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Verbale della riunione tenuta sulla nave "Nelson" in Malta il giorno 29 Settembre 1943 tra i rappresentanti del Governo Italiano e i rappresentanti delle Nazioni Alleate
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La riunione ha inizio alle ore 10,50 nel quadrato della "Nelson".

Partecipano:
- per parte italiana: S'E. Badoglio, S.E. Ambrosio, S.E. Roatta, S.E. Sandalli, S.E. Courten; interprete: Maggiore Ruspoli; stenografo: Maggiore Magini.
- per parte alleata: Generale Eisenhower, Ammiraglio Cunningham, Generale Alexander, Generale Mac Farlan, Generale Gort, Generale Tedder ed altri.

Eis.: Da quanto ho capito, la prima questione da vedere è quella dell'entrata in guerra dell'Italia.

Bad.: Sull'argomento della dichiarazione di guerra alla Germania, ho preso ieri ordini da Sua Maestà. S.M. desidera formare in un primo tempo un Governo su larga base. Inizialmente tale governo sarà formato da me e dai Ministri militari: non appena a Roma, esso sarà completato. Nel frattempo noi combatte- remo contro la Germania in Corsica, in Dalmazia, e dovunque sia possibile. Appena ritirate le truppe dalla Sardegna, io conto di poter mettere a disposizione degli Alleati dalle 8 alle 10 divisioni.

Eis.: Desidero sapere se il Governo Italiano è a conoscenza delle condizioni fatte dai tedeschi ai prigionieri italiani in questo intervallo di tempo in cui l'Italia combatte la Germania senza averle dichiarato guerra. (La domanda genera qualche perplessità nei rappresentanti italiani, perché inizialmente non ben capita). Dopo consultazioni il Generale Ambrosio dichiara:

Amb.: Sono sicuro che i tedeschi li considerano partigiani.

Eis.. Quindi passibili di fucilazione?

Bad.: Senza dubbio.

Eis.: Dal punto di vista alleato la situazione può anche restare come è attualmente, ma per difendere questi uomini, nel senso di farli divenire combattenti regolari, sarebbe assai più conveniente per l'Italia dichiarare la guerra.

Bad.: Questo punto di vista è già stato considerato, ma si ritiene che in questo momento il Governo Italiano abbia influenza sopra una frazione troppo piccola del territorio italiano per poter fare questa dichiarazione.

Eis.: Questa non è una buona ragione, perché molti governi con molto minor territorio dell'Italia, ed alcuni senza territorio, hanno dichiarato la guerra alla Germania.

La mia intenzione, che coincide totalmente con le intenzioni degli Alleati, è quella di ridare all'Italia i territori attualmente occupati dalle truppe alleate, ma come può avvenire questa restituzione se non dopo una regolare dichiarazione di guerra alla Germania?

Bad.: Non posso che riferire il vostro punto di vista a S.M. il Re. La dichiarazione di guerra è una prerogativa esclusiva di S.M. Mi riservo quindi di dare in seguito una risposta.

Eis.: Rispetto la lealtà di soldato che dimostra verso il Sovrano il Maresciallo Badoglio, ma voglio insistere su questo punto che mi sembra fondamentale: per tre anni gli italiani sono stati nemici dei miei governi. Noi dobbiamo tener conto delle opinioni pubbliche in Paesi Alleati. Questo cambiamento delle opinioni pubbliche non può avvenire nelle masse con la velocità con cui può avvenire nell'animo di soldati seduti intorno ad un tavolo. Dico questo per la seguente ragione: Il benessere dell'Italia dipenderà nel futuro dal grado di effettiva e leale collaborazione che darà agli Alleati. lo personalmente sono convinto che il Maresciallo Badoglio e il suo Governo faranno di tutto per assecondarci nella lotta contro la Germania, ma per l'opinione pubblica occorre al più presto la dichiarazione di guerra. Desidero sapere se il Maresciallo Badoglio è d'accordo con me.

Bad.: Dichiaro formalmente che riferirò nella forma più esatta a S.M.

Eis.: Sta bene, ma vorrei almeno sapere se il Maresciallo personalmente è d'accordo in linea di massima con me sulla necessità di dichiarare la guerra (sembra tenere in modo pregiudiziale alla dichiarazione di guerra).

