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1933 Elicotteri Piaggio
by Koll. Kurtz - 09/10/02
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Le Industrie Aeronautiche e Meccaniche Rinaldo Piaggio, fondate nel 1884 e passate all'attività aeronautica nel 1915 con gli stabilimenti di Sestri Ponente, Finalmarina e Pontedera, sono note, oltre che essere tra le più antiche case aeronautiche italiane, come produttori della VESPA.

Al creatore di questo fortunato motoscooter che molto ha attinto tecnologia aeronautica, l'Ing. Corradino D'Ascanio, si deve l'attività di una branca della Piaggio poco nota alla maggioranza, quella degli elicotteri, che nel periodo 1939-1952, dedicò notevole attività appunto l'Ing. D'Ascanio. Questi, durante la I G.M. fu valente progettista di aerei presso la Società Costruzioni Aeronautiche Ing. O. Pomilio & C. di Torino e, in seguito, alla Pomilio Brothers negli Stati Uniti, si può considerare il pioniere dell'elicottero in Italia.

Fin 1926 si dedicò agli studi sull'argomento, costruendo a Pescara, con mezzi privati, il suo primo aeromobile di cui effettuò personalmente le prove. Da queste emersero utili insegnanti e poté cosi nel 1927 presentare al Ministero dell'Aeronautica il progetto relativo a un elicottero di cui nel marzo 1928, ottenuto il regolare contratto di fornitura, iniziava la costruzione presso lo Stabilimento di Costruzioni Aeronautiche (S.C.A.) di Roma, dove, allora, costruivano i dirigibili militari italiani. L'elicottero fu pronto nel 1929, in conseguenza di una saldatura di un giunto mal eseguita, si distrussero i rotori durante le prove e si dovette ricostruirlo. Il nuovo elicottero, denominato D'AT.3, iniziava nell'agosto 1930 i voli di prova sul campo di Ciampino Nord sotto la guida del Mag. Pil. Marinello Nelli e nell'ottobre superava tutti i collaudi contattuali. Aggiudicandosi tre primati: altezza (18mt.) durata (8'45") e distanza (1.078 mt), primi records del mondo elicotteri riconosciuti dalla Federation Aéronautique Internationale (F.A.I.). A questo proposito ricordiamo che nelle tabelle dei records ufficiali omologati dalla F.A.I. all' l marzo 1937, nella classe (elicotteri) risultava ancora imbattuto il record di distanza di 78m conseguito dall'elicottero D'Ascanio nel 1930. Questa macchina era del tipo a rotori coassiali controrotanti, munita di un motore FIAT A.50 da H.P. e recava per primo al mondo un insieme di innovazioni che risolvevano finalmente il problema della stabilità e manovrabilità mai ottenute prima d'allora, e furono poi applicate integralmente o parzialmente su tutti gli elicotteri che vennero costruiti fu seguito dal Sikorsky, dal Bell, dal I'Hiller, ecc.

Nonostante i promettenti risultati il Ministero dell'Aeronautica non vide l'utilità di proseguire gli esperimenti per il perfezionamento dell'elicottero D'Ascanio che venne abbandonato. Frattanto l'Ing. D'Ascanio aveva progettato e brevettato nel 1932 un'elica a passo variabile in volo che interessò la Piaggio, la quale dispose per la sua costruzione nello stabilimento di Pontedera, ove si costruivano i motori per aviazione. Aveva così inizio quella lunga e fortunata serie di eliche a passo variabile in volo che furono alla pari con le eliche delle più famose ditte americane e inglesi e che contribuirono in misura notevole alla conquista di importanti records mondiali da parte dell'aviazione italiana, mentre durante la II G.M. furono impiegate su oltre la metà degli aerei militari.

Gli elicotteri progettati e realizzati dall'Ing. D'Ascanio presso la Piaggio.

