Salve a tutti. Sono interessato al modo di combattere di questi popoli
(armamento e tattiche), ma in rete non riesco a trovare niente. Qualcuno può spiegarmi com'erano armati e come combattevano, oppure indicarmi qualche risorsa da leggere?
Il soggetto è vastissimo e meriterebbe non un post di risposta, ma tre libri.
Basti pensare alla vastità, dal punto di vista temporale e spaziale, degli
eventi militari di cui furono protagonisti i tre popoli in questione.
Bisognerebbe quindi chiedersi a che periodo si riferisca la tua domanda (i
Goti che nel III secolo invasero l'Impero combattevano in maniera ben
diversa dagli Ostrogoti che nel VI secolo combattettero i Bizantini nella
Guerra Gotica).
Vedrò di darti delle indicazioni, necessariamente molto approssimative, per
i Franchi ed i Goti del IV secolo ed i Longobardi del V secolo.
Gli eserciti Franchi del IV secolo (ma basicamente anche quelli del III)
sono principalmente formati da fanteria con spade e pesanti giavellotti (ad
es. angon) atti ad essere lanciati prima del contatto; esisteva anche
un'ascia da lancio (la francisca), armi sviluppate ed usate in funzione
anti-armatura (leggi armature romane).
Tutti hanno gli scudi, ma solo gli "optimates" hanno la possibilità di
procurarsi armature in maglia ed elmetti (ed anche le spade migliori), ed
ijn genere combattono come cavalleria, ma smontano ove le circostanze siano
sfavorevoli.
La carica della fanteria Franca è temibile, e può essere eseguita in una
formazione vagamente simile a quella di un triangolo troncato ad
un'estremità (il caput porci).
I Franchi riescono inoltre a sfruttare bene le zone impervie delle loro
terre transrenane per agguati ed attacchi di sorpresa, essendo molto meno
legati dei loro nemici / alleati Romani a formazioni chiuse.
Ovviamente gli eserciti Franchi del VIII e IX secolo sono tutt'altra cosa,
basti pensare alla maggiore importanza data alla cavalleria.
I Goti sono più difficili da esaminare, data anche la divisione principale
in Ostrogoti e Visigoti; anche qui non troviamo una grande disponibilità di
armature, che sono di uso comune solo presso i più ricchi; inoltre questo
popolo è stato soggetto ad una notevole influenza Sarmata, per cui, specie
presso gli Ostrogoti, vi è una forte componente montata.
La cavalleria, in quanto formata dai più ricchi, è di solito meglio
equipaggiata della fanteria, con armatura in maglia, elmetti, scudi, ed
armata di spade e corte lance e/o giavellotti.
Certo non dobbiamo sopravvalutare il numero di tale cavalieri, anche
nell'esercito Ostrogoto, contrariamente a ciò che molti ritengono sulla base
di vecchie teorie, gli eserciti Goti del IV (ma anche del III) secolo non
sono eserciti di cavalleria, mentre lo sono quelli Ostrogoti italiani del VI
secolo.
La fanteria è armata principalmente di corte lance o pesanti giavellotti, ed
in essa vi è una forte componente di arcieri, specie tra gli Ostrogoti; in
generale il comportamento della fanteria è più "timido" (o dovrei dire
saggio) di quella Franca o Alemanna, in quanto essa si coordina con la
cavalleria, gli arcieri, ed il campo formato da carriaggio.
L'influenza dei popoli delle steppe è evidente appunto nell'uso di
carriaggio da trasporto unito a formare un cerchio, in modo da formare una
fortificazione semipermanente (ma non mobile, come in più tarde medievali
esperienze).
Una combinazione quindi di fanteria, cavalleria, arcieri e fortificazioni
molto efficace (Adrianopoli docet).
Infine i Longobardi.
Sotto l'influenza Avara adottano all'incirca alla fine del V secolo in
Pannonia uno stile di combattimento basato sulla cavalleria, per cui
all'epoca della loro invasione dell'Italia abbiamo una cavalleria pesante
formata dai nobili, armata da lunghe lance in stile Avaro e ben protetta
(anche le armature lamellari rivelano un'influenza Avara), ed una cavalleria
meno protetta, ma anch'essa dotata di lance, formata dai seguaci dei nobili.
In battaglia la cavalleria nobile forma la prima linea, i seguaci la
seconda.
La cavalleria è supportata da arcieri appiedati, di status, anche sociale,
inferiore.
Date le esigenze di tempo e di spazio non posso dirti di più.