Bad.: Personalmente sono d'accordo col Generale Eisenhower. Ripeto che S.M. deve decidere. Personalmente ritengo che sarà necessario prima costituire un governo completo includendovi i rappresentanti dei partiti politici attualmente in attività in Italia, in modo che sia possibile avere una ripercussione assai favorevole dal mio punto di vista. Leggo in proposito una dichiarazione (fa tradurre dal Magg. Ruspoli un brano della dichiarazione sopraccennata).

Eis.: Da soldato a soldato direi: Prendete nel vostro Governo chi volete, ma voi che siete Capo di un Governo ed io che sono il rappresentante degli Alleati, non dobbiamo dimenticare di avere dietro le spalle dei popoli che hanno delle opinioni.

Bad.: L'idea di S.M. è di prendere i Capi dei singoli partiti oggi esistenti in Italia e le persone più influenti. Ripeto che S.M. conosce personalmente i migliori: egli me li indicherà. Assicuro però che, qualunque sia la scelta degli uomini, darò io personalmente una impronta decisa al Governo e, qualora un Ministro non agisse esattamente secondo le mie idee, non esiterei ad allontanarlo con la stessa decisione con cui lo avrei chiamato.

(Cenno di dubbio di Eisenhower su questa ultima parte).

Eis.: Sulla questione Grandi riferirò al mio Presidente e al Governo inglese. Se Badoglio potesse farei conoscere in anticipo, in via strettamente confidenziale, i nomi delle persone scelte da S.M., trasmettendoli a noi tramite la missione Mac Farlan, credo che sarebbe assai bene per evitare qualche eventuale frizione. Non dico questo con intenzioni particolari. Tengo anzi a dichiarare che non si ha intenzione di interferire nelle questioni interne italiane, ma il Generale Badoglio comprenderà che la situazione è delicata e che occorre, mentre si sviluppa la collaborazione, evitare ogni occasione che non porti ad un aumento di reciproca simpatia.

Bad.: Assicuro che per parte mia e del mio Governo saranno prese tutte le precauzioni per evitare qualsiasi motivo di attrito.

Eis.: Ne sono assolutamente sicuro. I Governi Alleati domandano come sarebbe considerato un ingresso di Sforza nel nuovo Governo Badoglio.

Bad.: Conosco personalmente Sforza, e quindi ho una mia opinione su di lui. Ritengo tuttavia che S.M. non veda la cosa favorevolmente perché ci fu un tempo in cui Sforza fece una campagna contro la Monarchia. Una risposta in proposito sarà data tramite Mac Farlan. La mia impressione personale è che l'opera di Sforza negli Stati Uniti sia molto utile anche alla nostra causa. Suppongo perciò che, anche se S.M. si dichiarasse contrario ad accettare di farlo entrare nel nuovo Governo, non dovrebbe mancare il modo di utilizzarlo ugualmente per noi.

Eis.: Confermo che i Governi Alleati vedrebbero con molta simpatia utilizzare direttamente Sforza. Naturalmente riferirò in merito.

(il Generale Smith, Capo di Stato Maggiore di Einsenhower, e il Generale Alexander, fanno pervenire ad Eisenhower un biglietto). Dopo lettura, il Generale Eisenhower prosegue:

Eis.: Mi risulterebbe che Sforza avrebbe diretto recentemente un messaggio a S.M. e a Badoglio, in cui assicurerebbe ad entrambi la sua lealtà e la sua volontà di collaborazione.

Bad.: Sono infatti al corrente di tale messaggio, ma sono costretto a mantenere le riserve fatte circa l'accettazione da parte di S.M.

Eis.: Per riportare l'Italia sotto l'affetto dell'America, cosa estremamente importante per gli sviluppi successivi, occorre utilizzare Sforza e ad ogni modo dargli una sistemazione definitiva.

(Pausa per l'offerta di bibite - ore 11,25. Alla ripresa l'argomento è mutato).

Bad.: Il secondo punto che vorrei chiarire è quello delle intenzioni degli Alleati per l'Italia nel campo militare, e cioè come intendono proseguire la lotta contro la Germania sul suolo italiano. Se Einsenhower lo crede opportuno potrebbe informarmene a quattr'occhi, ed io ne informerei solo il Sovrano.

Eis.: Posso dirvi che la nostra intenzione è di scacciare i tedeschi dall'Italia al più presto. Una prima mossa sarà diretta dalle posizioni al sud, e la successiva quella di liberare Roma. Benché disgraziatamente non abbia avuto tempo di intervistare in proposito il Generale Alexander, che è il capo delle forze alleate terrestri in Italia, credo di poter ritenere che la liberazione di Roma sarà abbastanza presto.

