Amedeo Mecozzi, Aeronautica e Uav nel 1923
by Aerei Italiani - 18/12/02
Alcuni di Voi avranno letto il buon articolo di Giuseppe Ciampaglia su Storia Militare di Novembre 2002 - sulle teorie di Amedeo Mecozzi e sulla prevalenza che quest'ultimo aveva dato all'aviazione da cooperazione/d'assalto a partire dai suoi articoli aeronautici del 1926 in poi fino alla creazione degli stormi d'assalto nella Regia Aeronautica. Queste poche righe sono tratte da una pubblicazione "l'aeroplano e l'aviatore" del 1923 in cui lo scrittore (il Mecozzi appunto) è più "possibilista" e può essere di compendio ed introduzione alla sopracitata lettura oltre che ad essere uno spunto sulle recenti acquisizioni (di cui abbiamo parlato in questi giorni) in ambito UAV:
"In una guerra futura, che il ricordo degli orrori recentissimi ci fa
sperare assai lontana, l'aviazione avrà certamente una parte preponderante,
perché gli aeroplani si saranno fatti capaci di salire ad altezze ancora più
grandi, di trasportare carichi mostruosi, di volare a velocità che ora
sembrano fantastiche. Si avranno certamente flotte di centinaia di aeroplani e d'idrovolanti, che si getteranno a bombardare le città dell'interno, rendendo impossibile la vita civile. I traffici, le fabbricazioni, i rifornimenti ne saranno sconvolti, gli eserciti avranno così i loro nervi troncati. E non solo gli aeroplani getteranno degli esplodenti e degli incendianti, ma anche dei
proiettili che conterranno microbi di malattie infettive e gas velenosi. Il
concetto odierno di combattenti e di non combattenti verrà sconvolto,
giacchè tutti saranno da considerar combattenti in quella tempesta di ferro,
di fuoco e di pestilenze.
Forse si avranno aeroplani addetti a trasportare squadre e compagnie di
volontari della morte, che scendendo di notte nell'interno del territorio
nemico faranno prigionieri ed apporteranno distruzioni. Si avranno, e sono pronti già, degli aeroplani formidabilmente armati ed efficacemente corazzati, i quali muniti di molti motori sicuri, voleranno a poca altezza sul terreno della battaglia, mitragliando incessantemente, e costringendo i reggimenti e i più grossi reparti e comandi, ad internarsi in ricoveri profondi per sfuggire al massacro. Esistono già aeroplani che portano mitragliatrici, altri che lanciano siluri capaci di affondare una corazzata, ed esistono già delle bombe che non
hanno bisogno, di essere lanciate sulla verticale del bersaglio o quasi, ma
soltanto da molti chilometri di distanza; esse ebbero il nome di telebombe.
Finora l 'impiego degli aeroplani è molto legato alle condizioni meteorologiche; non è il vento o la pioggia che fanno impedimento, ma la nebbia. Tuttavia anche tale difficoltà sarà superata.
Per di più sono in esperimento degli aeroplani che non hanno bisogno di
piloti od altro equipaggio a bordo, ma che, caricati di bombe, contenenti
tutto quel flagello di Dio che dicemmo (esplosivi, microbi e veleni) possono
mossi dai comuni motori, volare per l'aria in modo automaticamente
stabile, ed essendo diretti e governati colle onde hertziane, venir mandati
sul nemico a lanciare il loro carico di morte, e forse fatti tornare, oppure
fatti precipitare anch'essi, incendiando con la benzina di bordo l'obiettivo designato. Il lettore non creda che tutto ciò sia parto della nostra fantasia. Negli Stati Uniti d' America, in Inghilterra, in Francia, e forse, ancor più segretamente in Germania, gli studi e gli esperimenti diretti a tali scopi proseguono con gran lena e successo. Solo la nostra Italia, tra le grandi Nazioni del mondo, è restia a riconoscere nell'Aeronautica bellica una spaventosa potenza. Solo da noi la scarsità di danaro ed un certo misoneismo e scetticismo, relegano l'aviazione all'ultimo posto nelle preparazioni destinate alla difesa nazionale."
Interessanti sono anche queste righe sfuggite al buon Giuseppe Ciampaglia
tratte da un articolo della Rivista d'Aeronautica del settembre 1942 a firma
di Demazio Zemaco:
"Riteniamo perciò che non sarà discaro ai nostri lettori conoscere un
riassunto dei precedenti storici sull'aviazione d'assalto, quali furono
pubblicati in un libro dal titolo "Aviazione d'assalto" scritto dal generale
di B.A. Amedeo Mecozzi e stampato a cura del Ministero dell'Aeronautica
presso il suo laboratorio fotomeccanico nei primi mesi del 1933. Giova premettere che l'autore del libro considera "aviazione d'assalto" quella che con veivoli idonei applichi il metodo di offesa da breve distanza, sia in picchiata, sia in più specialmente a volo rasente, tanto su terra quanto su mare, contro qualsiasi obiettivo ossia non soltanto contro le truppe nemiche; purchè si tratti di obiettivi tali da rendere l'offesa con metodo d'assalto più fruttuosa di quella con metodo di bombardamento a volo orizzontale in quota, il quale ultimo, come e' noto, contro qualche obiettivo di piccola dimensione può presentare dispersione delle bombe non conciliabile col buon rendimento.
In una premessa l'A. avvertiva : "L'Aviazione d'assalto applica, con
coordinazione nuova e maggiore sviluppo, metodi d'impiego che ebbero in
altri tempi, luoghi ed eventi, applicazione sporadica, embrionale ed
empirica" - "l'Aviazione d'assalto non tende ad abolire altre specialità
aviatorie bensì ad aggiungersi ad esse; il metodo d'assalto non tende ad
abrogare altri metodi di offesa bensì ad integrarli."
Un saluto
Diego