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Eserciti antichi e uso del fuoco
by Gianfranco Cimino - 17/12/02
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Post di Ball

Mi stavo chiedendo come mai gli eserciti antichi - greci, romani e co - non abbiano utilizzato nei loro scontri delle armi a base di fuoco, per esempio lanciando dei contenitori riempiti con liquidi infiammabili o scagliando frecce infuocate. Oppure se conoscete avvenimenti in cui quest'uso è descritto. E' un po' generico, però vorrei intanto sentire la vostra...almeno quella degli antichisti sopravvissuti.
salus
Ball

Reply di Damnpuck

Risposta di un non-antichista.

Riporto brani da "Tecnologia e arte militare, Cecchini, SME".

"Fuoco greco. Questo tipo di arma era già stato usato da greci e persiani, ma la tecnologia bizantina fu altamente perfezionata e produsse risultati molto più devastanti. Un alchimista siriano o egiziano, di nome Kallinikos, era fuggito dall'Egitto, o dalla Siria, a Costantinopoli davanti agli eserciti arabi invasori ed aveva messo a punto una miscela incendiaria - la formula della quale venne tenuta da allora strettamente segreta - che, si presume, fosse costituita da nafta, catrame, resina, olio, succhi disseccati di certe piante e grassi animali, veniva incendiata una volta a contatto con l'acqua. La miscela veniva inserita in un tubo di ottone rivestito di legno; attraverso una manichetta, veniva pompata nel tubo dell'acqua ad alta pressione che dava fuoco al materiale il quale veniva proiettato a considerevole distanza dalla sua stessa deflagrazione e dalla pressione dell'acqua, provocando danni disastrosi sia a truppe di terra sia a navi, e non solo materiali ma anche psicologici dato il "rumore di tuono" causato dalla violenta combustione della miscela incendiaria." (Nota: il fuoco greco venne utilizzato anche sulle navi bizantine)

"Arabi. [...] questi ultimi impararono la lezione ed impiegarono vasi di terracotta riempiti di una miscela incendiaria, che venivano lanciati da una "petriera" (una balista ad un solo braccio) servita da specialisti, i "naftieri", vestiti con indumenti protettivi ed incaricati sia di lanciare i proiettili incendiari, sia di spegnere i fuochi provocati dal nemico."

"I tartari e gli arabi usarono il primo lanciafiamme della storia: la cosiddetta "candela romana", che consisteva in cannè di bambù svuotate e rinforzate con avvolgimenti di strisce di pelle o di corda; in queste canne venivano forzati, dalla bocca, strati di piccole palle incendiarie di cera o di stoffa impregnate di petrolio, alternati con polvere nera formata da sei parti di carbone, una di zolfo e una di salnitro; dando fuoco alla polvere in cima alla canna, la fiamma si propagava alle varie cariche successivamente e scagliava contro il nemico una raffica di palle infuocate, sempre che, per un eccessivo forzamento o per la fragilità della canna, la candela romana non esplodesse in mano a chi la usava."

NB: non so dirti il grado di affidabilità di questi brani. Tieni conto che il libro da cui sono tratti parte dalla preistoria e in 400 pagine arriva ai giorni nostri. (e la parte che interessava a me purtroppo si è rivelata abbastanza carente)

BYe

Damnpuck

Reply di Gianfranco Cimino

Ho cercato qua e là sui libri, ma finora ho trovato solo riferimenti all'uso di armi incendiarie, durante l'antichità classica, in battaglie navali o operazioni di assedio o similari, soprattutto da parte di eserciti ellenistici o romani. Queste armi consistevano soprattutto di proiettili incendiari lanciati da artiglieria a torsione; non ho più trovato il riferimento al lanciafiamme spartano (dovrebbe essere comunque in Tucidide), ma anch'esso venne usato in operazioni di assedio durnte la guerra del Peloponneso e, se non ricordo male, era più un grosso mantice che un vero e proprio lanciafiamme (del tipo del proiettore di fuoco greco o della candela romana citati da Damnpunk). La complessità di tali operazioni di assedio (vedi ad es. l'assedio di Rodi da parte di Demetrio, e quello di Siracusa da parte di Marcello), e delle macchine in esso usate (torri di assedio a 9 e più piani, complete di artiglieria, doppie scale di accesso, serbatoi per l'acqua ad ogni piano per spegnere gli incendi) è comunque notevole.