In quanto alla bibliografia, cominciamo con le fonti primarie:
per le popolazioni germaniche del III, IV e V sec. secolo vi sono la
Historia Augusta (III sec.), Ammiano Marcellino (IV sec.) e Zosimo (IV e V
sec.), per la Guerra Gotica Procopio, per i Goti in generale Giordane, per i
Longobardi Paolo Diacono, per i Franchi la Historia Francorum.
Quasi tutto ciò è reperibile in rete in latino o in traduzione generalmente
in Inglese (o tedesco).
Per le fonti secondarie ti consiglio il sito del Prof. Hugh Elton, dotato di
una ricca bibliografia.
Ciao
Gianfranco
Reply di Gianfranco Cimino
Avevo letto che i Sarmati usavano un'armatura costituita da lamelle di
matello fissate ad una veste di cuoio (ho trovato quest'informazione in rete, quindi non sono certo della sua attendibilità)
Sì, i Sarmati portavano armature lamellari in metallo o osso.
e pensavo che anche gli Ostrogoti, fortemente influenzati da questo popolo, utilizzasse questo tipo di protezione.
Allora, specialmente in un esercito barbarico, sicuramente non c'era
uniformità di equipaggiamento, quindi ciò è senz'altro possibile. Comunque,
man mano che si moltiplicavano i contatti coi Romani, i Goti avranno avuto la possibilità di acquisire armature romane, sia saccheggiandole che acquistandole. Tra quelle popolazioni armi ed armature erano venerate e tramandate di generazione in generazione. Quando poi i Visigoti, dopo Adrianopoli, e successivamente gli Ostrogoti (V sec.) entrarono in territorio romano e
molti di loro diventarono soldati imperiali o entrarono comunque al servizio di Roma, le armature di tipo romano (che peraltro nel IV - V secolo risentivano di un forte influsso barbarico) si diffusero ulteriormente.
Secondo quanto dici, l'esercito ostrogoto aveva una forte
compenente di cavalleria. Ma come combattevano? Non penso che caricassero, perché l'assenza della staffa, che mi pare sia stata introdotta in occidente nel VIII secolo, non assicurava una grande stabilità al cavaliere.
Invece la cavalleria Gota già nel IV secolo caricava regolarmente quella Romana con vero furor teutonicus; essendo ambedue prive di staffa il match era alla pari. La cavalleria Gota, inoltre, era utile ad attaccare da tergo o sui fianchi o ad inseguire la fanteria Romana.
Ai tempi dello stabilirsi degli Ostrogoti in Italia (fine V inizio VI
secolo), la cavalleria era oramai divenuta l'arma principale, e la fanteria,
principalmente arcieri, era ridotta ad un puro ruolo di sopporto; potendosi
equipaggiare dalle fabricae ex imperiali, la cavalleria Ostrogota era ben protetta da
armature metalliche, elmetti e scudi, ed armata con lance di varia lunghezza
(non però quelle, molto più pesanti, tardo medievali), e spade.
Inoltre alcuni cavalli avevano una qualche forma di protezione.
Tra l'altro, essendosi oramai deteriorato il morale e l'addestramento della
fanteria, anche bizantina, la cavalleria Ostrogota poteva anche caricare
frontalmente la fanteria bizantina (siamo già nel Medioevo !!), tanto è vero
che, per ottenere una fanteria solida, spesso i comandanti bizantini
facevano smontare la cavalleria.
Mi potresti spiegare anche come erano armati i Bizantini?
Ho postato abbastanza di recente su ICSM un post sullo Strategikon, che dà
un quadro abbastanza esauriente della situazione dell'esercito Bizantino alla fine del
VI secolo; comunque qui basta dire che la cavalleria Bizantina tendeva ad essere armata e con arco e con lancia, e quindi ad avere un ruolo duale
(tiro e shock), anche se questa pratica divenne generalizzata solo alla fine
del VI secolo. Inoltre faceva buon uso della cavalleria leggera, soprattutto Unna, armata
di arco (ma c'erano anche i Mori). Tutto ciò aveva spesso buon gioco sui troppo impetuosi Ostrogoti. In quanto alla fanteria Bizantina, anch'essa aveva solo un ruolo di supporto
e spesso i comandanti bizantini la lasciavano indietro.
D'altronde anche la cavalleria Bizantina poteva prendersi il lusso di
caricare frontalmente l'altrettanto malmessa fanteria Ostrogota.
Spero di esserti stato utile, nonostante sia stato necessariamente succinto
(e compendioso)
Ciao
Gianfranco