A Vienna con Sobieski
by Gianfranco Cimino - 09/02/03
Segue qui una breve descrizione della battaglia di Vienna; per i soliti
motivi legati alla mancanza di tempo non riuscirò qui a fare un quadro
preciso della situazione politica europea di fine '600 (d'altronde già ben
delineata da Piero F. in ICSMod), né ad illustrare tattiche ed ordinamenti
militari dei contendenti.
L'esercito cristiano era composto da circa 21.000 Imperiali, 11.300
Bavaresi, 10.400 Sassoni, 9.500 Svevi e 24.000 Polacchi, per un totale di
75.000 - 76.000 uomini. Alla testa di questa armata marciavano Massimo Emanuele di Baviera, il
Principe Giorgio Federico di Waldeck, Carlo di Lorena e l'Elettore di
Sassonia, mentre Giovanni Sobieski, re di Polonia, già vincitore dei Turchi
a Khoczim (1673) in Bessarabia era il comandante in capo.
Contrapposto a questo esercito vi era quello Turco, di 150.000 - 200.000
uomini, al comando del Gran Visir Kara Mustafà.
Nel 1664, in un precedente tentativo si prendere Vienna, i Turchi avevano
subito una grave sconfitta al S. Gottardo ad opera del Montecuccoli, a
seguito della quale era stata stipulata una tregua di 20 anni, ma ora
sembrava al Sultano Maometto IV che i tempi fossero maturi per la ripresa
dell'offensiva, i Turchi ostentavano perciò una certa sicurezza, e,
fortunatamente per gli alleati, non pensarono di inviare forze ingenti verso
Nord per contrastare l'esercito cristiano.
Un corpo Turco di circa 30.000 uomini che cercava di ostacolare il
concentramento a Nord Ovest di Vienna degli alleati fu respinto ed il 7
Settembre l'esercito cristiano potette passare indisturbato il Danubio a
Tulln, ed avanzare verso Sud Est in direzione di Vienna, dietro uno schermo
di cavalleria comandato dal Duca di Lorena.
All'alba del 12 Settembre 1683 l'esercito alleato era in prossimità di
Vienna ed aveva raggiunto le posizioni di partenza per l'attacco.
Il piano era piuttosto semplice: gli Imperiali all'ala sinistra, con il loro
fianco sinistro protetto dal Danubio, dovevano raggiungere Nussdorf, e di là
convergere al centro, dove contemporaneamente sarebbero avanzati Sassoni,
Svevi e Bavaresi.
I Polacchi, all'ala destra avrebbero docuto raggiungere il Gallitzinberg, e
di là convergere anche loro in direzione di Vienna.
Poiché le posizioni iniziali alleate erano distanti dalla città, si
prevedeva che l'esercito cristiano avrebbe dovuto avanzare combattendo, ma
penso che i generali alleati fossero sicuri delle loro forze.
In effetti il piano riuscì alla perfezione, con i Sassoni, Svevi e Bavaresi
che conquistarono Potzleinsdorf e Sievering al centro mentre i Polacchi
assaltarono e presero il Gallitzinberg; nel frattempo gli Imperiali sull'ala
sinistra avanzavano ancor più speditamente, minacciando di aggirare tutto lo
schieramento Turco.
I Turchi non seppero riprendere l'iniziativa e tranne un fallito tentativo
di riprendere il Gallitzinberg, rimasero passivi; già nel pomeriggio erano
praticamente sconfitti: respinti su tutta la linea dietro il Krottenbach
erano ridotti a combattere vicino ai loro accampamenti:
Il collasso definitivo avvenne quando le truppe Sassoni raggiunsero e
presero il forte di Turkenschanz, proprio al centro della loro ultima linea
difensiva: aggirati sull'ala destra, con il centro sfondato, quando
prontamente il Re di Polonia lanciò 20.000 cavalieri (due corpi di
cavalleria polacca ed un corpo imperiale) tra Breitensee ed Hernals, non
potettero far altro che fuggire il più velocemente possibile.
In 14 ore di combattimento gli alleati avevano inflitto ai Turchi circa
20.000 perdite (escludendo i prigionieri), perdendo solo 2.000 (2.500
secondo altre fonti) uomini, con una ratio di 1:10 in loro favore, il che la
dice lunga sulla superiorità delle truppe, delle tattiche, dei comandanti e
degli armamenti europei nei confronti di quelli Ottomani.
Qualche curiosità: il Re Giovanni Sobieski condusse personalmente la carica
finale di cavalleria, circondato da una guardia del corpo di Drabant
(cavalieri polacchi equipaggiati all'occidentale), mentre il suo stendardo
personale veniva accompagnato in battaglia da un'unità di Pancerni
(cavalieri polacchi equipaggiati in stile orientale); egli entrò
personalmente nei quartieri del Gran Visir.
Al seguito del Lorena militava inoltre un giovane principe di origini
italiane: Eugenio di Savoia, che ritroveremo poi nel mio prossimo post.
Ciao
Gianfranco