Campagne navali sul San Lorenzo
by Marco S. - 09/04/03
Rimanendo nel campo, ti sei mai interessato alle operazioni navali sul San Lorenzo relative alla presa di Quebec? Ebbero un ruolo decisivo per la campagna e la caduta della città.
In materia non sono un grande "danzatore", anche perché la campagna navale
di Quebec è un forte intreccio tra strategia navale e strategia terrestre,
direi un "trait d'union" tra le operazioni d'alto mare e quelle fluviali,
visto che (se non erro) il S.Lorenzo è navigabile fino a Quebec.
Significativo, secondo me (e soprattuto secondo Mahan), il ruolo del
controllo del mare da parte britannica e della contrapposta capacità
francese di riuscire invece a concentrare una flotta consistente, nella
difesa di Louisbourg (sull'Ile Royale, attuale Isola di Capo Breton), la
posizione chiave per il controllo dell'accesso al fiume San Lorenzo, la
spina dorsale del Quebec francese.
Nel 1757, infatti, una flotta francese di una certa consistenza presente a
Louisbourg aveva scoraggiato il forzamento del fiume da parte della Royal
Navy.
L'anno successivo i francesi non furono in grado di opporre forze navali
consistenti, per l'efficacia del blocco esercitato dalla Royal Navy nella
acque metropolitane, che aveva bloccato tutta la squadra di Tolone e gran
parte di quella dell'Ovest (Brest o La Rochelle).
A questo provvedimento, gli inglesi abbinarono lo sverno di 7 vascelli nella
città canadese britannica di Halifax, sfidando i ghiacci.
Per effetto del primo provvedimento, solo 6 vascelli francesi riuscirono ad
arrivare in Canada a maggio, ma trovandovi già il blocco della piccola
divisione inglese di Halifax appena liberata dai ghiacci, riuscirono a
malapena a sbarcare qualche rinforzo per poi rifugiarsi a Quebec.
Cosicchè, quando nel giugno successivo l'ammiraglio britannico Boscawen si
presentò con 22 vascelli, 15 fregate, 120 trasporti con i 12000 uomini del
gen.Wolfe, non trovò praticamente resistenza in mare e vi trovò anche
difese terrestri indebolite. La perdita di Louisbourg obbligò le navi francesi
fuggite a Quebec a ritirarsi ancora verso la Francia, prima di rimanere
imbottigliate nel San Lorenzo.
Gli effetti del controllo del mare britannico si fecero sentire anche l'anno
successivo nella campagna terrestre del gen.Wolfe, quando le navi della
flotta furono importanti, sia in retroguardia, nel garantire i rifornimento
a truppe che marciavano in zone ancora selvagge, sia in avanti, con finti
attacchi od in sostegno delle oeprazioni.
Le navi britanniche garantivano la linea di comunicazione dell'avanzata
verso Quebec, che cadde appunto nel 1759.
Per quanto riguarda gli aspetti terrestri della campagna, li lascio a te.
Per quanto riguarda quelli marittimi, ne concludo che il controllo del mare
"did the trick" (come dire, fu la molla che decise il destino del Quebec
francese). Per due anni, il comandante terrestre francesce Montcalm era riuscito a
difendersi brillantemente dagli attacchi inglesi via terra, provenienti
dalla regione del Lago Champlain, avendo anche le spalle protette da
Louisbourg.
La caduta di Louisbourg, per effetto del solo potere marittimo, rese quasi
consequenziale il resto della campagna.
Sia nel 1757, quando i francesi riuscirono a concentrare la flotta attorno
alla Ile Royale, sia nel 1758, quando non vi riuscirono, questo aveva deciso
l'andamento e l'esito della campagna terrestre, sia sul San Lorenzo che
nella regione dei Laghi.
Ciao : )
Marco
Reply di Tarabas
In materia non sono un grande "danzatore", anche perché la campagna
navale di Quebec è un forte intreccio tra strategia navale e
strategia terrestre,
Si parla di una tra le prime operazioni militari perfettamente coordinate
tra esercito e marina.
direi un "trait d'union" tra le operazioni
d'alto mare e quelle fluviali, visto che (se non erro) il S.Lorenzo
è navigabile fino a Quebec.
Mi dispiace, ma erri. :-)
Commetti lo stesso errore dei francesi. Il San Lorenzo è un fiume molto
insidioso a causa di secche e scogli a pelo d'acqua che ne rendono difficile
la navigazione se non a piloti esperti. I francesi non avevano mai pensato
di cartografarne il corso e si erano sempre affidati a piloti esperti con
molta esperienza di navigazione sul fiume, e pensavano che senza di essi
ogni tentativo di risalire il fiume sarebbe fallito. La difesa francese si
fondava essenzialmente su questo punto, e per questo motivo Montcalm si
limitò a fortificare la riva di Beauport per prevenire degli sbarchi ma non
fortificò il promontorio di Poin Levis e l'Isle d'Orleans; inoltre spedì la
maggior parte delle provviste e delle munizioni a ovest, risalendo il San
Lorenzo, sicuro che nessuna flotta inglese sarebbe stata in grado di
tagliarli i rifornimenti.
