Fine della 12a Hitler Jugend
by Mr Clark - 28/03/00
Questo è un articolo apparso su una rivista di 4 anni fa sulla
12 Divisione SS "Hitlerjugend". Segue nell'articolo, quella che fu l'ultima battaglia della Divisione (i più anziani fra loro avevano 18 anni) contro un poderoso attacco di carri
canadesi.
La 12 Divisione fu addestrata nel '43 a Baverloo in Belgio.
Ai ragazzi, venne proibito di fumare, bere e visitare i bordelli locali
(alle reclute con meno di 18 anni fu proibita ogni relazione con le
ragazze).
In compenso furono sfamati con dolci e speciali razioni ancora più
sostanziose, di quelle concesse ai lavoratori dell'industria pesante.
Nel maggio del 1944 la Divisione aveva completato il suo addestramento e
disponeva di un organico di 20.500 uomini, con 177 carri (Panzer IV e
Panther), 52 pezzi d'artiglieria, più di 1600 mitragliatrici e 300 veicoli
trasporto truppe da ricognizione. In quel periodo la Divisione era stata
trasferita nell'area intorno a Evreux ad est di Caen, e la notte del 4 e il
5 giugno iniziò a prepararsi per un'esercitazione combinata che doveva aver
luogo il giorno dopo.
Nessuno poteva immaginare quello che si stava preparando per loro.
Alle 01:30 del 6 giugno al comandante della 1a Compagnia da Ricognizione,
l'SS-Obersturmfürer Peter Hansmann, venne ordinato di esplorare l'area tra
la foce della Senna e le spiagge a nord-ovest di Caen. Doveva evitare il
combattimento e tornare con informazioni sulla forza e lo spiegamento del
nemico.
Mentre il sole sorgeva Hansmann percorse Caen con la sua pattuglia e
raggiunse l'altopiano tra Bayeux e il mare. Alle 07:30, dalle alture intorno
alla baia di Arromanches - la spiaggia designata "Gold" dal piano del
D-Day - osservò costernato le prime ondate della 2a Armata Britannica
sbarcare sotto la copertura di un furioso bombardamento navale.
L'Oberfürer Fritz Witt ricevette l'ordine di portare la divisione a
sud-ovest di Caen. Hitler era convinto che gli sbarchi fossero solo una
finta, e che l'attacco principale sarebbe arrivato molto più a nord-est,
nell'area di Pas-de-Calais. Ordinò ai suoi generali "di eliminare la testa
di ponte nemica entro la sera del 6 giugno, dato che esiste il pericolo di
nuovi sbarchi aerei e anfibi...La testa di ponte deve essere spazzata via
entro stanotte".
La 12a Divisione Corazzata SS doveva operare sul fianco sinistro della 21a
Divisione Corazzata Panzer Lehr, che situata a sud-ovest di Parigi stava già
partendo per il fronte, con l'obiettivo di "ributtare il nemico in mare e
distruggerlo".
Mentre procedevano sotto il sole pomeridiano del 6 giugno, le due divisioni
subirono i continui attacchi di razzi degli Spitfire e dei Typhoon,
riuscendo ad avanzare ad una media non superiore ai 7 km/h. Come scrisse più
tardi Kurt Meyer (SS-Standartenfürer comandante del 25º reggimento): "Uno
sciame di Spitfire attacca il plotone di retroguardia della mia compagnia. I
loro razzi e le mitragliatrici mietono un raccolto infernale. Il plotone sta
avanzando attraverso una gola e non può mettersi al coperto... Un fante
giace sulla strada con il sangue che gli scorre lungo il collo. Muore fra le
nostre mani. Le munizioni su di un trasporto esplodono, scagliando nel cielo
alte lingue di fuoco mentre il veicolo va in pezzi. In pochi minuti vengono
sgombrati i detriti. Non c'è pausa. Dobbiamo avanzare !".
Una volta in posizione, Meyer inviò delle pattuglie che tornarono alle
01:00. Mentre era al telefono con Witt, che si trovava al comando della 21a
Corazzata, gli venne detto di avanzare a fianco della 21a alle 04:00 e di
distruggere la testa di ponte nemica. Al riparo dell'oscurità i giovani
soldati, senza esperienza di combattimento, procedettero attraverso la
campagna leggermente ondulata; i veicoli li portarono fino alla strada
Caen-Bayeux, e da quel punto i granatieri proseguirono a piedi.