Bad.: Per la presa di Roma credo di poter offrire alcune truppe italiane: la Divisione di paracadutisti "Nembo" e due divisioni di Fanteria, che attualmente sono in Sardegna.

Mac Farlan: Sottolineo il desiderio di S.E. Badoglio circa la partecipazione di truppe italiane.

Eis.: Ritengo che non vi sarebbero obiezioni importanti in proposito, se per quell'epoca truppe italiane fossero già inquadrate con quelle alleate.

Ainb.: Bisognerebbe naturalmente portarle subito sul territorio italiano non appena sviluppata la questione di Napoli.

(Dopo alcuni colloqui rapidi tra le varie persone, non perfettamente registrati).

Alex. ad Eis.: Fa presente che i piani per la campagna in Italia sono già minuziosamente preparati in ogni loro dettaglio e che quindi la partecipazione di truppe italiane non può essere presa in considerazione. Eventualmente e solo quando sarà avvenuta la dichiarazione di guerra, si potrà 'studiare la cosa.

A questo punto il Generale Smith conferisce sottovoce con Einsenhower.

Eis.: (Senza tenere conto dell'osservazione di Alexander) Sono sicuro che il Generale Alexander potrà aggiustare le cose in modo da arrivare ad una collaborazione effettiva. Non vedo difficoltà perché le truppe italiane non entrino con le prime truppe in Roma.

Bad.: Come vecchio Generale che ho al mio attivo molti piani di guerra, comprendo le difficoltà di mutare dei piani già fatti, ma ho il dovere di rappresentare due punti:
1) l'effetto che provocherebbe l'entrata delle truppe italiane in Roma insieme colle truppe alleate sull'orientamento del Partito Fascista Repubblicano;
(A questo punto il Generale Smith si avvicina al Comandante Locatelli per dirgli che Eisenhower non è al corrente dei particolari, ma che il Generale Ambrosio già sa che truppe italiane potranno operare insieme con quelle alleate, che ci sia o meno la dichiarazione di guerra).
2) Sono sicuro che i tedeschi faranno a Roma ciò che hanno fatto a Napoli: ruberanno, incendieranno, uccideranno. Roma non solo è la capitale d'Italia, ma è anche la sede dello Stato dei Vaticano. (Decisa mossa di approvazione da parte di Einsenhower). A noi incombe l'obbligo di proteggere il Papa. Per questo motivo è stata avanzata soprattutto la richiesta di trasportare le truppe dalla Sardegna nel Lazio, e meglio nei pressi di Fiumicino, in modo che in una giornata siano a Roma.

(Eisenhower ed Alexander si consultano. Alcuni collaboratori portano appunti ad entrambi).

Lis.: Consideriamo molto, molto seriamente questa cosa, anche perché abbiamo ottime informazioni sulla "Nembo". Truppe paracadutiste italiane potrebbero essere lanciate al momento opportuno, anche per garantire l'ordine ed impedire saccheggi nella città. Ci riserviamo di dare una risposta in proposito.

Rad.: Passando ad altro punto, ritengo di dover schematizzare una situazione. L'Italia è percorsa longitudinalmente dagli Appennini. Risulterebbe che i tedeschi hanno intenzione di fare la loro linea di resistenza tra Spezia e Rimini. Kesserling farà successive ritirate con successive resistenze. Il modo di evitare questo sarebbe una manovra di aggiramento. (Alexander sottovoce ad Eisenhower: Noi sappiamo che questo è del tutto sbagliato). Ora i vecchi hanno sempre l'aria di dare consigli, ma noi conosciamo bene il nostro territorio. La linea trasversale tra Spezia e Rimini ha un punto debole, cioé Rimini.

Alex.: Concordo (sottovoce ad Einsenhower: Voi vedrete questo nel mio piano).

Eis.: Le truppe italiane hanno ormai attraversato tre anni di guerra. Tuttavia è molto importante che le truppe concorrano a liberare il territorio italiano. Perciò io sceglierò le divisioni, migliori che dovranno essere armate con l'armamento delle meno buone. Le al momento della battaglia devono essere perfettamente equipaggiate. Prego perciò il Generale Ba- doglio di prendere subito le truppe e cominciare l'organizzazione per armare i migliori. Quelli disarmati potranno essere impiegati nelle stazioni ecc. Noi non possiamo riequipaggiare tutto un esercito perché siamo troppo impegnati. Perciò il Maresciallo Badoglio deve riuscire a creare delle Divisioni di "élite" (insiste su questa parola), con i propri mezzi. Naturalmente noi aiuteremo con le enormi quantità di preda bellica che abbiamo, ma non bisogna darla a tutti e disperderla in giro, ma concentrarla per i migliori. Appena saranno pronte queste divisioni occorre avvertirci, chè noi le ispezioneremo e poi saranno messe in azione.