PIAGGIO - D'ASCANIO PD.1
Primo progetto elaborato presso la Piaggio dall'Ing. D'Ascanio e presentato nel 1934. Si trattava di un elicottero originale che, come il precedente D'AT.3, recava innovazioni che lo ponevano alla testa della tecnica elicotteristica del tempo ma, per il mancato appoggio del Ministero dell'Aeronautica, maggiormente interessato alle grandi imprese aviatorie che, con il loro carattere spettacolare, volevano richiamare l'attenzione del mondo sull'aviazione italiana, rimase senza seguito. Si componeva di una fusoliera capace di due posti in cabina che anteriormente recava un motore Piaggio STELLA 7 da 390 H.P., sormontata da due rotori quadripala controrotanti; il rotore superiore di diametro maggiore dell'inferiore, aveva il servocomando aerodinamico d'incidenza che operava anche per la variazione d'incidenza delle pale del rotore inferiore. In coda erano sistemate tre eliche: una ad asse orizzontale per la traslazione e due ad asse verticale, disposte a una certa distanza dalla mezzeria della macchina; queste due eliche, con azione concorde, servivano alla stabilizzazione longitudinale, con azione discorde, per la stabilizzazione trasversale. Nel settembre 1939 volava il primo elicottero Sikorsky VS-300 (Vought-Sikorsky) nel quale si ritrovava la sistemazione delle tre eliche in coda, secondo il progetto D'Ascanio del 1934.

PIAGGIO-D'ASCANIO PD.2
Nel 1939 l'Ing. D'Ascanio presentava il progetto di un nuovo elicottero, di cui la Piaggio decideva la costruzione presso lo stabilimento di Pontedera. Si. trattava di una macchina che anticipava la configurazione divenuta classica: il rotore unico con elichetta anticoppia al- l'estremità della fusoliera. Era un elicottero biposto con rotore tripala, nel quale le pale erano articolate a mezzo di cerniere orizzontali e verticali con relativi smorzatori e munite di comando di passo totale e ciclico, del tipo che fu poi definito convenzionale, munito di motore Alfa Romeo da 180 H.P. La sua costruzione proseguì a rilento (la situazione che andava creandosi non permetteva di distogliere mano d'opera dalla produzione dei motori e degli aerei) e quando finalmente l'aeromobile ultimato nel 1943 stava eseguendo le prime prove a terra, rimase semidistrutto in uno dei tanti bombardamenti di cui era obiettivo lo stabilimento.

PIAGGIO-D'ASCANIO PD.3
Elicottero monorotore con elichetta anticoppia all'estremità della fusoliera, munito di motore Alfa Romeo da 180 H.P . Nel 1949, dai rottami del precedente elicottero semidistrutto si pensò di recuperare e rimettere in ordine la fusoliera e il motore con relativo riduttore e ricostruire un altro elicottero che servì da banco di prova per un nuovo rotore bipala autostabile, provvisto di servomotore aerodinamico come il precedente PD.2, con la differenza che le superfici di governo comandavano anche il passo ciclico. Questo elicottero, pilotato dal Mario D'Este, che aveva lavorato al relativo progetto ma non possedeva alcun brevetto, fece alcuni voli nel. 1950, soltanto su indicazioni verbali dell'Ing. D'Ascanio ; in alcuni di questi portò anche un passeggero, dimostrando così docilità e facilità di comando della macchina. L'aeromobile presentava un rotore bipala del diametro di 12 me pesava, a pieno carico, 1.250 kg.

PIAGGIO-D'ASCANIO PD.4
Elicottero quadriposto con due rotori bipala disposti in tandem, con servocomando aerodinamico delle pale come il precedente PD.3. L'aeromobile doveva essere dotato di motore Alfa Romeo da 450 H.P . per cui il progetto era stato fatto in base a tale potenza. Quando tutte le principali parti meccaniche: alberi, riduttore, rotori, erano state costruite, il motore non fu disponibile perché l'Alfa Romeo non lo portò mai a termine. Di conseguenza si dovette adottare il Franklin da 215 H.P. di cui si disponeva. L'elicottero volò nella primavera-estate del 1952, dimostrando ottime qualità di docilità e maneggevolezza, ma, ovviamente, non poté dimostrare nulla dal punto di vista quantitativo, per evidente difetto di potenza. In una errata manovra durante un atterraggio con vento laterale l'elicottero rimase danneggiato seriamente e non fu più riparato. I suoi due rotori avevano un diametro di 9 m e il peso totale era di 1.400 kg. Perdurando l'indifferenza e il disinteresse da parte dello S.M. dell'Aeronautica, sebbene il progetto di un successivo elicottero fosse già avviato, la Piaggio, che aveva condotto tutti questi lavori sperimentali a proprio carico spendendo somme considerevoli, decideva di sospendere ogni attività in questo campo.

Saluti Koll. Kurtz
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