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Naissus, 286 d.C.
by Gianfranco Cimino - 28/06/02
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Agricola wrote in message:
Sto cercando di ricostruire nei dettagli la battaglia di Naissus del 268 D.C., e dettagli significa reparti impiegati, equipaggiamento, tecniche di combattimento.

Bella domanda, le fonti per il periodo in questione sono poche, mi pare che ne parli Zosimo, ma i dettagli non sono molti, e vado un po' a memoria. Gallieno (secondo altri Claudio II) affrontò a Naissus (attuale Nish - ex Jugoslavia) un esercito di 320.000 Goti. Indubbiamente la cifra, ricavata credo dalla Historia Augusta, è esagerata, anche contando i non combattenti difficilmente i Goti, che comunque dovevano superare in numero i Romani, potessero arrivare a quel numero. All'inizio della battaglia la cavalleria Dalmata romana sbaragliò un'avanguardia di qualche migliaio di cavalieri Goti; una volta che lo scontro principale fu iniziato il peso del numero spinse indietro i Romani, che però si ripresero, e con l'aiuto di un attacco a sorpresa alle spalle dei Goti, contrattaccò infliggendo ai Germani gravi perdite (si parla di 55.000 uomini) e li costrinse a ritirarsi nel loro campo fortificato. A questo punto però Gallieno dovette tornare in Italia (forse per la rivolta di Aureolo), e sfuggì ai Romani l'occasione per una vittoria strategica: infatti i Goti riuscirono a rompere l'assedio delle forze romane, anche se, sconfitti successivamente, dovettero lasciare il territorio imperiale dopo ulteriori gravi perdite.

Per quanto rigurda la composizione delle forze, posso solo fare supposizioni (il III sec. è uno dei periodi più oscuri della storia imperiale). Gallieno doveva avere con sè il suo comitatus, da poco formato, composto soprattutto da forze di cavalleria; questa forza doveva essere il nucleo del suo esercito, integrato dalle legioni danubiane (a quei tempi l'impiego delle vexillationes era preponderante). Tra le unità del comitatus (esercito campale mobile) di Gallieno erano presenti, oltre i Pretoriani, vexillationes della II Parthica, della I Minervia, della XXX Ulpia, dell'VIII Augusta, della XXII Primigenia, della I, II e III Italica, della X, XIII e XIV Gemina, della I e II Audiutrix, della IV Flavia, dalla VII e IX Claudia, dalla V Macedonica (da notare che molte di queste unità entrarono poi nel IV sec. a far parte degli eserciti campali). Per la cavalleria cito gli equites Dalmatae, Promoti, Stablesiani e Mauri Un esercito romano quindi con un'aliquota significativa, anche se non preponderante, di cavalleria leggera e pesante, che giocò un ruolo importante nella campagna.

Anche tra i Goti la fanteria doveva essere preponderante, e durante tutta la campagna mostrarono di soffrire molto la cavalleria leggera romana. Comunque la fanteria romana doveva combattere secondo il vecchio stile legionario, mentre i Goti, fanti e cavalieri dovvevano affidarsi al ben noto furor teutonicus (ed all'uso del carriaggio come fortificazione campale).

Il problema più gramde è sapere se a quel tempo i legionari romani erano già equipaggiati di scudi ovali

Si, dall'inizio del III secolo gli scudi ovali cominciarono a diffondersi tra le legioni.

e spade lunghe.

Idem, ed anche gli elemetti dall'inzizio del III sec. erano per lo più del tipo "Spangenhelm", e non era più in uso la lorica segmentata, ma corazze in maglia o a scaglie.

Una nota: alcuni (tra i quali Gibbon e Mazzarino) attribuiscono a Claudio II Gotico la vittoria di Naissus, da altri (Barker) essa è attribuita a Gallieno; inoltre, se non vado errato, visto che sto andando a memoria, la cavalleria di Aureliano (allora comandante di cavalleria) sferrò l'attacco finale al campo Gotico.

Ciao
Gianfranco
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