Ovviamente accadde l'esatto contrario: la flotta inglese riuscì a risalire
il San Lorenzo fino all'Isle d'Orleans senza grossi problemi e senza essere
disturbata da nessuno (scarsa guerriglia di coloni e indiani); qui riuscì ad
attraversare la Traverse, il passaggio più difficile delle secche, ritenuto
intransitabile da piloti che non la conoscessero, grazie all'esperienza di
Thomas Killick, un pilota veterano del Tamigi. Con la prima nave furono
gettate delle boe per segnare il percorso e il gioco fu fatto, la flotta
inglese era entrata nel bacino di Quebec senza colpo ferire.
La leggenda vuole che Killick commentò: "Damn me, if there are not a
thousand places in the Thames fifty more hazardous than this." :-)
Successivamente durante la campagna parte della flotta inglese riuscì a
risalire il San Lorenzo a monte di Quebec fino a Jacques Cartier, seminando
un po' di panico nelle retrovie francesi, mettendo fuori uso parte dei
rifornimenti e bruciando alcuni villaggi lungo il fiume, ma non sfruttarono
al massimo la possibilità di isolare Quebec.
Lo stesso sbarco all'Anse au Foulon avvenne a monte di Quebec (di poco).
Significativo, secondo me (e soprattuto secondo Mahan), il ruolo del
controllo del mare da parte britannica e della contrapposta capacità
francese di riuscire invece a concentrare una flotta consistente,
nella difesa di Louisbourg (sull'Ile Royale, attuale Isola di Capo
Breton), la posizione chiave per il controllo dell'accesso al fiume
San Lorenzo, la spina dorsale del Quebec francese.
Verissimo.
Nel 1757, infatti, una flotta francese di una certa consistenza
presente a Louisbourg aveva scoraggiato il forzamento del fiume da
parte della Royal Navy.
Esattamente. A Louisbourg erano concentrati tre squadroni francesi per un
totale di 22 navi di linea e molte fregate e questo fece abbandonare
completamente la spedizione per la conquista della città. Cmq partì lo
stesso una flotta inglese agli ordini dell'ammiraglio Holbourne con
l'intenzione di attirare fuori dalla baia la flotta francese e di
combatterla fuori dalla portata dei cannoni del forte. La spedizione si
risolse in un disastro, perché la flotta francese rimase al sicuro nella
baia e una tempesta si scatenò sulla flotta inglese: una nave si schiantò
sulle rocce, nove persero il timone, e molte gettarono in mare i cannoni.
Tutto questo perché la flotta francese di La Motte giunse a Loiusbourg un
mese prima di quella inglese, a causa di ritardi e di una pessima
organizzazione.
L'anno successivo i francesi non furono in grado di opporre forze
navali consistenti, per l'efficacia del blocco esercitato dalla Royal
Navy nella acque metropolitane, che aveva bloccato tutta la squadra
di Tolone e gran parte di quella dell'Ovest (Brest o La Rochelle).
La flotta dell'ammiraglio Osborn che incrociava tra la Spagna e l'Africa per
sbarrare il passo alla flotta dell'ammiraglio La Clue posta a Tolone che cmq
non fece nessun serio tentativo di forzare il blocco.
A questo provvedimento, gli inglesi abbinarono lo sverno di 7
vascelli nella città canadese britannica di Halifax, sfidando i
ghiacci.
Di questi conosco poco. Hai altre notizie?
Per effetto del primo provvedimento, solo 6 vascelli francesi
riuscirono ad arrivare in Canada a maggio, ma trovandovi già il
blocco della piccola divisione inglese di Halifax appena liberata dai
ghiacci, riuscirono a malapena a sbarcare qualche rinforzo per poi
rifugiarsi a Quebec.
Anche qui ho poche informazioni.
Cosicchè, quando nel giugno successivo
l'ammiraglio britannico Boscawen si presentò con 22 vascelli, 15
fregate, 120 trasporti con i 12000 uomini del gen.Wolfe, non trovò
praticamente resistenza in mare e vi trovò anche difese terrestri
indebolite.
All'epoca Wolfe era ancora colonello, le forze terrestri erano al comando
del generale Amherst. Cmq Wolfe si mise in mostra in maniera brillante
durante l'assedio della città.
La perdita di Louisbourg obbligò le navi francesi
fuggite a Quebec a ritirarsi ancora verso la Francia, prima di
rimanere imbottigliate nel San Lorenzo.
Anche qui poche info.
