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Artiglieria C.A. italiana
by Giuseppe Calò - 01/07/02
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Premessa: bisogna considerare le prestazioni dei velivoli dell'epoca, si andava da una velocità di crociera di circa 200 km. orari per i caccia, che scendeva a circa 150 km. per i bombardieri-ricognitori e a 80/100 km. per i dirigibili. Era come tirare ad una Duna o Panda 30 e per i dirigibili a Giuliano Ferrara!

Nell'attesa dell'entrata in servizio di cannoni specifici si usò di tutto! La marina contribuì notevolmente con i suoi cannoni, dagli Hotchkiss da 37/21-25, Vickers 40/39, Nordenfenlt 57/47, 76/17 (derivato dal cannone da sbarco), 30, 40, 45 e 102/35. Ci furono installazioni occasionali dove furono impiegate le più svariate bocche da fuoco dal 75A, al 87B e 120B. Poi acrobatiche posizioni per i cannoni da campagna 65/17, 75/27 mod. 1906 e 1911 ecc..

75/27 CK (Commissione Krupp) cominciò ad entrare in servizio alla fine del 1915, su progetto dell’AREN (arsenale di Napoli) "ispirato" al cannone C.A. tedesco Ehrhardt. Non conosco il perché fu chiamato "Commissione Krupp" dato che l'Ehrhardt (poi diventata Rheinmetall-Borsig) era la ditta tedesca concorrente della Krupp, forse per sviare i sospetti e non pagare i diritti di riproduzione (non eravamo ancora in guerra!). Fu montato su autocarro Itala 10, altri su piattaforma mobile in legno o fisse.

I dati tecnici: velocità 510 ms., peso proietto 6,5 kg. Celerità di tiro 15 colpi minuto, gittata massima 6100 mt., ordinata max 4600 mt.. Munizionamento: erano in uso due tipi di proietto contraerei, uno dirompente e uno a shrapnel incendiario. Erano usate anche munizioni ordinarie (era stato progettato per utilizzare il munizionamento del cannone 75/27 mod. 1906). Queste erano molto pericolose per le truppe amiche a terra, in quanto ricadevano al suolo sia grosse parti, che proietti inesplosi (oltre i 4000 mt. si spegneva la miccia), per sopperire fu prodotta la spoletta OET mod. 1906/17, per ragioni di costi e difficoltà riproduttive non fu prodotta la spoletta a tempo meccanica, già diffusa all'estero. Di fronte al rapido progredire dell'aviazione il cannone divenne obsoleto, nonostante questo nel 1926 furono ordinate 14 nuove batterie, che furono montate su autocarro Ceirano 50 CMA, che gradualmente sostituì gli altri nelle batterie in servizio. Partecipò alla campagna dell'A.O. e alla successiva guerra di Spagna. Nel 1939 erano in linea 166 autocannoni, dotati di granata con spoletta mod.06/17. Parteciparono a tutte le campagne della II G.M. tranne la Russia e in particolare in A.S.. Nell'isola di Cefalonia nel settembre 1943 entrò in azione contro i tedeschi e probabilmente anche in altre isole del Dodecanneso.

75/27 AV (anti velivoli) entrò in linea nel 1918, era l'adattamento dell'affusto del cannone da 75/27 mod. 1906 su un piedistallo appositamente costruito. Fu montato su autocarri Lancia IZ, le prestazioni erano identiche al 75/27 CK. Diede scarse prestazioni e fu utilizzato solo per tiri di sbarramento. Nel 1939 erano disponibili 94 pezzi e furono impiegati in Italia, A.S. e Grecia.

Da parte austroungarica si ebbe una situazione simile alla nostra. Produssero il cannone 8cm M15, che non era altro che la copia dell'Ehrhardt e di conseguenza del 75/27 CK con le stesse caratteristiche. Adattarono il cannone da campagna 8cm. M5/8 poi M17 ad un piedistallo, ricavando il 8cm. M5/7 e M17 LFA, anche in questo caso con caratteristiche identiche al nostro. Ci furono anche qui i vari adattamenti occasionali di cannoni e come da noi contribuì anche la marina! Di questi da segnalare il 9cm. LFA L/45 M12/16 da noi divenne il 90/42, era in dotazione alla difesa di Pola. Fu riempiegato per la difesa di Brindisi e Messina. Altro importante il 10cm L/50 M10 che divenne il 100/47 facendo da base per i cannoni navali dell'OTO. I tedeschi fornirono una batteria di cannoni 8,8 cm. Ehrhardt su affusto a crociera e a traino meccanico, predecessore del più famoso della II G.M.

Dati e notizie ricavate da:
L'artiglieria italiana nella Grande Guerra di Andrea Curami Alessandro Massignani
L'artiglieria austro-ungarica nella Grande Guerra di Filippo Cappellano
Le artiglierie del Regio Esercito nella Seconda Guerra Mondiale di Filippo Cappellano

Saluti, correzioni e contributi graditi.

Reply di Aerei Italiani - 03/07/02

Solo per integrare con qualche dato l'ottimo post.

Secondo il Gen. Bompiani a fine della grande guerra l'organizzazione antiaerea italiana comprendeva 516 cannoni antiaerei, 608 di ripiego, 1.001 mitragliatrici con 700 posti di vedetta, 240 di ascolto e 210 proiettori. Il servizio assorbiva 1.500 ufficiali e 33.500 uomini di truppa. La difesa a.a. italiana pare avesse abbattuto ad ostilità concluse 129 apparecchi nemici. Da considerare anche che nel 1917 il Comando Supremo - emanò le "Norme per l'esecuzione del tiro di fucileria contro Aeroplani e Dirigibili" con le varie tabelle degli alzi per il Fucile mod. 91 il mod. 70/78 (+tubato) le mitragliatrici mod. 911 e mod. 914. Da cui traggo:

7- nei tiri contro bersagli aerei, bisogna tenere presente che i proiettili del fucile Mod.91 riescono pericolosi entro un raggio di circa 3200 metri. Deve pertanto essere escluso di massima il tiro con inclinazioni inferiori agli 800 millesimi (45º)
(Mod. 70/87)
11- Analogo stodio si è effettuato pel fucile modello 70/87 . Si è constatato che l'efficacia del tiro è assoluta, anche contro aeroplani blindati fino alla quota di circa 1000 metri per siti compresi fra 1600 e 1200 millesimi, e fino alla quota di 900 m. circa per siti compresi fra 1200 e 800 millesimi. Oltre tali limiti l'efficacia è più limitata ma ha tuttavia un certo valore per aeromobili non blindati e per gli aviatori che il proietto può gravemente ferire.

Ciao
Diego
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