Napoleone e la corsa su Bassano
by Ball - 23/07/02
Dopo la battaglia di Castiglione, l'unico rammarico per Napoleone era
che Wurmser non era stato definitivamente sconfitto. Così quando si
venne a conoscenza di un nuovo piano d'attacco austriaco, il piccolo
caporale decise un'azione che mi ha letteralmente entusiasmato: tra
Bassano e Vicenza si erano raccolti 10.000 uomini, sotto il comando di
Mészàros e lo stesso Wurmser sarebbe partito da Trento con 2 reparti
(Quasdanovic e Sebottendorf) di altri 10.000, attraversando la val del
Brenta fino a giungere a Bassano. Questo piano presuppone una forte
resistenza di Davidovich alla penetrazione francese verso Trento e nel
contempo che N. lasci sguarnito il fronte dell'Adige proprio per
effettuare quella penetrazione. In tal modo potrebbe, Wurmser, passare
il fiume e lanciarsi verso Mantova.
Ma... A questo punto Napoleone concepisce un progetto a prima vista pazzesco, ardito
e come tale straordinario se riuscisse, fallimentare se facesse cilecca:
lungo le 2 rive del Garda marceranno le truppe francesi (35.000) divise
in 2 colonne (Vaubois e Masséna-Augereau) fino alla stretta di Marco,
poco distante da Rovereto; da qui devono travolgere gli austriaci in
difesa, puntare su Trento e da lì lanciarsi nelle valli del Brenta e
in val Sugana, più velocemente possibile, per giungere in quel di Bassano,
alle spalle dello schieramento austriaco.
Le prime avanguardie raggiungono Marco il 4/09, ben difesa dagli
austriaci, cercano di aggirarla, l'attaccano frontalmente, vengono
respinte finchè con un ultimo attacco degli ussari di Dubois, le linee
nemiche cominciano a retrocedere. Procedendo ancora i francesi si
scontrano, a Calliano, con l'ultimo baluardo difensivo austriaco, quello
di Davidovich; ma anche qui, nonostante l'appoggio di un forte e
nonostante il poco riposo (ma di cosa erano fatti questi soldati?),
l'impeto francese ha la meglio, le difese sono sgominate e ormai poche
decine di km li separano da Trento.
Ma Trento (5/09), non è una fermata, bensì un punto di partenza per la 2^
parte del tour, la più audace: Masséna e Augerau devono percorrere d'un
fiato la val Sugana per raggiungere le retroguardie di Quasdanovitch,
cosa che avviene dopo 60-70 km nei pressi di Primolano. Ma le truppe
sono fisicamente al lumino, divise e scarpe ormai laceri, la fame li
inchioda al terreno, devono riposare. Ma gli austriaci si meravigliano
di come sia possibile, per i francesi, essere già lì: è possibile, è
possibile, se a comandarli c'è questo Napoleone.
Primolano viene presa e gli austriaci messi in fuga, forse più della
forza dell'esercito potè, in questo caso, la voglia di farla finita con
le privazioni da parte dei soldati francesi ed infatti non ci fù
inseguimento, semmai la ricerca delle fresche acque dell'Adige per
placare i dolori ai piedi... Beh, 60 miglia in 2 giorni!!
L'8/09, naturalmente all'alba, i grognards (mai nome fu più consono,
visto il gran risuonare di bestemmie e imprecazioni) si rimisero in
marcia, Masséna a destra del Brenta e Augerau sulla sinistra e giunsero alla
stretta di Solagna, dove si trovava l'ultimo caposaldo austriaco prima
di Bassano: Murat e i suoi cavalieri misero subito in crisi i difensori
e l'attacco di Masséna, nonostante la grande opposizione, li travolse
definitivamente: più di 4000 uomini con 35 cannoni vengono catturati, ma
soprattutto grandi scorte di cibo, il bottino al momento più importante.
Ci sono azioni militari per le quali, man mano leggiamo, ci sentiamo
passionalmente coinvolti: conoscendo la valle del Brenta e la val Sugana
ho letto con trasporto delle fatiche delle truppe francesi che dovevano
"star dietro" alle idee e alle intuizioni del loro capo, mi sono
immaginato, ripercorrendole in auto (sì, ho fatto questo, con la moglie
cartografa accanto a me che segnava i paesi), di rivivere quel tipo
di fatica, dove il soldato ciecamente obbedisce agli ordini, mangia
poco, è vestito male, non vede mai chi lo comanda perché esso se ne sta
all'asciutto di una tenda. Qui è diverso: Napoleone ha condiviso le privazioni
dei suoi soldati, si è mescolato in mezzo a loro, poco cibo come loro,
freddo e pioggia e quando c'era il rischio di un proiettile, lui era lì,
a spingere gli uomini avanti. Questo, credo, è anche il motivo per cui
quegli uomini sono riusciti in un'impresa notevole: dal 3 all'8
settembre i francesi hanno percorso più del doppio della strada che
hanno percorso gli austriaci e li hanno battuti.
Alla faccia di qualcuno per cui la guerra di movimento nascerà con i
tanks!!!
salus
Ball