFLUOROFOSFONATO DI 1,2,2- TRIMETILPROPILE TOMAN GAS NERVINO -
- ZYKLON B GAS DEL SANGUE CAMPI DI STERMINIO

La definizione gas vescicanti indica un composto che primariamente corrode la cute degli organismi animali. Solo con grandi concentrazioni è immediatamente mortale. Lo stesso vale per i gas invalidanti, questo non vuole affatto dire che siano armi umanitarie. Tutt'oggi in Iran ci sono ospedali con degenti reduci degli attacchi con iprite degli irakeni. I gas nervini attaccano il sistema nervoso, inibendo il riflesso respiratorio. I gas del sangue distruggono l'emoglobina. Per difendersi dai gas vescicanti e nervini è necessaria una protezione totale che isoli completamente dall'ambiente circostante. Per i gas invalidanti o il gas zyklon b ci si può limitara alla maschera antigas. I gas utilizzati dai giapponesi erano gas il cui possesso era comune negli eserciti occidentali dell'epoca. Sono tutti gas usati nella prima guerra mondiale. I gas tedeschi furono inventati durante la seconda guerra mondiale, ma tranne il Zyklon b non furono utilizzati.
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