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Storia aviazione esercito
by Aerei Italiani - 08/05/02
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Quando è nata la nostra aviazione? Francesco Baracca veniva dalla Cavalleria. Lo erano anche gli altri Piloti?

A completamento del post di Huey per somme date: Per quanto riguarda l'appartenenza di tutti i nostri piloti/ossevatori durante la I G.M. ad altre armi il Generale Bompiani nella Sua "Le Ali della Guerra" anno 1931 ricorda come: "Ma occorre dire anche alcune nude verità, che servono però a mettere in maggior luce e rilievo il valore e l'abnegazione del personale aeronavigante italiano. I nostri aeronauti - aviatori, dirigibilisti e aerostieri - erano reclutati da tutte le armi di terra e di mare, passarano a prestar servizio nel Corpo Aeronautico Militare, ma continuavano a restare nei ruoli dell'Arina di origine, indipendentemente da quanto essi avessero potuto compiere in merito o in valore nei diversi servizi aeronautica, siano tecniici che d'impiego. Tutto ciò creava delle incongruenze e degli inconvenienti, inconvenienti soprattutto di ordine morale. Così che, mentre la carriera, o per meglio dire, la vita nell'aeronautica richiedeva, oltre che la coscienza del dovere - dote sacra di ogni militare - delle doti speciali fisiche morali, l'aeronauta si sentiva trattato invece in modo non equo nei riguardi del suo avvenire, e perciò, a volte, mormorava o si lagnava. Tanto più che, sull'inizio della guerra, non si parlava nemmeno di una speranza di sistemazione qualsiasi del personale navigante. Di modo che l'aviatore, sia volontariamente, sia perché divenuto inabile al volo, sia per altro motivo, era costretto, salvo casi rarissimi, a rientrare al corpo di provenienza, ove veniva a trovarsi in una posizione, diremo così, di rifugiato e non piú di familiare. Indubbiamente però, come tutti gli uomini perfettamente sani, in pieno equilibrio di mente e di corpo, gli aeronauti erano tutta gente di lieto animo e di forte sentire che andavano con baldanza incontro alla loro sorte, a null'altro pensando che al dovere e alla vittoria; e perciò l'ingiusto trattamento non aveva eco profonda nel loro animo e si sentivano solo paghi di quell'aurcola di gloria di cui li circondava il loro valore ed il loro ardore, servendo con dedizione la patria e difendendone, senza misura di sangue o di fatica, e il cielo e la terra e il mare. Eppure si rifiutava spesso da diverse Commissioni di avanzamento, la promozione degli aviatori al grado superiore per merito di guerra, perché "l'atto meritevole non era stato compiuto nell'arma da cui essi derivavano"! Quest'assurdo durò per oltre tre anni, per quasi tutto il periodo della guerra, tanto che, al riguardo furono fatte delle interrogazioni al Parlamento: Camera e Senato. Era stato detto e si riteneva dai dirigenti di allora che "l'arma aeronautica si traversa come una meteora brillante, .fosse cioè un Passaggio luminoso, ma sempre passaggio". In questa definizione assurda, in questa concezione senza base e senza criterio dell'Arma aeronautica, tutti i decreti e tutti i regolamenti che ne derivavano, riuscivano naturalmente inadatti ed inadeguati. Si considerava come effimera la vita dell'aviatore e perciò si affermava essere impossibile fissarne i limiti della carriera, tanto che un uomo di governo, non senza una punta d'ironia, sostenne che "la carriera non poteva seguire gli aviatori nel loro slancio".

Un saluto
Diego

P.S. Vi è anche da rilevare come gli sconvolgimenti degli ultimi anni abbiamo i loro padri.
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