Era passato da poco mezzogiorno quando tutte le unità furono in posizione,
con i granatieri accovacciati nei campi con le loro mimetiche ed i Panzer IV
nascosti sotto rami e balle di fieno. Meyer rimase inorridito quando seppe
che il 26º Reggimento dell'SS-Obersturmbannfürer Wilhelm Mohnke, che doveva
proteggere il suo fianco sinistro, era ancora a sud-est di Caen, assieme ai
Panther del 1º Battaglione, che avevano esaurito il carburante. Ma non c'era
niente che potesse fare, dato che la Brigata Canadese, sbarcata sulla
spiaggia Juno ad est di Gold, stava avanzando.
Ed avanzava troppo rapidamente. A bordo dei carri leggeri da ricognizione
Stuart e degli Sherman i canadesi stavano per assaggiare la mortale
superiorità di fuoco dei Panzer IV.
Durante la notte il 26º Reggimento di Mohnke riuscì a raggiungere le proprie
posizioni sul fianco sinistro di Meyer, ed all'alba dell'8 giugno tentò di
avanzare. Il 1º Battaglione venne subito inchiodato dal pesante fuoco
dell'artiglieria canadese, ma alla sua sinistra il 2º Battaglione ebbe più
successo. Avanzò combattendo attraverso i campi e la ferrovia e respinse i
canadesi dal villaggio di Putot, all'altezza del fronte di Meyer. Ma più
tardi quella sera, martellato da una barriera di fuoco posta a copertura di
un contrattacco e già afflitto da pesanti perdite, fu costretto a ritirarsi
lungo la ferrovia.
Alla sua sinistra, anche il 3º Battaglione aveva raggiunto la ferrovia, dopo
aver superato i resti di una compagnia della Divisione corazzata Lehr.
Ovunque giacevano cadaveri, con gli arti strappati e pendenti dagli alberi.
I veicoli trasporto truppe erano stati sventrati come delle lattine. Per i
ragazzi delle SS questa era la prima volta che vedevano gli effetti di una
battaglia; come disse uno di loro, "la guerra aveva mostrato i propri
artigli rivelando il suo vero volto".
Questo era il risultato del bombardamento navale alleato, che proseguì per
tutto il giorno. L'SS-Unterscharfürer Alois Morawetz, di appena 19 anni ed
il più giovane capocarro della 3a Compagnia Panther, descrisse gli enormi
proiettili che cadevano sibilando:
"Ancora oggi ricordo esattamente come, al suono dei primi proiettili in
arrivo, ci gettammo a terra. Dopo la prima salva ci precipitammo verso i
nostri carri, ci infilammo nelle botole ed aspettammo, qualunque cosa
accadesse. Non passò molto tempo prima che il fuoco dell'artiglieria
riprendesse a sibilare, colpendo un punto a circa 100 metri di fronte a
noi... La salva successiva cadde a 40 metri dal mio carro. Ciononostante
decisi che non sarei stato il primo ad abbandonare la propria postazione".
"Poi la terra tremò nuovamente, questa volta ad appena 15 metri dietro di
me... Accendemmo i motori ed aspettammo l'ordine di ritirarci. Invece, il
terreno entrò nuovamente mentre la polvere entrava nella torretta... Era
arrivato il momento di agire. Improvvisamente pensai alla storia con tutti i
suoi eroi morti e questo ricordo mi fece decidere più rapidamente. Anche il
comandante del mio plotone, il cui carro si trovava di fianco al mio, aveva
acceso il motore iniziando a ritirarsi.
Ordinai immediatamente al mio pilota di fare altrettanto. Facemmo appena in
tempo, perché ci eravamo mossi di circa 15 metri quando un proiettile colpì
il punto esatto in cui eravamo stati".
Intanto, i canadesi ed i granatieri del 25º Reggimento di Meyer avevano
superato un'altra giornata, ed al crepuscolo Meyer decise di attaccare, con
i Panther della 1a e della 4a Compagnia, sulla destra del 26º. Per tutta la
notte affrontarono il micidiale fuoco anticarro. Ma le loro perdite erano
diventate pesanti. Come riferiscono le cronache del Reggimento canadese:
"Malgrado la confusione il morale di tutti era elevato e la situazione non
venne mai considerata disperata. La nostra fiducia in noi stesse e nelle
nostre armi aumentava. Il tanto temuto Panther non era invincibile e poteva
essere messo fuori combattimento da dei fanti che sapevano come usare le
loro armi".
