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Artiglieria della Grande Guerra
by Koll Kurz - 09/02/03
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Con riferimento un vecchio post sull'artiglieria della Grande Guerra, vi elenco in parallelo, le bocche da fuoco austriache e italiane utilizzate in questo conflitto, per ora fino al medio calibro (149-152), le grosse dopo.

L'estensione del conflitto portò all'utilizzo di tutto quel che sparava (catapulte incluse tipo Minucciani, Diatto, Beaud e Cantono!).

Mi limiterò a nominare solo quelle più recenti, tralasciando le più antiquate, che potevano essere gli obici austriaci da 15 cm M94/4, gli obici 10cm M99 e i cannoni da 9cm M75. Da parte italiana i cannoni 75 A o B da montagna (quelli della battaglia d'Adua), 87 A, B, B 80/98 ecc. tutte bocche da fuoco ad affusto rigido dell'800. Nella terminologia italiana s'indicava con una lettera il materiale di costruzione delle bocche da fuoco, A acciaio, B bronzo, G ghisa.

L'artiglieria austro-ungarica, recente, era tutta di concezione moderna e d'ottima progettazione. Tutti i pezzi di preda bellica furono riutilizzati dall'Esercito Italiano. Ne farò menzione nell'elenco. La riproduzione di artiglieria straniera da parte di nostre industrie (Ansaldo) ne peggiorava le prestazioni originali!

Non elenco l'artiglieria contraerea, già descritta in un post su icsm. Le artiglierie da marina, sia a terra che su monitori, in una prossima!

Da montagna:

Premessa: in Austria gran parte dei pezzi medi e leggeri erano concepiti per la scomposizione, per facilitare il trasporto in montagna. Austria: era in dotazione il cannone da 7cm M99, sostituito dall'obice Skoda 7,5 M15. Questo pezzo d'artiglieria è da considerare nel tempo il migliore e più diffuso pezzo da montagna utilizzato. Fu impiegato in molte nazioni, nell'esercito tedesco (ante riarmo) era l'unico pezzo d'artiglieria in dotazione non di produzione tedesca! In Italia (75/13 mod.15) fu adottato dopo la guerra. Fu riprodotto dall'Ansaldo prima della II G.M., rimase in dotazione alle ricostruite Brigate Alpine fino agli anni 60, sostituito dall'OTO da 105/14.

Italia: era in dotazione il cannone da 70 A (affusto rigido), sostituito dal 65A (affusto a deformazione). Il 70 A dismesso dalla specialità alpina passo a quella someggiata. Fu impiegato anche nelle trincee del Carso per tiri diretti. Il 70A divenuto 70/15 partecipò alle campagne coloniali e durante l'ultimo conflitto fu anche in postazioni fisse della difesa costiera. Il 65 A divenuto 65/17 sostituito dal 75/13 nella specialità alpina e someggiata, per la carenza dei 47/32 fu impiegato dalle batterie reggimentali, come cannone d'appoggio.

Da campagna:

Austria: era in dotazione il cannone Skoda 8cm M5/8, M 17, M18. Nel dopoguerra fu incamerato nell'esercito Italiano come 77/28 mod. 08/17, esclusivamente impiegato nelle colonie.

Italia: la necessità di cannoni fece coesistere due modelli di cannoni il 75/27 mod. 906 di progettazione Krupp e il 75/27 mod.911 di progettazione Deport. Questo ultimo aveva le medesime caratteristiche, ma come costruzione era all'avanguardia e rimase il pezzo d'artiglieria di concezione più moderna di tutto il conflitto. Solamente nel 1918 in Francia si produssero il 155L17 GPF, di caratteristiche tecniche paragonabili.

Obici divisionari.

Austria: per sostituire il 10cm. M99 fu introdotto lo Skoda 10cm. M14. Anche questo pezzo dopo il conflitto entro nell'arsenale italiano (100/17 mod. 14 e mod.16) armando un gruppo di ogni reggimento d'artiglieria divisionale. Fu tra i protagonisti delle battaglie sostenute dalle truppe italiane e presente in tutti i campi di battaglia. Rimase in servizio. nella versione mod. 16 fino agli anni 60 nelle ricostituite Brigate Alpine e nella versione 105/22 mod. 14/61 nella riserva.

Italia: non ebbe mai un obice divisionale, fu costruito nel 1918 un modello Schneider-Ansaldo da 105/14, ma date le scarse prestazioni nel dopoguerra preferirono l'obice da 100/17. Rimase nei magazzini, riesumato armo batterie della G.a.f., prima sulle Alpi poi come difesa costiera. Suppongo non abbia mai sparato un colpo in un'azione bellica!

Cannoni di medio calibro (artiglieria di Corpo d'Armata).

Austria: cannone Skoda 10,4 cm. M15, nell'Esercito Italiano (105/32) fu ricalibrato in 105 per utilizzare il munizionamento italiano. Nella II G.M. fu impiegato in Russia, Tunisia e in difesa costiera. Dopo l'8 settembre alcuni pezzi operarono ad Anzio con la X MAS e con i tedeschi (10,5cm. K-320 i) al Moncenisio.

Italia: il 105/28 prodotto dall'Ansaldo su progetto Schneider. Ampliamente utilizzato nella II G.M..

Austria: obice Skoda 15cm.M14/16, nell'Esercito Italiano (149/13), operò su tutti i fronti, dopo l'8 settembre fu utilizzato dal gruppo Pezzini in Versilia e dai tedeschi in difesa costiera.

Italia: l'obice da 149/12 di produzione Ansaldo su progetto Krupp, rimase anche questo in servizio nella II G.M. principalmente nelle posizioni fisse.

Austria: cannone Skoda 15cm.M15/16, bocca da fuoco d'eccezionali prestazioni entro in servizio nell'Esercito Italiano in 30 pezzi, utilizzato sia in Albania che in Libia. Una batteria arrivò fino alla mitica quota 33 ad El Alamein.

Italia: cannone 149 A poi 149/35, costruito in gran numero, fu il maggior protagonista delle battaglie della guerra, in particolare nelle ultime battaglie dove le concentrazioni dell'artiglieria italiana annichilirono le offensive austriache. Nonostante la sua antiquata concezione (affusto rigido), aveva ottime prestazioni e per questo motivo rimase in servizio a lungo. Dopo l'8 settembre, artiglieri della LITTORIO, recuperarono alcuni pezzi armando due batterie in Valle Gesso (Cuneo) che funzionò fino al 1945.
Lo Skoda 15cm.M15/16, in italiano 152/37. Italia: cannone da 152/45, prodotto dall'Ansaldo incavalando su un affustato d'assedio una bocca da fuoco da marina di progettazione Schneider. Nella Seconda Guerra Mondiale fu utilizzato sul fronte delle Alpi Occidentali poi in Albania. Terminò la carriera in postazioni di difesa costiera.

Koll Kurz
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