Non ho invece trovato nulla sull'uso in battaglie campali di armi incendiarie, anche se penso sia stato probabile almeno l'uso di frecce incendiarie, ma comunque non mi pare da escludere a priori l'uso di proiettili incendiari lanciati da macchine del tipo di quello che si vede nel "Gladiatore"; è noto che generali romani quali Germanico fecero uso di artiglieria a torsione in campo aperto, e non è da escludere che qualcuno possa aver avuto l'idea di lanciare qualche confetto incendiario.

Apro qui una breve digressione: in alcuni trattati di epoca ellenistica sono descritte artiglierie pneumatiche (mi ricordo che anche "Le Scienze" pubblicò un articolo, negli anni '80, su queste macchine) ed artiglierie meccaniche a ripetizione (del tipo poi effettivamente usato in estremo Oriente). Non essendoci però riferimenti (nè tanto meno ritrovamenti archeologici) in fonti dell'epoca riguardanti l'uso di tali macchine, si è sempre pensato che tali apparati fossero rimasti allo stato di progetto. Devo però dire che Russo ("La Rivoluzione dimenticata") ed altri ritengono le fonti di epoca ellenistica molto lacunose e discontinue e pensano che tali artiglierie possano effettivamente essere state usate, senza che anoi sia giunta notizia di ciò. Ancora più misterioso è il cannone a vapore (architronito), di cui Leonardo da Vinci attribuisce l'invenzione ad Archimede: non viene citato nelle opere di Archimede a noi pervenute, e Russo pensa che Leonardo possa aver avuto accesso ad opere di Archimede (o di qualche ingegnere alessandrino), poi perdute. L'uso quindi di artiglieria a vapore in epoca classica è ancora più ipotetico.

Se, come detto prima, non vi sono riferimenti per l'uso di armi incendiarie in battaglie campali, successivamente, a partire dal VII secolo, e per tutta l'epoca medievale, sia in Europa che in medio Oriente che in Cina, tali riferimenti si moltiplicano. Il fuoco greco viene introdotto in quegli anni dai Bizantini, che lo impiegano sia per mare che per terra, usando delle pompe azionate a mano, anche da un solo uomo, per proiettare la miscela incendiaria, che dagli Arabi (che avevano il corpo dei Naffatim - o qualcos del genere). Nei trattati militari bizantini il fuoco greco veniva consigliato specialmente contro la cavalleria. Una descrizione dell'uso del fuoco Greco - o altra arma similare - da parte dei Mussulmani è nelle cronache di Joinville. Una descrizione di armi incendiarie ed esplosive di vario tipo (tra cui miscele la cui composizione è molto simile a quella della polvere nera) si trova già in un'opera bizantina dell'VIII secolo; tra di esse anche la famosa "candela romana", il cui nome indica un'origine bizantina. E' da dire che il solito Russo ritiene che il fuoco greco, o un suo equivalente, sia stato già usato in epoca ellenistica, quando già erano disponibili le pompe usate poi dai Bizantini per proiettarlo. Tralascio poi l'insieme di armi cinesi di tipo incendiario o esplosivo, che precedettero l'uso della polvere da sparo vera e propria a partire dal IX secolo d.C., e che comprendevano anche proiettili esplosivi lanciati da catapulte, prima del'introduzione dei cannoni veri e propri (fine XIII sec. inizio XIV).

Per concludere un'altra idea del Prof. Russo (la cui opera, La rivoluzione dimenticata, è però alquanto discutibile): la polvere a sparo fu introdotta nel medio Evo perché si era persa la capacità di costruire macchine da guerra a torsione potenti come quelle ellenistiche; l'introduzione del cannone come arma ossidionale fu quindi un palliativo alla mancanza della efficace artiglieria meccanica antica. D'altronde, aggiunge il Russo, il fuoco greco era già conosciuto in epoca ellenistica ed aveva una composizione simile a quella della polvere nera. Mi sembra qui di cogliere un'ipotesi del tipo: nell'antichità classica non furono sviluppate armi da fuoco, a partire dal fuoco greco, perché l'artiglieria a torsione (e forse anche pneumatica) era altrettanto efficente Ovviamente lascio al Prof. Russo la responsabilità di tali affermazioni.

Ciao
Gianfranco
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