Ovunque c'erano Panther che bruciavano nell'oscurità. All'alba i superstiti
si ritirarono. Ma con la luce del giorno Meyer condusse un nuovo attacco con
i Panther della 3a Compagnia contro un villaggio ad ovest di Caen. Mentre
uscivano dalle loro posizioni, rimpiazzati da una compagnia di Panzer IV, il
bombardamento alleato riprese.
Morawetz si guardò indietro e vide che, ancora una volta, si era mosso
appena in tempo. I Panzer stavano bruciando.
L'attacco proseguì malgrado l'intervento dei bombardieri alleati. Ma
all'altezza della ferrovia vennero sorpresi da un gruppo di cannoni
anticarro nascosti dietro ad una siepe, che colpirono i Panther uno ad uno
distruggendoli. Sparando disperatamente, i Panther superstiti si ritirarono.
Il comandante di compagnia Max Wünsche, che era stato ferito, tornò appena
in tempo dall'ospedale da campo per vedere i propri carri fatti a pezzi. "Mi
trattenni dal gridare per la rabbia e il dolore" scrisse.
Il mattino del 10 giugno, la 12a SS condusse il suo ultimo attacco contro i
canadesi. L'unica forza disponibile era il battaglione del genio. All'alba
si spinse in avanti nel massimo silenzio, ma quando giunse a tiro delle
posizioni canadesi venne falciato da un fuoco mortale e ricacciato indietro.
Adesso i tedeschi erano sulla difensiva. Ciononostante la 12a SS riuscì a
tenere il fronte, distruggendo 37 carri della 6a Brigata Corazzata canadese
nel pomeriggio dell'11 giugno con la perdita di soli 4 Panzer. Tuttavia i
caduti stavano aumentando. Il 46º Commando dei Royal Marines, con un azione
temeraria, riuscì a sfondare nel settore tenuto dalla 1a Compagnia del 26º
Reggimento.
I commandos giacciono morti a fianco delle SS. Ovunque vengono gettate
granate sulle strade e nei portici delle case. A un certo punto troviamo un
commando e una SS, letteralmente stretti in un abbraccio mortale... Laggiù,
un carro tedesco ed uno canadese si sono distrutti a vicenda e stanno ancora
bruciando, e da ogni torretta annerita pende la carcassa bruciacchiata di un
mitragliere..."
Il 14 giugno, Witt venne ucciso presso il suo comando da una salva di
artiglieria sparata dai cannoni da 16 pollici di una corazzata inglese, e
Kurt Meyer prese il comando dei miseri resti della 12a Divisione. Il 26
giugno, Montgomery lanciò l'"Operazione Epsom", un devastante attacco
condotto dall'VIII Corpo Britannico appena arrivato in Francia. Di fronte a
questa ondata di 60.000 uomini e 600 carri, con un appoggio di artiglieria
fornito da 700 pezzi e quattro navi, c'erano due battaglioni sotto organico
del 26º Reggimento Granatieri e del 12º Genieri.
I ragazzi della 12a Divisione combatterono tenacemente, ma in un solo giorno
persero 700 uomini e quasi la metà dei loro carri. Il 29 giugno la battaglia
era persa, e l'8 luglio la Divisione Hitlerjugend era praticamente
distrutta. Meyer scrisse:
"Trovo i superstiti del battaglione in un bunker ai margini della città...
Sono entrati in battaglia con i volti luminosi, ma oggi gli elmetti
ammaccati nascondono i loro occhi infossati, che hanno visto troppe volte la
morte...".
L'11 luglio vennero ritirati i resti della divisione. Dovevano ancora
combattere una brillante serie di azioni ritardanti a sud di Caen, ma
vennero definitivamente tagliati fuori quando gli Alleati chiusero la "Sacca
si Falaise" dietro di loro il 21 agosto. Le loro perdite assommarono a 8000
morti, feriti e dispersi, assieme a quasi tutti i carri, mezzi trasporto
truppe e artiglierie. In sole dieci settimane di combattimenti, l'orgoglio
di Hitler, la 12a Divisione Corazzata SS Hitlerjugend, era stata spazzata
via.
Un saluto a tutti
Davide