Bad.: Per questi dettagli i miei Generali ed i vostri si accorderanno fra loro perché adesso il mio compito non è quello di un Generale, ma di Capo del Governo.

Eis.: Naturalmente. Questo non era un consiglio, ma un preannuncio del mio orientamento mentale.

Bad..: Chiedo di avere di tempo in tempo notizie sui nemici in Italia e anche sugli alleati. Altrimenti si resta completamente all'oscuro.

Alex. ad Eis. sottovoce: Non ne vedo il perché.

Eis.: Il Generale Alexander verrà presto in Italia e si troverà a Bari nella prima quindicina di ottobre. Così i collegamenti saranno molto più stretti e porteranno ad una collaborazione più effettiva. Le notizie che potranno interessare entrambi saranno scambiate.

Bad.: Assicuro il Generale Alexander che per parte mia farò il possibile per aiutarlo in ogni modo.

Alex.: (Con un sorrisetto sottile) Per parte mia assicuro che darò ogni notizia sul nemico, di cui conosco ogni unità e ogni uomo.

Eis.: (ore 11.45, avviandosi alla chiusura) Ho disposto che l'unica pubblicità che verrà fatta su questo incontro dirà che ci siamo incontrati per discutere il proseguimento della guerra contro la Germania. Que- sto riserbo è dovuto al fatto che temo fastidiose campagne giornalistiche.

Bad.: Assicuro il Generale Eisenhower che amo i giornalisti come i fascisti (Racconta un episodio della campagna dell'A.O.I.).

Eis.: (Sorridendo) Molti dei presenti sono vostri amici in questo sentimento. Spero che in seguito a questo incontro l'opinione pubblica potrà essere galvanizzata contro la Germania e i due paesi alleati diranno: Finalmente l'Italia sta facendo quello che può.

Bad.: Ho in proposito da farvi presente una difficoltà: quella della propaganda. A Bari abbiamo una sola stazione radio e non molto efficiente, e troviamo anche difficoltà ad espandere la propaganda nella popolazione dall'altra parte a mezzo di manifestini, ecc.

Eis.: (molto favorevole). In questo campo il mio Stato Maggiore darà qualsiasi aiuto.

Bad.: Chiederei di far parlare da Londra il Maresciallo Messe.

Eis.: Credo che potrà esser fatto.

Bad.: Messe è molto attaccato al Re e il Re ha molta fiducia in lui. Io darei tutto il materiale necessario. Non vi è dubbio che se il Maresciallo Messe parla alla radio, il suo orientamento sarà favorevole a noi. In Italia, e particolarmente a Roma, radio Londra è molto ascoltata. (Mentre si svolge quest'ultima parte, il Ministro Mac Millian fa ripetuti cenni di no. Il Generale Alexander strizza l'occhio, annuendo).

Eis.: (che si è accorto) Mandate senz'altro il materiale, perché otterrò di far parlare il Maresciallo Messe.

Amb.: Chiedo notizie circa l'invio di sommergibili in Adriatico.
Mac Farlan: (Molto deciso) Rispondo categoricamente di no, perché il parere di esperti è che l'Adriatico ha profondità troppo scarse. (Ambrosio si rivolge a De Courten, ma la cosa non ha seguito, perché nel frattempo:)

Eis.: Ringrazio molto il Maresciallo Badoglio per essere venuto.

Bad.: Sono io che ringrazio profondamente. Nel 1918 gli italiani hanno dato un colpo decisivo ai tedeschi. Nel Regio Esercito c'erano tre divisioni inglesi e 1 reggimento americano che poi ho riveduto a Cleveland. Anche questa volta daremo il colpo decisivo alla Germania.

(termine della riunione ore 11.55).

N.B.: li Magg. Magini e il Magg. Ruspoli assicurano l'esattezza di quasi tutte le frasi di questo documento. Però in alcuni punti può essere sfuggita qualche parola o qualche corta frase che non altera in alcun modo il concetto fondamentale.

Fonti: "La Regia Aeronautica 1943-46" Vol I-II Nino Arena, Roma 1977, Stato Maggiore Aeronautica Ufficio Storico
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