Gli effetti del controllo del mare britannico si fecero sentire anche
l'anno successivo nella campagna terrestre del gen.Wolfe, quando le
navi della flotta furono importanti, sia in retroguardia, nel
garantire i rifornimento a truppe che marciavano in zone ancora
selvagge, sia in avanti, con finti attacchi od in sostegno delle
operazioni.
Furono essenziali per il controllo del fiume (l'unica via di trasporto
veloce) e per isolare quasi completamente la città. Inoltre la flotta
permise un'alta mobilità all'esercito e, in ultima analisi, operò con
eccezionale precisione durante lo sbarco all'Anse au Foulon.
Per quanto riguarda gli aspetti terrestri della campagna, li lascio a
te.
Restiamo sul mare. :-)
Per quanto riguarda quelli marittimi, ne concludo che il controllo
del mare "did the trick" (come dire, fu la molla che decise il
destino del Quebec francese).
Sicuramente.
Per due anni, il comandante terrestre francesce Montcalm era riuscito
a difendersi brillantemente dagli attacchi inglesi via terra,
provenienti dalla regione del Lago Champlain, avendo anche le spalle
protette da Louisbourg.
Diciamo che riuscì a limitare i danni, soprattutto a causa della
disorganizzazione inglese, dei dissidi tra le colonie e alle visioni errate
dei generali inglesi.
La caduta di Louisbourg, per effetto del solo potere marittimo, rese
quasi consequenziale il resto della campagna.
Se però i francesi si fossero sforzati un po' di più con la flotta... o dici
che oramai la potenza marittima inglese non poteva essere contrastata?
Sia nel 1757, quando i francesi riuscirono a concentrare la flotta
attorno alla Ile Royale, sia nel 1758, quando non vi riuscirono,
questo aveva deciso l'andamento e l'esito della campagna terrestre,
sia sul San Lorenzo che nella regione dei Laghi.
Sostanzialmente hai perfettamente ragione.
Ciao
Tarabas
Reply di Marco S.
Interessanti le tue osservazioni sulla navigazione sul fiume S.Lorenzo, che
naturalmente mi trovano perfettamente daccordo, anche perché ti vedo ben
documentato.
Mi limito ad alcune considerazioni generiche che naturalmente vanno valutate
per quel che sono.
Innanzitutto non metto in dubbio che la navigazione del S.Lorenzo fosse
particolarmente difficile, ma comunque i banchi di sabbie, le secche, le
barre, le correnti (oltre che la "Corrente" per eccellenza che muove il
fiume), i ridossi dal vento, che ti tolgono potenza propulsiva, sono la
norma, non l'eccezione, della navigazione fluviale, molto difficoltosa,
specie se condotta a vela.
Con le tue considerazioni, hai evidenziato un importante aspetto psicologico
del potere marittimo, cioè la perizia nautica, che vale tanto quanto il
numero dei cannoni. E' evidente che se i francesi si sentivano protetti dalle secche e dalle
barre del S.Lorenzo, mentre gli inglesi riuscirono (non senza fatica,
beninteso) a risalirlo senza perdere neanche una nave, uno dei due era un
po' "fungo" e non erano certo gli inglesi.
La flotta dell'ammiraglio Osborn che incrociava tra la Spagna e l'Africa
per sbarrare il passo alla flotta dell'ammiraglio La Clue posta a Tolone che cmq non fece nessun serio tentativo di forzare il blocco.
Certo, La Clue non era Nelson, ma la marina francese aveva difficoltà a
reperire e mantenere equipaggi adeguati, anche a Tolone. A Brest addirittura c'era appena stata un'epidemia. Non è il massimo mandare in combattimento delle navi con equipaggi scarsi e
scontenti. Nel caso, cerchi di filartela tra le maglie, che alla lunga non è mai
produttivo.
A questo provvedimento, gli inglesi abbinarono lo sverno di 7
vascelli nella città canadese britannica di Halifax, sfidando i
ghiacci.
Di questi conosco poco. Hai altre notizie?
No. L'ho trovato solo su P. Masson "Histoire de la Marine" e non ho molto da
aggiungere. "De fait, pour la premiere fois depuis le debut des operations au Canada,
les Anglais ont maintenu 7 vaisseux pendant l'hiver a Halifax et ont pu
ainsi etablir des croiseres des la fonte des glaces"
Se però i francesi si fossero sforzati un po' di più con la flotta.. o
dici che oramai la potenza marittima inglese non poteva essere contrastata?
Non erano più i tempi di Tourville. Non riuscivano ad imbarcare nè personale numeroso, nè personale esperto. Avevano ancora gravi problemi con lo scorbuto, mentre la medicina navale inglese, proprio in quegli anni stava facendo passi da gigante. Si reputavano sicuri a monte di un fiume, che un buon pilota del Tamigi riuscì a violare senza gravi problemi: marinai molto più scarsi degli
inglesi. Troppi fattori contro..
Ciao : )
Marco